Cimitero militare austro - ungarico e Chiesa di Santa Giuliana - Vigo di Fassa - Trentino Alto Adige
Il cimitero austro-ungarico si trova a Vigo di Fassa sulla strada statale che collega la val di Fassa a Bolzano per la val d'Ega, tramite il passo di Costalunga.
Il cimitero austro-ungarico di Vigo di Fassa si trova a pochi chilometri dalla linea che marcò il confine (ed il fronte) durante la Grande Guerra. A quel tempo il paese trentino era un centro di primaria importanza in quanto era utilizzato come sede di smistamento per le truppe che facevano ritorno o che dovevano dirigersi al fronte di Costabella. I numerosi caduti che si registrarono su questo difficile tratto di fronte (che andava oltre i 2500 metri di altitudine) imposero la costruzione di un cimitero militare.
Questo venne allestito nel 1916 nei pressi di un bosco di conifere non lontano dall'antica chiesa gotica di Santa Giuliana, fuori dal centro abitato. I lavori furono effettuati dalla 179 compagnia di fanteria (Jäger) e dai prigionieri russi che dal fronte orientale venivano trasferiti per essere impiegati nei lavori di manovalanza.
Situato in una chiaria tra le conifere, ospita 663 caduti austro-ungarici della guerra 1915 – 1918. I nominativi sono scritti su croci di legno.
Dopo pochi anni naturalmente questo tipo di tombe si deteriorarono e furono sostituite dalla Croce Nera Austriaca negli anni '90. Grazie al loro prezioso intervento, oggi il cimitero è visitabile ed è così possibile scoprire un'importante testimonianza della Grande Guerra sul fronte dolomitico. All'entrata l'attenzione è immediatamente catturata da un grande dipinto che raffigura un soldato mentre rende omaggio ad un proprio commilitone. Una volta all'interno del camposanto, si possono vedere le croci e le lapidi lungo il muro di cinta che segnalano la presenza di 663 soldati austro-ungarici.
Il vialetto interno, in leggera salita, porta alla cappella votiva dove si può vedere un secondo dipinto, questa volta dedicato ad un soldato di Vigo (a quel tempo facente parte dell'Impero austro-ungarico) morto in Ucraina nel 1914. Infine è presente anche un cippo che ricorda la tragica morte di sei soldati - guide alpine travolte da una valanga sul fronte di Costabella il 3 marzo 1917.
La Chiesa di Santa Giuliana, consacrata nel 1452 dal cardinale Nicolò Cusano, è la chiesa più antica e ricca di storia della Val di Fassa. Fu costruita nella metà del XV sec. in stile gotico. Scarse le notizie sulle sue origini della Santa, sostituite da tradizioni e leggende che la vedono protagonista coraggiosa nelle torture del martirio e nelle tentazioni del demonio.
All’interno della Chiesa un grande affresco, di autore ignoto e restaurato nel 1764 da Giovanni Battista Cudauner, raffigura le vicende della Santa. Da ricordare anche il pregevole trittico scolpito da Giorgio Artz nel 1517, con la statua della Madonna al centro, S. Giuliana a sinistra e S. Margherita a destra. Il soffitto del presbiterio è affrescato da figure di angeli, musicanti, profeti, evangelisti e santi, con al centro una rarissima rappresentazione della Trinità con una testa con tre volti. La grande devozione a S. Giuliana fu testimoniata dalla popolazione anche dopo il secondo conflitto mondiale, quando la gente di Fassa si recò al santuario per ringraziare la Santa dell'incolumità della valle, scampata miracolosamente alle stragi e agli orrori della guerra che avevano investito zone circostanti.
Music: Wolfang Amedeus Mozart - Lacrimosa
16 - La situazione incerta dei cimiteri di guerra francesi in Italia 1018 - 1940
III Congresso 2013
Luoghi e architetture del secondo conflitto mondiale: 1939 - 1945.
Sistemi difensivi e cemento armato: archeologia, architettura e progettazione per il riuso.
