Comprensorio di San Domenico - Fondi Città Smart
Il convento, con l’annessa chiesa, fu donato secondo la tradizione al Patriarca San Domenico dai Benedettini nel 1215.
Nulla sappiamo di certo sull’epoca della sua erezione, che risale a tempi antichissimi. Sappiamo però che fu restaurato dal Conte Ruggiero dell'Aquila, e poi nel 1466 il Conte Onorato Caetani II lo riedificò quasi dalle fondamenta, ampliandolo.
Nella chiesa, come si rileva dalla lapide a destra di chi entra, è seppellito il fondano Giulio Camponesco, giovane guerriero fondano che militò sotto Prospero Colonna e fu compagno d’armi di Ettore Fieramosca.
Dopo quello di San Domenico di Napoli, il convento di Fondi è il più antico del Napoletano, ed il Priore godeva del suffragio nell’elezione del Generale con onori di provinciale. Il complesso religioso ospitò per lungo tempo San Tommaso d’Aquino, che vi esercitò l’ufficio di lettore.
Anche il Pontefice Benedetto XIII lo onorò della sua presenza quando nel 1727 si recò a Benevento per visitare la sua antica sede Arcivescovile. Il Pontefice, partito da Roma il 26 Marzo, uscendo da Terracina si fece precedere dal SS. Sacramento sino al confine. Qui il cardinale Abbattitiano, Vice Re di Napoli, accompagnato dal Vescovo di Fondi Antonio Carrara da Sora, lo ricevette nella sua carrozza sino a Fondi, dove la notte riposò nel convento come religioso di San Domenico.
Vi si fermò ancora al ritorno, come pure nel primo di aprile del 1729, quando dovette transitare nuovamente per Fondi nel recarsi una seconda volta a Benevento.
Nel convento si osservano ancora tre stanze abitate da San Tommaso d’Aquino, una dove dettava lezioni, un’altra dove egli dormiva e in cui si celebrava anche la messa, e la terza che era l’oratorio dove riposò il suo corpo dopo la morte del religioso. Nel giardino del convento esisteva fino al 1835 un albero di aranci con le radici in su, che la tradizione vuole piantato da San Tommaso e che offriva molti frutti. Poi si disseccò e il tronco fu dalla pietà dei fedeli conservato sotto l’altare, dove era il corpo del santo. L’illustre Prof. Orazio Comes (1848-1917), Direttore dell’Istituto Superiore Agrario di Portici, in una sua breve dimora in questa Città studiò minutamente quel resto del tronco e dopo serie riflessioni avvalorò la tesi dell’arbusto piantato con le radici in su, adducendo spiegazioni scientifiche. Nel medesimo giardino esiste tuttora il piccolo pozzo dove il Santo Dottore attingeva l’acqua, e che si vuole sia stato costruito per sua disposizione. Il 7 Marzo del 1274 San Tommaso morì a Fossanova. Il corpo dopo varie peripezie, per ordine di Urbano V, nel 1367 fu trasportato a Tolosa di Francia, nella chiesa dei Padri Domenicani, e ciò per porre fine alle gravi contese tra i monaci di Fossanova e i frati Domenicani di Fondi.
Il complesso conventuale è oggetto da alcuni anni di un significativo intervento di ristrutturazione, che ha tra l’altro consentito di scoprire una chiesa al suo interno - Santa Maria Antiqua, dal 2007 dedicata a San Tommaso e riaperta al culto dopo quasi otto secoli - che conserva al suo interno alcuni affreschi medievali. A seguito del completo recupero la struttura ospiterà sale multimediali, spazi museali e culturali e attività didattiche.
Progetto Fondi Città Smart del Comune di Fondi (LT) - Italy.
Progetto sviluppato da Techmoving srlsu -
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Artista:
Chiesa e Chiostro di San Francesco d'Assisi - Fondi Città Smart
La chiesa e l’attiguo convento di San Francesco in Fondi furono costruiti da Onorato I Caetani nel 1363 circa, sul luogo di un più antico e modesto complesso, edificato dai primi frati francescani giunti a Fondi. Il convento e la chiesa furono restaurati dal conte Onorato II Caetani, come attesta l’iscrizione posta sull’architrave del portale d’ingresso alla chiesa, tanto che la prescelse come sua ultima dimora. Fin dal 1466 il complesso monumentale appartenne ai Frati Minori Osservanti della provincia di Napoli. Venne perduto una prima volta durante il Decennio francese.
Riaperto nel 1843, fu chiuso di nuovo nel 1866. I frati vi ritornarono nel 1881 ma vi rimasero per poco tempo. L’intero complesso fu gravemente danneggiato durante l’ultimo conflitto mondiale. Nel 1960, non ancora riaperta al culto, il regista Vittorio De Sica vi girò le scene della violenza subita da Cesira e Rosetta - impersonate da Sophia Loren ed Eleonora Brown - nel film “La ciociara”, ispirato all’omonimo romanzo di Alberto Moravia, alla cui stesura lo scrittore lavorò essendosi rifugiato per alcuni mesi sulle colline di Fondi durante il secondo conflitto mondiale.
