L'ascesa di Roma (1/4) Dalla fondazione alla conquista dell'Italia (753-270 a.C.)
Questa è la prima di 4 lezioni sull'ascesa di Roma, cioè sul periodo della storia romana che va dalla sua fondazione all'instaurazione del principato augusteo.
Roma nasce verso la metà dell'VIII secolo a.C. in una penisola, che è un complesso mosaico di popoli e lingue. Inizialmente governata dai re, la città riesce a creare istituzioni solide ed efficaci, che le consentono di integrare le popolazioni conquistate e di stabilire un sistema di patti ed alleanze con le altre città dell'Italia antica. Dopo l'alleanza con Capua inizia l'espansione verso sud, sul litorale tirrenico e lo scontro con i Sanniti. I lunghi conflitti con i Sanniti portano Roma ad espandersi in direzione dell'Adriatico. Questa espansione viene consolidata da una rete di strade che non ha precedenti, e che consente a Roma di far valere la sua superiorità militare in aree lontane. Inizia così la conquista della Magna Grecia, a cui la città di Taranto tenta vanamente di opporsi chiamando in aiuto Pirro, re dell'Epiro.
Ma Pirro deve ben presto ritirarsi in Sicilia, e infine, rientrato in Italia, viene sconfitto definitivamente, lasciando i Romani padroni della penisola. Ma, arrivati a Reggio, sulla punta estrema della Calabria, i Romani si trovano a fronteggiare una grande potenza: Cartagine.
L'antica Kaulon a Monasterace come non l'hai mai vista in 4K. Mosaico più grande della Magna Grecia
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Avete mai visto in Italia mosaici del periodo ellenistico? Ebbene, qui a Monasterace troverete il mosaico più grande mai trovato del periodo ellenistico: ben 25 metri quadrati !!!
Il mosaico rappresenta un drago contornato da riquadri e rosette floreali. Faceva parte di un edificio termale di epoca greca risalente al IV secolo a.C. scoperto nel 2010 dall'archeologo Francesco Cuteri.
Già nel 1969 era tornato alla luce uno splendido mosaico policromo raffigurante un mostro marino che decorava un ambiente, mentre il mosaico del Drago di Kaulon essendo una pavimentazione di notevoli dimensioni è rimasto nel sito originario.
Il Drago di kaulon, noto anche come il Mosaico di Monasterace, rappresenta uno degli elementi più significativi dell'elevata forma artistica che aveva raggiunto la cultura greca in calabria.
Monasterace Superiore ha un'origine medievale. Fu popolata dai superstiti di Kaulonia, che dopo la deportazione di metà della popolazione a Siracusa da parte di Dionigi e il successivo assoggettamento a Roma, popolarono i colli circostanti per ripararsi dalle malattie infettive quali malaria e plasmodium che si diffondevano nelle pianure ormai abbandonate e per sfuggire alle scorrerie di pirati che approfittando delle distruzioni delle città magnogreche, saccheggiavano e incendiavano i pochi centri rimasti.
In periodo normanno fu un casale del Kastron di Stilo fino al 1275, successivamente passo sotto l'ordine dei templari.
Nel video si può ammirare il Castello dei Cavalieri di Rodi (1113) che è in fase di ristrutturazione.
Sorto prima dell'anno 1000 per sopperire alle necessità dei viandanti e dei predicatori, poi fu riadattato a Castello. la cinta muraria incorpora quattro torri, tre circolarie una quadrata che con una torre simile formava una porta d'accesso.
Un ringraziamento speciale è doveroso a Giampiero Taverniti che mi ha accompagnato sul territorio di Monasterace.
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* Le riprese sono di Massimo Iannuzzi - 320.0652319
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La necropoli di Fossa è un sito archeologico dei Vestini presso Fossa, in provincia dell'Aquila
Scoperta nel 1992 nel cuore dell'antico territorio dei Vestini, lungo le sponde del fiume Aterno, la Necropoli di Fossa è un monumentale sito archeologico di notevole rilevanza storica poiché fu utilizzata come luogo di sepoltura per quasi un millennio.
I tumuli riportati alla luce coprono un'area di circa 2.000 mq e presentano caratteristiche diverse a seconda dell'epoca a cui appartengono. Le tombe più antiche risalgono alla prima Età del Ferro (XI-VIII secolo a.C.), mentre le più recenti alla fine dell'età romano-ellenistica.
