Pescosansonesco [PE]
Pescosansonesco è un paese dell'entroterra abruzzese di 550 abitanti, posto tra il Gran Sasso e la Maiella ad una altitudine di 540 metri slm. Il territorio si estende su una superfice di 18,4 kmq con una escursione altimetrica di oltre 1.100 metri fino a 1405 m. slm. Gran parte del centro abitato è posto all'interno del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga, con una magnifica veduta sull'alta Val Pescara.
La generosità del clima, lo straordinario paesaggio e la lontananza da ogni tipo di inquinante, permettono una vivibilità straordinariamente sana e piacevole.
Il paese è composto da due nuclei abitati principali, che distano poco meno di 2 km l'uno dall'altro.
Il vecchio borgo di Pescosansonesco, attualmente quasi disabitato è stato edificato nel Medioevo ed il suo nome deriva dalla parola Latina pensulum che significa pietra sporgente. Infatti tutto l'agglomerato urbano è situato su una grande roccia che, all'epoca, rappresentava una vera fortificazione contro le invasioni nemiche. L'ingresso al borgo era possibile solo attraverso tre porte di accesso che, durante la notte e nei momenti di bisogno, erano sbarrate da robusti portoni. Nel 1934 questa fortezza naturale ha avuto un cedimento ed ha coinvolto gran parte del centro abitato. Il fenomeno franoso è stato causato in massima parte dall'azione della faglia che attraversa il territorio comunale in direzione nord-sud.
Le autorità dell'epoca, nel timore che anche il resto del paese potesse essere investito dal fenomeno franoso, dichiararono l'intero centro abitato pericolante e disposero il trasferimento di tutti gli abitanti. Furono pertanto costruite nuove abitazioni a circa due chilometri di distanza.
In questo caratteristico e suggestivo luogo sono nati molti personaggi e tra questi meritano di essere citati un santo, un poeta ed un nobile progressista. I loro nomi sono: Nunzio Sulprizio, Alfredo Luciani e Pietro Troiani, dei quali in altre pagine è possibile leggere brevi biografie.
In passato il territorio di Pescosansonesco, posto in prossimità di importanti valichi appenninici, è stato fatto oggetto di attività di molti popoli antichi, che hanno lasciato tracce tuttora visibili.
C'è la ragionevole certezza che la parola Italia sia stata pronunciata per la prima volta, proprio sull'attuale territorio di Pescosansonesco; esattamente a Monte Picca dove i capi tribù di alcuni popoli italici nel 91 a.c. si riunirono per giurarsi fedeltà e muovere contro Roma con la famosa GUERRA SOCIALE.
Pescosansonesco - Abruzzo
Tra cielo e terra .Beato Nunzio Sulprizio
Aprile 2016
Il Giubileo del Beato Nunzio a Pescosansonesco
di Antonio Alfredo Varrasso
Il 1° dicembre 1963, durante la seconda sessione del Concilio Vaticano II, il papa Paolo VI (1897-1978), pontefice dal 21 giugno 1963, elevava agli onori degli altari Nunzio Sulprizio di Pescosansonesco, con il titolo di 'beato'. Si apre, così, proprio nel corrente mese di dicembre, in Pescosansonesco, ma direi per l'intero Abruzzo e non solo, un anno giubilare che andrà a concludersi alla naturale scadenza, nel dicembre 2013; un giubileo dalle intense venature religiose e spirituali, ma anche, per noi conterranei di Nunzio, contrassegnato dal doveroso impegno culturale a saperne meglio e di più sulla sua biografia e sulla società del suo tempo. E' un po' come, sul versante culturale, lo stesso avvertito Pontefice ebbe modo di dire, evocando il problema della santità nei tempi moderni, durante la cerimonia di beatificazione, in San Pietro, a proposito, tra l'altro, dello studio della vita dei santi - e, nel caso specifico, con un forte richiamo a quella attualità sociale - cioè che la vita del nostro tempo, nella quale il giovane ed il lavoratore occupano posizioni rappresentative ed operative di prima importanza è tale per cui, esaminando la sua, di Nunzio, facciamo anche la nostra storia, conosciamo meglio noi stessi! Era lo spirito stesso del Concilio, in un certo senso, a chiedere 'sostegno' al nuovo beato!
