Ingresso del nuovo parroco di Collelongo, don Vincenzo Piccioni.
28/OTT/2017
Collelongo Festa di Sant'Antonio Abate....... Benedizione Cottora Pro Loco
Durante lo svolgimento della festa di sant'antonio a Collelongo, alle ore 16 del giorno della festa, dopo il rintocco delle campane si procede alla benedizione delle cottore.
Cottora 71 Sant'Antonio Abate 2014 Collelongo (Aq) Seconda parte
La sera del 16 gennaio in alcune case del paese si cuoce una grande quantità di granturco nelle cuttore (ovvero dei grossi caldai di rame) con il quale si prepara un piatto tipico della cucina contadina del luogo, chiamato i cicirocchi. Durante la notte, invece, si accendono i torcioni (enormi falò) e si susseguono le visite alle cottore
ANDRIA | A S.Maria Vetere grande festa per S.Antonio
ANDRIA | A S.Maria Vetere grande festa per S.Antonio
Il 13 Giugno del lontano 1231, all'età di 36 anni, moriva San Antonio da Padova, dottore della Chiesa e dell'ordine Francescano, durante la sua vita si contraddistinse per la sua eloquenza nell'annunciare il Vangelo.
San Antonio fu monaco Agostiniano e poi frate Francescano; viaggiò molto, vivendo prima in Portogallo quindi in Italia e in Francia. Nel 1221 si recò al Capitolo Generale ad Assisi, dove vide di persona San Francesco d'Assisi. Dotato di grande umiltà ma anche grande sapienza e cultura, fu incaricato all'insegnamento della Teologia e fu instancabile ed eccellente predicatore; fu inviato per queste sue doti dallo stesso San Francesco per contrastare la diffusione dell'eresia catara in Francia.
Il giorno 21 Giugno la comunità parrocchiale di Santa Maria Vetere di Andria celebrerà la festività di San Antonio da Padova, patrono della parrocchia. In preparazione della festività di san Antonio la comunità si è preparata con una tredicina in suo onore che ha affrontato il tema San Antonio e l' Ecologia. Inoltre, quest'anno ricade il sessantacinquesimo anniversario della fondazione della parrocchia, approfittando della festività relativa al Santo di Padova, si è deciso di celebrare l'evento in modo solenne.
A tal uopo i giovani hanno recuperato alcuni documenti risalenti ai primi anni di attività parrocchiale, e fra i tanti hanno rinvenuto un documento datato 9 Giugno 1947 nel quale fra Emilio Racanelli chiedeva, per il giorno 15 Giugno dalle ore 19 alle ore 21,30, alla Curia Vescovile di Andria il nulla osta per a Processione del Santo attraverso le seguenti vie cittadine: Arimondi, Rione Brunforte, Annunziata, Filangeri, Cirillo, Manthonè, Porta Nuova , San Lorenzo, Piazza Municipio, porta Castello, via Trani, Viale Roma e via Crispi, Regina Margherita, Imbriani, Ruggero Settimo, Orsini, Porta La Barra, Santa Maria Vetere.
Dopo 65 anni la devozione dei parrocchiani verso il santo è ancora più forte e sentita.
Il programma dei festeggiamenti per il giorno 21 Giugno è il seguente:
Ore 08.30. Celebrazione Eucaristica.
A seguire benedizione e inizio della Biciclettata Ecologica.
Partenza da piazza Santa Maria Vetere- Via Maggior Galliano, Via Santa Lucia, Strade Campagna, Condrata Quadrone Sosta e Ristoro; Ritorno via Appia Traiana per Canosa (Guardiola)- S.p.43 per S.S. Salvatore, via S. Salvatore, Via Pietro Primo Normanno, Via Sacc. e Lotti, Via Gen. Sinfisi, via Padre Savarese, piazza Santa Maria Vetere (Arrivo)
N.B. Per motivi organizzativi I partecipanti devono registrare la propria partecipazione alla biciclettata, presso l'ufficio parrocchiale accedendo al Sagrato della Chiesa.