La situazione incerta dei cimiteri di guerra francesi in Italia 1018 - 1940
François-Xavier Bernard (Società Storica per la Guerra Bianca)
Grande Guerra: in Sicilia una cappella in memoria dei soldati ungheresi
Nel lembo più a sud d’Italia il capannone n.16 di contrada Capitina e Mendolilli, a Vittoria, in provincia di Ragusa, testimonia i segni indelebili di quel dramma umano che è stata la Grande Guerra. Sette mesi dopo l’entrata in guerra dell’Italia il 23 maggio 1915 il Ministero della Guerra si trovò davanti al problema dell’alloggiamento dei soldati nemici catturati al fronte. Si decise di costruire uno dei campi di concentramento più grandi della Sicilia. Da qui passarono oltre 18mila ungheresi e furono internati soldati di altre nazionalità come si vede dall’elenco stilato dallo Stato Maggiore nel 1919 e conservato presso l’Archivio di Stato. A mille chilometri di distanza dalle trincee gli ungheresi condivisero con il popolo siciliano sofferenze, malattie e la speranza di porre fine alla scellerata idea di ricorrere alle armi gli uni contro gli altri. Nacquero così spontaneamente sentimenti di solidarietà che fecero superare le reciproche diffidenze. Si allentò la presa: dal campo di prigionia si poteva uscire e si arrivò a coniare un “buono” per permettere ai prigionieri di ordinare e acquistare frutta, libri, biancheria e altro. A guerra conclusa in segno di rispetto per i 118 ungheresi che non fecero ritorno a casa fu eretto un monumento ossario.
Oggi questa Cappella è meta di tanti ungheresi, ma anche di scolaresche e resta uno dei luoghi simbolo per sensibilizzare le nuove generazioni alla cultura della pace e al rifiuto di ogni guerra.
Cimitero S. Giacomo su Bolzano-scomparsa.it
Cimitero S. Giacomo su Bolzano-scomparsa.it
AD SANTA VERENA CHARITY
AD SANTA VERENA CHARITY
4 novembre
Ed ora proseguiamo con le celebrazioni odierne per il 4 novembre, Festa dell'Unità Nazionale e Giornata delle Forze Armate. Sui cieli di Roma, i velivoli della pattuglia acrobatica nazionale hanno effettuato il tradizionale passaggio tricolore sull'Altare della Patria, solenni celebrazioni anche al Sacrario di Redipuglia, dove vi riposano le salme di 100 mila caduti della Grande Guerra, due esempi per dire che oggi in tutte le città italiane si è ricordato il 4 novembre 1918 giorno in cui finì la prima guerra mondiale per il nostro Paese. Noi abbiamo, questa mattina, abbiamo seguito le celebrazioni che si sono svolte a Verona.
Servizio di: Francesca Martini
Intervista a: Gen. ROBERTO BERNARDINI (Com. Forze Operative Terrestri) - Gen.EDGARDO PISANI (Pres. Assoarma)
Piz di Levico - Lago di Lavarone
04 agosto 2018.
Favoloso percorso lungo la 100Km dei Forti con salita al Piz di Levico e poi ritorno tramite percorso lungo verso Luserna. Pranzo Malga Campo e poi ancora sentieri fino al Forte Belvedere ed il lago di Lavarone.
Folgaria - Carbonare - Virti - Comando Austroungarico dei Virti - Slaghenaufi - Cimitero militare di Slaghenaufi - Monterovere - Piz di Levico - Forte Verle - Passo Vezzena - Bisele - Malga Campo - Luserna - Masetti - Forte Belvedere - Lago di Lavarone - Carbonare - Folgaria
gps:
music:
Chris Haugen - Morning Mandolin
Celebrazione centenario della Grande Guerra
In questo video celebro la ricorrenza del 24 maggio 1915. In ricordo di tutti i caduti, i mutilati, i feriti, tutti i combattenti di tutti i reparti del regio esercito: fanti, arditi, alpini, bersaglieri, artiglieri, cavalieri, avieri (l'aeronautica fu costituita come arma autonoma solo nel 1923), ecc. e della regia marina che combatterono, si sacrificarono, difesero le Alpi e i Mari e infine ci portarono alla Vittoria unificando l'Italia fino allo spartiacque nord-orientale. Donazioni liberali al Canale:
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degrado al cimitero di trento bn
Srebrenica 16 anni dopo ricorda le vittime del boia
Sono rimaste sole, invecchiate nell'attesa. La notizia della cattura dell'uomo che ordino' il massacro dei loro figli e mariti la apprendono mentre pregano per i propri morti nel cimitero musulmano di Potocari, alle porte di Srebrenica.