Attualmente vi risiede una comunità religiosa responsabile della chiesa conventuale che dal 1968 è divenuta parrocchia. Preceduta da un ampio porticato con archi acuti e a tutto sesto, gli interni dell’ex convento e della chiesa riflettono le epoche medievali e rinascimentali. Da ammirare le vetrate istoriate che raffigurano la storia del poverello di Assisi, realizzate nella seconda metà del sec. XX dal frate minore P. Giorgio Ascione.
La chiesa di San Francesco è situata in piazza IV Novembre, poco lontana dal centro storico, che costituiva l’antica città romana. Il complesso del convento risalirebbe all’incirca al Duecento.
L’interno della chiesa è costituito da due navate in stile gotico con influssi romanici e tra le lapidi infisse nel muro divisorio delle due navate si può notare il bassorilievo funerario a finestra (III - IV sec. d.C.) rappresentante la “coniuctio dextrarum”, la congiunzione delle destre, in segno di eterna fedeltà, cioè di matrimonio sintetizzato nel diritto romano, nella formula “ubi tu Gaius ego Gaia”.
Notevole è il coro moderno, costituito da tredici stalli ogivali in sintonia con la chiesa, che ci ricordano l’ultima cena.
Il convento, restaurato nel 1946, è preceduto da un ampio porticato con archi a tutto sesto.
L’edificio è strutturato intorno ad un luminoso chiostro in stile ogivale, con volte a crociera sorrette da pilastri ottagonali in pietra piperina, culminanti in capitelli a foglie di palma.
Progetto Fondi Città Smart del Comune di Fondi (LT) - Italy.
Progetto sviluppato da Techmoving srlsu -
Storia, arte e natura a Fondi, Segmento 1, Codice MSS6745-0301AB
Si inizia dal Museo civico del castello, dove è possibile ripercorrere la storia della città sin dalle sue antichissime origini. Si ammireranno poi il Castello, simbolo di Fondi, e l'attiguo Palazzo comitale, residenza dei Caetani prima e dei Colonna Gonzaga poi. Si prosegue con il Duomo, ex Cattedrale, intitolato a San Pietro. Altro segmento è dedicato alla Chiesa di Santa Maria Assunta, gioiello rinascimentale, recentemente elevata a santuario. Nel segmento successivo è illustrato il complesso di San Domenico, con la chiesa e il chiostro rinascimentali e la chiesetta medievale di San Tommaso. Altro segmento è dedicato al complesso di San Francesco e all'antico quartiere ebraico chiamato Giudea, si conclude la parte dedicata alla storia e ai monumenti fondani. Per gli ultimi segmenti, dedicati alle bellezze naturalistiche, ci si è avvalsi della preziosa collaborazione dei Parchi naturali dei Monti Aurunci e dei Monti Ausoni. Parte artistica del modulo è stato curato dalla dott.ssa Paola De Luca
Il progetto “Officina dei giovani” prevede la collaborazione e la messa in rete degli istituti scolastici di Fondi: al termine dell’intervento sarà possibile per i soggetti partecipanti facilitare l’opportunità che lo studio delle discipline venga integrato con progetti che ne facilitino l’apprendimento, tramite l’utilizzo di tecnologie informatiche.
Le vie del Signore sono infinite - Puntata 2. - 19 marzo 2017
Alessandro Antonino, in compagnia di Don Nello Zimbardi della parrocchia San Carlo da Sezze in Sezze Scalo, ci porta indietro nel tempo, alla scoperta di luoghi che hanno fatto la storia della Chiesa Cattolica. Come cornice, alcuni tra gli scorci più belli del Lazio. Toccheremo le località di Carpineto, Fossanova, Terracina, Fondi e Gaeta.
Gallipoli: Il chiostro di San Domenico
Stamattina abbiamo visitato il Chiostro di San Domenico, uno dei beni attrattori del Sac Salento di Mare e di Pietre, nel centro storico di Gallipoli, adiacente all'omonima chiesa che fu riedificata negli ultimi anni del XVII secolo sulle rovine di un tempio antico. Nel chiostro è ancora possibile ammirare alcuni affreschi raffiguranti la flotta cristiana all'ancora nella rada di Gallipoli dopo la battaglia di Lepanto.
Il meraviglioso edificio fu realizzato intorno al XV secolo, oggi ospita il Laboratorio Urbano Liberal'Arte, dove arti e tecnologie si fondono insieme per coltivare giovani talenti, in un ambiente fertile in cui sperimentare nuove modalità di aggregazione e sviluppare idee creative. Liberal'arte è una location che vive grazie ad innumerevoli iniziative, corsi, eventi e progetti organizzati dagli enti partner - Emys, Appleheart, La Bottega di Pero e Legambiente.
Convento di S. Francesco (Cairo M.)
Realizzato nel XIII secolo, su volontà di Ottone Del Carretto, è il monumento più prestigioso di Cairo Montenotte.