Ore 10.00 - Ore 11.30 Celebrazione Eucaristica
Ore 18.00 Solenne Celebrazione Eucaristica, celebrata sul Sagrato della Chiesa - piazza Santa Maria Vetere.
Ore 18.45 Processione per le vie del quartiere con la statua del Santo realizzata al maestro Brudaglio di Andria nel 1700 e recentemente restaurata.
Itinerario: Piazza Santa Maria Vetere, Via Labroca, Via Priorelli, Via S. M, Vetere, Via Canonico Agresti, Via Prevosto Pastore, Via Arimondi, via Brunforte, via Francesco II del Balzo, Via Med. d'oro Lorusso, Via Domenico Bolognese, via padre Savarese, via Baldissera, via Sosta San Riccardo, via Barattieri, via Maggior Galliano, pizza Santa Maria Vetere- Chiesa.
Ore 21.30 Momento di Festa con l'Esibizione della Band Music andriese BOX 61 band.
Durante la serata saranno estratti i biglietti vincenti della Gara di Bontà:
1° Premio TV LCD 22° LG
2° Premio Ferro da Stiro Termozeta con caldaia
3° Premio Lettore MP4
4° Premio Borsone Completo di scarpe, pantaloncini,maglietta,calzettoni e pallone
5° Premio Lettore DVD AUTOVOX
I biglietti sono in vendita presso la parrocchia.
Infine, il 26 Giugno ore 21.00 sarà disputata presso l'oratorio San Francesco d'Assisi la finale della II° edizione Torneo calcistico San Antonio.
La Comunità e l'intera Cittadinanza è invitata.
fonte: andrialive.it Guarda tutte le videonews e gli approfondimenti all'indirizzo
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TRASACCO STORIA E TRADIZIONI - I 260 anni del campanone della Basilica
di Tito Lucarelli
Il prossimo 15 maggio la campana grande della basilica SS. Cesidio e Rufino di Trasacco compie 260 anni. Raccontiamo brevemente le tortuose vicende che precedettero la sua fusione.
Nel 1738 il fonditore di campane Giambattista Donati dell’Aquila, al quale l’abate della basilica di S. Cesidio, Don Carlo Febonio, aveva commissionato alcune piccole campane, metteva in guardia il suddetto abate sullo stato precario della campana grande della chiesa esprimendosi così in una lettera: “Le ricordo ancora di far rivastare la Campana grossa perché altrimenti se la giocheranno”.
Passarono però alcuni anni prima che il nuovo abate della basilica, Don Giuseppe De Gasperis, prendesse una decisione. Infatti, il primo contratto per la fusione di 2 campane, quella grande e quella mezzana, fu stipulato il 18 maggio 1751 tra il Procuratore della Collegiata Chiesa di Trasacco, Rev. Can. Don Giuseppe Marinetti, e la Ditta di Mastro Diego Cacciavillani della città di Agnone. Il contratto prevedeva un costo di sessanta ducati e 2 salme di vino in atto di lavoro; erano inoltre a carico della Chiesa le spese della fornace, del carbone, della legna, della creta, acqua e mattoni. Tutto il resto, ferro, sego, cera ed altro erano a carico del fonditore. Il metallo usato doveva essere di buona qualità. Il Cacciavillani concedeva una garanzia di 3 anni, tempo entro il quale si impegnava a rifondere le campane a proprie spese qualora esse fossero venute a “perire” per un difetto di fabbricazione. Il lavoro doveva essere terminato prima del mese di settembre del 1751.
I campanari Cacciavillani erano in quel periodo impegnati a fondere altre campane di altri paesi del circondario. Essi scelsero Trasacco come sede per fondere anche le campane di Collelongo e Tagliacozzo.
La prima versione della campana grande fu fusa il 15 agosto 1751. Il 15 settembre le due campane, quella grande e quella mezzana, furono consegnate e in data 19 settembre la Ditta Cacciavillani fu pagata. Ben presto, però, la campana grande presentò dei difetti. Il metallo iniziò a incrinarsi quasi subito, tanto che il successivo 28 dicembre si ruppe del tutto.