Abbiamo aspettato questo momento per 16 anni - spiega Hatidza Mehmedovic - ma quelli che lo hanno preso hanno sempre saputo dove si trovava Mladic. E' molto triste per noi sapere che hanno atteso tutto questo tempo prima di arrestarlo.
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dobbiaco e cimitero militare
Ho creato questo video con YouTube Slideshow Creator (
dobbiaco
cimitero di guerra a dobbiaco
lago-landro
APERTO IL CIMITERO ISLAMICO
MESTRE - Aperto ufficialmente nel campo santo di Marghera il primo cimitero della comunità islamica veneziana. L'area già esisteva da un paio d'anni, da oggi in modo ufficiale i fedeli musulmani potranno essere sepolti secondo i loro riti e tradizioni. - Intervistati: YASER AL ASHQAR (Rappresentante Comunità Islamica), don NANDINO CAPOVILLA (Prete della Cita) - Servizio di Chiara Gaiani, riprese di Nicola Marcato, montaggio di Paolo Carrer
Chiesa di Santa Giuliana - Church of Santa Giuliana Vigo di Fassa ( Trento )
Chiesa di Santa Giuliana :
Isolata su un colle, sopra all'attuale abitato, si trova un'altra chiesa rinascimentale, sempre in stile gotico, dedicata a Santa Giuliana. L'esistenza di questa chiesa è documentata fin dal 1237, ma è stata rifatta integralmente nel Quattrocento. All'interno degni di nota sono l'altare maggiore in legno intagliato, datato 1517, opera dell'artista bolzanino Giorgio Artz, e gli affreschi dell'abside, attribuiti ad artisti brissinensi della seconda metà del Quattrocento. A fianco della chiesa si trova una cappella della stessa epoca, dedicata a San Maurizio.
Cimitero di guerra austro-ungarico :
Poco più a valle della chiesa si trova il cimitero di guerra austro-ungarico, nel quale riposano i resti di oltre 600 soldati austriaci, caduti negli aspri combattimenti sui monti della Val di Fassa durante la Prima guerra mondiale.
Vigo di Fassa :
Vigo di Fassa (Vich in ladino) è un comune di 1.142 abitanti della provincia di Trento e ha una superficie di 26,7 km2 per una densità abitativa di quasi 44 abitanti per km2. Sorge in Val di Fassa a 1.382 metri slm.
Vigo di Fassa è un centro sciistico del comprensorio della Val di Fassa / Dolomiti Superski. Il paesino, ricco di infrastrutture alberghiere, è un importante centro di escursioni estive nel massiccio del Catinaccio.
Il paese è situato sul versante destro dell'Avisio, in posizione sopraelevata rispetto alla statale 48 delle Dolomiti; il centro del paese è attraversato dalla statale 241 della Val d'Ega, che attraverso il passo di Costalunga porta a Bolzano. Le due strade si congiungono presso la frazione San Giovanni.
Il comune di Vigo di Fassa ha fatto registrare nel censimento del 1991 una popolazione pari a 936 abitanti. Nel censimento del 2001 ha fatto registrare una popolazione pari a 1.073 abitanti, mostrando quindi nel decennio 1991-2001 una variazione percentuale di abitanti pari al 14,64%. Gli abitanti sono distribuiti in 372 nuclei familiari, con una media per nucleo familiare di 2,88 componenti.
Una moderna funivia, direttamente dal centro del paese, raggiunge in pochi minuti la conca di Ciampedie, a 2.000 metri slm, punto panoramico sulla Val di Fassa, sul Catinaccio, le Torri del Vajolet e il Larsech. Ciampedie è la base di partenza per escursioni estive nel gruppo del Catinaccio, mentre in inverno è al centro della Ski Area Catinaccio.
Vigo di Fassa (Ladin: Vich de Fascia, German: Wiegen im Fasstal or Vig im Fasstal) is a comune (municipality) in Trentino in the northern Italian region Trentino-Alto Adige/Südtirol, located about 60 km northeast of Trento. As of 31 December 2004, it had a population of 1,085 and an area of 26.7 km².
