Il treno della vergogna Pendolari marsicani Avezzano Tagliacozzo Roma
Il treno della vergogna Pendolari marsicani Avezzano Tagliacozzo Roma
Rissa Tagliacozzo vs Carsoli in Piazza Obelisco
Rissa a Tagliacozzo vs Carsoli in Piazza Obelisco
Marsica abruzzese: la Valle Roveto (Parte 1 di 2) documentario completo
La valle inclusa tra i Marsi antinati (che Plinio il Vecchio chiamò atinates) vedeva in Antinum (la contemporanea Civita d'Antino) il suo centro principale in epoca italica e fiorente municipio in età imperiale, nonché centro urbano strategico e punto di riferimento amministrativo noto con il nome medievale di Antena. Nell'Alto Medioevo la valle risultò inclusa come il resto della Marsica al ducato di Spoleto, rappresentandone il punto più meridionale situato al confine con Sora e con il ducato di Benevento. Il territorio si trovò coinvolto nelle vicende legate alle scorribande dei Saraceni e delle orde ungare che furono al centro delle lotte sanguinose che segnarono tutto il periodo altomedievale.
Successivamente inclusa nei possedimenti della dinastia dei conti dei Marsi tra il IX e il X secolo si svilupparono i nuclei urbani di Civitella Roveto (all'epoca nota con il toponimo di Petrarolo), Meta, Rendinara, Pescocanale, Morrea e Balsorano. In questi ultimi due centri vennero edificati nel XV secolo dai Piccolomini i castelli che furono scelti come residenza anche dai signori e dai baroni delle epoche successive della contea di Celano e in seguito dagli Orsini e dai Colonna, conti di Tagliacozzo ed Albe[2].
Castello Piccolomini di Morrea
I monti ubertosi della valle visti da San Vincenzo Valle Roveto
Del Giustizierato d'Abruzzo nato nel 1233 fecero parte i centri di Vallis Sorana, Civitas Antinae, Castellum Novum, Morreum, Rocca di Vivo, Rendinaria, Meta, Civitella, Castrum, Capranica, Pesclum Canale[3]. Dal 5 ottobre del 1273, anno della decadenza del distretto con capoluogo Sulmona, il territorio rovetano venne incluso nell'Abruzzo Ultra[4].
Qualche anno dopo l'eversione feudale, esattamente nel 1811 il territorio venne organizzato amministrativamente nel circondario di Civitella Roveto che includeva tutti i comuni rovetani dell'epoca e che fece parte del distretto di Avezzano. Nel XIX secolo il territorio rovetano fu al centro delle vicende dei briganti che attraversavano i passi montani tra San Giovanni Valle Roveto e Collelongo e l'intera valle per raggiungere la Marsica fucense o la fondo valle del Liri.
Dopo l'Unità d'Italia il mandamento di Civitella Roveto di cui fecero parte sei comuni rovetani[5] fu incluso nel circondario di Avezzano. Anche il territorio rovetano fu al centro delle vicende del brigantaggio postunitario fino al 1870[6][7].
Il 13 gennaio del 1915 il terremoto della Marsica segnò profondamente il territorio. Classificato tra i principali sismi avvenuti in Italia causò oltre 30 000 vittime e distrusse quasi completamente decine di centri e in modo irrimediabile i borghi rovetani di Meta Vecchia e Morino Vecchio. Oltre 500 furono le vittime nel territorio della valle Roveto. In particolare i centri di Balsorano, Canistro, Morino, Morrea, San Vincenzo e San Giovanni vennero ricostruiti più a valle delocalizzando le nuove costruzioni nelle vicinanze della strada nazionale n. 82, mentre solo dopo alcuni decenni furono lentamente recuperati i borghi originari posti in altura[8].
Situata sull'asse del fronte di Cassino la valle Roveto subì durante la seconda guerra mondiale bombardamenti a tappeto volti a interrompere le comunicazioni stradali e ferroviari tra la fondo valle del Liri, Sora ed Avezzano[9].
Capistrello fu teatro della tragica vicenda dei 33 martiri torturati e fucilati dai tedeschi[10]. Su queste montagne furono nascosti ed aiutati dai contadini dei borghi montani migliaia di alleati in fuga dal campo di concentramento di Avezzano e da quelli abruzzesi. Emblematiche le vicende eroiche dei fratelli Bruno e Mario Durante e di Giuseppe Testa, giovani partigiani catturati a Meta e Morrea, torturati e uccisi dalle SS per non aver rivelato l'ospitalità delle loro genti ai prigionieri evasi dai campi di concentramento, evitando gravi ritorsioni da parte dei tedeschi[11][12].
