La Chiesa di San Francesco d'Assisi di Amantea
La Chiesa di San Francesco d'Assisi di Amantea (cs) è uno dei luoghi piu' belli e suggestivi della cittadina tirrenica cosentina. Antonello Zaccaria oggi ci guidera' attraverso questo bellissimo angolo di storia. Buona Visione.
FRANTOI APERTI IN UMBRIA NEL VIAGGIO IN CAMPER A TREVI, CAMPELLO SUL CLITUNNO, BEVAGNA E ASSISI
La Web TV di PleinAir, con Martino Cazzorla, in Umbria, viaggiando in camper per Frantoi Aperti da Trevi, a Campello sul Clitunno, Bevagna e Assisi.
È il viaggio nel cuore dell’Umbria, sulle colline degli ulivi e dell’olio tra Assisi, Campello sul Clitunno, Bevagna e Trevi.
È proprio da Trevi che ha inizio il viaggio. Comodi gli spazi per la sosta camper, ma soprattutto da qui, in pochi minuti si raggiunge il centro del paese. Il cuore del paese è Piazza Mazzini, con la Torre Civica. Ai viaggiatori e agli ospiti vengono offerte le bruschette con l’olio extravergine.
In piazza c’è anche il mercato con i prodotti tipici, tra cui il caratteristico sedano nero. Le cipolle sono quelle di Cannara, altro piccolo borgo dell’Umbria.
A Trevi la visita inizia da Villa Fabri, palazzo nobile del Seicento con un bel giardino e l’affaccio sulle colline e sugli uliveti.
Al suo interno, non solo la chiesetta, completamente affrescata, ma anche le stanze con i preziosi dipinti sui soffitti. Anche qui, olio e aziende olearie a proporre la produzione 2019. Nel centro storico c’è la chiesa di San Francesco, con la mostra e il concorso sui bonsai, e gli ulivi lavorati a bonsai.
La Pinacoteca custodisce importanti dipinti, polittici e crocifissi dell’arte umbra e in queste sale è allestito anche il Museo Regionale della Civiltà dell’Olio che racconta la cultura e la tradizione dell’ulivo a Trevi.
Poi di nuovo in camper, lungo la via Flaminia, con direzione Fonti del Clitunno, parco naturalistico dove arriviamo che è quasi sera. Per una sosta intermedia, durante il viaggio, suggeriamo Bevagna. Tanti i camper nell’ampia area di sosta, con i servizi essenziali per carico e scarico.
L’area si trova poco fuori la cinta muraria, vicinissima ad uno dei frantoi aperto di Bevagna: è questo il momento dell’arrivo delle olive, dello scarico, della pesatura e della spremitura.
La piazza principale del paese dista pochissimo. Qui sia affacciano il Palazzo dei Consoli e ben tre chiese: la chiesa di San Michele, la chiesa di S. Domenico e la chiesa di San Silvestro Giacomo. Per le vie si respira un’aria antica, con architetture del mondo romano e del medioevo.
Da Bevagna, di nuovo in camper per raggiungere Assisi. Più o meno mezzora di strada per raggiungere il Parcheggio Porta Nuova, comodo e vicino, con le sue scale mobili che accompagnano fino all’ingresso del borgo antico e alla chiesa di Santa Chiara.
Prima di arrivare in piazza si può far visita alla Cattedrale di San Rufino, con la facciata originale e le grandi navate. Da qui, seguendo le indicazioni, si può salire fino al castello o meglio alla Rocca Maggiore che con le sue mura domina la valle del Tescio mentre lo sguardo spazia sui tetti di Assisi.
Ma Assisi vuol dire San Francesco con la tomba e la Basilica o meglio il grande complesso monastico della chiesa superiore, con gli affreschi di Giotto e Cimabue, e della chiesa inferiore. All’esterno si apre il grande chiostro di papa Sisto IV da cui si accede al percorso museale.