La particolarità più conosciuta del sito, detto piccola Stonehenge dell'Abruzzo, sono i tumuli maschili circondati da menhir di altezza decrescente, il cui significato è tuttora oggetto di studio. Molti gli oggetti di uso quotidiano ritrovati nel corredo funebre, come rasoi in bronzo di forma rettangolare ed armi in ferro, che testimoniano la credenza in un aldilà in cui il defunto ne avrebbe avuto di nuovo bisogno. Nelle tombe femminili invece, prive di menhir, sono stati rinvenuti preziosi ornamenti in ambra, ferro e pasta vitrea.
Nel periodo orientalizzante (VIII-VII secolo a.C.) le tombe diventano meno imponenti, ed ancora più modeste in età arcaica, durante la quale vengono scavate semplici fosse nel terreno prive di tumulo.
Solo in età ellenistico-romana (IV-I secolo a.C.) si tornerà ad una ritrovata monumentalità con le tombe a camera in muratura, con dromos di accesso e preziosi letti funebri rivestiti in osso e avorio splendidamente scolpiti. Il più celebre è quello della tomba n° 520 con intagli che raffigurano divinità come Dioniso, Menadi ed Ercole.
Antonio De Santis: Le Castella p. I.
Tra i castelli più suggestivi della Calabria, il castello aragonese di Le Castella è divenuto nel tempo il simbolo del turismo culturale nella regione. Ubicata su un piccolo lembo di terra prospiciente la splendida Costa dei Saraceni nella frazione Le Castella del comune di Isola Capo Rizzuto, la splendida fortezza di Le Castella è ciò che rimane di una vasta area che doveva costituire un vero e proprio villaggio dotato di cinta muraria. Le ultime indagini archeologiche hanno infatti evidenziato la presenza nei fondali adiacenti il castello aragonese di blocchi architettonici di epoca ellenistica, lasciando intuire che tutta l'area di Le Castella doveva essere una volta molto più allungata verso il mare.
La fortezza non ospitò mai la nobiltà del luogo, ma servì sempre da ricovero per i soldati impegnati contro gli attacchi provenienti dal mare dagli invasori di turno. La torre cilindrica che svetta centralmente all'interno della fortezza è di chiara derivazione angioina e ne testimonia l'impianto originario che dovrebbe risalire al XIV secolo. La torre angioina è caratterizzata da una splendida scala a chiocciola in pietra che ne collega i tre piani. Verso la fine del XV secolo la fortezza di Le Castella passò in mano aragonese. Nel 1496 il re Federico d'Aragona la consegna al conte Andrea Carafa che tra il 1510 ed il 1526 fa edificare possenti bastioni quadrangolari speronati al fine di aumentare la capacità difensiva del castello. Quelle degli angioni ed aragonesi sono le modifiche più importanti del castello, oggi ben visibili grazie ad una paziente opera di restauro. Gli scavi archeologici effettuati all'interno della fortezza di Le Castella, hanno evidenziato differenti stratificazioni storiche e architettoniche con sovrapposizione di diverse fasi edilizie. Sul lato est della fortezza è emerso un muro lungo quaranta metri fatto a blocchi di calcare e piccoli riquadri in pietra disposti a scacchiera, simile per tecnica edilizia al muro ellenistico di Velia. Dal castello si gode una splendida visuale sul mar Ionio e sulle acque della Riserva Marina di Capo Rizzuto.
La fortezza di Le Castella si colloca oggi in un contesto ambientale di elevato pregio naturalistico, circondato dalla Riserva Marina di Capo Rizzuto, istituita nel 1991. In una delle stanze della fortezza è possibile osservare i fondali dell'Area Marina Protetta in tempo reale grazie a delle telecamere subacque posizionate a 10 metri di profondità. L'intera zona di Capo Rizzuto si posiziona al centro della bellissima Costa dei Saraceni, interessata da una frequentazione turistica tra le più elevate della Calabria, sia per il valore paesaggistico ed ambientale delle coste, sia per la ricchezza di risorse culturali ed archeologiche.
Fonte :
Foto scattate da me il 22 maggio 2011