Monopoli - chiese e ambienti rupestri in città e nel territorio
GLI INSEDIAMENTI RUPESTRI A MONOPOLI
Tacite ed austere figure del Cristo, della Madonna e dei santi, affrescati dentro nicchie o all'interno di grandi altari, quasi fossero spiragli del mondo celeste. E' quanto si può ammirare se con una buona guida o armati di una pianta del territorio e tanta volontà, ci si addentra nell'entroterra monopolitano. E' il frutto di quello che gli studiosi hanno definito «habitat rupestre», originale patrimonio tutto meridionale, caratterizzato dal vivere in grotta.
Fu in quegli antri adattati a dimensione umana che gli abitanti pugliesi cominciarono a rifugiarsi in seguito alla caduta dell'Impero Romano, per sfuggire alle invasioni barbariche e per continuare a produrre olio e dedicarsi all'agricoltura e all'allevamento, ritagliandosi nel contempo spazi di riflessione e preghiera, nei quali i santi affrescati rappresentavano un tramite con Dio. E così è possibile ammirare enormi grotte adattate a frantoio, altre ad abitazioni, altre a stalle, e per finire le grotte-chiesa, veri e propri gioielli della nostra terra. Questi villaggi, collocati all'interno delle depressioni naturali denominate lame, si presentano al visitatore come un susseguirsi di grotte.
A Monopoli sono state censite ben 24 chiese rupestri (22 delle quali affrescate). Una delle due non affrescate (in Lama Marzone è interessante poiché mantiene intatta la struttura architettonica, con l'entrata a triforium). Un patrimonio che, partendo dal nucleo urbano (Madonna del Soccorso, San Matteo all'Arena, San Leonardo, Santa Maria Amalfitana, Villa De Martino Giannulo), si allarga alla periferia (chiesa dello Spirito Santo) e all'agro (SS. Andrea e Procopio, Lamalunga, Cristo Campanariello, San Giovanni di Staveta, Masseria Santa Cecilia, per citarne alcuni).
Per informazioni e visite guidate - Ctg Egnatia Monopoli ctgmonopoli@gmail.com, 3895939273, via San Domenico 83 Monopoli (BA)
Le grotte di Dio a Monopoli
Il vivere in grotta richiama alla mente gli uomini della preistoria. Tuttavia, in tempi più recenti, gli uomini tornarono ad abitare in quei siti naturali, venutisi a creare lungo i tratti delle lame che abbondano nel territorio monopolitano, che comunemente definiamo grotte.
E’ il ben noto fenomeno degli insediamenti rupestri patrimonio quasi esclusivo della nostra terra, che n’è molto ricca.
La città di Monopoli e il territorio dell’agro sono molto ricche di questi insediamenti: chiese, abitazioni, ecc.
In città, generalmente, sopravvivono le chiese rupestri, spesso al di sotto di altre chiese, come il caso di quella presente al di sotto della Chiesa di S.Leonardo. Nelle campagne, invece, lungo le lame sopravvivono, spesso in cattive condizioni di conservazioni dovute sia alle intemperie sia all’incuria dell’uomo, veri e propri villaggi rupestri, segno di una civiltà sviluppatasi nei secoli medievali nella nostra terra.
Si tratta di un patrimonio quasi esclusivo della Puglia, anche se tal genere di insediamenti si trovano anche in Lucania, Calabria, Sicilia, Sardegna, oltre che in Grecia e Turchia, E’ un fenomeno tipico delle popolazioni mediterranee poiché, in seguito alla caduta dell’Impero Romano, si crearono condizioni di alta instabilità che in Toscana portarono, ad esempio, al fenomeno dell’incastellamento, mentre da queste parti, vista l’esistenza di lame con anfratti e grotte, le popolazioni decisero di scendervi e abitarvi. La scelta era legata a criteri di autodifesa, visto e considerato che non era facile individuare nella pianura un insediamento rupestre a causa della boscaglia e delle cattive condizioni della rete viaria.