Qui l’arte, la fede, la storia ma anche UNTO, per far festa con l’olio nuovo e i prodotti umbri, ad Assisi. È l’accoglienza anche per i viaggiatori in camper, nella piazza del Comune, con i prodotti e le tipicità dell’Umbria con i formaggi, i salumi e il tartufo.
Tipicità, profumi, sapori, ma soprattutto olio e frantoi aperti. Per questo una navetta ci accompagna a far visita a Le Vecchie Macine.
Questi sono i Frantoi aperti per far conoscere le olive, la loro lavorazione e il buon olio. In internet sul sito frantoiaperti.net tutto il programma degli eventi e delle manifestazioni fino all’8 dicembre nei piccoli grandi Borghi Medievali dell’Umbria.
Roma via Cavour chiesa di S. Francesco di Paola e S. Pietro in Vincoli
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Le campane di Ravenna - Basilica di S.Francesco D'Assisi
Ravenna - Piazza S.Francesco - Basilica di S.Pietro Maggiore (chiamata S.Francesco per la presenza di un convento di frati francescani)
5 campane in scala diatonica maggiore di Do#3 elettrificate a slancio:
Do#3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
Re#3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
Fa3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
Fa#3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
Sol#3 = Angelo Bianchi e Figli di Varese, 1951
La Basilica di San Francesco, dedicata in origine ai SS. Apostoli e poi a San Pietro, risale alla metà del V secolo d.C. Ben poco rimane, però, della prima chiesa paleocristiana, soprattutto a causa dei continui rifacimenti che hanno interessato l'edificio nel corso dei secoli (il robusto campanile quadrato risale al X-XI secolo), sino a quelli radicali di fine Settecento. L'attuale denominazione si deve ai frati minori francescani che, tra il 1261 e il 1810, e poi di nuovo tra il 1949 sino a oggi, la scelsero come loro sede. Durante il periodo medievale divenne la chiesa prediletta dei Polentani, signori della città e ospiti di Dante, e probabilmente la più frequentata dal poeta stesso, i cui funerali si celebrarono qui nel 1321. Le spoglie del Sommo Poeta riposano ancora oggi nell'adiacente Tomba di Dante. Come spesso accadeva alle chiese ravennati, anche San Francesco fu più volte sopraelevata. Il piano originario della basilica si trova, infatti, a 3,6 metri al di sotto dell'attuale livello stradale. La chiesa a tre navate presenta linee assai semplici, con la facciata in umile laterizio a vista movimentata al centro da una piccola bifora. Attraverso una finestra posta sotto l'altare maggiore, costituito da un sarcofago del V secolo, si scorge la cripta del X secolo, un ambiente a forma di oratorio sorretto da pilastrini destinato ad ospitare le reliquie del vescovo Neone, fondatore della chiesa. Il pavimento della cripta è costantemente sommerso dall'acqua, che tuttavia permette di ammirare i frammenti musivi del pavimento della chiesa originaria. Il campanile, alto 32,90 m., quadrato, inserito all’interno della navata destra, risale al X sec. Nel 1921 vennero riordinati i tre ordini di finestre per ogni lato: una bifora nell'ordine inferiore, una trifora in quello mediano ed una quadrifora in quello superiore. Il campanile custodisce cinque belle campane che ripetono l’austero squillante richiamo alla chiesa, in cui si trovano congiunti ed esaltati i due grandi spiriti tutelari d’Italia: FRANCESCO e DANTE. Tutte recano il simbolo del Crocifisso, lo stemma della Fonderia Bianchi di Varese e le scritte “Anno Santo 1951” e “Ablatum tempore belli A.D. MCMXL – MCMXLIV, restitutum publico sumptu, A.D. MCMLI” (Asportate durante la guerra 1940-1944, restituite a spese dello Stato