Nel XVI secolo il pittore Guglielmo Caccia - detto Moncalvo - ne raffigura con affreschi la vita di san Francesco d'Assisi nel chiostro a quindici colonne in pietra. Altri rifacimenti si ebbero nel XVII secolo.
Durante le campagne napoleoniche del 1796 e 1799 subì gravi danni, dovuto al saccheggio e all'immediato incendio francese. Nel 1805 finì ogni attività religiosa.
10. Аббатство монахов-бенедиктинцев в Кава-де-Тиррени (Италия) ABBAZIA BENEDETTINA DELLA SS.TRINITA
Аббатство Святой Троицы (лат. Territorialis Abbatia Ssmae Trinitatis Cavensis) — аббатство монахов-бенедиктинцев в Кава-де-Тиррени (Италия).Основана в 1011 году Алферио из Паппакарбоне, который стал клюнийским монахом и жил отшельником с 1011 года. Урбан II наделил этот монастырь многими привилегиями и взял монастырь с прилегающей территорией под папскую юрисдикцию.Церковь и большая часть здания были полностью модернизированы в 1796 году.В монастыре хранятся богатые архивы государственных и частных документов, датируемые VIII веком, например, Кодекс Legum Longobardorum в 1004, и Ла Кава Библии и несколько замечательных инкунабул. Монастырь позже стал местом национального образовательного учреждения, под опекой бенедиктинцев.L'abbazia territoriale della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni (in latino: Abbatia Territorialis Sanctissimae Trinitatis Cavensis) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno appartenente alla regione ecclesiastica Campania. Nel 2013 contava 8.000 battezzati su 8.000 abitanti. È attualmente retta dall'abate Michele Petruzzelli, O.S.B.La circoscrizione ecclesiastica comprende la sola abbazia, che costituisce anche l'unica parrocchia.Sorge in collina, a circa 400 metri s.l.m., a tre chilometri dal centro dalla città di Cava de' Tirreni ed a poca distanza dalla costiera amalfitana e dall'agro nocerino.Dalla sua fondazione ai giorni nostri l'abbazia ha svolto un ruolo fondamentale nelle vicende sociali civili e religiose di molti centri dislocati nel mezzogiorno d'Italia dove estendeva il suo dominio diretto. L'Ordo Cavensis, al massimo della propria potenza, aveva fittissime diramazioni in Basilicata, Calabria, Puglia, Campania e perfino a Roma. Secondo il monaco benedettino Paul Guillaume, storico ed archivista dell'abbazia nel secolo XIX, appartenevano all'ordine cavense almeno 77 abbazie, 100 priorati, 20 monasteri, 10 obbedienze, 273 chiese.
Come ordinari immediatamente soggetti alla Santa Sede, gli abati ebbero piena giurisdizione episcopale su molti centri del salernitano, Capograssi (ora frazione di Serramezzana), Capolicchio (ora Cannicchio frazione di Pollica), Casalicchio (ora Casal Velino), Castellabate, Marittima Agnone, Matonti (ora frazione di Laureana Cilento), Ogliastro, Perdifumo, Pertosa, Polla, Roccapiemonte, Santa Barbara (ora frazione di Ceraso), Santa Lucia (ora frazione di Sessa Cilento), San Mango, Serramezzana, Tramutola, su alcune chiese di Salerno, Santa Maria de domno, Sant'Angelo a Caprullo, e sulla chiesa di Sant'Angelo in Grotta di Nocera Inferiore e di San Giovanni a mare di Minori.Gli abati svolsero anche funzioni nella vita politica, sociale ed economica delle comunità controllate con profonde ripercussioni nei rapporti con le popolazioni locali. L'abbazia, nei vasti possedimenti feudali, spesso fu molestata nella sua gestione civile e religiosa sia dai potenti di turno che dai propri vassalli. Da ciò trasse origine l'inquietudine che caratterizzò più di una volta nei secoli passati i rapporti tra i monaci ed i propri vassalli.
Singolare è stata l'antitetica correlazione odio-amore tra l'abbazia e la città de La Cava che, orgogliosi della loro demanialità, ricorrevano spesso alla Regia Camera della Sommaria per non essere molestati per il pagamento di tributi che ritenevano esosi e/o non dovuti. Non era soltanto il prestigio e l'orgoglio a contrapporre i cavesi all'abbazia della SS. Trinità. Al fondo delle questioni vi era un complesso d'interessi, diritti, privilegi e immunità. È appena il caso di ricordare quanto già sopra riferito, per questione di pascoli e foreste, il 6 marzo 1507 mercoledì delle Ceneri, i cavesi insorsero e si ribellarono al dominio dell'abbazia, fecero irruzione nel monastero saccheggiando le celle dei monaci e l'appartamento dell'abate.Il monastero fino alla fine dell'Ottocento raccolse tra i suoi membri quasi esclusivamente esponenti dell'aristocrazia e si fregiava degli appellativi di sacro e reale. Gli abati invece si fregiavano del titolo di barone di Tramutola.