Marsica abruzzese: la Valle Roveto (Parte 2 di 2) documentario completo
La valle inclusa tra i Marsi antinati (che Plinio il Vecchio chiamò atinates) vedeva in Antinum (la contemporanea Civita d'Antino) il suo centro principale in epoca italica e fiorente municipio in età imperiale, nonché centro urbano strategico e punto di riferimento amministrativo noto con il nome medievale di Antena. Nell'Alto Medioevo la valle risultò inclusa come il resto della Marsica al ducato di Spoleto, rappresentandone il punto più meridionale situato al confine con Sora e con il ducato di Benevento. Il territorio si trovò coinvolto nelle vicende legate alle scorribande dei Saraceni e delle orde ungare che furono al centro delle lotte sanguinose che segnarono tutto il periodo altomedievale.
Successivamente inclusa nei possedimenti della dinastia dei conti dei Marsi tra il IX e il X secolo si svilupparono i nuclei urbani di Civitella Roveto (all'epoca nota con il toponimo di Petrarolo), Meta, Rendinara, Pescocanale, Morrea e Balsorano. In questi ultimi due centri vennero edificati nel XV secolo dai Piccolomini i castelli che furono scelti come residenza anche dai signori e dai baroni delle epoche successive della contea di Celano e in seguito dagli Orsini e dai Colonna, conti di Tagliacozzo ed Albe[2].
Castello Piccolomini di Morrea
I monti ubertosi della valle visti da San Vincenzo Valle Roveto
Del Giustizierato d'Abruzzo nato nel 1233 fecero parte i centri di Vallis Sorana, Civitas Antinae, Castellum Novum, Morreum, Rocca di Vivo, Rendinaria, Meta, Civitella, Castrum, Capranica, Pesclum Canale[3]. Dal 5 ottobre del 1273, anno della decadenza del distretto con capoluogo Sulmona, il territorio rovetano venne incluso nell'Abruzzo Ultra[4].
Qualche anno dopo l'eversione feudale, esattamente nel 1811 il territorio venne organizzato amministrativamente nel circondario di Civitella Roveto che includeva tutti i comuni rovetani dell'epoca e che fece parte del distretto di Avezzano. Nel XIX secolo il territorio rovetano fu al centro delle vicende dei briganti che attraversavano i passi montani tra San Giovanni Valle Roveto e Collelongo e l'intera valle per raggiungere la Marsica fucense o la fondo valle del Liri.
Dopo l'Unità d'Italia il mandamento di Civitella Roveto di cui fecero parte sei comuni rovetani[5] fu incluso nel circondario di Avezzano. Anche il territorio rovetano fu al centro delle vicende del brigantaggio postunitario fino al 1870[6][7].
Il 13 gennaio del 1915 il terremoto della Marsica segnò profondamente il territorio. Classificato tra i principali sismi avvenuti in Italia causò oltre 30 000 vittime e distrusse quasi completamente decine di centri e in modo irrimediabile i borghi rovetani di Meta Vecchia e Morino Vecchio. Oltre 500 furono le vittime nel territorio della valle Roveto. In particolare i centri di Balsorano, Canistro, Morino, Morrea, San Vincenzo e San Giovanni vennero ricostruiti più a valle delocalizzando le nuove costruzioni nelle vicinanze della strada nazionale n. 82, mentre solo dopo alcuni decenni furono lentamente recuperati i borghi originari posti in altura[8].
Situata sull'asse del fronte di Cassino la valle Roveto subì durante la seconda guerra mondiale bombardamenti a tappeto volti a interrompere le comunicazioni stradali e ferroviari tra la fondo valle del Liri, Sora ed Avezzano[9].
Capistrello fu teatro della tragica vicenda dei 33 martiri torturati e fucilati dai tedeschi[10]. Su queste montagne furono nascosti ed aiutati dai contadini dei borghi montani migliaia di alleati in fuga dal campo di concentramento di Avezzano e da quelli abruzzesi. Emblematiche le vicende eroiche dei fratelli Bruno e Mario Durante e di Giuseppe Testa, giovani partigiani catturati a Meta e Morrea, torturati e uccisi dalle SS per non aver rivelato l'ospitalità delle loro genti ai prigionieri evasi dai campi di concentramento, evitando gravi ritorsioni da parte dei tedeschi[11][12].
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