Giovanni Solimine al Museo Sa Corona Arrubia
Il Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia e l'Associazione Lìberos, presentano 12 proposte di lettura presso il Museo Naturalistico del Territorio G. Pusceddu, una ogni primo fine settimana del mese, con la presenza di autori sardi, italiani o stranieri.
Sabato 7 giugno alle ore 18, presso il Museo del territorio G. Pusceddu, si terrà la presentazione di Senza sapere. Il costo dell'ignoranza in Italia, ultima opera dello scrittore Giovanni Solimine, con l'intervento di Maria Antonietta Mongiu.
A Derek Bok, presidente emerito dell`Università di Harvard , fu attribuita la frase: «Se pensate che l`istruzione sia cara, provate l'ignoranza». L`Italia tagliando più di qualsiasi altro Stato europeo sull'istruzione, paradossale per un Paese avanzato, ha in un certo modo «provato l'ignoranza» nelle scelte strategichedegli ultimi vent`anni. L'istruzione è una risorsa strategica per lo sviluppo europeo, il sistema economico ed è uno strumento essenziale per il miglioramento sostanziale della qualità del capitale umano di tutti i cittadini del continente.
Se un Paese vale per quello che sa, il crescente deficit culturale ha creato un'emergenza che chiede risposte adeguate.
Senza sapere. Il costo dell'ignoranza in Italia
L'Italia sembra non rendersene conto: tutte le statistiche ci ricordano il basso livello di competenze degli studenti e della popolazione adulta, lo scarso numero di laureati e diplomati che il nostro invecchiato e gracile sistema produttivo non è capace di assorbire, la debole partecipazione dei nostri concittadini alla vita culturale. Un Paese povero di risorse materiali e in ritardo dovrebbe investire in formazione più degli altri Paesi. Invece continua a non avere una politica della conoscenza, fondamentale per la costruzione del nostro futuro: gli investimenti in istruzione e ricerca ci costerebbero meno di quanto ci costa l'ignoranza. Questo è il paradosso di un'Italia senza sapere.
Giovanni Solimine insegna presso l'Università di Roma La Sapienza, dove dirige la Scuola di specializzazione in beni archivistici e librari ed è Senior Research Fellow della Scuola superiore di studi avanzati. Si occupa di progettazione e gestione di servizi bibliotecari, di biblioteche digitali, di cultura editoriale e promozione della lettura, di information literacy. Ha presieduto l'Associazione Italiana Biblioteche ed è attualmente presidente del Forum del libro. Autore di numerosi volumi, per i nostri tipi ha pubblicato L'Italia che legge (2010) e La biblioteca. Scenari, culture, pratiche di servizi (2010).
Evento realizzato in collaborazione con Sa Corona Arrùbia -- Consorzio turistico della Marmilla, Editori Laterza, AIB e la libreria Sa Tellaja di Pauli Arbarei.
QOM-'ED-JAH Personale di Giuseppe Bosich al Museo Sa Corona Arrubia
Fonte di ispirazione per decine di artisti di ogni luogo e di ogni tempo La Comedìa, conosciuta soprattutto come Commedia o Divina Commedia, è da sempre oggetto di omaggio da parte del mondo dell'arte. E' infatti raro che qualsivoglia artista non abbia mai avvertito la suggestione del poema dantesco che, per la molteplicità di situazioni, personaggi e riferimenti risulta adatto per infinite interpretazioni.
In occasione di un nuovo appuntamento con Arte52 si ripercorreranno le tre cantiche, Inferno, Purgatorio e Paradiso grazie ad un artista le cui seducenti opere sono già note alle sale di questo museo: Giuseppe Bosich. Allora, nel 2003, propose al museo la mostra I.N.R.I. (Igne natura renovatur integra) la prima grande mostra con opere totalmente inedite dopo che un incendio distrusse il suo atelier di Ghilarza, oggi, a undici anni di distanza, offre una rivisitazione in chiave alchemica della Divina Commedia, nuovamente con una produzione recentissima di opere mai esposte prima al pubblico.
L'inaugurazione della personale QOM-'ED-JAH si è tenuta venerdì 9 maggio alle ore 18 presso il Museo Naturalistico del Territorio G. Pusceddu, con la presenza dell'Artista, dello scrittore Antonio Agresti che ha curato la parte critica e con intervento dell'eclettico artista oristanese Filippo Martinez, già regista di Sgarbi quotidiani e altre trasmissioni di Mediaset.
