Bologna, Cattedrale di San Pietro, Compianto sul Cristo morto
Opera di Alfonso Lombardi eseguita tra il 1522 e il 1526
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Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell'Arca - MacabrArte - Fustikale
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Compianto sul Cristo Morto di Niccolò dell'Arca, in Santa Maria della Vita di Bologna, è una delle opere più drammatiche della storia dell'arte. Scopriamo l'opera!
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Bologna, Compianto sul Cristo Morto, terracotta di Alfonso Lombardi (manortiz)
Alfonso Lombardi (ca. 1497-1537), also known as Lombardi da Lucca, Alfonso da Ferrara and as Alfonso Lombardo, was an Italian sculptor and medalist who was born in Ferrara, Italy in 1497, and died in Bologna in 1537. He was very active in Bologna where he created a number of works that are still present in the most important churches of that city. Giorgio Vasari dedicated a chapter to Lombardi in his Vite.
Between 1522 and 1526 he executed other works in terracotta in Bologna: Lamentation of Christ (Bologna Cathedral),from Wiki
Santa Maria della Vita e il Compianto di Niccolò dell'Arca
Il santuario bolognese, ricostruito in forme barocche, è rinomato per conservare alcuni capolavori scultorei rinascimentali di Alfonso Lombardi e Niccolò dell'Arca, con il suo celebre Compianto sul Cristo Morto.
Compianto sul Cristo morto (Niccolò dell'Arca) HD
Compianto sul Cristo morto (Niccolò dell'Arca)
di Luca Cambré
Autore: Niccolò dell'Arca
Data: 1463-1490
Materiale: Terracotta
Ubicazione: Chiesa di Santa Maria della Vita, Bologna
Opera composta da sette figure a grandezza naturale in terracotta con tracce di policromia.
Il Compianto di Niccolo' dell'Arca
Proiezione di fotografie di Andrea Samaritani, nell'ambito della conferenza, presso il Santuario di Santa Maria della Vita (Via Clavature, 10) a Bologna, del 8 novembre 2013, dal titolo: Non so che agitazione va correndo: d'Annunzio e il vortice del Compianto, a cura di Paola Goretti e Raffaella Morselli, dedicata al capolavoro di Niccolò Dell'Arca. A cura di Graziano Campanini, presenti in sala Fabio Roversi Monaco e Giordano Bruno Guerri.
L'iniziativa è nell'ambito del progetto Genus Bononiae.
NICCOLO' DELL'ARCA: COMPIANTO SUL CRISTO MORTO
Perla autentica dell'arte italiana: analisi di questo magnifico e disperato gruppo bolognese, in grado di dialogare con opere contemporanee per la sua portata rivoluzionaria.
compianto in S Maria della Vita -Bologna
il capolavoro in terracotta policroma di Nicolò dell'ARCA
Il compianto di Niccolò dell'Arca in Santa Maria della Vita
Documentario sul complesso monumentale di Santa Maria della Vita, museo della sanità di Bologna, che custodisce la celebre terracotta del compianto sul Cristo Morto realizzata da Niccolò dell'Arca e definito da Gabriele D'Annunzio l'urlo di pietra. A cura di Graziano Campanini. Regia: Nicola Berti. Produzione: Mazzanti Media
Il Compianto della Vita
12PORTE - 4 maggio 2017: Ci piace caratterizzare l’inizio di questo mese di maggio con la presentazione di una delle più struggenti e significative immagini della Vergine Maria custodite in città: si tratta del compianto di Nicolò dell’Arca di Santa Maria della Vita.
Compianto Nicolò dell'Arca
Compianto su Cristo Morto
il più antico Compianto sul Cristo Morto,in Terracotta con tracce di policroma,venne eseguito 540 Anni fa dal celebre plastico modenese Guido Mazzoni,commissionato dalla Confraternita di San Giovanni Battista della Buona Morte per il loro Centenario serviva a fare pentire i condannati a morte nella contrada delle carceri,nel terzo Centenario fu trasferito a Palazzo del Municipio e dal 1853 nella Chiesa data ai Confratelli dal giovane Duca Francesco III nella Modena Capitale Ducale.
