Abbazia di San Magno - Fondi città Smart
Ai piedi del Monte Arcano, a ridosso della sorgente che alimenta il fiume Licola, sorge l’abbazia di San Magno che con il suo profilo austero e maestoso domina il Campo Demetriano.
Qui nel 522 d.C. circa Sant'Onorato volle fondare, insieme ad altri 2597 cristiani, al fine di perpetuare la memoria del martirio di San Magno, un complesso monastico comprendente la chiesa, una curtis (azienda agricola) per la funzione economica, il chiostro, il dormitorio e la mensa per i monaci. Il monastero di San Magno fu governato fino al 1072 dagli abati ordinari senza alcuna dipendenza, dopodiché fu donato all'abbazia di Montecassino da Gerardo, Console di Fondi. Nel sec. XV fu riedificata da Prospero Colonna. Secondo la tradizione popolare, il corpo di San Magno, in onore del quale erano stati eretti il monastero e la chiesa, riposò nella sua cripta fino all'anno 847 circa, quando fu sottratto dal tribuno Platone, il quale lo portò nella sua città, Veroli, e lo depose nella chiesa di S. Andrea.
Qui vi rimase per 30 anni, poiché nel 877 con l'invasione della città di Veroli da parte dei Saraceni, il corpo del Santo, fu prelevato e venduto alla città di Anagni.
Il ruolo dell'abbazia, non solo in senso religioso ma anche economico e sociale, è rilevante attraverso i secoli. Essa subì numerosi saccheggi e distruzioni ad opera dei barbari. I francesi nel 1798 demolirono alcuni locali del convento dopo averlo saccheggiato e lo lasciarono in balia degli “sciacalli”.
Dopo un lunghissimo periodo di abbandono in cui raggiunse il massimo degrado, a causa delle intemperie e di usi impropri, l’abbazia è oggetto da alcuni anni di un imponente intervento di restauro e può essere visitata in tutta la sua bellezza.
Nell’Alto Medioevo, sulla sommità del terrazzamento sul quale si appoggia (di epoca romana di opera incerta) fu impiantata una necropoli.
Il sepolcreto consta di quindici fosse in parte visibili grazie al pavimento in vetro della chiesa inferiore.
In seguito sulla platea fu costruita una chiesa destinata al culto cristiano; essa infatti era a croce latina, con una cripta sottostante al presbiterio accessibile da una scala che fu inglobata nella struttura medioevale successiva.
La cripta fu costruita attorno ad un pozzetto che molto probabilmente conservava delle reliquie. L’abside ed il transetto sono decorati da affreschi del XII secolo che ripercorrono la vita di San Benedetto, anche se sotto di questi sono stati trovati altri affreschi datati all’XI secolo.
Nella struttura sono ancora visibili le ultime fasi della vita del complesso con il mulino, che dopo secoli è tuttora in funzione, e le vasche per la lavorazione dell’olio. Anche sul monastero di San Magno esiste una “leggenda”. L’intera struttura è sormontata da un enorme masso di pietra che sembra sempre sul punto di cadere, anche se vi si trova dal VI secolo. Su questo masso, staccatosi dalla cima della montagna, pare che si sia posata la mano di Sant’Onorato, che ne evitò la caduta sul complesso monastico.
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Fraternità Monastero San Magno, incontro con Simone Cristicchi
IL NUOVO ACCADE
dalla bellezza non so come difendermi
incontro con Simone Cristicchi
8 ottobre 2017
Fraternità Monastero San Magno, Fondi (LT)
monasterosanmagno.it
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Fondi Monastero San Magno
Fondi Monastero San Magno
Fondi Monastero San Magno
Fondi (LT) monastero di san magno vista dal Drone
SEMPLICI LEGGERI LIBERI. Tre vie per tornare umani: Incontro con PAOLO BORROMETI e MARCO OMIZZOLO
DueGiorniEunaNotte | Incontri al Monastero
SEMPLICI LEGGERI LIBERI. Tre vie per tornare umani.
