Forlì città fascista - architetture dell'epoca del fascismo - videomix&slideshow
Il territorio di Forlì, terra di origine di Benito Mussolini, è ricco di testimonianze architettoniche attribuibili al Razionalismo, corrente artistica sviluppatasi in Italia intorno agli anni '20 con l'intento di ridisegnare un nuovo stile più adatto al regime fascista, di cui molti giovani architetti, come Giuseppe Terragni e Giuseppe Pagano, furono sostenitori convinti. Si presenta come una sorta di neoclassicismo semplificato che si può fare rientrare in quella serie di tendenze definite dai critici col termine Monumentalismo, caratterizzata da planimetrie simmetriche e bloccate, particolari architettonici classici con rivestimenti in lastre di marmo, ritmici porticati, colonne, archi simmetrie. Si costituì successivamente anche il Movimento italiano per l'Architettura Razionale, che raccoglieva quasi 50 architetti da tutte le regioni italiane e che fu successivamente sciolto per le polemiche tra i sostenitori della vecchia accademia e gli esponenti più rivoluzionari.
Tre sono le zone di Forlì in cui si possono ammirare testimonianze del Razionalismo: Viale della Libertà, che congiunge il Piazzale della Vittoria alla Stazione, Porta Ravaldino e Centro Storico.
In ognuna di esse è possibile identificare alcuni fabbricati di particolare rilevanza.
In Piazzale della Vittoria e lungo il Viale della Libertà si ha la concentrazione maggiore di Palazzi di stile razionalista come il Collegio Aeronautico, originariamente destinato alla preparazione dei giovani desiderosi di abbracciare l'arte del volo e quella dell'ingegneria aeronautica.
L'edificio doveva essere composto, al tempo della sua ideazione nel 1934, da un Collegio di preparazione propedeutica all'Accademia romana di educazione fisica e da un Collegio convitto per 250-300 allievi, progettato dall'ing. Cesare Valle su precise direttive di Renato Ricci, Ministro delle Attività Statali.
I Palazzi gemelli, due edifici apparentemente simili, ma differenti nelle parti interne e nella distribuzione funzionale, che si attestano come nuova porta della città e fondale scenografico al Monumento ai Caduti, costruiti sul luogo dove sorgeva l'ottocentesca Barriera daziaria Vittorio Emanuele.
Lungo il Viale, vero e proprio museo architettonico del Ventennio, si susseguono edifici progettati dagli architetti Valle, Fuzzi, Bianchi e (forse) Rosetti: sul lato sinistro andando verso la Stazione ferroviaria il Villino Boni, le Case Economiche per Postelegrafonici, la Scuola Elementare R. Maltoni (oggi E. De Amicis) e le Case I.N.C.I.S.., sul lato opposto le Case Economiche per Ferrovieri, l'Istituto Tecnico Industriale A. Mussolini (oggi G. Marconi) e la Casa dei Balilla o della G.I.L..
Nel Centro Storico vale la pena citare il Palazzo delle Poste (in Piazza Saffi), di impianto rettangolare, con cortile interno, che permette l'illuminazione del grande salone semicircolare per il pubblico, il Palazzo di Giustizia, edificio completato nel 1969 a causa degli eventi bellici, caratterizzato dall’utilizzo di materiali poveri e da una bicromia della facciata e l’ex Casa del Mutilato (via Maroncelli, 3) il cui Salone d'onore ospita ora il Museo Storico.
A porta Ravaldino, nelle immediate vicinanze del Centro Storico, ritroviamo l’Asilo Santarelli, complesso progettato dall'ing. G. Savini, articolato in tre blocchi che avvolgono una corte interna, chiusa sul quarto lato da un basso portico ad archi. Infine e l’ex Scuola Elementare S. I. Mussolini, costruzione di aspetto solido, caratterizzata dall’uso della pietra e del cotto.