Dopo alcune peripezie, l’8 di ottobre del 1752, il campanaro Cacciavillani rifuse una nuova campana grande, che fu consacrata il 24 dello stesso mese. Ma il 31 agosto del 1753, proprio durante i festeggiamenti del Santo Patrono, mentre il battaglio percuoteva la campana “nella sua distesa verso Luco, essa campana si ruppe”.
La delusione per questo secondo fallimento fu enorme, per cui ci si rivolse al altro costruttore di campane. Fu scelta la Ditta Giambattista Donati dell’Aquila, che già a Trasacco aveva fuso alcune piccole campane diversi anni prima.
Dopo una laboriosa trattativa si raggiunse l’accordo. Il Battaglio fu ordinato a parte ad una ditta di Roma, la stessa che aveva fatto il “battocco della grossa campana di San Pietro di Roma”. Nel luglio del 1754 il battaglio era pronto. “E’ uno spavento di bellezza, che pare sia tutto di argento” scriveva colui che aveva seguito i lavori di fabbricazione per conto della chiesa di Trasacco.
Si dovette arrivare, però, al novembre del 1756, affinché il Donati, nuovo artigiano campanaro, venisse a Trasacco a smontare la campana grande rotta, ridurla in pezzi e ridiscenderla.
La fusione della terza versione della campana avvenne venerdì 10 novembre; il 27 fu appesa e sembrava che emanesse “un bravo Eco longo, e suono soave”. Il 24 giugno del 1757, alla presenza di numerose autorità civili ed ecclesiastiche, con grande giubilo fu consacrata.
Tuttavia, nonostante l’entusiasmo, anche la nuova campana andò male. All’alba del primo novembre dello stesso anno, infatti, le maniglie che la sorreggevano si ruppero e la campana cadde a terra dal campanile, senza rompersi.
Sabato 16 settembre del 1758 la campana fu fusa di nuovo per la quarta ed ultima volta a spese dell’artigiano campanaro. Alle ore 9.00 fu acceso il fuoco della fornace. Alle 19.40 fu colato il metallo. Il giorno seguente alle ore 20.00 fu scoperta la testa della campana. Il lunedì e martedì successivi fu sterrata. Il giorno 21 le fu dato il primo tocco. Domenica 24 settembre fu pesata e risultò un peso pari a 7138 libre, pari a circa 23 quintali, escluso il battaglio.
Il 15 maggio del 1759 fu consacrata dal vescovo Mons. Brizii. Domenica 8 giugno fu salita sul campanile. Durante tale operazione una delle 5 corde che la tenevano si spezzò. Per fortuna le altre 4 ressero il peso e la campana poté raggiungere il campanile. Il lunedì successivo Mastro Antonio di Trasacco, alle presenza dell’artigiano campanaro, la fissò “al suo luogo e suonata colla divina misericordia a durar perpetuamente”.
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Roccascalegna [CH] - IL CASTELLO
Toponimo..
Sono diverse le ipotesi sull'origine del nome del paese. Alcuni studiosi rifacendosi al Catalogus Baronum del 1379 che indicava il paese come Rocca-scarengia ed a studi della lingua francese antica non ben identificati hanno sostenuto che scalegna deriverebbe da scarengia o scarenna cioè dirupo, scarpata o burrone, indicante il fianco dello sperone sul quale è posta la rocca; altri la fanno risalire al longobardo Aschari, Rocc-aschar che mutando la r in l per rotazione consonantica è diventata poi Roccascalegna. La tesi più accreditata e popolare sostiene invece che l'attuale nome derivi da Rocca con la scala di legno, scala a pioli in legno che dal paese conduceva direttamente alla torre del castello (scala raffigurata anche nello stemma comunale).
Medioevo..