Ma Nunzio Sulprizio non godeva, né gode - possiamo ben dirlo - di una rigorosa ed esaustiva biografia! 'Breve e scolorita biografia di Lui', infatti, è quella che lo stesso Paolo VI considerava dagli atti dei processi canonici (che si offrono oggi a noi in una auspicabile rivisitazione!) e dalla quale, però, derivava un modello di santità, avvertito come importante, se non proprio inedito, ma proponibile particolarmente nella contingenza del bum economico e degli enormi problemi sociali che esso poneva all'Italia e, quindi, alla Chiesa.
Il nostro beato nasceva a Pescosansonesco, il 13 aprile 1817 e morì in Napoli, il 5 maggio 1836. Dunque a 19 anni appena compiuti. Si tratta, in primo luogo, di un giovane, più adolescente che maturo, stando ai pochi dati che possediamo.
La sua travagliata esistenza, poi, tra il paese abruzzese - che, ancora nel 1859, D. Serafino Ventura (parroco di Castiglione alla Pescara e postulatore diocesano del processo canonico pennese), definiva - con una punta di forzata meraviglia: ...un paese...ove si giunge per vie aspre e pericolose e nell'inverno affatto impraticabili - tra il paese nativo, dicevo, e Napoli, dove venne accolto da Felice Vochinger, un ufficiale svizzero al servizio dei Borboni, profondamente ammirato della 'santità' di Nunzio, lo proponeva, prima ancora che infermo e malato, innanzitutto come 'operaio', in quanto asservito apprendista, sempre nel paese natale, all'officina di fabbro ferraio dello zio , Domenico Luciani. Perciò il papa Paolo VI poneva l'accento sui due dati di fondo del modello di santità ispirato da Nunzio: la giovinezza, riecheggiando qui una componente agiografica gonzaghiana, che era stata già di Leone XIII (1810-1903), proprio a proposito di Nunzio, nel 1891 e, con particolare sottolineatura, quella della esperienza lavorativa del beato, veicolando questo binomio concettuale nell'attualità della beatificazione e nel vivo del dibattito conciliare! ... Prosegue su notiziedabruzzo.it
Pescosansonesco-accoglienza-Pellegrini da Corvara
Da un paese vicino il 5 maggio di ogni anno in ricorrenza della festa del beato Nunzio, i pellegrini di Corvara, paese vicino, vengono a piedi.
Sant'Antonieri - Pescosansonesco
Sant'Antonio come antica rappresentazione del male che lotta contro il bene, in scena una delle rappresentazioni più antiche del Sant'Antonio d'Abruzzo.
in occasione delle giornate FAI Fondo ambiente Italiano di primavera presso Contrada oratorio di Alanno all'interno della antico chiostro il gruppo dei Sant'Antonieri di Pescosansonesco!
Il gruppo è composto da : Marco Palmerini, Guido Palmerini, Alessandro Palmerini, Elio Palmerini, Italo Romano, Enrico Angelini, Alberto Virtù e Manuel Virtù
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P.N.G.Sasso/Laga - Tratto del Cammino di S.Tommaso - Da Pescosansonesco al Monte La Queglia
Alla riscoperta del Santuario Italico Romano del monte La Queglia
Riscoprire il Santuario Italico Romano del Monte La Queglia situato tra i comuni di Pescosansonesco e Corvara, l'appuntamento è per sabato 12 settembre
Il Vino è un esperienza di vita!
A Capestrano vi è un sito archeologico di grande interesse ubicato nella zona di Ofena in cui fu ritrovato il famoso Guerriero di Capestrano, una scultura in pietra e marmo del VI secolo a. C. raffigurante un guerriero dell’antico popolo italico dei Piceni e attualmente conservato al Museo archeologico di Chieti. A circa quattro kilometri dal centro del paese di Capestrano, nei pressi del fiume Tirino, lungo la statale che porta a Bussi, sorgono la Chiesa di San Pietro ad Oratorium e alcuni resti delle mura dell’antico monastero di cui la chiesa faceva parte. Un’iscrizione sull’architrave del portale della facciata ricorda che la chiesa fu fondata nel secolo VIII, dal re longobardo Desiderio e rinnovata nell’anno 1100. Su un concio a sinistra del portale della chiesa, che conserva ancora lo schema del primo romanico, si può ammirare il celebre quadrato magico sul quale vi è incisa l’enigmatica scritta palindroma Rotas opera tenet arepo sator. Molte le interpretazioni avanzate anche se la più accreditata è quella che si tratti di un crittogramma che, anagrammato, forma le parole Pater Noster più le lettere A e O cioè l’inizio e la fine, l’alfa e l’omega. I vigneti dell’azienda Pasetti, che qui producono vini noti per eleganza e mineralità, si trovano situati a ridosso di Capo d’Acqua, un grande bacino idrico dove ogni anno appassionati d’immersione arrivano da tutte le parti del mondo.