L'Abbazia di San Clemente a Casauria in Abruzzo - Raro documentario storico
Una delle chiese abbaziali più interessanti della regione, importante monumento di transizione dal romanico al gotico cistercense. L'abbazia sorse sul posto o nei pressi dei pago romano d'Interpromio, con un tempio cui era annesso un ponderarium; alcuni pensano che il nome Casáuria deriva da Casa Aurea con cui potrebbe esser stato chiamato il tempio, altri, viceversa, pensano sia stata la località Casa Urii, luogo dedicato a Urios, Giove apportatore di venti, a dare nome al tempio. Nell'871 l'imperatore Lodovico II, in adempimento di un voto fatto per essere stato liberato dalla prigionia nel ducato di Benevento, innalzò questo monastero con l'annessa chiesa della SS. Trinità, nella quale l'anno seguente fece trasportare le ossa di S. Clemente papa e martire, concesse da papa Adriano II. L'abbazia divenne potente per i beni donati dall'imperatore, ma nel 920 fu saccheggiata da Saraceni; risorse lentamente e si arricchì dopo il Mille per varie donazioni; dal 1076 al 1097 fu saccheggiata nuovamente e ripetutamente da Ugo Malmozzetto, conte normanno. Al principio del sec. XII l'abate Grimoaldo restaurò il monastero e la chiesa, che venne consacrata nel 1105; infine l'abate Leonate (eletto nel 1152, morto nel '92) e il suo successore Ioele la ricostruirono. Fu questo il periodo di massimo splendore dell'abbazia, poi cominciò la decadenza; nel sec. XIV il monastero divenne commenda e nel 1775 fu dichiarato di regio patronato. Chiesa e monastero furono rovinati nel 1348 da un terremoto, e soltanto la prima fu restaurata nel 1448, ma parzialmente, tanto che il transetto rimase mutilato in elevazione e senza volte. Del monastero, che conteneva in origine un ricco chiostro a colonnine binate, resta solo un'ala, rifatta nel '700 e ridotta ora al pianterreno per il terremoto del 1915, che arrecò danni anche alla chiesa, già restaurata nel 1891. Restauri condotti nei primi decenni del Novecento hanno portato alla sistemazione del monumento.La facciata è preceduta da uno stupendo *portico , quasi intatto da manomissioni, a tre arcate divise da pilastri rettangolari con colonne addossate su ogni faccia. Bellissimi i capitelli e ricchi di sagome e di fregi gli archivolti. Nell'alto della facciata, al di sopra di una specie di attico coronato da bella cornice ad archetti, sono quattro bifore, di cui due architravate e le altre leggermente ogivali, provenienti probabilmente dal monastero e ivi collocate in occasione dei restauri del 1448. Il portico è coperto da possenti volte a crociera con costoloni prismatici. Il *portale mediano ha l'archivolto formato da tre archi a ferro di cavallo, concentrici e gradualmente rientranti.Nella lunetta, figure a rilievo rappresentanti S. Clemente seduto con alla sua d. i Ss. Fabio e Cornelio e alla sua sin. l'Abate Leonate che presenta il modello della chiesa da lui rifatta. Nel grosso architrave sono raffigurate, in ordine di successione, storie relative alla fondazione dell'abbazia. Negli stipiti sono scolpite, entro nicchie, quattro figure incoronate, rappresentanti forse i principi e i sovrani protettori o benefattori del monastero. I *battenti bronzei, dovuti probabilmente all'abate Ioele (1192), sono suddivisi in 72 riquadri occupati da formelle con croci, figure di abati e di monaci (nell'alto), rosoni, i Castelli (con tre torri ciascuno) soggetti alla abbazia (14 in tutto residui), coi nomi relativi, e i riquadri coi picchiotti (uno, di legno, di imitazione).L'interno maestoso, lungo m 48, riproduce un tipo di transizione dal romanico al gotico cistercense: è a croce latina coi bracci poco sporgenti, diviso in tre navate e con un'unica abside semicircolare (invece che quadrilatera), secondo la tradizione romanica; è stato rimosso l'intonaco, per mostrare la differenza di manufatto tra il IX e il XII secolo. Le navate sono divise da arcate ogivali su pilastri rettangolari, eccetto il 1° e il 3° a sinistra, che sono cruciformi, e altri due con mezze colonne addossate. La navata mediana è, nella metà anteriore (corrispondente ai primi quattro archi), notevolmente alta e illuminata da tre monofore per lato; nel rimanente, è più bassa, probabilmente per i limitati restauri del '400. Spicca sulla destra il grande, magnifico *ambone (D), scolpito da un frate Giacomo da Pópoli, a forma di cassa posata direttamente su quattro colonne architravate, con bei capitelli; di assai ricco intaglio gli architravi, mentre i davanzali, tripartiti da cornici intagliate a sguincio, sono ornati da stupendi rosoni molto rilevati e da rameggi; nella faccia anteriore il lettorino è sostenuto da un'aquila che ferma gli artigli su un libro aperto appoggiato sul dorso di un leone accovacciato, il quale a sua volta ha un volume tra le zampe anteriori: rappresentano evidentemente i simboli degli Evangelisti Giovanni e Marco . A sinistra è l'elegantissimo *candelabro per il cero pasquale , nel quale però la parte superiore, assai più ricca e impreziosita da mosaici, appare di altra mano e alquanto più tarda
Veglia di Natale '10 Parrocchia S.Domenico (Parte III)
Messa Solenne nella notte di Natale celebrata da Don Aldo Tateo in un paesino della Puglia in prov.di Br.
