CASTELLO DI MONTEDOMENICHI (CAVRIGLIA, AREZZO, ITALY)
Castello di Montedomenichi, frazione del comune di Cavriglia, provincia di Arezzo, Valdarno, Toscana, Italia.
Una volta caduto in disuso fu reso inutilizzabile aprendo dei varchi sui quattro lati delle mura.
Domina le alture della zona mineraria per l'estrazione della lignite per la centrale dell'ENEL di Santa Barbara.
In fondo al video una cappelletta votiva presso la quale nel luglio del 1944 furono fucilati dei civili dai nazifascisti.
Nello stesso periodo avvennero gli eccidi di Meleto Valdarno e Castelnuovo dei Sabbioni.
Castello di Genga (Comune di Ancona)
Genga è un comune italiano di 1 938 abitanti della provincia di Ancona nelle Marche.
Genga è un piccolo castello medioevale immerso nella natura, che dette origini alla nobile dinastia dei Conti della Genga, che consegnò alla storia illustri personaggi e guerrieri. Inoltre è anche un centro termale, riserva naturalistica e zona di enorme interesse speleo-carsico con le celeberrime grotte di Frasassi.
Comune di Città di Castello - Consiglio Comunale del 19 ottobre 2019
Comune di Città di Castello - Consiglio Comunale del 19 ottobre 2019
Villa Castelli - Piccola Grande Italia
Situata a pochi chilometri da Brindisi, incorniciata da vaste distese di verdi e secolari oliveti, Villa Castelli è uno dei più caratteristici e accoglienti borghi pugliesi.Territorio abitato sin da tempi antichissimi, Villa Castelli conserva ancora oggi nel suo territorio, le tracce dei popoli che nei millenni la abitarono.Particolarmente interessante da visitare è la suggestiva Area Archeologica di Pezza Petròsa.
Borgo di Vigoleno Vernasca - Piccola Grande Italia
Posto sul crinale che separa la valle dell'Ongina da quella dello Stirone, adagiato sulla sommità di un rilievo panoramico tra i colli piacentini, l'imponente complesso fortificato del Borgo di Vigoleno fa parte del più vasto comune di Vernasca.
Vigoleno è uno dei borghi medievali più affascinanti d'Italia e ha mantenuto, nell'avvicendarsi dei secoli, la sua fisionomia originaria.
Sirmione - Il Castello Scaligero - Die mittelalterliche Burg - The Medieval Castle
Sirmione è un comune italiano della provincia di Brescia, in Lombardia, il cui centro storico sorge su una penisola che divide il basso Lago di Garda. Il castello scaligero di Sirmione è una rocca di epoca scaligera, unico punto d'accesso al centro storico di Sirmione. Si tratta di uno fra i più completi e meglio conservati castelli d'Italia, oltre che raro esempio di fortificazione lacustre.
Comune di Città di Castello - Consiglio Comunale del 15 Gennaio 2020
Comune di Città di Castello - Consiglio Comunale del 15 Gennaio 2020
CASTELLO DI MONTEGROSSI (GAIOLE IN CHIANTI, SIENA, ITALY)
CASTELLO DI MONTEGROSSI / CASTLE OF MONTEGROSSI.
Il castello di Montegrossi (o Montegrossoli) si trova nel comune di Gaiole in Chianti, provincia di Siena, Toscana, Italia. Sorge non lontano da Badia a Coltibuono ed è posto sulla sommità di un rilievo dei monti del Chianti, al confine tra le province di Firenze e Arezzo ad un'altezza di circa 700 metri. La posizione strategica ne fece un luogo importantissimo per il controllo della zone a cavallo tra il Chianti e il Valdarno superiore. La fortezza appare citata per la prima volta in un documento risalente al 1007. Venne successivamente acquistata dalla famiglia Firidolfi, fedeli sostenitori della parte ghibellina, che ne fecero la sede delle loro attività nella zona, incluso il brigantaggio e il saccheggio delle merci transitanti lungo la strada sottostante. Nel 1172 il castello venne espugnato dai fiorentini che imposero ai Firidolfi di cacciare il legato imperiale. Il dominio fiorentino sul castello fu di brevissima durata e i Firidolfi ne approfittarono per ricostruirlo e fortificarlo in maniera più efficace. Negli anni seguenti i fiorentini tentarono più volte di riprendere il possesso del maniero, ma vennero sempre