Vigo di Fassa borders the following municipalities: Pozza di Fassa, Welschnofen, Moena and Soraga.
In the census of 2001, 921 inhabitants out of 1,073 (85.8%) declared Ladin as their native language.
Panorama da SR 48 verso Passo Pordoi e Passo Pordoi - Dolomiti - Trentino Alto Adige/Veneto
Il passo Pordoi è un valico alpino delle Dolomiti posto a 2.239 m s.l.m. e situato tra il Gruppo del Sella a nord e il gruppo della Marmolada a sud.
Il Passo Pordoi, incassato tra il Sass Pordoi ed il Sass Becé, delimita il confine tra la provincia di Trento e quella di Belluno e dista da Canazei 12 km caratterizzati da 28 tornanti. È uno dei 4 passi della Strada delle Dolomiti, costruita all’inizio del '900 per collegare Bolzano con Cortina e favorire lo sviluppo turistico delle valli ladine.
Dal Passo si ha il più rapido accesso al gruppo del Sella (la cui maggior elevazione è il Piz Boè, 3152 m) per mezzo di una moderna funivia che, con un unico balzo, raggiunge i 2950 m s.l.m. del Sass Pordoi, lo sperone più meridionale del Gruppo del Sella.
Nel versante veneto del passo si trova un ossario che raccoglie, in una tomba comune, i resti di 454 caduti germanici e di 8.128 austro-ungarici caduti nel corso della Grande Guerra, provenienti dai vari cimiteri di guerra. Nei ripiani esterni sono invece tumulati, in tombe singole o combinate, i resti di 842 caduti tedeschi della Wehrmacht della Seconda guerra mondiale, provenienti dai cimiteri ubicati nella zona di Belluno.
Il Passo Pordoi ha fatto da sfondo a numerose tappe dei Giro d’Italia, come ricorda il monumento a Fausto Coppi.
Music: Franz Liszt - Un sospiro
L' 0RGHEN DE LA ME CIESA.wmv
Scorci di vita vissuta raccontati con l'ausilio della musica
di Soppelsa Federico (Sit)
IL TRENO DELLA MEMORIA
Da Redipuglia a Roma: in treno per rievocare il Milite Ignoto. La prima tappa del conviglio sar a Udine. Il servizio - Intervistati: ELIO DE ANNA (Ass. Reg. Cultura)
La comunità islamica: Cimiteri per i musulmani anche a Piacenza
TG 24.12.11 Bari avrà il suo cimitero islamico
Bari potrebbe avere presto il suo primo cimitero islamico. Un'area è già stata individuata a Loseto, ma la burocrazia rischia di far slittare i tempi di consegna, previsti per fine anno.
CAMALDOLI (1/2) Monastero (dipinti di G. VASARI) + Eremo di Camaldoli (esterno nebbia)
Il Monastero di Camaldoli è un complesso monastico situato a tre chilometri dall'Eremo di Camaldoli, nel comune di Poppi. Nel luglio del 1943 ospitò i lavori che portarono alla redazione del Codice di Camaldoli.
La chiesa, dedicata a San Donato e a San Ilariano, sorge su un'area occupata da ben quattro chiese succedutesi nel corso dei secoli. In occasione di scavi archeologici effettuati nel 1979 vennero messi in luce i resti della struttura distrutta dopo un incendio nel 1203 e fu possibile osservare la sovrapposizione degli edifici.
La chiesa venne ricostruita all'inizio del XIII secolo e venne decorata nel 1361 da una serie di affreschi realizzati da Spinello Aretino. Col passare dei secoli l'edificio era notevolmente danneggiato e all'inizio del XVI secolo il priore generale dell'Ordine Camaldolese Pietro Delfino dette l'approvazione per la ricostruzione totale dell'edificio. Si prese a modello la chiesa del monastero camaldolese di San Michele a Venezia.
Una nuova ristrutturazione venne effettuata nel XVIII secolo. Questi lavori vennero completati nel 1775 da maestranze fiorentine. Dopo questi lavori la chiesa risultò completamente modificata. Venne infatti accorciata la pianta dell'edificio, vennero creati lesene e archi laterali in cui furono realizzate delle cappelle con altari; il soffitto, precedentemente a cassettoni venne trasformato in uno a volta.