TGR Campania - Cella San Tommaso d'Aquino
Grande affluenza di visitatori il 1° maggio per Una Mostra Impossibile. Sono stati ben 1500 coloro i quali si sono recati nella giornata di festa a San Domenico Maggiore, un risultato straordinario che premia ancora una volta l'installazione presente nel convento. Oltre alle riproduzioni di Leonardo, Raffaello e Caravaggio, gli avventori hanno potuto ammirare la cella di San Tommaso d'Aquino che è stata riaperta al pubblico eccezionalmente per il Maggio dei Monumenti (dalle 17 alle 20 tutti i giorni dispari).
I visitatori di Una Mostra Impossibile, prodotta e realizzata dal Comune di Napoli, in collaborazione con l'Associazione Pietrasanta Polo Culturale e la Rai, potranno così entrare nel luogo in qui visse il Santo tra il 1272 e il 1274, periodo in cui tenne la cattedra nello Studio teologico istituito nello stesso convento.
Nel giorno della Festa dei lavoratori, ad aprire la cella sono stati i Domenicani Padre Giacinto Cataldo e Frà Michele Miele che hanno mostrato i luoghi in cui il Santo pregava. Grande entusiasmo per il numeroso pubblico accorso che ha potuto ammirare la famosa tavola duecentesca raffigurante la Crocifissione di fronte alla quale San Tommaso raccolto in preghiera ebbe la visione di Cristo che gli parlò. Tale Crocifissione si trovava in origine in una cappella della basilica detta Del crocifisso, oggi sostituita da una copia.
Tra gli oggetti di interesse presenti, un omero di San Tommaso, la campanella che faceva suonare all'inizio delle sue lezioni, una bolla papale ed un corale.
Un altro elemento attrattivo per Una Mostra Impossibile che ha già registrato circa 60 mila presenze in appena 4 mesi.
Per info Associazione Pietrasanta -- Polo Culturale: tel. 081 0102005; mail info@polopietrasanta.it
Il DAMM NON SI TOCCA! Video intervista
IL DAMM NON SI TOCCA
Nella giornata del 30 marzo è stato notificato un atto di sgombero dall'assessorato al Patrimonio ai danni del nostro centro, il DAMM (Diego Armando Maradona Montesanto).
Una decisione inaccettabile e irresponsabile di fronte alla quale moltissimi abitanti del quartiere hanno già annunciato di volersi opporre. Il DAMM difatti è oramai un vero e proprio pilastro storico per il quartiere Montesanto e per tutta la città di Napoli.
La sua storia inizia vent' anni fa, quando viene occupato il 25 Agosto del 1995 con l'obiettivo iniziale di recuperare uno spazio pubblico realizzato con i fondi del dopo-terremoto e poi abbandonato, successivamente ceduto da Palazzo San Giacomo agli occupanti in comodato d' uso nel 2008. In tutti questi anni il DAMM è stato costantemente impegnato in moltissime attività sviluppate lungo le direttrici dell'impegno sociale, culturale e sportivo a favore dei bambini e degli adolescenti del quartiere, inoltre, collaborando assiduamente con le scuole e i servizi sociali svolge un vero e proprio servizio educativo dedicato all'infanzia e ai ragazzi a rischio, dimostrando come un quartiere intero possa affermarsi in termini di protagonismo e sollecitare con il proprio esempio attivo la responsabilità delle istituzioni.
Sulla notifica di sgombero si allude a diverse motivazioni pretestuose tra le quali quella di non essere riusciti a verificare le attività svolte in loco poichè il centro a detta della Polizia Municipale sarebbe sempre chiuso.
Mai motivazione fu più falsa: il Damm è infatti aperto tutti i giorni, ci sono svariate attività dal doposcuola ai corsi di sport fino ad arrivare agli eventi che insieme ad altre associazioni propone nel parco, in tutte le stagioni e spesso durante le festività.
Il lavoro del DAMM non si è mai fermato chiunque nel quartiere si è rivolto a noi per un motivo o per un altro. Non c'è bisogno di fare ricerche accurate, basta venire nel parco un giorno qualsiasi per accorgersi che sarebbe una vera follia portare avanti questo atto scellerato.
Invitiamo lunedì 4 Aprile alle ore 16:30 nel Parco dei Ventaglieri tutti gli abitanti, i comitati, le associazioni di Montesanto, le parti politiche che hanno a cuore il futuro di questo quartiere, gli spazi occupati e tutti coloro che hanno vissuto il Damm per un' assemblea di quartiere! Facciamoci sentire! Attaccare il Damm significa attaccare un intero quartiere!
IL DAMM NON SI TOCCA!!!
Per sottoscrivere l'appello contatteci in privato!