Mons. Timothy Verdon: il compianto di Nicolo’ dell’Arca
Corpus Christi Carol (for Roy) - Jeff Buckley
Il Compianto sul Cristo morto è un gruppo scultoreo di sette figure in terracotta, capolavoro di Niccolò dell'Arca, conservato nella chiesa di Santa Maria della Vita a Bologna.
E' un'opera composta da sette figure a grandezza naturale in terracotta con tracce di policromia. Al centro sta il Cristo morto, disteso con la testa reclinata su un cuscino. Attorno si dispongono le altre figure, tra le quali spiccano le due Marie, Maria di Cleofa e ai piedi del Cristo, Maria Maddalena, straziate dal dolore con le vesti gonfiate dal vento. Più composte sono le altre figure, anche se i loro volti mostrano una dolorosa partecipazione. Si riconoscono poi la Madonna, con le mani giunte, Maria di Giuseppe (madre di Giacomo il Maggiore e Giovanni l'Evangelista) che stringe le cosce in un gesto di rammarico, mentre san Giovanni è rappresentato in un silenzioso pianto, con un palmo che regge il mento. Staccata dagli altri è una figura inginocchiata in abiti rinascimentali, generalmente collocata a sinistra, che rappresenta Giuseppe D'Arimatea e che guarda verso l'osservatore.
Le ipotesi di datazione più accreditate oscillano tra il 1463 e il 1490.
The Lamentation over the Dead Christ is a sculptural group of seven terracotta figures, a masterpiece of Nicholas Ark, in the church of Santa Maria della Vita in Bologna.
It 'a work composed of seven life-sized figures of terracotta with traces of polychrome. At the center is the Dead Christ, lying with his head on a pillow. They are arranged around the other figures, among which the two Marys, Mary of Cleophas, and at the foot of the Christ, Mary Magdalene, torn by grief with the wind inflated robes. More composed are the other figures, also if their faces show a painful participation. Then recognize the Madonna, with folded hands, Maria di Giuseppe (mother of James the Greater and John the Evangelist) tightening the thighs in a gesture of regret, while St. John is represented in a silent cry, with a palm that holding his chin. Detached from others is a kneeling figure in Renaissance clothing, generally placed on the left, representing Joseph of Arimathea, and looking toward the viewer.
The most accredited hypothesis of dating oscillate between 1463 and 1490.
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Bologna in particolare cap. 11 Santa Maria della Vita e ....
Santa Maria della vita, il Compianto di Nicolò dell'Arca, l'Oratorio, la Farmacia, viaggio all'interno di una meraviglia artistica, ma non solo. Un cenno agli oggetti esposti al Museo della Sanità ospitato in quella che un tempo era la sede dell’antico Ospedale di Santa Maria della Vita che documentano la duplice attività, religiosa e assistenziale, svolta dalla Confraternita della Vita a Bologna.
Niccolò dell'Arca (short clip)
Niccolò dell’Arca (c. 1435-1440 – 2 March 1494) was an dalmatian Renaissance sculptor. He is also known under the names Niccolò da Ragusa, Niccolò da Bari and Niccolò d'Antonio d'Apulia. The surname “dell’Arca” refers to his contribution to the Arca di San Domenico in Bologna.
The place and the year of his birth are not certain. Probably he received training there by the Dalmatian sculptor George the Dalmatian.
The Burgundian elements in his sculpture are attributed by some art historians to his presumed participation in the triumphal arch of the Castel Nuovo in Naples during the 1450s (where he would have known the Catalan sculptor Guillem Sagrera and would be influenced by his style).
Others, rejecting his training in Naples, contend instead that he travelled to France in the late 1460s. According to them, his further training then allegedly took place in Siena, influenced by the works of Jacopo della Quercia and Donatello. He was mentioned for the first time in September 1462 in Bologna as Maestro Nicolò da Puglia, a “master of terracotta figures”. This probably refers to the “Compianto sul Cristo morto”, terracotta group in the Sanctuary of Santa Maria della Vita in Bologna. A life-size group of six separate figures standing, lamenting in a semicircle around the dead Christ in a lying posture. This masterpiece of reinassance sculpture have a dramatic pathos, the expressions of grief and torment of the figures is intensified by the realism of their dramatic facial details.
