Longarone / Fortogna Cimitero delle Vittime del DISASTRO DEL VAJONT (9.10.1963) Monumento Nazionale
Il cimitero di Longarone è dal 2003 Monumento Nazionale. Si trova in località San Martino, presso Fortogna, in comune di Longarone. È stato realizzato subito dopo il disastro del Vajont (1963) e ultimato definitivamente negli anni ottanta. Il cimitero è stato luogo di alcune riprese del film Vajont - La diga del disonore del 2001 di Renzo Martinelli.
Le fasi di realizzazione hanno il via durante la ricostruzione urbanistica di Longarone a seguito del disastro del Vajont del 9 ottobre 1963. La costruzione è stata terminata soltanto nel 1972 a seguito di contrasti tra il Genio Civile e il comune di Longarone. Il cimitero ospitava le salme di 1.464 vittime del disastro, di cui solo 700 con il nome. Il Cimitero è stato completamente ristrutturato nel 2003, con la discussa rimozione delle lapidi originarie. Attualmente presenta 1.910 cippi bianchi con tutti i nomi delle vittime della tragedia, a prescindere o meno dall'effettivo ritrovamento e della giusta corrispondenza nome-salma.
9 OTTOBRE 1963 - 2013 - Diga del Vajont - Erto - Longarone - Casso - Per non dimenticare
Grazie a Francesco Zeta che mi ha guidato in questi ricordi descrivendomi con pazienza luoghi, fatti e montagne.
Mercoledì 9 ottobre 1963
Dal monte Toc si staccano 260 milioni di metri cubi e finiscono nel lago
• Alle 22.39 la frana si stacca. L'onda di 50 milioni di metri cubi provocata dalla frana si divide in due direzioni. Investe da una parte i villaggi di Frassen, San Martino, Col di Spesse, Patata, Il Cristo. Quindi arriva ai bordi di Casso e Pineda. Dall'altra parte, superando la diga, raggiunge Longarone, Codissago, Castellavazzo. Infine Villanuova, Pirago, Faè, Rivalla, per poi defluire lungo il Piave. L'onda provoca 1917 morti: 1450 a Longarone, 109 a Castellavazzo, 158 a Erto e Casso e 200 persone originarie di altri comuni, di cui la maggior parte lavoratori e tecnici della diga con le rispettive famiglie. Pochissimi i feriti. In tutta la zona l'unica opera umana che resiste, senza danni, all'onda è la diga di Carlo Semenza sul torrente Vajont.
• Wednesday, October 9, 1963
22:39 the landslide off. The wave of 50 million cubic meters caused by the landslide is divided into two directions. Invests a part of the villages of Frassen, St. Martin, Col Thick, Potato, The Christ. Then comes the edges of Casso and Pineda. On the other hand, passing the dam reaches Blyth, Codissago, Castellavazzo. Finally Villanuova, Pirago, Faè, Rivalta, then flow along the Piave. The wave causes 1,917 deaths: 1450 in Blyth, Castellavazzo to 109, 158 to Erto and Casso and 200 people from other municipalities, of which the majority of workers and technicians of the dam with their families. Very few wounded. Throughout the region, the only human work that withstands, without damage, the wave is the dam of the river Vajont Carlo Semenza.
Google translate
VAJONT, LA PARTECIPAZIONE DEGLI SCOLARI
LONGARONE - Vigilia di commemorazioni riservate agli studenti di Longarone quella odierna. Le classi quinte stamane erano al cimitero monumentale di Fortogna per ricordare i quasi 500 ragazzi morti la notte del 9 ottobre di 51 anni fa.
- Intervistati: MASSIMO PISELLO (Dirigente scolastico Longarone), ROBERTO PADRIN (Sindaco di Longarone) - Servizio di Giuditta Bolzonello, riprese di Stefano Garavelli, montaggio di Stefano Garavelli
Vajont
Fin da piccolo leggevo del Vajont; poi la mia generazione ha avuto la fortuna di poter approfondire la conoscenza dei fatti grazie a quanto di magnifico architettava Marco Paolini nella sua orazione civile nella diretta Rai mandata in onda per ricordare la tragedia (9 ottobre 1997 - vi invito tutti a vederla!).
Sia il mio interesse professionale che la sensibilità dettata dal fatto di essere un musicista ha fatto si che potessi creare questo volo virtuale con gli inserimenti di immagini dell'epoca, nell'intento di promuovere il ricordo dei fatti accaduti al Vajont scatenati solo dall'incupidigia del genere umano.
A mio parere, il 9 ottobre dovrebbe avere un ruolo fondamentale nell'insegnamento alle nuove generazioni, più di qualsiasi altra festa nazionale.
Ma sembra che il nostro Paese dimentichi in fretta e non voglia impara dalle tragedie.
Se vuoi sapere com'è andata, devi ricominciare da capo anche a distanza di molto tempo.
Provare rabbia per una vecchia vicenda che ancora vive nelle ferite aperte di chi non smette di dimenticarla, potrebbe svegliare la coscienza di tutto il Paese, nelle intenzioni di vivere in onestà, amando il paesaggio e il territorio in cui vive.
enzo de novellis: guitars sound, engineering and video editing
Check out my channel for other tracks:
EnJoy!