Vuoi saperne di più? Contatta una guida del Ctg Egnatia di Monopoli al 3895939273 – ctgmonopoli@gmail.com
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#eustonews piombino Mascali parla delle mummie di Monopoli
#eustonews piombino Mascali parla delle mummie di monopoli
MONOPOLI – Nobili famiglie contrapposte in vita e unite dal culto della morte dal XVII secolo in poi. Gli Indelli e i Palmieri. I primi donarono alla chiesa di Santa Maria del Suffragio (detta del Purgatorio) l’oratorio che oggi ospita le 9 mummie tra cui la piccola Plautilla di Francesco Indelli. I secondo non furono da meno e realizzarono il “putridarium” della chiesa di via Padre Nicodemo Argento 16. Come dire che la “camera di mummificazione” fu un dono degli antagonisti di sempre. In quel soccorpo sistemato proprio sotto la canonica avvenivano i processi di tanatometamorfosi (mummificazione) dei corpi per la scolatura naturale, così tanto in auge nel Regno delle Due Sicilie dal XVIII al XIX secolo.
Nelle mummie di Monopoli come in quelle di tante altre località del meridione resta in auge il retaggio dei riti antichi della doppia sepoltura. L’antico concetto per cui il defunto non è più vivo e nemmeno completamente morto fino al disfacimento della carne che lasciava affiorare il candore inalterabile delle ossa. La metamorfosi cadaverica come metafora di purificazione dell’anima fino alla seconda sepoltura. Che non avvenne per le mummie del Purgatorio ancora esposte in un’ala laterale della chiesa dove ha sede la confraternita di Nostra Signora del Suffragio per le anime del Purgatorio.
Sorse sul suolo di una tragedia, il crollo del campanile della vecchia cattedrale romanica, nel 1687, con 37 morti e molti feriti.
In quel luogo di morte prende vita oggi, alle 18, la seconda fase della due giorni di studi su “Riti e pratiche della morte in età moderna”, iniziata ieri a Bari.
Introduce Annastella Carrino (Università di Bari), relazionano Francesco Paolo de Ceglia (Università di Bari) e un vero esperto di mummie, il curatore della Cripta dei Cappuccini di Palermo Dario Piombino Mascali.
La Carrino specifica che «dopo la Controriforma ci fu un tentativo di normalizzazione dei riti della morte. Ritualità intorno al defunto e riti sul defunto, in un segno di continuità fra i vivi e i morti».
De Ceglia relaziona su Plautilla di Francesco Indelli. Morta a 2 anni, in un’epoca in cui un bambino su 3 non sopravviveva ai 2 anni. L’unica mummia senza data di morte, unica anche in quanto bambina. «Gli occhi di Plautilla sono delle protesi – spiega de Ceglia -. Dobbiamo recuperare quel modo di guardare alla morte tipico degli uomini del passato e così lontano dal nostro per comprendere il senso di queste mummie. Erano l’estensione della vita dei cari che si erano persi. Tutto questo si coniuga con il grande slancio del Purgatorio che si ha dopo la Controriforma perché la Madonna che dà sollievo alle anime del Purgatorio è il segno che contraddistingue la differenza fra il mondo cattolico e quello protestante».
Il viso di Plautilla sembra fosse ricoperto di una sostanza chiara per simulare il colorito di una bimba viva. Tra le mummie Giovanni Amato Giaquinto di Caserta, governatore di Barletta prima e di Monopoli poi (morto il 24 novembre 1793). Due Longo, Cesare (morto il 1 gennaio 1776) e Onofrio (morto il 15 gennaio 1786). E tra i misteri irrisolti anche quel Pietro (?) Insanguine (morto il 2 dicembre 1772). Ma in quell’anno Francesco Paolo, fratello maggiore di Giacomo era organista del Purgatorio e lo fu anche della cattedrale. L’altro fratello maggiore del più noto musicista napoletano del ‘700 Giacomo Insanguine detto «Monopoli» per la città di nascita, si chiamava Giacinto. Piero Insanguine chi era costui? Un cugino?
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#eustonews Dario piombino Mascali e le mummie del Purgatorio di #monopoli
#eustonews Dario piombino Mascali e le mummie del Purgatorio di monopoli.
ApuliaTV alla scoperta di San Vito dei Normanni (BR) - ITA
ApuliaTV alla scoperta di San Vito dei Normanni (BR) - ITA
I tre ubriaconi milanesi || Milano in 90 secondi (o quasi) #54
In via Tiraboschi si trova un monumento che tutti i milanesi conoscono con il nome di tri ciocc, i tre ubriaconi. In realtà il monumento è dedicato ai caduti di Porta Romana, morti il 14 febbraio 1916 nel primo bombardamento aereo che l’Italia abbia mai subito.