Fondi Notte Bianca - Attacco e Incendio al Castello (Edizione 2016)
Rievocazione Storico Teatrale dell'attacco al Castello avvenuto nell'Agosto del 1534 da parte dei Pirati Saraceni capitanati da Barbarossa per rapire la Contessa Giulia Gonzaga.
Il Corridoio segreto delle Suore di Clausura all'Ospedale di Santa Maria Novella
Santa Maria Nuova festeggia i 730 anni dalla sua fondazione, un anniversario importante per l’ospedale più antico di Firenze.
In occasione del quale la Fondazione Santa Maria Nuova Onlus ha presentato un progetto di recupero e valorizzazione dei sotterranei dell’ospedale che ospitano le cosiddette “vasche di Leonardo”, chiamate così perché secondo una leggenda Da Vinci avrebbe eseguito qui dissezioni anatomiche (ma la ricerca storica smentisce), e il percorso sotterraneo che le suore oblate, antiche “infermiere” dell’ospedale, percorrevano per raggiungere la corsia che ospitava le pazienti.
“È stato bello e intelligente ricordare che questo ospedale ha 730 anni – ha commentato l’assessore regionale al diritto alla salute, Stefania Saccardi durante la conferenza stampa – L’Azienda in questi anni ha proceduto all’ammodernamento dell’ospedale salvaguardandone il suo valore storico. Oggi ci si appresta attraverso la Fondazione a recuperare la parte sotterranea. Sarebbe bellissimo se riuscissimo a recuperare anche il percorso sotterraneo di collegamento fra l’ospedale e il Convento delle Oblate”.
Sul patrimonio di grandissimo valore dell’ospedale, si è soffermato anche il direttore generale dell’Azienda, Paolo Morello Marchese, che ha spiegato: “Qualora si voglia far crescere il percorso museale di Santa Maria Nuova la Fondazione e il Centro documentazione per la storia dell’assistenza e della sanità, possono diventare una realtà unita da mettere a disposizione dell’assessorato per una strategia di valorizzazione unica”.
“Siamo lieti di invitare sabato 23 giugno tutti i fiorentini alla festa dell’ospedale più antico della città che compie quest’anno 730 anni – ha commentato Giancarlo Landini, presidente della Fondazione Santa Maria Nuova Onlus – Sarà l’occasione per ricordare la storia di questo straordinario luogo di cura e assistenza che è stato fondato nel 1288 da Folco Portinari, padre della Beatrice celebrata da Dante, e che grazie alla generosità dei benefattori, ha potuto accogliere importanti opere d’arte. Festeggiamo la lunga storia ma anche il presente di Santa Maria Nuova mostrando il percorso che ha portato alla sua ristrutturazione e guardiamo al futuro, pensando a come valorizzare sempre meglio il suo patrimonio storico artistico a partire dal progetto di restauro e risanamento dell’ex cripta della chiesa di Sant’Egidio e dei sotterranei dell’ospedale, progetto per il quale la Fondazione organizza una raccolta fondi con la cena del 21 giugno”.
Riprese di Franco Mariani.
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Abbazia di San Giovanni in Venere - Fossacesia
L'Abbazia di San Giovanni in Venere si trova a Fossacesia in Provincia di Chieti.
Visitabile tutti i giorni dell'anno.
Si ringraziano il Polo Museale dell'Aquila per le autorizzazioni concesse e i Padri Passionisti per la collaborazione.
Coordinate geografiche: 42° 15' 18.01 N - 14° 29' 55.50 E
La statua della Madonna Pellegrina di Fatima alla chiesa di Santa Margherita Maria Alacoque
Luigi Ferraiuolo è in collegamento dalla Parrocchia S. Margherita Maria Alacoque di Roma, dove da domenica 11 maggio, è ospitata per una settimana la statua della Madonna Pellegrina di Fatima. Insieme a lui alcuni parrocchiani e il parroco don Domenico Romeo.
Abbazia Montelabate (PG)
Montelabate (Perugia) - L'abbazia di Santa Maria di Valdiponte è un antico complesso monastico benedettino situato a nord di Perugia presso la località Montelabate
Aversa (CE) - Si inaugura la Cappella del Tesoro in Cattedrale (13.12.16)
- Aversa (Caserta) - Vi proponiamo un’anteprima della Cappella del Tesoro presente nel Duomo di Aversa che sarebbe più giusto chiamare Cappella delle Reliquie dei Santi che rappresentano il tesoro custodito nella chiesa cattedrale.
L'inaugurazione è fissata per giovedì 15 dicembre, alle ore 11,30. “Si tratta del sacrario diocesano dove sono custodite le insigne reliquie dei santi patroni della città e diocesi”, spiega don Ernesto Rascato, Direttore dell’Ufficio Beni Culturali della diocesi di Aversa e Delegato Regionale dei Beni Culturali Ecclesiastici.
Per l’occasione saranno presentati anche i lavori di restauro di quattro chiese mariane cittadine, restituite al pubblico culto grazie al contributo dei fondi otto per mille della Conferenza Episcopale italiana: Chiesa dell’Immacolata Concezione, Chiesa S. Maria delle Grazie, Chiesa S. Maria la Nova, Chiesa S. Maria della Pietà.