Come riferito dal Catalogus Baronum, l'origine del paese è del XII secolo, più precisamente nel 1160, forse su di un insediamento preesistente. Certo però e che in località Collelongo sono stati ritrovati dei ruderi dell'Eneolitico e a Capriglia e a Colle Cicerone dei ruderi di epoca romana. Tuttavia dei monaci, verosimilmente già esistevano in zona come per la Chiesa di San Pancrazio già esistente nell'829. La chiesa attuale risale al 1205 come ricostruzione della preesistente chiesa. Originariamente il borgo è sorto come avamposto longobardo per il controllo della Valle del Rio Secco per difendere la zona contro i Bizantini. I Longobardi eressero, dove ora è il castello di Roccascalegna, una torre d'avvistamento. Indi si susseguirono dapprima i Franchi, poi i Normanni. Il vero e proprio castello, tuttavia, è, verosimilmente, di epoca normanna. Nel 1320 Roccascalegna viene nominata nel periodo angioino cum castellione, all'epoca, quindi, il castello già esisteva. La successiva menzione è del XV secolo, nel regno di Giovanna II di Napoli durante le gesta di Giacomo Caldora, con la ribellione del figlio Antonio, i soprusi di Raimondo Caldora e l'ascesa al trono degli Aragonesi al trono del Regno di Napoli. In questo periodo un soldato sotto il comando di Giacomo Caldora, Raimondo Annechino è feudatario del paese, la sua famiglia rimase feudataria del borgo fino al 1525 quando Giovanni Maria Annechino fece ricostruire il castello.
Leggende..
Secondo una tradizione popolare - ripresa in chiave surreale anche nel film Sottovoce del 1993 - nel corso del XVIII secolo uno degli ultimi esponenti della famiglia Corvo-De Corvis si sarebbe trasferito dalla Corte di Napoli ai suoi possedimenti di Roccascalegna, dove avrebbe cercato di ripristinare lo Ius primæ noctis. Ciò avrebbe naturalmente suscitato una ribellione tra i suoi sudditi, e uno sposo, non disposto a cedere alla barbara usanza, mascheratosi da donna si sarebbe nottetempo introdotto nel Castello e sostituito alla consorte, uccidendo il feudatario.
Il Castello..
Viene chiamato dai paesani La Rocca. Il castello venne verosimilmente costruito dai Longobardi a difesa dalle invasioni bizantine di un centro abitato longobardo poco tempo prima fondato, dapprima come torre d'avvistamento poi man mano ingrandito fino a diventare un castello. Il Castello domina, su di uno sprone con fianchi a burrone, la valle del Riosecco, affluente di sinistra del Sangro. Poi, esclusa una bolla contabile del 1320, il castello di Roccascalegna cade nell'oblio fino al 1525, epoca in cui avviene un restauro causa l'introduzioni delle nuove, per l'epoca, armi da fuoco. Invece, nel 1705, è un secondo restauro, ma stavolta si tratta della monumentale rampa d'accesso. Un nuovo periodo di oblio colpisce il castello, fino al 1985, quando l'ultima famiglia di feudatari (I Croce Nanni) dona al comune il castello, il quale inizia subito un'opera di restauro terminato solamente nel 1996, restauro che porterà all'antico splendore il castello.
Scavi archeologici..
In località Colle Longo sono stati trovati ad 80--90 cm. dal livello di campagna, a 250 m. s.l.m., nell'agosto del 2000 sono stati trovati dei resti archeologici comprendenti ceramiche grossolana e fine ed industria litica tuttalpiù in arenaria e selce risalenti all'Eneolitico, e più precisamente al III millennio a.C.
In località Collebuono sono stati trovati, invece, dei ruderi di un edificio del III secolo a.C.
Le chiese..
La chiesa di San Pancrazio. Questa chiesa è sita presso il cimitero ed è ad 2 navate senza abside.
La chiesa di San Cosma e Damiano. Questa chiesa, invece, è a 3 navate di tipo basilicale con abside quadrato a calotta semisferica.
La chiesa di San Pietro. Anche questa chiesa è di tipo basilicale a 3 navate ma con abside leggermente spostato rispetto all'asse centrale. Anticamente, prima che si costruisse il cimitero, vi si tumulavano delle salme.