respinti dai Firidolfi e dai loro armati. La situazione precipitò nel 1182, quando durante l'estate un convoglio formato da 50 muli carichi di grano venne assaltato e saccheggiato da Spinello Firidolfi e dai suoi figli Pepus, Scolaio e Spinello junior. Nello stesso periodo Firenze attraversava un periodo di carestia e quel saccheggio fu il pretesto per scatenare una nuova guerra. L’immediata conseguenza fu che i fiorentini tornarono a Montegrossi e dopo aver conquistato il castello lo rasero al suolo fino alle fondamenta. L'importanza strategica della fortificazione era però enorme e in poco tempo il castello venne ricostruito e nuovamente occupato dai Firidolfi. Infatti faceva parte della catena difensiva dei seguaci dell'imperatore. Federico Barbarossa aveva inserito Montegrossi all'interno di una linea militare composta dalle fortezze di S.Miniato, Fucecchio, Pogni e Semifonte. Nel 1197 i fiorentini acquistarono il castello dai Firidolfi ponendo fine alla guerra. Venne in seguito assediato dalle truppe aragonesi nel 1478 e nel 1530 le truppe di Carlo V lo conquistarono e lo rasero definitivamente al suolo, per evitare che la Repubblica di Firenze potesse usarlo come base per una riconquista della zona del Chianti. Il castello da allora risulta abbandonato. Attualmente sulla cresta del monte svetta imponente la struttura del cassero ai cui piedi sono collocate le pietre della cinta muraria coperte dalla vegetazione. La struttura presenta una porta d'accesso ad un piano rialzato rispetto al terreno da cui si accede all'interno. Sono visibili i capitelli in pietra che reggevano i solai e nella parte nord sono presenti i resti del soffitto a volta di alcuni locali, forse adibiti ad abitazione. Tutto il complesso versa in uno stato di grave abbandono, tanto che la visita all'interno risulta essere molto pericolosa per la possibile caduta di pietre.
La denuncia di Guido Castelli, ex sindaco di Ascoli Piceno: Nella rossa Emilia la ...
Guido Castelli, deputato di Fratelli d'Italia ad una settimana dal voto regionale in Emilia Romagna
Città di Castello (PG) - Borghi d'Italia (Tv2000)
L'itinerario di Borghi d'Italia questa settimana ci porta a Città di Castello, il luogo più rinascimentale dell'Umbria medievale.
Torano Castello - Piccola Grande Italia
Comune calabrese, in provincia di Cosenza, con poco meno di quattromilaottocento abitanti. Il patrono è San Biagio.
30 mar in comune castello strassoldo
Comune di Città di Castello - Consiglio Comunale del 09 Dicembre 2019
Comune di Città di Castello - Consiglio Comunale del 09 Dicembre 2019
CITTA' DI CASTELLO, PERUGIA, ITALY (2 of 3)
Città di Castello è una città di oltre 40.000 abitanti dell'Umbria in provincia di Perugia, principale centro dell'alta valle del Tevere. Molteplici fattori tra i quali la struttura architettonica di spiccato carattere rinascimentale, il numero di abitanti e la densità di popolazione, oltreché la posizione geografica e la parlata dialettale contribuiscono a definire il peculiare carattere della città, culturalmente assai legata alle vicine Toscana e Marche.
Questo video è dedicato alla memoria di Luca Duca del Canoa Club Città di Castello: nella terza parte immagini di archivio degli anni '60 delle prime discese in catamarano e canoa lungo il Tevere da San Sepolcro (Arezzo) fino a Roma.
I Castelli di Conegliano e Susegana (TV)
Il castello di Conegliano è situato sul Colle di Giano e domina l'intera città. In origine fortezza del XII secolo. Oggi sono ancora visibili la torre della Campana, parte dell'antico duomo e parte della cinta muraria. Attuale sede del Museo civico, che conserva opere del pittore Palma il Giovane e del Pordenone. Al suo interno vengono conservati alcuni reperti romani rinvenuti in zona. Si può infine ammirare un plastico in scala del castello ai tempi della Serenissima. Dalla sommità del castello nelle giornate limpide si riesce a vedere la laguna veneta.