“La cappella del Tesoro – aggiunge don Ernesto – è dedicata alla Beata Vergine con i santi tutelari, mentre le quattro chiese aversane raccontano la storia e la bellezza di un popolo fortemente radicato nella fede cristiana con una grande devozione verso la Madre di Dio: l’Immacolata Concezione fu abbellita dopo la liberazione dalla peste del 1656, la Madonna delle Grazie ingentilita da generosità di grandi famiglie aversane, S.Maria La Nova testimone dell’arte bizantina e barocca fuori porta”.
All’inaugurazione interverranno monsignor Angelo Spinillo, vescovo di Aversa; Enrico De Cristofaro, sindaco di Aversa; l’architetto Salvatore Buonomo, Soprintendente Archeologico, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta-Benevento; l’arch.itetto Giuseppina Torriero della Soprintendenza Archeologico, Belle Arti e Paesaggio per le province di Caserta-Benevento; monsignor Ernesto Rascato. Modererà l’incontro Stefano Cavallo, coordinatore del “Censimento delle Chiese” della diocesi. (13.12.16)
Chiesa della Misericordia detta anche degli impiccati-TO
Chiesa della Misericordia -( detta anche degli impiccati ) Torino
( Colonna Sonora Bach: Cantata No.131 - Aus der Tiefen rufe ich )
Fonte Museo Torino
- Trasformazione: 1720
la Confraternita acquista dalle monache di Santa Croce la chiesa e il convento -
La chiesa della Misericordia divenne sede della Confraternita omonima dopo che questa la acquistò dalle monache di Santa Croce. La pianta settecentesca è a croce greca e si articola su due cupole, mentre la facciata neoclassica è del 1828. La chiesa viene bombardata nel dicembre del 1942.
Storia dell'edificio
In una stretta via del centro storico della città di Torino e in un'area urbana che raccoglie le testimonianze religiose più importanti della città, sorge la chiesa dedicata a San Giovanni Decollato, eretta dalla Confraternita della Misericordia, compagnia già attiva nella città dal 1578 quando venne istituita dal duca Emanuele Filiberto di Savoia per accompagnare al supplizio i condannati a morte ed assisterli. Ancora oggi alcune teche nella chiesa conservano il registro con i nomi dei condannati, i cappucci neri, il bicchierino per un ultimo sorso e il crocifisso che veniva fatto baciare prima dell’esecuzione.
Nel 1720 la Confraternita acquista, dalle monache di Santa Croce, il convento e la chiesa, trasformando quest’ultima nell’attuale chiesa della Misericordia e dichiarando questi i luoghi della loro sede definitiva. Tra il 1723 al 1758 vengono avviati una serie di interventi di ristrutturazione e consolidamento dell’antica fabbrica. Nel 1751, a causa di alcuni e gravi problemi strutturali, il progetto per la ricostruzione parziale dell’edificio viene affidato all’ingegnere Filippo Nicolis di Robilant (1722-1801). Interessante la cupola a catino con un’ellissi il cui asse maggiore è normale a quello della Chiesa. Nel 1753 vengono realizzate le due cappelle laterali con gradini in pietra di Gassino (Cappella del Crocifisso e Cappella dell’Addolorata).
Del 1792 è il pregevole altare maggiore in marmi policromi e riccamente decorato, opera dell’artista Francesco Benedetto Feroggio, dietro al quale è collocata la Decollazione di San Giovanni Battista di Federico Zuccari (1539-1609). All’interno della chiesa, con pianta a croce greca che si articola su due cupole, si possono ammirare l’ampio presbiterio, con eleganti fianchi decorati da coretti e la cupola emisferica di gusto guariniano, e vari apparati decorativi e scultorei attribuiti a Carlo Giuseppe Plura (1665-1737) e Stefano Maria Clemente (1719-1794).
La facciata attuale in stile neoclassico del 1828, opera dei fratelli Lombardi, Gaetano e Lorenzo, presenta un frontone triangolare a dentelli sostenuto da quattro colonne ioniche su stilobati, che ripropone quasi fedelmente il disegno di facciata del Robilant, a suo tempo non eseguito per mancanza di fondi.
La chiesa è stata recentemente oggetto di un recupero strutturale e di un restauro che ha anche riguardato integralmente gli apparati decorativi.