Giuseppe Bosich, nato a Tempio Pausania nel 1945, presenta la mostra QOM-'ED-JAH, (variante dell'augurio templare): comedia -- come-di'a -- com'e' dia! (ovvero: divina, luminosa. illuminatrice). Si tratta di un'analisi delle tre cantiche: l'Inferno: dice sterilita'; il Purgatorio: dice fuoco che purga, che raffina; il Paradiso: dice le alte ed evergreen praterie dei beati. Giuseppe Bosich presenta per ora 12 + 12 + 12 zoodiaci, di crescente Ascensione: dalla fumana e ruggine e fuliggine degli inferi alla mezza-luce dei purgantisi, che spiano un raggio di luce verace, che non sia né quella elettrica, né quella luciferina della Bell'époque.
Se la caverà il Maestro, affrontando le varie belve che intralciaron la via al Fiorentin fuggiasco ed ora a lui, se la caverà senza un energico endurico digiuno? Ignoramus.
L'esposizione si potrà visitare fino al 8 giugno 2014
Arte52 Serendipità Personale di Francesco Cubeddu al Museo Sa Corona Arrubia
Le quadrografie dell'artista, un ibrido tra pittura e fotografia, stampate sulla tela per accentuarne l'ambiguità, rappresentano un omaggio alla terra, la nostra vera madre dalla quale tutti proveniamo e alla quale tutti, chi prima chi dopo, torneremo ma, anche un modo per chiederle perdono per tutto il male che noi umani, suoi figli ingrati, le stiamo causando.
Tutto quello che utilizziamo per delimitare lo spazio a terra, visto dall'alto perde il suo significato, dalla prospettiva aerea i muri, le recinzioni, i corsi d'acqua si trasformano in linee, curve, figure geometriche di diversi colori che formano delle immagini pittoriche, dei veri e propri quadri che l'uomo ha creato in modo del tutto inconsapevole con le sue attività legate alla terra, un effetto inaspettato del suo sfruttamento che, assieme alla natura, con le sue stagioni, i suoi sui ritmi, i suoi eventi meteorologici ci fa apparire la superficie terrestre come una tela sulla quale sono dipinte immagini in perenne cambiamento, come queste, piccolo esempio di quello che la visione aerea ci rivela. Dall'alto scopriamo che la terra non è composta da una serie di tasselli ben distinti come pianure, rilievi, foreste e deserti, mari e fiumi, come fosse un immenso mosaico ma è un unico organismo che solo la nostra visione terrestre tende a suddividere.
La personale Serendipità si può visitare da venerdì 7 marzo fino al 6 aprile 2014 presso il Museo Naturalistico del Territorio G. Pusceddu.
Questa mostra è un caso di serendipità, ovvero nasce dallo scoprire una cosa non cercata e imprevista mentre se ne sta cercando un'altra. L'autore delle opere, Francesco Cubeddu, nato a Seneghe nel 1956, è infatti un escursionista, pilota di parapendio e paramotore che si occupa di fotografia aerea con particolare predilezione per i siti archeologici e il territorio della Sardegna. Analizzando le sue foto aeree salta però agli occhi una stranezza: le linee formate dai muri a secco o dalle recinzioni, i filari delle piantagioni, le arature dei campi e, di solito qualsiasi cosa dove l'arte dell'uomo abbia messo il suo ingegno sembra formare delle figure geometriche che sorprendentemente sono simili ad opere di arte astratta. Da qui è nata l'idea di raccogliere queste insolite fotografie e presentarle stampate su tela come dei quadri che Cubeddu ama chiamare quadrografie.
Mammut e dinosauri al Museo Sa Corona Arrubia
Museo Sa Corona Arrubia (Sardegna) a 50 km da Cagliari
Mostra al tempo dei Mammut sino al 15-12-2009
Dopo un percorso a tappe nei musei internazionali più prestigiosi, sbarca per la prima volta in Italia una delle esposizioni paleontologiche più importanti al mondo.