Il castello di San Salvatore situato in Susegana (TV) è risalente al 1250 circa. Sovrasta l'omonima collina ceduta dal comune di Treviso ai conti Collalto. Nel 1312, quando il castello era ormai concluso, i Collalto ottennero da Enrico VII la piena giurisdizione sulle contee di Collalto e San Salvatore. Il principato che nacque mantenne larghissima autonomia sino al 1797, con l'arrivo di Napoleone Bonaparte. Come per il castello di Conegliano, anche questa costruzione venne eretta in posizione dominante permettendo il controllo degli abitati sottostanti, le vie di comunicazione e i traffici sul Piave. Venne coinvolto in più circostanze nelle lotte fra Treviso, Padova e Venezia. Al termine della guerra della Lega di Cambrai, il castello perse le sue funzioni militari, divenendo dimora signorile. Essendo in vicinanza del fronte del Piave, durante la Grande Guerra, il complesso subì pesanti sconvolgimenti subendo notevoli interventi, anche distruttivi. Documenti del 1919 descrivevano la situazione post-bellica con un castello quasi interamente crollato e con gravi danni all'oratorio privato, in cui si trovavano affreschi di Tommaso da Modena e del Pordenone. Nel 1943 ebbero luogo radicali lavori di restauro e ricostruzione, conclusi nel 1950-1951. San Salvatore si articola nella cinta muraria merlata, nel blocco di palazzo Odoardo e nella torre grande, assieme alla chiesa di Santa Croce, elementi raccordati ai ruderi di altri edifici.
Vista la posizione di entrambi, si possono ammirare le circostanti campagne venete, prevalentemente coltivate a vigneto e dalle quali viene ricavato il tanto nominato vino Prosecco, conosciuto in tutto il mondo.
(sintesi tratta da vari testi, in particolare Wikipedia)
TORELLA DEI LOMBARDI ( Avellino - Irpinia - Italy ) - IL CASTELLO CANDRIANO - Castle Candriano -
Sulla parte “alta” dell’antico insediamento medievale sorge un Castello di origine longobarda (X- XII sec.) che rinnovato in epoca normanno-sveva (XII-XIII sec.) ha subito ampie ristrutturazioni nel XIII- XIV secolo e nel XIV-XV. L’edificio fu nuovamente restaurato dopo il sisma del 1466, quando furono costruite le due torri cilindriche con base a scarpa, che incorporavano le precedenti torri quadrangolari. Nel XVI-XVII secolo fu realizzata la trasformazione in casa palaziata, ad opera della famiglia Caracciolo. Il castello, distrutto dal sisma del 23 novembre del 1980, è stasto ricostruito: attualmente è la sede del Municipio, di un museo antiquarium archeologico, dell’Associazione Sergio Leone e dell’ufficio turistico dell’Alta Irpinia. Il feudo di Torella e quello di Girifalco sono appartenuti originariamente alla famiglia Saraceno, la cui dinastia testimoniata dal 1151, perse tali territori per essersi schierata con Francesco I nella guera tra la Francia e la Spagna di Carlo V (1521-1529). Torella e Girifalco passarono, alla fine del conflitto, ad Alfonso della Rosa, che li cedette, per 31000 ducati, a Domizio Caracciolo. I Caracciolo acquisirono il titolo di principi di Torella nel 1638. Tra i Caracciolo di Torella va almeno menzionato Giuseppe III ( 1747-1808), uno dei protagonisti della rivoluzione Napoletana del 1799. Con la morte di Giuseppe V (1920), principe di Candriano si estinque la famiglia. Il titolo e il castello passarono al nipote Camillo Ruspoli, figlio della sorella Laura e di Emanuele Ruspoli. Il catello fu poi donato nel 1959 da Terry Margherita Blanc, vedova di Camillo, alla città di Torella. Ricerche archeologiche hanno reso possibile riconoscere le fasi di costruzione, trasformazione e impiego dell’edificio, permettendo di ricostruire aspetti della vita quotidiana testimoniati da manufatti d’uso domestico, residui dell’alimentazione, oggetti riguardanti alcune attuività produttive . La ricerca archeologica ha consentito: il rinvenimento di numerosi manufatti in ceramica da cucina e da mensa: la maggior parte risale al tardo medioevo e ai secoli XVI-XVIII., nonchè al periodo tra il XII- XV secolo. Al pentolame da fuoco (testi, bollitori , tegami e coperchi) si affiancano anfore, brocche, boccali, bacini, coppe e piatti. Legati alla stioria del castello sono i piatti con lo stemma dei Caracciolo, su fondo bianco. La classe ceramica documentata in percentuale maggiore rispetto alle altre è la smaltata monocroma bianca, versione economica delle maioliche a decorazione policroma. Gli scavi hanno restituito monete, oggetti in invetro (calici e bottiglie), in metallo (chiodi, pentole, ditali, coltelli, ferri da cavallo), in terracotta (fuseruole, pipe, biglie) e manufatti in pietra ( proietto, mortaio, frammenti scultorei e architettonici). N.B. la descrizione del castello e' tratta dal sito del Comune di Torella dei Lombardi.
