CASTELFIDARDO 18 SETTEMBRE 1860 (ANCONA, MARCHE, ITALY)
IL SACRARIO MEMORIALE DELLA BATTAGLIA DI CASTELFIDARDO.
Castelfidardo, comune di 18892 abitanti, provincia di Ancona, Marche, Italia.
Nella battaglia di Castelfidardo del 18 settembre 1860 si scontrarono gli eserciti del Regno di Sardegna e quello dello Stato Pontificio. Lo scontro si concluse con la vittoria dei piemontesi.
Prima di giungere ad Ancona le truppe piemontesi fecero tappa a Castelfidardo e installarono il campo nella frazione delle Crocette a 25 chilometri dalla meta. Alcuni soldati in ricognizione al di là del fiume Musone individuarono le truppe pontificie, anch'esse accampate nella zona in attesa di trasferirsi ad Ancona. Iniziarono le prime schermaglie e il generale Lamoricière, consapevole del fatto che il suo esercito era inferiore per effettivi e per armamenti, comprese che non vi erano molte speranze di vittoria. Sfruttando il fatto che il grosso dell'esercito piemontese era ancora all'oscuro della presenza nei pressi dei soldati pontifici decise di dividere le sue truppe in tre gruppi.
Il primo gruppo comandato da de Pimodan doveva impegnare le truppe piemontesi in modo da consentire agli altri due capitanati da Lamoricière di proseguire verso Ancona, dove le forze pontificie si sarebbero potute asserragliare in attesa di rinforzi da parte degli stati europei amici. Gli uomini al comando di Georges de Pimodan dovevano quindi sacrificarsi tra Castelfidardo e Loreto, sulle pendici del colle del Montoro e nella vallata del Musone per salvare le truppe di Lamoricière.
Tutto andò secondo i piani: mentre Lamoricière non visto dai piemontesi con le sue truppe era arrivato a Numana sulla strada per Ancona, gli uomini di Georges de Pimodan al grido di Viva il Papa! stavano impegnando gli ignari piemontesi guadagnando terreno palmo a palmo e casa colonica per casa colonica. Il grosso dell'esercito sabaudo era ancora accampato alle Crocette. Quando Cialdini venne a conoscenza della presenza dei pontifìci inviò tutte le sue truppe che al grido di Viva il Re! rovesciarono la situazione iniziale. Una dopo l’altra tutte le case coloniche conquistate da Georges de Pimodan caddero nelle mani dei piemontesi.
Le sorti dello scontro subirono un rovesciamento a causa di una decisione inaspettata di Lamoricière, che resosi conto che le truppe lasciate a combattere stavano per subire una disfatta decise di tornare a sostenere Georges de Pimodan, che già ferito più volte stava battendosi valorosamente nonostante la situazione disperata. Questa fu una decisione sorprendente: sarebbero bastate poche ore di marcia per rinchiudersi nella piazzaforte di Ancona. Tuttavia più che alla strategia Lamoricière pensò alla lealtà di de Pimodan e al fatto che non se la sentiva di sacrificarlo. Così Lamoricière tornò sul campo di battaglia dove de Pimodan era stato già ferito a morte e spirava nell'ospedale da campo piemontese. Secondo alcune fonti sarebbe stato Cialdini in persona ad assisterlo negli ultimi istanti e a raccoglierne le volontà. Secondo altre fonti Lamoricière riuscì a dare l'estremo saluto a de Pimodan che gli disse: Generale! Combattono da eroi, l'onore della Chiesa è salvo!.
Dopo alcune ore di battaglia le truppe del generale Cialdini sconfissero l'avversario: i superstiti tra cui lo stesso Lamoricière frettolosamente e disordinatamente ripiegarono verso Ancona transitando per gli impervi sentieri del promontorio del Conero per non essere catturati.
Le truppe pontificie superstiti si asserragliarono nella piazzaforte di Ancona e furono sconfitte dall'esercito sardo dopo un difficile assedio. Conseguenza della vittoria piemontese fu l'annessione al Regno di Sardegna delle Marche e dell'Umbria.