l’anno del Signore 1951).Angeli, festoni, negli spazi molti gigli. Queste nuove campane, che hanno sostituito le precedenti danneggiate dalla II guerra mondiale, hanno le seguenti caratteristiche: Campana Maggiore (kg. 1403, Do#3; dedicata a S.Pietro Apostolo, titolare della basilica, con immagini di S. Pietro, S.Apollinare, S. Vitale, Basilica di S. Pietro Maggiore (vulgo S.Francesco), con stemmi del papa Pio XII, del Comune di Ravenna); Seconda Campana (Kg. 992, Re#3; dedicata ala B.V. Immacolata, con immagini di Maria Immacolata, S. Michele Arcangelo, S. Antonio di Padova, Battistero Neoniano, con stemmi); Terza Campana (kg. 720, Fa3; dedicata a S. Francesco di Assisi, patrono d’Italia, con immagini di S.Francesco, S. Domenico, S. Romualdo, basilica di S. Apollinare in Classe, con stemma francescano e una scritta che sintetizza le vicende dei Francescani cacciati dalla Chiesa nel 1810 e ritornati nel 1949); Quarta Campana (kg. 616, Fa#3; dedicata a S. Pier Damiano, con stemmi di Firenze e dell’Arcivescovo di Ravenna, con immagini di S. Pier Damiano, chiesa di Porto Fuori, S. Bonaventura, S.Giuseppe, Sposo della B.V.Maria); Quinta campana (Kg. 420, Sol#3; dedicata a Dante
Suonate:
-Plenum alle 17:00 come primo segno per la S.Messa Prefestiva delle Ore 17:30
-Plenum alle 17:15 come 2° segno
2 Marzo 2019
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
Giorgio Chiletti:
Ostuni - Chiesa di San Francesco
Umbria Pipe Organ - Trevi - Chiesa di San Francesco Organ - R. Schleischitz
Organ: 1509
Già considerato rarissimo esemplare superstite di quel tipo che nel Rinascimento veniva definito organo da muro lo strumento fu commissionato dai frati di S. Francesco a mastro Paolo Pietro di Paolo di Montefalco, così come risulta dal rogito datato 22 settembre 1509 per mano del notaio Pompeo di ser Nicola di Montefalco.
Con tale atto mastro Pietro Paolo si obbligò a consegnare, prima del Natale unum parum organorum per il prezzo convenuto di 80 fiorini, sotto pena di 10 fiorini in caso di inadempienza. La pesante penalità ci fa certi che il paio d'organi -cioè l'organo composto dal prospetto con canne di facciata e nel retro le canne di registri diversi - suonò per la prima volta nel Natale 1509. L'organo fu aggiustato una prima volta nel 1526; lo strumento così modificato fu preso in tale considerazione che il Comune stipendiò un organista dal 1528 al 1695
37 canne di facciata dal Do1 suddivise in cinque campate
Tastiera di 45 tasti
Pedaliera di 8 pedali (Do1 - Si1)
Registrazione:
Blocco di tiranti a manetta raggruppante i registri cinquecenteschi.
Principale
Ottava
Quintadecima
Decimanona
Vigesimaseconda
Vigesimasesta
Flauto in Ottava
Blocco di tiranti a pomello raggruppante i registri Sei-Settecenteschi.
Voce umana Fedeli
Cornetta Fedeli
Flasuto in Duodecima Sec.XVII
Somiere a Tiro
Crivello in arbuccio
due mantici a cuneo con azionamento manuale (forniti anche di elettroventilatore)
Corista 440 Hz
Temperamento del Tono Medio
Il restauro/ripristino secondo le linee indicate ha reso possibile anche in Umbria la disponibilità di uno strumento idoneo per l'esecuzione e lo studio della mirabile letteratura organistica classica italiana, testimonianze dalla quale sopravvivono anche nella regione: il manoscritto di Santa Maria Maggiore di Spello, quello della Biblioteca del Sacro Convento di Assisi e, soprattutto, la figura di Girolamo Diruta autore del testo didattico basilare a cavallo del Cinque e Seicento.
M° Angelo Silvio Rosati @San Francesco's church (Trevi (pg) Italy
M° Angelo Silvio Rosati @San Francesco's church (Trevi (pg) Italy explains the composition of the old 1509 's organ.