Festa di Sant'Antonio Abate a Montegallo
In occasione della ricorrenza di Sant’Antonio Abate, protettore di tutti gli animali, la Parrocchia di San Bernardino di Montegallo (AP), ha invitato tutti i possessori di qualsivoglia animale e mezzi agricoli a partecipare alla benedizione dei predetti e del pane.
17 gennaio 2016 frazione di Balzo di Montegallo
RELIQUIE SANT'ANTONIO ABATE (SUTRI) -FILM DOCUMENTARIO- SCframe
BY Simone Calcagni
-SCframe-
Montorio nei Frentani: Festa di Sant'Antonio abate 17 gennaio 2020
Turi Festa e fuochi per Sant’Antonio Abate Protettore degli Animali
Festa e fuochi di Sant’Antonio Abate l'eremita che strappa i peccatori dal fuoco infernale e Protettore degli animali.
Festeggiato in tutta Italia, da Nord a Sud, Sant’Antonio Abate visse centenario da anacoreta. Considerato protettore dei maiali, in suo onore vengono accesi enormi falò in omaggio alla capacità del Santo di strappare dalle fiamme dell'inferno le anime dei peccatori.
La festa civile a Turi viene riproposta a grande richiesta della cittadinanza dopo quattro anni di riflessione.
Ad organizzarla il comitato “Festa Sant’Antonio Abate” in collaborazione con “Associazione Mule del Carro di Sant’Oronzo” e il comune di Turi.
che si ha fatto dono quest’anno di nuova statua, realizzata da un artista turese e ora depositata presso la Chiesa Madre, in sostituzione della vecchia statua in pietra realizzata dell’artista Stefano da Putignano
La festa ha avuto inizio con la Santa Messa celebrata da Don Giovanni Amodio presso la Chiesa Madre, a seguire il corteo processionale preceduto dai cavalli fino a Largo Pozzi dove è stato acceso un grande falò. Qui, Don Giovanni Amodio ha benedetto gli animali.
Poi è toccato alla sindaca Tina Resta e al presidente del comitato Tonio Palmisano ringraziare i tantissimi turesi presenti all’evento.
Infine degustazione di prodotti enogastronomici tipici come i trònere, i panzerotti, le caldarroste, il vin brûlé e tanto altro ancora.
Intervista a Don Giovanni Amodio Arciprete della Chiesa madre di turi
vespasiani aielli
un giro con le vespe (i vespasiani)
Fuochi d'artificio x Sant'Antonio - 2017
Benedizione degli animali in occasione della Festa di sant'Antonio Abate a Vallepietra
Benedizione degli animali in occasione della Festa di sant'Antonio Abate a Vallepietra 19 gennaio 2020
Trasacco Cena per Enzolino alla casetta di Oreste
Ormai è diventata quasi una tradizione. Quando Enzolino torna da Atlanta per festeggiare la sua ripartenza facciamo questo rito sacrificale: sagnette, pecora, ricotta, pecorino, montepulciano, Jack Daniel's. Immancabili le performance di Oreste alla fisarmonica e al Dubbotte.
Festa Madonna di Fatima, Portogruaro 13 maggio 2012
- Festa della Madonna di Fatima presso l'omonimo santuario dei Frati Cappuccini a Portogruaro. Introduzione della S. Messa Solenne, lettura di Fra Luca delle Sacre Scritture, omelia di Mons. Giuseppe Pellegrini e parte finale della processione
Giampaolo Giuliani - L'uomo che ci salvò dal terremoto a L'Aquila
I testimoni della tragica notte tra il 5 e il 6 raccontano come Giampaolo Giuliani, nonostante il pendente avviso di garanzia, abbia salvato la vita di molte persone, poco prima del terremoto a L'Aquila
Montefino :Crocetta S. Maria in festa.mpg
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Scopertura e benedizione statua di San Michele Arcangelo 29-09-2017
Festa di San Lorenzo da Brindisi