Cecilia dal Compianto
Santa Maria della Vita e la taranta
Compianto su Cristo morto Chiesa collegiata di S. Maria Assunta Chivasso (Torino) slideshow
Tra le opere d'arte conservate nella chiesa va segnalato un gruppo scultoreo raffigurante il Compianto su Cristo morto, posto all'inizio della navata laterale destra. Il gruppo è costituito da otto grandi figura in terracotta, quasi di grandezza naturale. La scena si svolge attorno al corpo del Cristo morto, disteso su un sudario sorretto da Nicodemo e Giuseppe d'Arimatea, mentre piangono il loro dolore la Madonna sorretta da Giovanni Evangelista, e tre Pie Donne (Maria Cleofa, Maria Salome e Maria Maddalena con il vasetto di unguento). L'opera, di pregevole fattura, è databile alla seconda metà del Quattrocento ed è attribuibile ad un plasticatore che si ispira ad esempi borgognoni; non troviamo nelle figure che partecipano al lamento funebre il pathos drammatico che caratterizza i coevi Compianti di area emiliana.
Niccolò dell'Arca della Vita e della Morte
A Bologna in Piazza Maggiore sulla facciata di Palazzo d'Accursio, è collocata la scultura di una Madonna umanamente fanciulla dallo sguardo basso e pensieroso, ma le sue grandi mani
trattengono e proteggono il figlio.
A pochi metri da Piazza Maggiore all'interno della Chiesa di Santa Maria della Vita, la Madonna ormai vecchia piange il figlio morto.
Il destino di Gesù si è compiuto.
La Madonna di Piazza e il Compianto sono opere del grande scultore Niccolò dell'Arca, maestro di figure in terracotta.
Compianto sul Cristo morto, Niccolò dell'Arca (1435-1494) - D. Scarlatti (1685 -1757)- Stabat Mater
El Llanto sobre Cristo muerto, Niccolò dell'Arca ( 1435 - 1494 )
En Bolonia, en la Iglesia de Santa Maria della Vita, se encuentra un grupo escultórico que llama la atención y destaca por la violenta expresividad y la audacia formal con que se representa el dolor por la muerte de Cristo. Se trata del Compianto sul Cristo morto (Llanto sobre Cristo muerto ), de Niccoló dell'Arca. Es un trabajo con siete figuras de tamaño natural en terracota con restos de policromía, de la cual no se conoce ni la fecha ( entre 1463 y 1490 ) ni la exacta disposición de cada figura. El dramatismo de algunas de estas piezas es extraordinario, sin par en la escultura italiana del momento, al menos en las obras conocidas, lo cual ha dirigido la atención hacia las fuentes de las que Niccolò habría bebido: seguramente, la escultura de Borgoña, también el Humanismo gótico del otro lado de los Alpes y la novedad dramática del último Donatello. En el conjunto escultórico, mientras que los hombres (José de Arimatea y San Juan) muestran un dolor contenido, las cuatro mujeres (María Salomé, la Virgen, María de Cleofás y María Magdalena), especialmente estas dos últimas, muestran su horror sin paliativos.
El Llanto es sin duda una obra sin precedentes y comparaciones en el panorama de la escultura italiana del siglo XV. Su estilo y su feroz fuerza expresiva no tiene rival y supone un conocimiento importante y amplio obtenido en diferentes ambientes culturales.
Los gestos crispados e histéricos, las manos engarfiadas, las bocas abiertas en grito, los pliegues de los vestidos, todo muestra la magnitud de su angustia. Su realismo resulta impactante; como grito de piedra lo definió Gabriele D'Annunzio.
Son las pasiones humanas, posturas dinámicamente desglosadas, mímicas exasperadas, parece escucharse el clamor de los gritos, y una pregunta sin respuesta. Pero también un ritual llorando, postura gesticulante, mímica contraida, posturas que liberan su desesperación. Representadas con prendas que parecen desordenados por un viento fuerte, el dolor aparece en los rostros deformes, gritos en bocas abiertas, manos que buscan refugio de tanto horror.
En el medio se coloca al Cristo muerto, con la cabeza apoyada sobre una almohada.Todo lo que le rodea son otras figuras. Sin embargo, las mujeres tienen mayor prominencia a ser los protagonistas indiscutibles de la obra. Atrapadas en un estado trepidante, expresan un sufrimiento indecible, que no encuentra consuelo.