26, 27 e 28 Luglio 2019
Incontro con PAOLO BORROMETI - Giornalista e MARCO OMIZZOLO - Sociologo
Fraternità Monastero San Magno, Fondi (LT) monasterosanmagno.it
twitter: monasterosanmagno
XXII Giornata Vittime Mafie
in ricordo di tutte le vittime innocenti delle Mafie
Monastero San Magno - Fondi (Lt)
ARTIARMONICHE a Monte San Biagio
DRONE: Santuario della Madonna della Rocca a Fondi, 4 Giugno 2016, San Magno.
Santuario della Madonna della Rocca a Fondi in località San Magno, anno 2016.
L'Abbazia di San Clemente a Casauria in Abruzzo - Raro documentario storico
Una delle chiese abbaziali più interessanti della regione, importante monumento di transizione dal romanico al gotico cistercense. L'abbazia sorse sul posto o nei pressi dei pago romano d'Interpromio, con un tempio cui era annesso un ponderarium; alcuni pensano che il nome Casáuria deriva da Casa Aurea con cui potrebbe esser stato chiamato il tempio, altri, viceversa, pensano sia stata la località Casa Urii, luogo dedicato a Urios, Giove apportatore di venti, a dare nome al tempio. Nell'871 l'imperatore Lodovico II, in adempimento di un voto fatto per essere stato liberato dalla prigionia nel ducato di Benevento, innalzò questo monastero con l'annessa chiesa della SS. Trinità, nella quale l'anno seguente fece trasportare le ossa di S. Clemente papa e martire, concesse da papa Adriano II. L'abbazia divenne potente per i beni donati dall'imperatore, ma nel 920 fu saccheggiata da Saraceni; risorse lentamente e si arricchì dopo il Mille per varie donazioni; dal 1076 al 1097 fu saccheggiata nuovamente e ripetutamente da Ugo Malmozzetto, conte normanno. Al principio del sec. XII l'abate Grimoaldo restaurò il monastero e la chiesa, che venne consacrata nel 1105; infine l'abate Leonate (eletto nel 1152, morto nel '92) e il suo successore Ioele la ricostruirono. Fu questo il periodo di massimo splendore dell'abbazia, poi cominciò la decadenza; nel sec. XIV il monastero divenne commenda e nel 1775 fu dichiarato di regio patronato. Chiesa e monastero furono rovinati nel 1348 da un terremoto, e soltanto la prima fu restaurata nel 1448, ma parzialmente, tanto che il transetto rimase mutilato in elevazione e senza volte. Del monastero, che conteneva in origine un ricco chiostro a colonnine binate, resta solo un'ala, rifatta nel '700 e ridotta ora al pianterreno per il terremoto del 1915, che arrecò danni anche alla chiesa, già restaurata nel 1891. Restauri condotti nei primi decenni del Novecento hanno portato alla sistemazione del monumento.La facciata è preceduta da uno stupendo *portico , quasi intatto da manomissioni, a tre arcate divise da pilastri rettangolari con colonne addossate su ogni faccia. Bellissimi i capitelli e ricchi di sagome e di fregi gli archivolti. Nell'alto della facciata, al di sopra di una specie di attico coronato da bella cornice ad archetti, sono quattro bifore, di cui due architravate e le altre leggermente ogivali, provenienti probabilmente dal monastero e ivi collocate in occasione dei restauri del 1448. Il portico è coperto da possenti volte a crociera con costoloni prismatici. Il *portale mediano ha l'archivolto formato da tre archi a ferro di cavallo, concentrici e gradualmente rientranti.Nella lunetta, figure a rilievo rappresentanti S. Clemente seduto con alla sua d. i Ss. Fabio e Cornelio e alla sua sin. l'Abate Leonate che presenta il modello della chiesa da lui rifatta. Nel grosso architrave sono raffigurate, in ordine di successione, storie relative alla fondazione dell'abbazia. Negli stipiti sono scolpite, entro nicchie, quattro figure incoronate, rappresentanti forse i principi e i sovrani protettori o benefattori del monastero. I *battenti bronzei, dovuti probabilmente all'abate Ioele (1192), sono suddivisi in 72 riquadri occupati da formelle con croci, figure di abati e di monaci (nell'alto), rosoni, i Castelli (con tre torri ciascuno) soggetti alla abbazia (14 in tutto residui), coi nomi relativi, e i riquadri coi picchiotti (uno, di legno, di imitazione).L'interno maestoso, lungo m 48, riproduce un tipo di transizione dal romanico al gotico cistercense: è a croce latina coi bracci poco sporgenti, diviso in tre navate e con un'unica abside semicircolare (invece che quadrilatera), secondo la tradizione romanica; è stato rimosso l'intonaco, per mostrare la differenza di manufatto tra il IX e il XII secolo. Le navate sono divise da arcate ogivali su pilastri rettangolari, eccetto il 1° e il 3° a sinistra, che sono cruciformi, e altri due con mezze colonne addossate. La navata mediana è, nella metà anteriore (corrispondente ai primi quattro archi), notevolmente alta e illuminata da tre monofore per lato; nel rimanente, è più bassa, probabilmente per i limitati restauri del '400. Spicca sulla destra il grande, magnifico *ambone (D), scolpito da un frate Giacomo da Pópoli, a forma di cassa posata direttamente su quattro colonne architravate, con bei capitelli; di assai ricco intaglio gli architravi, mentre i davanzali, tripartiti da cornici intagliate a sguincio, sono ornati da stupendi rosoni molto rilevati e da rameggi; nella faccia anteriore il lettorino è sostenuto da un'aquila che ferma gli artigli su un libro aperto appoggiato sul dorso di un leone accovacciato, il quale a sua volta ha un volume tra le zampe anteriori: rappresentano evidentemente i simboli degli Evangelisti Giovanni e Marco . A sinistra è l'elegantissimo *candelabro per il cero pasquale , nel quale però la parte superiore, assai più ricca e impreziosita da mosaici, appare di altra mano e alquanto più tarda
Video Foto Fondi di una volta
“La storia, il web e lo smartphone – Il ‘900 ed il dialetto per le nuove generazioni e la nuova popolazione fondana”.
Le tradizioni e la forza espressiva del dialetto e la storia del Novecento fondano.
Per continuare a scoprire su quali basi si fonda la storia contemporanea e come i moderni strumenti di comunicazione, rappresentati dal web e dagli smartphone, possono contribuire a ripercorrere l’identità fondana ed essere d’aiuto alle nuove generazioni.
Santuario di San Magno-Drone
Il Santuario di San Magno, situato nel comune di Castelmagno, è stato edificato intorno al 1500, ad un'altitudine di 1761 metri s.l.m. in alta Valle Grana, in provincia di Cuneo.
Ad appena 45 minuti di macchina da Cuneo, il Santuario offre un'ampia visuale sulle montagne circostanti.
Monastero San Magno - Un porto di Terra
Comprensorio di San Domenico - Fondi Città Smart
Il convento, con l’annessa chiesa, fu donato secondo la tradizione al Patriarca San Domenico dai Benedettini nel 1215.
Nulla sappiamo di certo sull’epoca della sua erezione, che risale a tempi antichissimi. Sappiamo però che fu restaurato dal Conte Ruggiero dell'Aquila, e poi nel 1466 il Conte Onorato Caetani II lo riedificò quasi dalle fondamenta, ampliandolo.
Nella chiesa, come si rileva dalla lapide a destra di chi entra, è seppellito il fondano Giulio Camponesco, giovane guerriero fondano che militò sotto Prospero Colonna e fu compagno d’armi di Ettore Fieramosca.
Dopo quello di San Domenico di Napoli, il convento di Fondi è il più antico del Napoletano, ed il Priore godeva del suffragio nell’elezione del Generale con onori di provinciale. Il complesso religioso ospitò per lungo tempo San Tommaso d’Aquino, che vi esercitò l’ufficio di lettore.
Anche il Pontefice Benedetto XIII lo onorò della sua presenza quando nel 1727 si recò a Benevento per visitare la sua antica sede Arcivescovile. Il Pontefice, partito da Roma il 26 Marzo, uscendo da Terracina si fece precedere dal SS. Sacramento sino al confine. Qui il cardinale Abbattitiano, Vice Re di Napoli, accompagnato dal Vescovo di Fondi Antonio Carrara da Sora, lo ricevette nella sua carrozza sino a Fondi, dove la notte riposò nel convento come religioso di San Domenico.
Vi si fermò ancora al ritorno, come pure nel primo di aprile del 1729, quando dovette transitare nuovamente per Fondi nel recarsi una seconda volta a Benevento.