Organizzata in collaborazione col Paleontological Institute of the Russian Academy of Sciences e con lInternational Academic Agency Nauka di Mosca, la mostra - allestita in tre suggestive sezioni dal pool fiorentino di manager darte di Contemporanea Progetti - si incentra sugli esemplari di mammut rinvenuti in Siberia e si articolerà in quattro grandi padiglioni, arricchiti da uno spettacolare allestimento (con ricostruzioni degli ambienti, filmati di approfondimento, musiche e suoni di sottofondo), studiato appositamente dagli esperti del Museum of History di Seul, per offrire a tutti coloro che vi parteciperanno unesperienza unica e irripetibile nella quale immergersi totalmente.
Con questa mostra, composta da più di 80 pezzi, il Museo si propone di raccontare il mondo e la vita di questi mastodontici animali preistorici, illustrando in modo semplice e coinvolgente ogni aspetto della loro esistenza, il rapporto con le popolazioni primitive e le cause della loro misteriosa scomparsa avvenuta durante l'ultima glaciazione.
Pezzo forte della mostra sono gli scheletri di mammut (completamente montati) appartenenti alla nota Sevsk Collection: gli ultimi esemplari di Mammouthus primigenius, provenienti dalla Russia centrale di 14.000 anni fa. Inoltre, sono presenti alcuni scheletri di dinosauri (un tarbosauro che misura 650 х 200 х 450 centimetri) e alcuni fossili locali tra cui segnaliamo quello del mammut nano sardo.
L'esposizione sarà ulteriormente arricchita da alcuni laboratori didattici per i bambini e i ragazzi delle scuole: alcuni provenienti dal Museo di Storia Naturale di Parigi, altri ideati espressamente per l'evento sardo.
museosacoronarrubia.it
Mostra sulla storia delle Olimpiadi al Museo Sa Corona Arrubia
museosacoronarrubia.it- Dal 9 marzo al 30 settembre 2012 il Museo Naturalistico del Territorio Giovanni Pusceddu ospita quest'anno una delle mostre più interessanti del 2012 Da Atene a oggi:le sfide olimpiche. Una straordinaria esposizione, l'unica in Italia dedicata al tema delle Olimpiadi, che avuto il riconoscimento dal C.O.N.I. (Comitato Olimpico Nazionale Italiano) beneficiando del patrocinio morale.
La storia delle Olimpiadi moderne è il racconto di uno dei più emozionanti e affascinanti viaggi compiuti dall'uomo. L'amicizia, la sfida basata sulla fatica, sulle qualità individuali e sulla lealtà, il rispetto verso i nostri simili, il rifiuto di ogni discriminazione basata sulla razza, sulla religione, sull'opinione politica, sul sesso, sono alcuni fra i più nobili principi dell'olimpismo. Anche questa esposizione riproporrà con forza l'attualità dei valori olimpici in quanto contributo insostituibile nel difficile lavoro di costruzione di un mondo migliore. La mostra presenterà tutte le discipline olimpiche della prossima edizione dei Giochi che si terrà a Londra. L'esposizione comprenderà non solo la gran parte delle attrezzature utilizzate nelle gare, ma anche quelle utilizzate dagli atleti per la preparazione fisica in palestra. I visitatori potranno vedere e toccare gli oggetti che contribuiscono alla conquista di record e primati, cimentandosi con tecnologie avanzate e gareggiando all'interno dell'esposizione stessa. Le infinite pagine di curiosità, di record, di vicende quasi incredibili che hanno accompagnato i Giochi Olimpici diventeranno giochi interattivi ideati in occasione di questa esposizione, aiutando grandi e piccoli a conoscere la storia olimpica divertendosi e con la possibilità di conquistare i premi in palio.
Potremo ammirare anche alcuni reperti storici autentici provenienti dal mondo olimpico, che ci faranno tornare indietro nel tempo per rivivere gli attimi di tensione e di grande impegno di atleti e di atlete che hanno partecipato alle competizioni olimpiche.
Uno spazio assai suggestivo sarà dedicato al plastico dello Stadio Panathinaiko di Atene, sede della prima edizione delle Olimpiadi moderne e ancora oggi splendido monumento ben conservato e in grado di ospitare oltre 60.000 persone in appuntamenti con lo sport e la cultura.
Per gli ospiti più piccoli sarà allestito uno spazio ricco di attività divertenti e tutte ispirate alle discipline olimpiche.