La battaglia di Castelfidardo è considerata spesso come l'episodio conclusivo del Risorgimento italiano: in effetti solo dopo essa fu possibile proclamare la nascita del Regno d'Italia il 17 marzo 1861.
Galleria di immagini e riprese video effettuate martedì 18 agosto 2015.
CASTELFIDARDO (ANCONA, MARCHE, ITALY)
Castelfidardo, comune di 18935 abitanti, provincia di Ancona, Marche, Italia. L'attuale territorio di Castelfidardo è stato frequentato dall'uomo fin dal Paleolitico come dimostrano gli strumenti in selce rinvenuti nella pianura del fiume Musone. Alla fine dell'età del rame inizi età del bronzo risale invece un insediamento scoperto in contrada Campograsso nei pressi del fosso Vallato: si trattava probabilmente di una piccola comunità dedita all'agricoltura ed all'allevamento, integrati da caccia e pesca, che abitava in un villaggio di capanne. Per l'età del ferro sono note alcune sepolture riferibili al popolo dei Piceni. In particolare risulta interessante una tomba datata tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. scoperta in zona Figuretta, che testimonia i contatti commerciali tra gli abitanti dei colli fidardensi e le popolazioni picene del Conero. In epoca romana il territorio del comune di Castelfidardo apparteneva quasi interamente alla colonia di Auximum. A testimoniare tale lontano passato restano sul terreno i segni di due grandi blocchi di centurie, uno localizzato nelle frazioni di Crocette e Villa Poticcio e l'altro a sud del centro abitato. Il territorio fidardense era inoltre attraversato da strade che mettevano in comunicazione Auximum con le città e di Numana e Potentia e dalla grande viabilità costiera che collegava il nord con il sud della penisola. Tra le scoperte archeologiche di età romana da segnalare una fattoria rinvenuta in contrada Quercia Bella ed un'epigrafe, venuta alla luce tra le rovine dell'antica chiesa di S.Vittore, contenente una dedica a Numeriano Cesare (282-283 d.C.). Nel XIX secolo da ricordare la battaglia di Castelfidardo avvenuta il 18 settembre 1860, quando i piemontesi guidati dal generale Cialdini sconfissero le truppe del generale Lamoricière che difendevano lo Stato Pontificio. Galleria di immagini con fotografie scattate mercoledì 18 settembre 2013.
CASTELFIDARDO (ANCONA, MARCHE, ITALY)
Castelfidardo, comune di 18935 abitanti, provincia di Ancona, Marche, Italia. L'attuale territorio di Castelfidardo è stato frequentato dall'uomo fin dal Paleolitico come dimostrano gli strumenti in selce rinvenuti nella pianura del fiume Musone. Alla fine dell'età del rame inizi età del bronzo risale invece un insediamento scoperto in contrada Campograsso nei pressi del fosso Vallato: si trattava probabilmente di una piccola comunità dedita all'agricoltura ed all'allevamento, integrati da caccia e pesca, che abitava in un villaggio di capanne. Per l'età del ferro sono note alcune sepolture riferibili al popolo dei Piceni. In particolare risulta interessante una tomba datata tra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C. scoperta in zona Figuretta, che testimonia i contatti commerciali tra gli abitanti dei colli fidardensi e le popolazioni picene del Conero. In epoca romana il territorio del comune di Castelfidardo apparteneva quasi interamente alla colonia di Auximum. A testimoniare tale lontano passato restano sul terreno i segni di due grandi blocchi di centurie, uno localizzato nelle frazioni di Crocette e Villa Poticcio e l'altro a sud del centro abitato. Il territorio fidardense era inoltre attraversato da strade che mettevano in comunicazione Auximum con le città e di Numana e Potentia e dalla grande viabilità costiera che collegava il nord con il sud della penisola. Tra le scoperte archeologiche di età romana da segnalare una fattoria rinvenuta in contrada Quercia Bella ed un'epigrafe, venuta alla luce tra le rovine dell'antica chiesa di S.Vittore, contenente una dedica a Numeriano Cesare (282-283 d.C.). Nel XIX secolo da ricordare la battaglia di Castelfidardo avvenuta il 18 settembre 1860, quando i piemontesi guidati dal generale Cialdini sconfissero le truppe del generale Lamoricière che difendevano lo Stato Pontificio. Galleria di immagini con fotografie scattate mercoledì 18 settembre 2013.