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Produzione: La Tenda Rossa
Testi e riprese: Gian Luca Margheriti
Montaggio: Monica Diani
Sottotitoli: Daria Raimondi e Michele Papagni
Siponto, la Chiesa inferiore o Cripta (HQ)
La cripta, nella quale si conservava con altre reliquie dell'antica Siponto un'altra immagine, detta la Sipontina (la Madonna dagli occhi sbarrati), e d'epoca molto anteriore alla chiesa superiore, con evidenti segni del periodo precedente: quello bizantino.
La Madonna, a grandezza quasi naturale, appare seduta su un trono, in perfetta posizione frontale, col Bambino sulle ginocchia, bruna com'esso nel viso. Gesù benedice con la destra, mentre stringe con la sinistra il rotolo. Sullo stesso asse risultano anche i due nimbi. Per questi ed altri particolari stilistici, questa statua di legno, raro esempio nella zona di antica scultura lignea a tutto tondo, può essere assegnata alla fine dell'XI sec. Essa può ora ammirarsi nella chiesa cattedrale di Manfredonia.
Notevole la disposizione delle venti colonne marmoree, disposte in quattro ordini e fornite di capitelli di forme diverse, su cui poggiano gli archi a tutto sesto delle venticinque volte a crociera, che nel loro punto massimo dal pavimento non raggiungono i cinque metri. Quando vi siano sorti i quattro piloni circolari, in pietra, che corrispondono a quelli quadrangolari della chiesa superiore, non può precisarsi.
Ai lati delle pareti pendevano doni votivi.
Un sarcofago vuoto, rinvenuto nel sec. XVIII nella zona degli scavi, è accanto ai gradini della scala d'ingresso; in esso sarebbe stato sepolto il duce delle armi sipontine, Tulliano. V'è anche un'ara pagana, forse quella del tempio di Diana, già ricordata.
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MASTROBUONI-DE FEUDIS, MANFREDONIA (Siponto-S. Leonardo),
Quaderni Turistici a cura dell'E.P.T. di Foggia, 1964
From Foggia, take the State road in the direction of Manfredonia. Three kilometers before it, you can see the Archaeological Park of Siponto and the romanesque church of Santa Maria.
Among the remains is the cathedral of Santa Maria Maggiore (consecrated 1117), on a square ground plan, with an interesting crypt.
The Black Madonna at Siponto in Apulia is known as the madonna with 'gli occhi sbarrati', or staring eyes. The image, along with many others, is attributed to Saint Luke and came from Jerusalem. She sits on a simple wooden throne made from a tree trunk. The sanctuary of Siponto was built on the site of a temple to the Roman Goddess Diana, whose altar is in the crypt.
Sipontum was and important Daunian centre, seaport for a large area on the internal regions and of Arpi in particular. It was conquered by Hannibal and in 194 B.C. it became a roman colony. It disappeared in 1223, destroyed by a terrible earthquake.
Within the Archaeological Park you can see a long section of the surrounding wall dating to the second century B.C., ruins of the Augustan amphitheater and some wall structures of the lagoon harbour.
In the Park, you can also see the ruins of the three-nave paleo-crhistian basilica with semicircular apsis. Colums fragments, bases and marbles capitals belong to several building phases (from the fourth to the sixth century). Probably the basilica was built on a pre-existing temple of Diana. .
The black and white and colour mosaic floors which you can see in place and in the near romanesque church of Santa Maria are very interesting.
The church is a building of Oriental style, with a cross-in-square plan and central cupola.
Festa di San Nicola di Bari - 8/5/2012 Apertura Basilica h.
Arrivano i primi pellegrini
Una passeggiata tra i Sassi di Matera (ossa umane tra le rovine)
Esplorazione in sorprendenti luoghi inaccessibili dei Sassi di Matera e altri luoghi accessibili come la chiesa rupestre di S. Leonardo stimata del 1200, dove il degrado denuncia l'incapacità di gestire un Patrimonio Mondiale dell'Umanità. In un cantiere vengono trovate addirittura delle ossa umane.
WORKING WITH MUSIC Meeting 2015 - Anagni, 27 Marzo 2015
E' un progetto nato nel 2010 per dare la possibilità ai nostri giovani musicisti di realizzare esperienze di tirocinio professionale in Europa.
Il contesto che ha fornito il sostegno organizzativo ed economico è stato per le prime 4 edizioni il programma Leonardo da Vinci.