Roberta Corradin: Éntula al Museo Sa Corona Arrubia
Il Museo Naturalistico del Territorio “G. Pusceddu”, sabato 4 ottobre ha ospitato Roberta Corradin, autrice di “La repubblica del maiale” (Chiarelettere), con la presentazione di Gabriele Littera.
Il ritratto dell’Italia nel secondo Dopoguerra è quello di un Paese distrutto, che si riprende velocemente e ricomincia con una qualità della vita rinnovata dal boom economico. I mutamenti si riflettono e intersecano anche nelle tavole degli italiani: i gusti, le “mode alimentari” e il rapporto con il mondo della cucina diventano un fattore di riferimento per raccontare i mutamenti politici, economici e sociali della società italiana negli ultimi sessant’anni.
L’AUTRICE Roberta Corradin è nata a Susa nel 1964. Nel 1989 ha cominciato a lavorare nei fumetti: «Lupo Alberto», «Cattivik», «Sturmtruppen», «Blue», e l’immancabile «Linus». Nel 1992 diventa lavoratrice anomala ante litteram, e da allora, per circa un lustro, scrive di pseudopsicologia da bar e da parrucchiere per svariate testate femminili. Nel 1995 esce il suo primo libro, Ho fatto un pan pepato... ricette di cucina emotiva (Zelig). In seguito pubblica Un attimo, sono nuda, una storia umoristica misogina (Piemme); Le cuoche che volevo diventare (Einaudi), Tradizione Gusto Passione (con Paola Rancati, Silvana Editoriale) e scrive di viaggi e di cucina per testate tra cui «l’Espresso», «Gambero Rosso», «D La Repubblica delle donne», e altre. Traduce narrativa e saggistica dal francese e dall’inglese. Ha risolto un decennio di nomadismo occidentale tra New York, Parigi, Roma e la Sicilia sudorientale a favore di quest’ultima, dove insieme al marito porta avanti un progetto di fattoria permaculturale e gestisce un ristorante di mare a Donnalucata.
IL LIBRO La repubblica del maiale (Chiarelettere) Una controstoria italiana, dal varo della Costituzione alla fine della Seconda repubblica. Una lettura fatta di aneddoti, personaggi, fatti, mode e tic. Una cavalcata di decennio in decennio, dalla fine della fame del dopoguerra alla scoperta del cibo sano e leggero complice la crisi economica di oggi, su e giù sull'ottovolante Italia che ci ha regalato emozioni a non finire tra alta cucina e bassa politica. lo sguardo obliquo di un'affermata critica gastronomica e appassionata cittadina, attenta alle ideologie, di tutti i tipi, ci regala un'Italia mai vista così, un po' a tavola, in casa e al ristorante, e un po'tra i banchi del parlamento e al supermercato. Dal primo Autogrill all'ultima ossessione culinaria, ecco il ritratto sorprendente dell'italiano medio. Di come siamo e da dove veniamo. Comprese le ricette che hanno fatto epoca, sarebbe un peccato dimenticarle.
Evento realizzato con il contributo di
Regione Autonoma della Sardegna
Assessorato della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport
Assessorato del turismo, artigianato e commercio
Banca di Sassari
Sa Corona Arrùbia - Consorzio turistico della Marmilla
e in collaborazione con Chiarelettere e la Piccola libreria Sa Tellaja di Pauli Arbarei
SA CORONA ARRUBIA - seconda parte
SA CORONA ARRUBIA - seconda parte
MULTIVISIONI -- Personale di Paolo Piria al Museo Sa Corona Arrubia
Nuovo evento in collaborazione con sARTegna contemporanea per Arte52. Lungimirante e articolato, Arte52 è un progetto culturale molto impegnativo dal punto di vista organizzativo, consiste infatti nella realizzazione di 52 mostre d'arte in un anno, una alla settimana, e della durata un mese. Gli artisti coinvolti sono sardi, volutamente appartenenti a diverse generazioni e attualmente operanti nel territorio regionale anche se residenti in Italia o all'estero.
Non solo pittura, ma un vero e proprio compendio delle arti visive utilizzate da ciascun artista come strumento straordinario per capire la complessità in cui l'uomo vive, non più misurabile solo con gli strumenti razionali, ma anche attraverso quella dimensione di sensibilità che l'arte esprime.
L'inaugurazione della personale Multivisioni si è tenuta venerdì 25 aprile alle ore 18 presso il Museo Naturalistico del Territorio G. Pusceddu, l'esposizione si potrà visitare fino al 25 maggio 2014.