Ho creato questo video con l'Editor video di YouTube ( friend audionautix
Bellissimo e abbandonato, viaggio nel Castello di Sammezzano
Crolli, infiltrazioni e vandali. Non c'è pace per il Castello di Sammezzano, costruzione unica in Italia celebre per la sua commistione di architetture occidentali, arabe, aragonesi, recentemente eletto al primo posto dei Luoghi del cuore del Fai. Dopo il fallimento negli anni Ottanta dell'albergo di lusso che trovava posto fra le sue stanze, l'immobile nel comune di Reggello (Firenze) ha vissuto trent'anni di sostanziale abbandono. I soffitti del secondo piano dell'edificio hanno registrato numerosi cedimenti, ma anche le sue stanze monumentali evidenziano segni di logoramento. Le infiltrazioni dai piani superiori stanno progressivamente danneggiando pareti e ornamenti che, come noto, sono fatte di gesso. Lo stallo nella situazione societaria e giudiziaria del castello non aiuta. La società anglo-italiana Kairos, vantando crediti presso la proprietà Sammezzano Castle, ha chiesto di subentrarvi. Ma il fallimento di quest'ultima, e i tempi della procedura fallimentare, stanno procrastinando i lavori di messa in sicurezza. Il valore del castello è stimato in oltre 20 milioni di euro. . .di Andrea Lattanzi
Comune di Città di Castello - Consiglio Comunale del 28 Novembre 2019
Comune di Città di Castello - Consiglio Comunale del 28 Novembre 2019
CASTELLO DI ALIFORNI (SAN SEVERINO MARCHE, MACERATA, ITALY)
CASTELLO DI ALIFORNI E CHIESA DI SANTA MARIA DELL’ANNUNZIATA (XII e XIII secolo).
San Severino Marche, comune di 12852 abitanti, provincia di Macerata, Marche, Italia.
Percorrendo la strada statale in direzione di Cingoli dal centro di S.Severino Marche si arriva alla frazione di Aliforni, piccolo borgo che comprende al suo interno anche la chiesetta parrocchiale vicina al castello. Il Castrum Alifurni si sviluppa secondo una forma allungata influenzata dalla morfologia collinare su cui è stato eretto. Originariamente di proprietà della diocesi di Camerino fu venduto nel 1247 da Guglielmo, allora vescovo della diocesi camerte, al comune di S.Severino per 600 lire ravennati. Secondo notizie storiche documentate nel 1409 il castello fu posto sotto assedio dal Rettore della Marca, che cercava di imporre sotto il diretto dominio della Chiesa il comune di S.Severino, e parzialmente distrutto. Nel 1445 il castello venne conquistato insieme a quelli di Elcito e Frontale da Smeduccio (ultimo erede della esiliata famiglia Smeducci tornato a S.Severino al seguito del re Alfonso V d’Aragona) nel corso di una tempestiva e infruttuosa invasione che questi effettuò nel territorio sanseverinate per riottenere la signoria perduta circa venti anni prima.
A seguito di questi eventi bellici si sono conservate poche tracce dell’antica fortificazione, solo alcune costruzioni del borgo e la torre principale a pianta quadrata, interamente realizzata in blocchi di pietra arenaria squadrata e impostata su sette livelli alcuni dei quali utilizzati come deposito. Estremamente limitate sono le aperture che lasciano supporre un diverso utilizzo degli ambienti interni oltre che per scopi difensivi e alla sua sommità sono conservati alcuni brevi tratti di beccatelli; ne consegue che sulla sua conformazione originaria si possono avanzare solo supposizioni. Intorno alla torre permangono i resti della cinta muraria il cui perimetro misurava circa 240 metri e dell´abitato medioevale di cui si colgono evidenti segni nelle basse porte, in qualche archivolto in arenaria, o in cotto, e nei gradini scavati nella roccia.La Chiesa di S.Maria dell’Annunziata (chiamata anche la chiesa del castello) è costruita in blocchi di arenaria segati e accuratamente sovrapposti. Fu eretta nel sec. XIII. Lo stile è il gotico a tre navate di identica altezza. Nel 1824 don Alessandro Fiorani, prevosto della chiesa di Aliforni, diede incarico all’artista architetto Ireneo Aleandri (1795-1885) di realizzare il progetto per l’ampliamento e l’opera fu ultimata solo nel 1834. La nuova costruzione è a una sola navata (riccamente affrescata da Guglielmo Ciarlantini di San Ginesio nel 1911) divisa a tre campate, ricevendo luce da tre ampi finestroni semicircolari.
Galleria di immagini con fotografie scattate domenica 23 agosto 2015; protagonisti della passeggiata Vanessa Scataglini, Sergio Sibilla e Veniero Granacci.
Comune di Città di Castello - Consiglio Comunale del 9 Settembre 2019
Comune di Città di Castello - Consiglio Comunale del 9 Settembre 2019