colonna sonora
Bach,Handel-il giardino armonico,Antonini 06.09.2013
1. Bach: Cantata No.131 - Aus der Tiefen rufe ich
2. Händel: Acis and Galathea
Roberta Invernizzi - soprano,
Sonia Prina - alt,
Krystian Adam - tenor,
Christopher Purves - bass
Wroclaw Philharmonic Chorus
Il Giardino Armonico
Giovanni Antonini - conductor
6 september 2013, Wroclaw
A Curinga FAIMARATHON - La giornata del F.A.I. - Interviste e filmati -17 10 2015
Curinga 17-10-2015
Di buon mattino, con uno splendido sole ed una luce perfetta, appuntamento alle Terme Romane; stupendo sito archeolgico del IV-V sec d.C. . C’erano tutti, dal Sindaco ing. Domenico Pallaria al vicesindaco dott/ssa Patrizia Maiello, alcuni assessori, la responsabile del FAI scuola provinciale arch. Francesca Ferraro ,con molti associati , la pres. dell’ associazione “La Duna di Acquania” prof. Rossella Oscuro e tanti ragazzi provenienti da tante parti della Calabria accompagnati dai loro insegnanti. L’iniziativa , nata nel 2012, è un evento nazionale a sostegno della campagna di raccolta fondi “Ricordiamoci di salvare l’Italia” per la prima volta affidata ai giovani del FAI e, a Curinga in particolare, ai ragazzi delle scuole medie, la cui dirigente dott/ssa Natalia Majello ha aderito con entusiasmo alla iniziativa coinvolgendo i ragazzi che hanno fatto da guida ai numerosi gruppi di visitatori.
Itinerari tematici, tra palazzi, chiese, luoghi spesso inaccessibili o poco conosciuti, frammenti di bellezza della nostra vita quotidiana, luoghi di interesse artistico, paesaggistico che rappresentano l’identità del territorio, la sua storia, le sue tradizioni.
Curinga si è aperta a centinaia di persone che hanno potuto ammirare i nostri tesori: Le Terme Romane d Acconia come già accennato del IV-V sec d.C. poi il Santuario del Carmine (1700 ca) con il suo Sepolcreto. Interessante la mostra di arredi Sacri e preziosi, alcuni dei quali esposti per la prima volta dalla Confraternita del Carmine in una sala del piccolo convento. Il percorso è proseguito con la visita alla Chiesa matrice eretta nel 1600 ca con i suoi marmi policromi opera dello scultore Pergola da Pietrasanta realizzati nel 1954 . Attraversando il centro storico facevano bella mostra di se i palazzi Senese e Ciliberti (attuale Cuda); proseguendo si è aperta nella sua luminosità, piazza Immacolata con la sua bella Chiesa a due campanili eretta sulla precedente chiesa di San Nicola (1700 ca), pregevoli gli interni con stucchi restaurati da non molto tempo. All’ interno dei locali limitrofi, la Confraternita ha allestito una singolare mostra di lavori fatti al telaio e stupendi ricami eseguiti a mano . Lasciando il centro storico, i vari gruppi si sono diretti verso il Monastero Basiliano di Sant’ Elia Vecchio del IX sec.,passato successivamente ai Carmelitani, che lo hanno abbandonato a metà del 1400 ca. Grandioso e possente il Platano Orientale, posto a pocha distanza dal monastero, che vanta il primato di essere l’ albero più vecchio d’italia con i suoi mille anni e uno dei più grandi con il suo diamerto di 22 m.
Una giornata intensa di emozioni, nella quale la storia, le tradizioni, la cultura, l’ ambiente di Curinga e del suo territorio, si sono aperti a quanti non conoscevano questo lembo di Calabria nascosto ai più, e come tante altre realtà calabresi che attendono solo di essere conosciute e valorizzate; grazie quindi e ben vengano manifestazioni come questa del FAI, che coinvolgono quanti amano la propria terra dando respiro e vita a storie di paesi e di luoghi sonnolenti.
Cesare Natale Cesareo
Storia, arte e natura a Fondi, Segmento 6, Codice MSS6745 -0306AA
Questo modulo ha lo scopo di illustrare e far conoscere le bellezze storico-artistiche e naturalistiche del territorio fondano. Si inizia dal Museo civico del castello, dove è possibile ripercorrere la storia della città sin dalle sue antichissime origini. Si ammireranno poi il Castello, simbolo di Fondi, e l'attiguo Palazzo comitale, residenza dei Caetani prima e dei Colonna Gonzaga poi. Si prosegue con il Duomo, ex Cattedrale, intitolato a San Pietro. Altro segmento è dedicato alla Chiesa di Santa Maria Assunta, gioiello rinascimentale, recentemente elevata a santuario. Nel segmento successivo è illustrato il complesso di San Domenico, con la chiesa e il chiostro rinascimentali e la chiesetta medievale di San Tommaso. Altro segmento è dedicato al complesso di San Francesco e all'antico quartiere ebraico chiamato Giudea, si conclude la parte dedicata alla storia e ai monumenti fondani. Per gli ultimi segmenti, dedicati alle bellezze naturalistiche, ci si è avvalsi della preziosa collaborazione dei Parchi naturali dei Monti Aurunci e dei Monti Ausoni. Per la parte monumentale, modulo è stato curato dalla dott.ssa Paola De Luca
Il progetto “Officina dei giovani” prevede la collaborazione e la messa in rete degli istituti scolastici di Fondi: al termine dell’intervento sarà possibile per i soggetti partecipanti facilitare l’opportunità che lo studio delle discipline venga integrato con progetti che ne facilitino l’apprendimento, tramite l’utilizzo di tecnologie informatiche.