Il territorio di Pescosansonesco è un centro agricolo-pastorale, appartenente alla zona di alta collina e all’aspra fascia montana interna, annovera fra le sue cime più alte il monte Picca (1405 m), il monte Alto (1208 m), il Pietra Corniale (1155 m), il Queglia (995 m), Colle Soda (802 m), Colle La Macchia (1086 m) e vanta alcune interessanti grotte montane. Dal Punto di vista geologico, l’area di Pescosansonesco appartiene a quella fascia di transizione parallela al rilievo calcareo della linea orografica principale dell’Appennino emersa già nel Miocene inferiore, costituitasi in ambiente lagunare per sedimentazione di depositi derivanti da acque ricche di solfati di calcio o di selenio, e sfaldamento delle argille a contatto, risoltasi nella lunga formazione miopliocenica in una breccia conglomeratica venuta poi in superficie per le violente spinte orogenetiche e la concomitante regressione marina. Questa formazione di tipo discontinuo della fascia di transizione, assoggettata ai sommovimenti tettonici del Terziario e agli assestamenti del quaternario, che oggi appare con suggestivi scogli rupestri, rivela in più luoghi il passaggio da un tipo litologico all’altro, la presenza di cave di pozzolana e di gesso, e al bordo inferiore le acque sorgive ricche di solfati di calcio come quelle della contrada Acqua Puzza di Pescosansonesco. Di particolare rilievo è la fonte, o fonte romana, che esiste nell'ambito della località già chiamata Moro. La parola romano è una delle forme in cui si presentano in Abruzzo i derivati dal germanico hari-mann, latinizzato in harimannus, detentore dell'Arimannia, ovvero di quelle terre fiscali concesse ad uomo libero. Tra i principali edifici sacri che meritano di essere visitati vi sono la chiesa di Santa Maria in Blesiano un piccolo gioiello in pietra; la chiesa di San Nicola situata lungo il pendio del grande masso roccioso sul quale sorge il Vecchio Borgo e il Convento Santa Maria in Coll’Angeli che, come ha rivelato un documento del 1516, sorge su una cappella, già costruita dagli stessi cittadini di Pesco dove prima era collocato un Tempio Romano dedicato a Marte.
San Maurizio Caramanico Terme Abruzzo,Italy
La Chiesa e la Via S.Maurizio
Appena giunti nella piazza Garibaldi conosciuta dagli abitanti come piazza del Mercato,si può ammirare la Chiesa di San Nicola di Bari.
Proseguendo troviamo Porta delle Nasse e per questa strada è facile notare le icone, immagini sacre scolpite in pietra locale dagli scalpellini del posto. Lungo le facciate delle case poste sulle strade principali, infatti, erano aperte delle nicchie ove erano collocati dei lumi ad olio accesi per la notte. Proseguendo, si raggiunge facilmente la fine del paese chiuso dalla Chiesa di San Maurizio e dal complesso dell'ex convento delle Clarisse. Di origine antichissima, considerando che il 1° documento risale al 1301, la chiesa è parte integrante del sistema di fortificazione che chiude il paese. Del complesso monastico delle Clarisse sappiamo che fu fondato nel 1636 da Giovan Battista Castruccio.
notizie storiche dal link della Provincia di Pescara su Caramanico Terme — presso Abruzzo,Italy
Corvara, un borgo fantasma Abruzzo
Corvara ,il suo antico borgo ,arroccato su uno sperone roccioso,sulle pendici del monte Aquileio,ad una altitudine di 625 metri .Un borgo disabitato ,il suo campanile solitario romanico,di una chiesa andata distrutta .i suoi viottoli e case in pietra ,ne fanno un unico ed affascinante esempio di architettura medioevale abruzzese.
Uscita Fotografica - Corvara (PE) - L' officina Dell' immagine Alanno
Uscita Fotografica del 31/01/2016, presso Corvara (PE), organizzata dall' Associazione fotografica L' officina Dell' immagine Alanno a cura del Presidente Di Domizio Agostino
Corvara
Il Borgo medievale di Corvara.
La canzone Joche lu vente di G.Marino-A.Piovano voce solista Giulio Marino è eseguita dal coro Argento Vivo di Pescara. ottobre 1995
Abruzzo,Italy
Paesaggi D'Abruzzo (Landscapes of Abruzzo land) cap. 2
vedute Abruzzo centrale
POPOLI Abruzzo,Italy
Immagini del centro Storico di Popoli con la sua Storia,le chiese, i vicoli i ponti, l'acqua e la sorgente del fiume Pescara.