Trevi (Perugia - Umbria - Italy) 4K
Trevi è città antichissima dall’incerto etimo. Citata già in Plinio come Trebiae, il suo nome potrebbe riferirsi alla dea Diana, chiamata Trivia, o nascondere un ancor più arcaico significato d’origine osco-umbra riferito a un luogo particolare.
La storia
I sec. a.C., Trebiae in età romana comprende una parte fortificata sulla collina e la civitas in pianura, presso l’attuale Pietrarossa; la bonifica della valle e la costruzione della via Flaminia favoriscono lo sviluppo dell’area e il sorgere di belle ville di campagna lungo il fiume Clitunno.
VI sec., l’impaludamento della valle porta alla decadenza la civitas, che viene abbandonata, mentre si ripopola la sommità del colle.
XI sec., la sede vescovile, fondata nel IV secolo da Sant’Emiliano, è soppressa. Trevi, che è gastaldato sotto i longobardi, diviene in seguito libero Comune, stretto nella morsa tra Spoleto e Foligno. 1214, il duca di Spoleto conquista e saccheggia la città, che viene presto liberata e ricostruita dai suoi abitanti. Trevi subisce poi il dominio di vari capitani; particolarmente funesto è il vicariato dei Trinci di Foligno che dura fino al 1438.
XIV-XVI sec., è periodo florido per Trevi, che diventa importante centro commerciale grazie al suo pregiato olio di oliva, tanto da essere definita “il porto secco”.
Molti i segnali del conquistato ruolo economico e culturale del borgo.
Nel 1460 è eretto uno dei primi Monti di Pietà italiani, nel 1465-68 vengono prosciugate le paludi, nel 1470 si impianta a Trevi la quarta tipografia d’Italia, nel 1509 in San Francesco è costruito uno dei primi organi del Paese.
1784, Pio VI concede a Trevi il titolo di città.
Il Comune di Trevi fa parte dell’Unione dei Comuni denominata “Terre dell’Olio e del Sagrantino”, ha avuto la presidenza dell’associazione “Città dell’Olio”, è sede di una scuola di alta cucina improntata all’approfondimento degli usi dell’olio d’oliva nella gastronomia contemporanea. Organizza anche eventi collegati al sedano nero di Trevi e gestisce in rete con altri comuni umbri la Raccolta d’Arte di San Francesco.
VENEZIA - Chiesa di San Francesco di Paola
La chiesa di San Francesco di Paola è situata nel sestiere di Castello. Si affaccia lungo Via Garibaldi.
Santuario San Francesco di Paola & Trevi Village 26/8/2017
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Itinerario n.2 - Per la strada di San Francesco - LA PICCOLA CHIESA SCONOSCIUTA
Come ho detto nel video questa è una piccola chiesa dove San Francesco D'Assisi si è fermato a pregare, ma che nessuno conosce e tantomeno viene segnalata. Ecco, #twowheelsintuscany porta alla luce anche queste storie, perché è di storia che parliamo e per lo più di un Santo che più di chiunque altro è servito a diffondere il cristianesimo e Sansepolcro custodisce molte storie... Ma ne parleremo in un'altra occasione. Seguitemi! E se vi è piaciuto il video mettete un like e magari condividetelo.
ASSISI - Basilica di Santa Maria degli Angeli
La basilica di Santa Maria degli Angeli è una chiesa vicino ad Assisi e fu costruita a partire dalla seconda metà del Cinquecento. In cima alla facciata del tempio spicca la statua della Madonna in bronzo dorato modellata dal Colasanti e fusa dalla Fonderia Artistica Ferdinando Marinelli di Firenze. Ha la dignità di Basilica papale. Al suo interno è presente la Porziuncola, la cappella dove si raccoglieva in preghiera Francesco d'Assisi, e per questo centro della spiritualità francescana.
La Porziuncola: È la piccola chiesetta contenuta all'interno della grande Basilica Papale di Santa Maria degli Angeli, nonché uno dei luoghi francescani più importanti: tra le sue mura, san Francesco comprese la sua vocazione, accolse santa Chiara e i primi frati, ricevette il Perdono di Assisi. La chiesetta divenne uno dei luoghi prediletti dal santo.