Castelfidardo - Piccola Grande Italia
A due passi dalla Riviera del Cònero, quasi nascosto tra le colline, fa capolino lo storico borgo di Castelfidàrdo, culla di uno degli strumenti più antichi e particolari della straordinaria tradizione musicale italiana, la Fisarmonica.
La fisarmonica di Castelfidardo e le sue fabbriche
Castelfidardo e le sue fabbriche di fisarmoniche.
Castelfidardo è la culla della fisarmonica, uno strumento dal suono nostalgico e dolce realizzato con pazienza e maestria. Chitarra elettrica e musica leggera ci hanno provato ad affossare la fisarmonica ma non ce l'hanno fatta. A Castelfidardo, sulle colline a pochi chilometri da Ancona, negli anni 60 si producevano 200000 fisarmoniche l'anno, più della metà per il mercato americano. Poi il rock ha cambiato gusti ed abitudini, tante aziende hanno chiuso, ma chi è rimasto oggi vive una nuova fase di sviluppo anche se, dopo una forte crescita degli ultimi quattro anni, il 2018 si è chiuso in leggera flessione. Al momento ci sono 30 produttori di strumenti, quindi 30 assemblatori che fanno il progetto finito e un comparto di forniture che vanta oltre 70/ 80 aziende; complessivamente si oltrepassano i 500 dipendenti , come produzione complessiva annua si fanno dai 15000 ai 16000 pezzi, il fatturato è circa sui 32 milioni di euro e si producono fisarmoniche che vanno in tutto il mondo. La fisarmonica è uno strumento abbastanza complicato, la cosa difficile nella sua produzione è riuscire a mettere insieme tutti i numerosissimi pezzi che la compongono, si parla di 10000/12000 pezzi, e farli funzionare bene in modo che alla fine ci sia un bel suono. Il perché la fisarmonica si sia sviluppata a Castelfidardo va ricercata nella sua storia: si narra che un viandante austriaco si fermò a Castelfidardo con un piccolo strumento dell'epoca, si parla del 1860 circa; Paolo Soprani, all'epoca un contadino, studiò lo strumento, se ne innamorò, ne fece delle copie, poi andando ai mercati a Loreto, un posto lì vicino, iniziò a venderli e così si creò un circolo di produzione-vendita. Una fisarmonica può costare dai 3000 ai 20000 euro con punte fino a 50000 euro e neanche la concorrenza cinese preoccupa, anzi Pechino e i suoi prodotti a buon mercato consentono a più persone di scoprire la fisarmonica per poi passare a strumenti professionali. È la ricerca della perfezione che fa la differenza, solo accordare una fisarmonica ci può volere una settimana. Il mestiere è di quelli che richiedono anni per raggiungere la perfezione e non si finisce mai di imparare perché ogni strumento ha una storia a sé. Quello di realizzare questi strumenti è un lavoro molto difficile basato sulla manualità e sulle competenze e purtroppo può esserci il rischio di perdere tutto ciò se le competenze non vengono alimentate e rinnovate.
#Castelfidardo #fabbrica #fisamonica
Solopaca e Castelfidardo 17 apr. 2015 - concerto Pz. Municipio, scuole medie a indirizzo musicale
Solopaca ospita Castelfidardo - 17 apr. 2015 - Breve concerto musicale, in Piazza Municipio, degli alunni solisti di flauto e violino della scuola Media di Solopaca, sezione a indirizzo musicale, dell'istituto comprensivo di Telese Terme.
§ Musicisti e coro sono diretti dal docente di orchestra, Arturo Armellino, con l'assistenza degli insegnanti di flauto e violino, Francesco Fusco e Carmine Ciotta.
§ Il breve concerto o esibizione, che inizia intorno alle ore 12:00, quando sono presenti le autorità, si inquadra nei programmi per promuovere l'ospitalità scolastica ai minisindaci che visitano i parchi regionali e nazionali del Sannio. Solopaca infatti intende riservare ai piccoli consiglieri (anche ai non-eletti) di Castelfidardo lo stesso trattamento che si deve ai mini-sindaci. Solopaca segue l'analogo proponimento di Telese Terme, capoluogo dell'istituto comprensivo nel quale ricade la città dell'uva. Le analisi o parole dell'assessore all'urbanistica di Solopaca, Dante Tammaro, non lasciano dubbi al riguardo.