Nel convento si osservano ancora tre stanze abitate da San Tommaso d’Aquino, una dove dettava lezioni, un’altra dove egli dormiva e in cui si celebrava anche la messa, e la terza che era l’oratorio dove riposò il suo corpo dopo la morte del religioso. Nel giardino del convento esisteva fino al 1835 un albero di aranci con le radici in su, che la tradizione vuole piantato da San Tommaso e che offriva molti frutti. Poi si disseccò e il tronco fu dalla pietà dei fedeli conservato sotto l’altare, dove era il corpo del santo. L’illustre Prof. Orazio Comes (1848-1917), Direttore dell’Istituto Superiore Agrario di Portici, in una sua breve dimora in questa Città studiò minutamente quel resto del tronco e dopo serie riflessioni avvalorò la tesi dell’arbusto piantato con le radici in su, adducendo spiegazioni scientifiche. Nel medesimo giardino esiste tuttora il piccolo pozzo dove il Santo Dottore attingeva l’acqua, e che si vuole sia stato costruito per sua disposizione. Il 7 Marzo del 1274 San Tommaso morì a Fossanova. Il corpo dopo varie peripezie, per ordine di Urbano V, nel 1367 fu trasportato a Tolosa di Francia, nella chiesa dei Padri Domenicani, e ciò per porre fine alle gravi contese tra i monaci di Fossanova e i frati Domenicani di Fondi.
Il complesso conventuale è oggetto da alcuni anni di un significativo intervento di ristrutturazione, che ha tra l’altro consentito di scoprire una chiesa al suo interno - Santa Maria Antiqua, dal 2007 dedicata a San Tommaso e riaperta al culto dopo quasi otto secoli - che conserva al suo interno alcuni affreschi medievali. A seguito del completo recupero la struttura ospiterà sale multimediali, spazi museali e culturali e attività didattiche.
Progetto Fondi Città Smart del Comune di Fondi (LT) - Italy.
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Giornata ecologica con il Comitato San Magno di Fondi
Giornata ecologica con il Comitato San Magno di Fondi, 16 ottobre 2011
Ruderi di Acquaviva, Parco Ausoni | DJI Phantom Drone | Fondi, Italy
Sulle pendici orientali di Cima del Monte, tra Fondi, Lenola e Vallecorsa si conservano i resti dell’antico insediamento fortificato di Acquaviva, risalente al XI secolo d.C., abbandonato definitivamente nel XVI secolo dopo il saccheggio ad opera dei briganti guidati da Marco Sciapa. Un facile sentiero ad anello conduce ai resti dell’antico insediamento fortificato. Confine tra Stato Pontificio e Regno Borbonico, come testimoniano le caratteristiche colonnine lapidee presenti in questo sito.
On the eastern slopes of Cima del Monte, between Fondi, Lenola and Vallecorsa are preserved the remains of the ancient fortified settlement of Acquaviva, dating back to the XI century AD, definitively abandoned in the XVI century after the looting by brigands led by Marco Sciapa. An easy trail leads to the remains of the ancient fortified settlement. Border between the Papal State and the Bourbon Kingdom, as evidenced by the characteristic stone columns in this site.
1° Pedalata Città di Fondi 1° maggio 2013
Fondi, 1° Maggio 2013, la 1° Pedalata Città di Fondi ottiene un successo di parecipazione strepitoso, tante le famiglie che hanno partecipato a questa bella iniziativa che ha visto i ciclisti percorrere le strade cittadine fino a d arrivare al Laghetto degli Alfieri dove si sono rilassati in vista dell'ultimo tratto del percorso stabilito che li ha portati sino all'Abbazia di San Magno dove ad attenderli c'è stato un ricco Pasta Party. Iniziativa lodevole e sicuramente da ripetere.
Borghi d'Italia - Sabato 31 maggio e domenica 1 giugno: Fondi (LT)
Nella puntata del 31 maggio e 1 giugno 2014, è protagonista il comune di Fondi (LT) ; in onda sabato 31 maggio alle ore 16.00 e domenica 1 giugno alle ore 13.20 su Tv2000 (visibile sul digitale terrestre canale 28, sul satellite al canale 138 SKY, sulla piattaforma satellitare TvSat al canale 18 e in streaming su tv2000.it).