Il transito: Sempre all'interno della Basilica si trova tale cappella. In origine era l'infermeria del convento originario, la sua fama è data dal fatto che qui san Francesco morì il 3 ottobre 1226 e finì di comporre il Cantico delle creature. Per celebrare tali eventi, nel 1886, Domenico Bruschi effettuò degli affreschi raffiguranti la morte di san Francesco e i suoi funerali. Vi sono, inoltre, ulteriori affreschi raffiguranti santi e beati francescani, eseguiti da un allievo del Perugino: Giovanni di Pietro, detto Spagna. In una teca è custodito un dono fatto da papa Pio IX alla confraternita: il cingolo di san Francesco.
All'interno della basilica è vietato fare fotografie.
Affreschi nella Chiesa di S. Francesco
Nella Chiesa di San Francesco a Gela, sono stati rinvenuti affreschi del tardo '600
ESCHILO - GELA
Versetti per il Kyrie
Versetti per Kyrie.
Registrazione effettuata presso la chiesa all'interno del complesso museale di San Francesco in Trevi (Pg)
Organo costruito nel 1509 da Mastro Paolo di Pietro Paolo e restaurato da ARS ORGANI F.lli PINCHI Foligno.
Disposizione Fonica:
Principale 8'
Ottava 4'
Flauto in VII
XV
XIX
XXII
XXVI
Flauto in XII
Terzina
Voce Umana
Versetti per il Kyrie
Recorded at San Francesco Trevi (Perugia Italy)
Organ builder: Mastro Paolo di Pietro Paolo built in 1509
Organ restored by ARS ORGANI F.lli PINCHI (Foligno Italy)
Stoplist :
Principale 8'
Ottava 4'
Flauto in VII
XV
XIX
XXII
XXVI
Flauto in XII
Terzina
Voce Umana
ROMA - Chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio a Trevi
La chiesa dei Santi Vincenzo e Anastasio è posta in piazza Trevi, adiacente alla famosissima fontana settecentesca.
L'odierna chiesa barocca è l'unico caso in Roma della presenza di una laica nella facciata di una chiesa. Inoltre, sulla sommità della facciata, lo stemma del Cardinale committente è sostenuto da due fanciulle a petto nudo. E questo è ancor più raro per una chiesa a Roma
Geni rivali a Piazza Navona
La Fontana dei Fiumi di Bernini e la Chiesa di Sant'Agnese di Borromini: la storica dell'arte, Isabella Botti, ci racconta la Roma barocca in una delle piazze più belle del mondo
Sacro Convento di Assisi e Basilica di San Francesco
Visita il Sacro Convento di Assisi e la Basilica di San Francesco, luogo dove è conservata la tomba del Santo Patrono d'Italia. Scopri tutte le informazioni e le curiosità sulla vita di San Francesco.
Chiesa di San Marcello al Corso 1407253500
La chiesa di San Marcello al Corso è un luogo di culto cattolico di Roma, situato nel rione Trevi, lungo via del Corso.
Fondata fin dal IV secolo da papa Marcello I, fu ricostruita dopo un incendio devastante, a partire dal 1519, da Jacopo Sansovino, poi sostituito da Antonio da Sangallo il Giovane. Rispetto alla chiesa paleocristiana, quella rinascimentale ebbe un orientamento opposto, e l'ingresso principale fu rivolto verso la prestigiosa via del Corso, in luogo dell'antico transetto
L'edificio è a navata unica, con cinque cappelle per lato.
La controfacciata è completamente occupata da una grande Crocifissione, verso cui convergono le 14 scene di Storie della Passione affrescate nel registro superiore entro il 1613.
La facciata concava, opera di stile barocco del tardo XVII secolo, è di Carlo Fontana (1681-1687).