La canzone DIN DON canto tradizionale Abruzzese è eseguita dalla corale Giuseppe Verdi di Teramo diretta dal Maestro Ennio Vetuschi
Tradizioni abruzzesi: il Sant'Antonio Abate di Secinaro (AQ) 1998 Parte 1 di 2
Una raccolta di video e di puntate sui costumi e le tradizioni abruzzesi. in particolar modo ci concentreremo sulle tradizioni di Scanno, sulle donne in costume tipico, sui riti di Sant'Antonio, il matrimonio antico, e sui paesi vicini di Villalago, Anversa, Frattura, Goriano e Secinaro.
Cantelmo il Castello
Abruzzo,Italy Popoli
I ruderi del castello Cantelmo sorgono alle pendici del Monte Morrone, non lontano dalle sorgenti del fiume Pescara. Esso fu edificato, a controllo dei territori circostanti, tra il 1000 ed il 1015 per volere del vescovo Valvense Tidolfo, ma numerosi interventi di trasformazione vennero effettuati verso la fine del XV secolo ad opera dei conti Cantelmo, feudatari per nomina di Carlo d'Angiò dal 1269 fino al XVII secolo. Essi modificarono il fortilizio per la difesa delle artiglierie e per le proprie esigenze abitative, dal momento che questa fu la loro dimora fino al 1480, quando si trasferirono nel Palazzo Ducale di Popoli.
Popoli (Pescara, Abruzzo) - Chiesa di S. Francesco - Taverna Ducale - chiesa di S. Lorenzo e Biagio
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Scerni
Alla sinistra del Sinello, il paese di Scerni, di origine alto-medioevale, era tra i possedimenti dell'Abbazia di Santo Stefano in Rivo Maris. Nel XV secolo, con la decadenza del monastero, passò sotto la signoria di Anichino, e poi ai d'Avalos fino alla fine della feudalità. L'origine medioevale del borgo è evidente nei resti delle mura e delle torri, in parte inglobate nel cosiddetto Palazzo d'Avalos, ubicato nell'estremità orientale dell'abitato.
Nel centro storico è possibile passeggiare tra i bei palazzi di stile classicheggiante del ceto dei possidenti agrari di Scerni, tra i quali sono degni di nota il Palazzo Raimondi ed il Palazzo de Riseis, costruiti tra il XVIII ed il XIX secolo. Poco lontano è ubicata la chiesa del patrono San Panfilo, ricostruita su resti medievali in stile neoclassico attorno alla metà dell'Ottocento.
All'ingresso del paese, nei pressi dell'antico tracciato tratturale, il Santuario della Madonna della Strada conserva bassorilievi di maiolica policroma e un bel portico risalente almeno al XIV secolo, epoca alla quale appartengono pure le due statue lignee raffiguranti San Donato e San Panfilo.
Importante riferimento per l'intero territorio è il prestigioso Istituto agrario Ridolfi, antica e gloriosa scuola che ha formato professionalmente generazioni di tecnici agricoli. Della tradizione culinaria tipicamente scernese sono gli 'ndorciolloni, una pasta alla chitarra molto spessa, condita con sugo di castrato.
On the left side of the Sinello River, the high-medieval village of Scerni was one of the properties of Santo Stefano in Rivo Maris Abbey. In the 15th century, with the monastery decay, it belonged to the Anichino Family, and later to the d'Avalos until the end of Feudalism. The medieval origin of this village is clear in the walls and towers ruins, in some d'Avalos Palace parts, situated in the eastern extremity of the village.
In the historical centre one can walk among the marvelous palaces in classical style of agrarian landowners of Scerni, among which the Raimondi and the de Riseis Palaces stand out, built between the 18th and 19th centuries. The Church of San Panfilo rises not too far from here, and it has been re-built in neo-classical style on medieval ruins around the half of the 19th century.
At the entrance of the village, close to the old cattle track, the Shrine of Madonna della Strada preserves polychrome majolica bas-reliefs and a marvelous arcade dating back to the 14th century, as well as the two wooden statues of San Donato and San Panfilo.
The prestigious Ridolfi Agricultural Technical Institute, an ancient and glorious school that formed professionally agricultural technician generations, is an important reference for the entire land.
Concerning the gastronomic tradition, the 'ndorciolloni, a kind of thick pasta seasoned with mutton sauce, are one of the typical dishes of Scerni.
2 giugno 2014
Festa della Repubblica ( Tocco da Casauria )