Paolo Piria nasce ad Alghero nel 1968. Nelle opere, dove è assente l'ovvietà accademica, l'artista attraverso l'uso sapiente di colori e materia riesce a dare vita a soluzioni formali originali, ad un microcosmo pulsante analogo al groviglio dell'esistenza, frutto sicuramente di scelte intime ed emotive. Opere come diari visivi, delicate nei passaggi, cromatiche e vigorose nelle composizioni finali che rappresentano tocchi di mordente: tagli luce-colore che conferiscono alla materia vibranti flussi sensori.
ARRASTU Personale di Sergio Putzu al Museo Sa Corona Arrubia
Nono appuntamento con Arte52: venerdì 14 marzo si inaugura ARRASTU, la personale di Sergio Putzu. L'artista propone trenta opere di dimensioni notevoli (cm.180-120) e tre trittici (cm.360-180) in cui racchiude 40 anni della sua pittura ed un omaggio a Michelangelo.
La mostra si potrà visitare da venerdì 14 marzo fino al 13 aprile 2014.
Questa mostra è un inno alla vita ed è un canto all'arte che ne segue i palpiti, che respira, procede con essa. Sembra cantarci, Sergio Putzu, con le sue note sublimi con cui s'accompagna nel suo tempo, la grande avventura dell'umanità che trionfa con l'arte.
Siamo davanti ai quadri immensi di Sergio Putzu, i dipinti che ci raccontano la nostra eroica vita di uomini di un globo terracqueo in cui lasciamo e custodiamo le tracce del nostro passaggio, nell'arena come nella pietra, nell'acqua come nell'aria, nel fuoco come nel metallo, nel legno come della carta, nel vetro come nella plastica, fino a quell'assolutezza interiore che ci separa dal concreto reale in un'astrazione in cui, attraverso l'arte, recuperiamo la nostra esistenza vittoriosa contro i soprusi dell'inganno, dello strapotere, della guerra, del bisogno e della fame, cose che, altrimenti, ci avrebbero sepolti o ci seppellirebbero per sempre.
Sa Corona Arrubia nella trasmissione tv Geo & geo
Lunedì 27 aprile Geo&geo , programma di natura e scienza di Rai Tre , condotto ogni pomeriggio in diretta da Sveva Sagramola ha dedicato un bel servizio sulla mostra Al tempo dei mammut. L'esposizione sui mammut e dinosauri viene ospitata dal Museo Sa Corona Arrubia(Sardegna) sino al 14 giugno 2009.
Festival Éntula: Elisa Ruotolo al Museo Sa Corona Arrùbia
Il Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia e l’Associazione Lìberos, presentano 12 proposte di lettura presso il Museo Naturalistico del Territorio G. Pusceddu, una ogni primo fine settimana del mese, con la presenza di autori sardi, italiani e stranieri. L’appuntamento di domenica 3 agosto alle ore 18 presso il Museo Naturalistico del Territorio “G. Pusceddu” prevede la presentazione di “Ovunque, proteggici” ultima opera di Elisa Ruotolo con la partecipazione di Maurizio Onnis
L’evento rientra anche nell’ambito del Festival letterario diffuso “Éntula”, manifestazione giunta alla seconda edizione che si prefigge di portare in vari luoghi della Sardegna voci diverse, racconti ed esperienze, soprattutto in quelli normalmente esclusi dai grandi circuiti, per rendere ordinario lo straordinario e centro le periferie.
IL LIBRO Ovunque, proteggici (Nottetempo)
In una giornata qualsiasi dei suoi cinquant’anni, Lorenzo Girosa riceve una lettera in cui qualcuno mostra di conoscere un segreto che da anni ha smesso di tormentarlo: un delitto commesso quando era poco più che bambino. Tentando di riannodare i fili di quell’epoca remota, Lorenzo racconta della grande villa in cui ha vissuto, generosa negli spazi ma gravata dalla malasorte di casa senza figli, e della sua famiglia fatta di uomini inconcludenti e donne compromesse. È la storia del nonno Domenico che cerca fortuna in America, di suo padre Nicola che senza un mestiere e un talento diventa un rude saltimbanco chiamato Blacmàn, di sua madre Francesca che scappa di casa per andare sulla pubblicità del sapone LUX. Tutti loro rivivono nello sguardo di Lorenzo che, nascosto dietro le tende di una Villa Girosa ormai deserta, è ben determinato a proteggere quanto di oscuro c’è nel proprio passato. Con una prosa classica e una lingua di carne, “Ovunque, proteggici” denuncia la forza di un destino che è scelta e di un sangue che si riconosce solo nelle ferite.