All'interno sono collocate opere, tra gli altri, di
Francesco Salviati (Storie della Vergine della cappella Grifoni, la terza a destra),
Perin del Vaga (i Quattro evangelisti della cappella del Crocifisso, la quarta a destra),
Alessandro Algardi (busti della famiglia Frangipane) e Taddeo e Federico Zuccari (Conversione di san Paolo), nella cappella Frangipane, la quarta a sinistra.
A sinistra dell'ingresso è il monumento eretto dal Sansovino per il cardinale Giovanni Michiel, avvelenato in Castel Sant'Angelo.
Nella cappella del Crocifisso (la quarta a destra) è il monumento funebre del cardinal Consalvi e del fratello, opera neoclassica di Rinaldo Rinaldi.
Nella cappella Orsini (la quinta a destra) sono sepolti anche i cardinali Fabrizio Paolucci e Camillo Merlini Paolucci, che la fecero ornare con opere di Pietro Bracci (il sepolcro di Fabrizio), di Tommaso Righi (il sepolcro di Camillo), di Aureliano Milani e di Domenico Corvi (due tele di ispirazione veterotestamentaria, Il sacrificio di Isacco e Il ritrovamento di Mosè).
Tutti gli anni la chiesa ospita un presepe artistico di ambientazione romana.
La Chiesa è retta dai Servi di Maria.
Note
La Chiesa di Santa Maria Assunta - Sellano
La Chiesa di Santa Maria Assunta, all’interno del centro storico del capoluogo, è il luogo di culto principale della comunità sellanese.
Secondo la tradizione, tuttavia, l’antica pieve di Sellano sorgeva fuori dell’abitato. Quella attuale venne fondata intorno al XIII sec. a ridosso delle mura del castello e fu riedificata nel XVI secolo, nelle forme che ancora oggi possiamo osservare.
L’esterno, in pietra bianca e rosa, presenta una facciata a salienti con oculo in pietra. Il portale maggiore è inquadrato da una mostra classicheggiante e, sulla destra, è collocato il portale minore che venne aperto in occasione della ristrutturazione cinquecentesca.
L’interno dell’edificio è suddiviso in tre navate e conserva cinque altari laterali in legno, pietra e stucco, eretti tra il XVI ed il XVIII secolo.
Sopra gli altari si possono ammirare: un’Adorazione dei Pastori dell’inizio del Seicento di ignoto pittore vicino all’assisiate Cesare Sermei; una Madonna del Rosario su tela della prima metà del Seicento, circondata da quadretti su rame con i quindici Misteri; un dipinto raffigurante San Francesco che riceve le stimmate (fine XVII sec.), attribuito allo spoletino Francesco Refini (1615 ca. – 1692); tracce della mostra dipinta di una cappella cinquecentesca con un putto alato e frammenti di decoro a grottesche; Madonna dello Scapolare di fine Seicento, attribuibile a Francesco Refini.
Nella navata destra si possono osservare: la Conversione di San Paolo di pittore anonimo del XVIII secolo; la statua della Madonna Addolorata di recente fattura; la nicchia con l’urna che conserva le spoglie del Beato Giolo (1250-1315).
L’altare maggiore è sormontato da un tabernacolo barocco in legno dorato, a forma di tempio a pianta centrale e fiancheggiato dalle statue di due Angeli adoranti.
Di pregevole fattura è anche il coro in noce intagliato, databile al XVII secolo. Nella controfacciata, oltre alla cantoria settecentesca, si trova il fonte battesimale in pietra del XVI secolo in una nicchia affrescata con figure di angeli. Lungo la navata si conservano l’acquasantiera in pietra, datata 1584 ed affine a quella presente nella chiesa parrocchiale di Montesanto, ed il pulpito secentesco in noce intagliato, forse riferibile alle stesse manifatture che realizzarono il coro.
La Chiesa di San Bernardino da Siena - Ep.1
In questa puntata Antonello Zaccaria ci porterà alla scoperta della famosa Chiesa di San Bernardino da Siena in Amantea (cs). Antonello è la migliore guida turistica attiva in Calabria e cooperare con lui è stato un vero piacere. Se il video è di vostro gradimento lasciate un like e iscrivetevi al canale. Buona Visione.