LE TELE DI GIORGIO VASARI
Tra le opere d'arte presenti all'interno spiccano le sette tavole realizzate da Giorgio Vasari, tavole realizzate per il precedente edificio cinquecentesco.La pala maggiore raffigura la Deposizione dalla Croce ed è situata all'altare maggiore. Sotto le grate a balcone da cui si affaccia, sulla navata, il coro monastico sono poste altre due piccole tavole, sempre del Vasari, raffiguranti i due titolari della chiesa, San Donato e San Ilariano. Altre due pale vasariane sono poste nelle cappelle situate vicino al presbiterio. Una rappresenta la Natività di Cristo, l'altra raffigura la Vergine in Trono tra San Giovanni Battista e San Girolamo, in quest'opera, la prima realizzata da Vasari a Camaldoli, nel paesaggio sullo sfondo sono raffigurati il monastero e l'eremo di Camaldoli così come apparivano nel cinquecento.
Nel presbiterio, delimitato da scalini in pietra vi sono due delle quattro tele di autore ignoto che raffigurano gli Evangelisti mentre le altre due sono nella navata
NAVATA
Al centro della navata spiccano due tavole dagli intensi valori cromatici realizzate da Giorgio Vasari. In quella di sinistra sono raffigurati i titolari della chiesa San Donato, vescovo e martire e San Ilariano monaco. In quella di destra vi sono raffigurati San Pier Damiano e San Romualdo. Queste due opere facevano parte di un polittico, in seguito smembrata, che aveva al centro la Deposizione, ora all'altare maggiore.
Nella navata sono presenti anche quattro tele raffiguranti la Vita di San Romualdo e sono state realizzate da Santi Pacini, che è anche l'autore dell'affresco situato sulla volta e rappresentante la Gloria di San Romualdo.
CORO MONASTICO
Dopo il rifacimento interno della chiesa, nel XVIII secolo, lo spazio absidale venne chiuso con una parete e suddiviso in due piani. Nel piano inferiore, allo stesso livello del presbiterio, venne allestita la sacrestia mente in quello superiore venne realizzato il coro monastico.
Nella struttura architettonica è ancora evidente, nonostante i lavori di adattamento, l'antico volume dell'abside.
Gli stalli del coro, datati 1774, di un sobrio ed elegante stile barocco sono in noce. Spora agli stalli è collocato un affresco di Santi Pacini raffigurante l'Insegnamento di San Romualdo ai primi discepoli. Lo stesso Pacini è anche l'autore del dipinto che orna la cupola; raffigura la Gloria di Maria.
Di maggiore importanza sono le tavolette dipinte da Giorgio Vasari. Queste tavole componevano la predella della Deposizione che ornava l'altare maggiore cinquecentesco;il polittico venne smembrato nel 1775. Le tavolette raffigurano: il Sacrificio di Isacco, la Pasqua in Egitto, la Manna nel deserto e infine il Cenacolo.
Alla scuola di Vasari appartiene invece la tavola raffigurante l'Annunciazione posta su una parete del vano.
697 MADRI: 2 Luglio TGR RAI Trentino Alto Adige
#697madri - 697 uomini sono caduti nel corso della Prima Guerra Mondiale
sulle cime del gruppo dell’Adamello e sono sepolti nel Cimitero
militare monumentale austroungarico a Bondo in Trentino, ai
piedi delle cime teatro del conflitto al fronte. Stefano Cagol
chiama qui altrettante donne evocando le “697 madri” e i loro figli
e creando simbolicamente un monumento alla vita, al futuro.
Le donne, giunte nel piccolo paese di Bondo presso questo imponente ricordo della Guerra, poseranno lungo l’iconica scalinata in granito che porta al cimitero prendendo parte alla performance partecipativa che verrà immortalata dall’artista e verrà presentata in mostra all’interno dell’Antica Chiesa di San Barnaba a Bondo.
Cagol presenta per la prima volta in Trentino un’opera partecipativa,
dopo aver consolidato in più occasioni questa pratica artistica, e “697 madri” rappresenta anche la più ambiziosa in termini di
coinvolgimento esteso di pubblico. Prosegue così la sua ricerca su temi come le appartenenze e i confini.