Elisa Ruotolo è nata nel 1975 a Santa Maria a Vico (Ce) dove vive tuttora. Insegna Italiano in una scuola superiore. Ha esordito per nottetempo nel 2010, con la raccolta Ho rubato la pioggia, vincitrice del Premio Renato Fucini e finalista al Premio Carlo Cocito 2010. Nel 2014 ha pubblicato “Ovunque, proteggici”, selezione Premio Strega 2014.
Evento realizzato in collaborazione con Sa Corona Arrùbia – Consorzio Turistico della Marmilla, Associazione Lìberos, Casa editrice Nottetempo e la libreria Sa Tellaja di Pauli Arbarei.
Gli Etruschi-Un'antica civiltà rivelata- Sa Corona Arrubia
Breve filmato girato nel Museo del territorio Sa Corona Arrubia( Sardegna). Dal 18 dicembre 2007 al 30 giugno 2008 per la prima volta in Italia vengono esposti oltre 500 pezzi sulla civiltà etrusca.subiddanoesu.it
TENSIONI Personale di Stefano Masili a Sa Corona Arrubia
All'origine dell'arte vi è un profondo legame tra uomo e natura la quale, col suo carattere misterioso e magico, le sue dinamiche non sempre visibili e comprensibili, diventa un mondo da esplorare attraverso l'arte. Questo artista sceglie come unico soggetto dell' esposizione colei che già ispirò poeti quali Federico Garcia Lorca ed Eugenio Montale: l'agave. Una pianta dalla bellezza elegante e dotata di un'intensa capacità di adattamento in ambienti sfavorevoli. La sua forza è tale dal crescere vigorosa e rilasciare i polloni che daranno nuovamente vita fino a raggiungere, dopo parecchi anni, l'unica fioritura della sua vita con la quale terminerà la propria esistenza. Con le sue opere, Stefano Masili ben rappresenta la metafora del ciclo vitale dell'uomo che, proprio come l'agave, cerca di resistere alle condizioni avverse che spazzano la sua vita nello sforzo continuo di dare il meglio di sé.
L'inaugurazione della personale TENSIONIsi terrà venerdì 6 giugno alle ore 18 presso il Museo Naturalistico del Territorio G. Pusceddu e si potrà visitare fino al 6 luglio 2014.
Dietro le foglie raggrinzite, sotto i filamenti e gli aculei pungenti....nel cuore dell'oscurità ha vita l'incanto! Stefano Masili, nato a Carbonia nel 1952, rende le sue figure plasmabili, distorcendole e sottoponendole ad uno sforzo di trazione. In un atto liberatorio lascia quindi spazio alle Tensioni: bordi frastagliati e vibranti divengono linee nette, ferme e gelide. La vita si congela, ibernata in un istante e protesa all'infinito. Ombra e luce si fondono e si annullano. I colori perdono le sfumature e diventano essenziali. Linee e forme si sublimano rendendosi pure, assolute. Siamo al centro dell'immagine. Siamo dentro le fibre stesse della tela, parte stessa dell'Agave.
Mostra concorso Biennale d’arte internazionale Roma al Museo Sa Corona Arrùbia
L’associazione Morsi d’arte in collaborazione con Ciac Centro Internazionale Artisti Contemporanei e il Consorzio Turistico Sa Corona Arrùbia organizza la collettiva: “Biennale d’arte internazionale Roma, tappa unica regione Sardegna”.
La mostra è stata inaugurata sabato 8 aprile 2017 presso il Museo Naturalistico del Territorio “G. Pusceddu Museo Sa Corona Arrùbia, e si potrà visitare fino al 7 maggio 2017.
La manifestazione ha l’obiettivo di selezionare un pool di artisti che rappresenteranno la Sardegna alle selezioni finali della XII Mostra d’arte internazionale, che si svolgerà dal 20 al 29 gennaio 2018 nelle prestigiose “sale del Bramante” in Roma, con il principio base di favorire la circolazione e la divulgazione dell’arte e degli artisti al di fuori del territorio Regionale.