§ Solopaca tributa a mezzodì un saluto musicale per alunni e professori che hanno visitato in mattinata il suo patromonio naturalistico e storico, essendo un importante Comune e tappa molto interessante del Parco del Taburno-Camposauro, avendo predisposto volontari come guide turistiche, per accompagnare un centinaio di alunni delle scuole Medie di Castelfidardo (Ancona) in gita scolastica nel Sannio.
§ Il Comune del Sindaco Antonio Santonastaso ha voluto accogliere con la massima ospitalità alunni e professori della città marchigiana famosa per il museo delle fisarmoniche, offrendo percorsi guidati attraverso i monumenti del paese (Palazzo Ducale, la Chiesa Madre e Palazzo Cutillo sede del Meg).
§ Sono stati offerti anche prodotti tipici della gastronomia del Sannio telesino insieme a bottiglie delle tre più rinomate Cantine solopachesi (Cantina sociale, Cantina Vigne Vecchie di Pasquale Fusco e Cantina Santimartini); prodotti che hanno nel Meg (Museo ancora in gestione della Provincia di Benevento), che si trova a lato di Piazza Municipio, il punto di riferimento per lo studio della enogastromia del Sannio e non delle commerciali operazioni di etichettatura o confezionamento avvenute nelle cantine private.
§ Buona la partecipazione al concerto del pubblico di Solopaca, che ha apprezzato i pezzi diretti dal maestro Armellino, applauditissimo.
§ L'evento si è realizzato soprattutto grazie alla collaborazione offerta al Sindaco dalla Presidente della Pro Loco Solopaca, Lucia Saudella, che si avvale di fedeli collaboratori.
§ (clic - inizio videolista )
§ KW: musica-pizza a Solopaca - folk/armonìe nel villaggio telesino
§ edit: 18 aprile 2015 - Videoteca della Festa dell'Uva Solopaca - festuval & eupagus.
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Castelfidardo, qui il reddito di cittadinanza c'è già - Agorà 16/03/2018
LA PUNTATA INTEGRALE SU RAIPLAY
TUTTI I VIDEO E LE PUNTATE - - Castelfidardo, provincia di Ancona, è uno dei comuni a 5 stelle. Qui, come del resto era stato promesso a suo tempo in campagna elettorale, esiste già un reddito di cittadinanza sperimentale. Basta navigare nel si-to ufficiale del Comune marchigiano per scoprire che non è una butade: chi ha una certificazione Isee infe-riore ai 25mila euro e una età compresa tra i 30 e i 65 anni può accedere al bando. Ma per l'opposizione so-no già sorte le prime criticità. Il reddito di cittadinanza in questione sarebbe infatti concepito per av-viare al lavoro chi non ne ha. In sostanza l'assegno lo incasserebbe anche chi va a lavorare in imprese pri-vate che non avrebbero alcun vincolo ad assumere. E ci sarebbero imprenditori che ne hanno approfittato. Il nostro inviato ci racconta vizi e virtù di un sistema ancora tutto da rodare. - Un servizio di Filippo Ami-sano
Roberto Ascani | come si governa un Comune a 5 Stelle
Sindaco 5 Stelle del Comune di Castelfidardo Roberto Ascani
#Castelfidardo #RobertoAscani #Comune5Stelle
Presentazione stampa PIF 2017
La presentazione stampa del PIF 2017 e della Coupe Mondiale, con gli interventi di:
Roberto Ascani, Sindaco di Castelfidardo
Christian Riganelli, direttore artistico PIF
Ruben Cittadini, Assessore alla Cultura del Comune di Castelfidardo
Reddito di cittadinanza, Castelfidardo ci prova con le borse lavoro
CASTELFIDARDO - Il comune della fisarmonica, da otto mesi guidato da una giunta a cinque stelle, sperimenta il reddito di cittadinanza, bandiera del programma pentastellato che punta, nell’ambizione ideale, a determinare una vera e propria manovra economica. Nel comune fidardense si punta a un contributo da 100 mila euro nel capitolo destinato ai servizi sociali, su un bilancio al varo da 23 milioni di euro.
