Le antiche chiese d'Abruzzo: la chiesa di Santa Reparata di Casoli e il suo soffitto ligneo
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Ciclo degli scempi compiuti ai monumenti abruzzesi nel secondo dopoguerra
La chiesa di Santa Reparata di Casoli (CH) nel 1902 veniva dichiarata Monumento Nazionale d'Italia, per il suo bellissimo soffitto ligneo di Vittorio Buzzacarino, allievo di Polidoro di Mastro Renzo di Lanciano, pittore manierista.
Una lapide quattrocentesca incastonata nella parete di fondo della navata sinistra della chiesa reca un'iscrizione che commemora la posa della prima pietra del tempio, avvenuta il giorno della festa di Tutti i Santi (1º novembre) del 1447: la chiesa era però dedicata a santa Liberata, e nei resoconti delle visite pastorali compiute dagli arcivescovi di Chieti per tutto il '600 si continua a menzionarla con questo titolo. Solo a partire dagli anni a cavallo tra il XVII ed il XVIII secolo, per ragioni non chiare, si inizia a denominarla Santa Reparata: dai registri parrocchiali emerge addirittura che, in quegli anni, donne alle quali nel battesimo era stato imposto il nome di Liberata venivano unite in matrimonio o sepolte con il nome di Reparata.
La chiesa venne eretta al di fuori delle mura cittadine, su una collina franosa dominante la contrada delle Lame: la tradizione locale attribuisce la scelta di una zona tanto svantaggiosa alla volontà della santa, la cui immagine sarebbe apparsa su un olmo (la leggenda continua con il racconto del tronco dell'albero murato dietro l'altare maggiore, ma durante i lavori di ricostruzione non ne è stata rinvenuta traccia). Probabilmente la scelta ricadde su quel sito perché si trovava in posizione strategicamente importante, a presidio della strada che dalle zone pianeggianti della valle dell'Aventino portava verso l'area montana e quindi a Napoli.
L'iscrizione già citata riporta che l'edificio fu iniziato «...per boto che fo facto per lomini de Casolo per casione de moria...», quindi per soddisfare un voto fatto in occasione di un'epidemia. Una leggenda improbabile vuole che, in occasione di quella pestilenza, una delegazione di casolani si sia recata a Roma ed abbia ottenuto dal pontefice il corpo della santa, prelevato dallo stesso papa dalle catacombe, ma non si hanno testimonianze dell'episodio.
Il 26 novembre 1943, una bomba aerea di piccole dimensioni (spezzone), proveniente da un aereo alleato, cadde sulla copertura della navata destra della chiesa, aprendo uno squarcio nella struttura del tetto: lo scoppio danneggiò solo alcuni dei quadri del pregevole soffitto a cassettoni intagliato e dipinto in oro e argento, costruito tra il 1603 ed il 1606 dall'artista veneto Vittorio Buzzacarino, figliastro e allievo di Polidoro da Lanciano; l'opera di inestimabile valore, dipinto circa ottant'anni prima del soffitto ligneo della navata centrale della collegiata di Santa Maria del Colle a Pescocostanzo, fu dichiarato monumento nazionale. Risparmiato dagli eventi bellici, nel dopoguerra non viene restaurato ma interamente trafugato durante i lavori di ammodernamento.
Al posto dell'originale soffitto ligneo, vennero realizzati dei arnplici e anonimi lacunari piani per ciascuna navata. Nel 2019 è stato restaurato il prezioso Trittico di Santa Reparata, conservato nella sagrestia. Il busto processionale di San Gilberto competono era in oro, dopo il trafugamento fu ricostruito in legno indotato.
Oggi la chiesa di Santa Reparata conserva la tipologia e le proporzioni originali, malgrado scialbi restauri del dopoguerra: è a schema basilicale, a tre navate delimitate da pilastri. La facciata ricostruita negli anni cinquanta è a terminazione piana, ad imitazione dei più insigni monumenti dell'arte cristiana in Abruzzo (Santa Maria di Collemaggio, San Bernardino all'Aquila).
La facciata prima del rifacimento era molto grezza, in pietra a vista , quadrangolare, con oculo centrale, poi rifatto a rosone, e portale romanicheggiante con lunetta tardo romanica a tutto sesto.
Il portale scolpito originale venne traslato nel prospetto laterale, si caratterizza per la decorazioneromanicheggiante a fioroni, tralci vegetali e volti angelici tra ali; conserva anche altri arredi architettonici datati 1539, come l'arco trionfale che chiudeva il presbiterio, l'altare di santa Reparata e quelli dei santi apostoli Filippo e Giacomo, posti in fondo alle navate laterali. Le statue dei santi sono del '600.
PESCOCOSTANZO delizioso borgo abruzzese * abruzzo italy *
Pescocostanzo è un suggestivo borgo abruzzese situato a circa 1350 metri di altitudine al confine del Parco Nazionale della Maiella, a due passi da Roccaraso e dai frequentati impianti sciistici dell'Aremogna. E' classificato fra i borghi più belli d'Italia. *** Il video è anche un tributo a Nino Manfredi. All'inizio un frammento della colonna sonora del film Straziami ma di baci saziami, esilarante commedia all'italiana del 1968, forse il primo grande successo popolare dell'attore; alcune scene del film sono state girate a Pescocostanzo anche se nella pellicola si fa riferimento al paese di Sacrofante Marche, in realtà inesistente.
Poi Che bello sta' co' te .....la canzone che preferisco fra quelle interpretate dall'attore.
Nostalgia d'Abruzzo, Pescocostanzo
Omaggio ad una delle più belle cittadine d'Italia. Collocata da almeno due millenni al centro dell'Altopiano delle Cinquemiglia in provincia di Aquila é stata, e lo é ancora, un notevole centro culturale e artistico tra il 1500 e l'Ottocento. Un gioiello dell'arte rinascimentale e barocca. In inverno si trasforma in centro sciistico assieme alle vicine cittadine di Roccaraso e Rivisondoli.