La fase preselettiva delle opere è stata diretta dai curatori Ilaria Giacobbi e Alberto Severino.
Gli artisti selezionati tra pittori fotografi e scultori sono 46
1. Fazio Serena
2. Triverio Andrea
3. Giovanna Macciocco
4. Cesare Cabiddu
5. Giorgio Corso
6. Marisa Mura
7. Deserra Mario
8. Stefano Pani
9. Ziranu Roberto
10. Giovanni Paddeu
11. Salvatore Pintus
12. Giovanni Mattu
13. Clay Ferrarese
14. Gavino Piana
15. Patrizia Palitta
16. Orlando Tocco
17. Luigi Curreli
18. Ettore Aldo Del Vigo
19. Mariacecilia Angioni
20. Ilaria Aprile
21. Maria Cristina Fasulo
22. Walter Mura
23. Francesco Cadeddu
24. Fabio Alfonso
25. Stefano Masili
26. Lorenzo Stea
27. Federico Fadda
28. Alberto dal Cerro
29. Ugo Serpi
30. Mario Biancacci
31. Tiziana Chelo
32. Andrea Milia
33. Ana Maria Serna
34. Elfriede Daeuber
35. Antonio Milleddu
36. Gianni Lardieri
37. Maria Grazia Medda
38. Marina Desogus
39. Roberto Montisci
40. Mercedes Pitzalis
41. Stefani Nicolamme
42. Maria Rosanna Cafolla
43. Neuma Project (Cinzia Carrus e Nicola Marongiu)
44. Silvia Fogu
45. Magnum Caos
46. Severino Braccialarghe
SEVEN -- I 7 vizi capitali Personale di Davide Pilia al Museo Sa Corona Arrubia
Prosegue la collaborazione di successo con sARTegna contemporanea che propone, per questo nuovo appuntamento con Arte52, la personale di Davide Pilia curata da Giovanni Corbia.
L'esposizione propone una serie di gigantografie inedite, stampate a Roma con tecniche speciali ad altissima risoluzione, incentrate su diversi soggetti, ma soprattutto sul tema che dà il nome alla mostra e che reinterpreta, in chiave contemporanea, i sette vizi capitali. Si tratta di opere simbolo, a metà strada tra la fotografia e la pittura, che trattano il tema dei vizi quali abitudini dannose, ai quali l'uomo di tutti tempi, compreso quello contemporaneo, si abbandona in quanto essere imperfetto.
Il primo a delineare i sette vizi capitali fu Tommaso d'Aquino il quale li definì tali perché essi ne originano altri e quindi, chi si macchia di queste colpe, difficilmente riesce poi a fermarsi e fare ammenda. Aristotele invece li definì gli abiti del male. Secondo il filosofo, i vizi deriverebbero dalla ripetizione di azioni che creano nel soggetto che le compie una sorta di abito che lo inclina verso una direzione o delle abitudini. Poiché derivano dai vizi non possono essere promotrici di una crescita interiore e spirituale, ma vere e proprie malattie dello spirito.
L'inaugurazione della personale I sette vizi capitali si terrà venerdì 04 aprile alle ore 18 presso il Museo Naturalistico del Territorio G. Pusceddu, l'esposizione si potrà visitare fino al 04 maggio 2014. Al vernissage si accompagnerà il finissage della personale Serendipità di Francesco Cubeddu.
Nelle immagini dei sette vizi capitali il liquido rappresenta l'uomo ( in quanto l'uomo è composto dal 70% di acqua).Questo liquido persistente nel suo attaccamento, è tetro e scuro in rappresentanza dei lati più oscuri ed in ombra dell'uomo. Il liquido scorre sul vizio come per abbracciarlo, colando denso, avido di materia. E l'uomo si abbandona all'illusione di possesso ciò che in realtà lo possiede poiché nella sua fluidità non riesce mai a fissarsi sull'oggetto.
Halogen heater
Halogen heater at the bar of the Sa Corona Arrubia museum near Villanovaforru, Sardinia, Italy.