Con l'avvio del nuovo programma Erasmus+, Working With Music passa sotto l'egida di Erasmus, pur continuando a perseguire l'obiettivo di avvicinare formazione e professione, e facilitare l'avvio delle carriere professionali dei nostri diplomati.
Sono strumentisti, pianisti accompagnatori e corripetitori, cantanti, musicoterapisti, jazzisti, tecnici del suono, compositori, direttori; si recano presso teatri, orchestre, conservatori di musica, accademie, università, festivals, ospedali, centri di riabilitazione, chiese, studi di registrazione, organizzazioni musicali.
In 4 edizioni, grazie a WWM e con la cooperazione dei Conservatori di Musica di Frosinone (promotore e coordinatore del progetto), Bari, Genova, L'Aquila, Monopoli, Padova, Torino, Trieste, Verona e dell'Istituto Superiore di Studi Musicali di Livorno, 127 giovani musicisti italiani hanno svolto tirocini in Europa. Con la nuova edizione, e nell'ambito di un partenariato che si amplia ad accogliere i Conservatori di Musica di Cagliari, Pescara e Venezia, altri 76 giovani si apriranno alla professione con noi.
Grazie ai nostri tirocini WWM hanno modo di verificare le proprie competenze, di misurarsi in un ambiente nuovo, geograficamente e culturalmente diverso, di crearsi una rete di contatti, di rafforzarsi come musicisti ma anche come persone, di accrescere la consapevolezza delle proprie potenzialità e delle proprie ambizioni.
In sintesi, di affrontare la professione con maggiore serenità.
Cattedrale di Bari. Giovedì santo. Ingresso. 2018
Pellegrini di Gioia del Colle
Capitali del Medioevo Milano
Giovedì 8 maggio 2014 presentazione a Milano dei due dossier della rivista Medioevo dedicati alla Capitali del Medioevo. Il video riassunto dell'iniziativa.
Il saggio di Dario Piombino-Mascali sulle Catacombe dei Cappuccini [TgMed 04/03/2019]
Le catacombe dei Cappuccini, guida storico-scientifica con presentazione di Sebastiano Tusa e prefazione di Mariarita Sgarlata è la sintesi delle ultime ricerche condotte dall'autore, Dario Piombino-Mascali. Edito da Kalos, il volume ripercorre la storia di una delle realtà più originali di Palermo.
Presepe vivente negli ipogei di Siponto
Presepe vivente negli ipogei di Siponto, in alcune immagini si vedono i resti umani protetti da una grata in ferro, questo video è stato girato a dicembre 2007 sotto la chiesa Santa Maria Regina di Siponto in Manfredonia.
Ricostruzione virtuale soccorpo Cattedrale di Bitonto
Animazione 3D della ricostruzione del soccorpo della Cattedrale di Bitonto. Il CD-ROM della Cattedrale contiene ulteriori animazioni e altre informazioni storiche
Todi : città ancora ideale?
una passeggiata per la mia città Todi con cavalletto in spalla e reflex video hd,
TRANI - Viabilità, nuova Ztl in piazza Duomo e piazza Re Manfredi
Novità negli stalli a pagamento e nella circolazione stradale
FCRM131225 PRESEPE MARTINA F 5 CHIESA di San FRANCESCO di ASSISI
Presepi a Martina Franca (TA)
NATALE 2013
CHIESA di San FRANCESCO di ASSISI
Chiesa di San Francesco D'Assisi;
P.zza Mario Pagano.
Iniziata nel 1690 e ultimata nel 1718 dai frati Minori Conventuali,
presenta sulla facciata una severa navata barocca .
L'interno con i suoi otto altari in pietra, rappresentano l'alta maestria dei suoi scalpellini dell'epoca. Due belle tele del De Mauro sul primo e ultimo altare arricchiscono l'interno della chiesa.
La Chiesa di San Francesco d'Assisi
Altro pregevole edificio di culto, sita nella rinnovata piazza Mario Pagano,
la Chiesa di San Francesco d'Assisi fu costruita tra il XVII e il XVIII secolo
per volere dei frati minori conventuali.
La chiesa al suo interno possiede otto altari laterali, in stile rococò, unici nel loro genere a Martina.
Ogni altare è decorato da racemi, putti, cornucopie e statue con vari significati allegorici e didascalici.
Chiesa San Francesco d'Assisi - Piazza Mario Pagano - Tel 080 4832890
Comunione S. Leonardo Campobasso