Monte Arci parco eolico (vista nord-ovest)
Archaeological site of Genna Maria -Villanovaforru-
SONG:
soundcloud:
Un imponente monumento di 3500 anni fa ha dato lustro a Villanovaforru: sorge in Marmilla, area densa di testimonianza nuragiche, nel centro-sud della Sardegna.A oltre 400 metri d’altezza, immerso in parco alberato profumato da essenze mediterranee, domina l’intera Marmilla: la vista arriva sino al golfo di Oristano a ovest e sino a Cagliari, distante 50 chilometri, a sud. Il complesso nuragico di Genna Maria sorge a controllo del territorio su una collina a un chilometro da Villanovaforru, paese, fondato sotto la dominazione spagnola, divenuto famoso dopo la sua scoperta a metà del Novecento. È un nuraghe a struttura complessa: in origine, nel XV secolo a.C., un torrione centrale (alto dieci metri) con camera interna era circondato da un bastione a tre grandi torri unite da spesse mura, che tuttora racchiudono un cortile con pozzo in parte scavato nella roccia. In una seconda fase, agli inizi del Bronzo recente (XIII secolo a.C.), la torre fu racchiusa e parzialmente rifasciata da un bastione di quattro torri con feritoie. A sua volta l’antemurale quadrilobato, che presumibilmente aveva funzione difensiva, fu racchiuso (XI a.C.) da una possente cinta muraria a sei torri angolari. All’interno e all’esterno di essa c’è il villaggio, nato attorno al X a.C. e costruito in più fasi, come testimonia l’evoluzione delle abitazioni. Le capanne più recenti hanno strutture complesse a pianta centrale, con vani ellittici, quadrangolari e rettangolari, funzionali e decorati con varie forme. Eccezionale è la ‘casa a corte centrale’, ampia 150 metri quadri e suddivisa in ambienti che convergono in un unico cortile.
Il complesso rimase a lungo spopolato nell’età del Ferro, poi, in epoca punica-romana (dal IV a.C.), fu usato per scopi votivi in onore di Demetra e Core: nel cortile a cielo aperto si compivano cruenti sacrifici, mentre al centro del vano c’era il sacello destinato a simulacro ed ex voto dei fedeli. I preziosi reperti, ben 600 lucerne, monete, vasi vitrei e fittili, fiasche, brocchette, portabrace, pintadere, coppe di cottura, macine, ossa animali, sono riferibili a sette secoli di frequentazione e testimoniano l’operosità della comunità nuragica e post-nuragica. Oggi sono custoditi in un’elegante palazzina ottocentesca al centro del paese, un tempo ‘monte granatico’, divenuta museo archeologico Genna Maria. Espone anche i ritrovamenti prenuragici, nuragici, punici, romani e tardoantichi provenienti da insediamenti, necropoli, tombe monumentali dei paesi della Marmilla che formano il consorzio sa Corona Arrubia. All’interno rivivrai le fasi di vita quotidiana dei popoli nuragici e l’evoluzione dei riti sacri, sino a quelli romani e bizantini.
Presentazione mostra chiese campestri
Mostra Chiese Campestri-Villanovaforru
L'intento della mostra è quello di promuovere la conoscenza di questi monumenti, importanti dal punto di vista storico, architettonico nonché religioso, per preservarli e valorizzarli.
Anche nelle campagne del Medio Campidano sono infatti numerose le chiesette, alcune delle quali sconosciute perfino agli stessi abitanti della Provincia; risalenti a secoli or sono o costruite in epoca moderna, tutte hanno una loro storia e una loro particolarità, ma allo stesso tempo qualcosa le accomuna: la campagna che le circonda e che si anima in occasione delle feste religiose, che ancora oggi sono manifestazioni di profonda devozione. I visitatori percorreranno, attraverso oltre cinquanta immagini, un suggestivo itinerario campestre alla scoperta di chiese romaniche, bizantine, di architettura spontanea, parrocchie di borghi rurali ancora abitati o di antichi villaggi scomparsi, ruderi consumati dal tempo e luoghi di culto incastonati fra le bellezze naturalistiche della zona; inoltre saranno invitati a partecipare ad un simpatico concorso con la possibilità di vincere la Guida illustrata alle Chiese Campestri del Medio Campidano.
La mostra sarà visitabile dal 4 aprile al 31 maggio dalle ore 9.30 alle 13.00 e dalle 15.30 alle 19.00. Chiuso il lunedì.
I dinosauri - Museo del Territorio
Sa Corona Arrubia
anno 2000