TGR - RAI TRE: OSIMO-CASTELFIDARDO UNITE PER IL FUTURO
Servizio di Simonetta Ippoliti del TGregione Marche di Rai 3 sulla possibilità di concentrare i servizi similari dei comuni limitrofi
TREIA (MACERATA, MARCHE, ITALY)
Treia, comune di 9740 abitanti, provincia di Macerata, Marche, Italia. L'antica Treia sorgeva nella zona del santuario del S.Crocifisso, dove in un campo è ancora possibile riconoscere la forma di un anfiteatro e trovare frammenti di epoca romana, oltre a quelli inseriti nei muri del convento. Fondata o dai Piceni in epoca preromana, o dai Sabini intorno al IV secolo a.C., prese nome dalla dea Trea-Jana, divinità di origine greco-sicula che qui era venerata. Prima colonia romana, poi municipio (109 a.C.) raggiunse una buona estensione urbana e notevole importanza militare. Treia fu distrutta una prima volta dai Visigoti nel V secolo e poi tra il IX e X secolo dai Saraceni, per cui gli abitanti la ricostruirono su tre piccoli colli vicini che permettevano una più facile difesa dandole anche il nuovo nome di Montecchio (Monticulum, o Monteclum: piccolo monte). Nel 1790 Pio VI con la bolla Emixum animi nostri stadium del 2 luglio la eresse al rango di città con l'antico nome di Treia. Gli fu dedicato nel 1795 il monumento nella piazza di fronte al palazzo comunale e dominante l'antica arena del gioco del pallone con il bracciale, oggi adibita a parcheggio. Fece parte del ducato dei Varano di Camerino, fu sotto il dominio di Francesco Sforza e passò poi allo Stato della Chiesa, riuscendo comunque intorno all'XI-XII secolo a darsi un proprio ordinamento comunale (nel 1157 si fa menzione dei due consoli) e ad avere una precisa fisionomia, tanto che fu costruito un imponente sistema difensivo comprendente i tre castelli dell'Onglavina, dell'Elce e del Cassero, la poderosa cerchia muraria e le diverse porte d'accesso. Nell'ambito dei contrasti tra papato e impero la città fu cinta d'assedio nel 1239 dall'esercito di re Enzo, figlio naturale di Federico II, e nel 1263 da quello di Corrado di Antiochia, nipote di Federico II, sempre senza successo. Gli assediati riuscirono invece a far prigioniero lo stesso Corrado (si narra fingendo di arrendersi e calando la saracinesca della porta appena entrato Corrado con tutto lo stato maggiore), che però tornò in libertà dopo due mesi di prigionia nel castello del Cassero, forse per il tradimento del podestà Baglioni lasciatosi corrompere dal nemico. Treia fece parte dello Stato Pontificio fino al 1860, quando, dopo la battaglia di Castelfidardo fu annessa al Regno d'Italia. Galleria di immagini con fotografie scattate venerdì 11 aprile 2014.
H EARTH MONTESI SCUOLE MAZZINI CASTELFIDARDO 27 LUGLIO 2018
info@risparmiovirtuoso.com
Cosa c’è da fare? Le attività di H-Earth
Le attività previste di H-Earth sono numerose, dai lavori di pulizia e smaltimento controllati alle riparazioni casalinghe, dal giardinaggio al servizio di assistenza, fino a quello di vigilanza. Eccole nel dettaglio:
Pulizia e smaltimento controllati, in centri di raccolta specifici e autorizzati, di ambiti strade, spiagge, giardini, aiuole, ecc., non raggiunte e non gestite costantemente dalle varie aziende municipalizzate, in convenzione e autorizzazione, con le amministrazioni degli enti locali;
Pulizia e smaltimento controllati, in centri di raccolta specifici e autorizzati, di cantine, soffitti e garage ed eventuale riverniciatura, tramite contratti specifici con soggetti pubblici e privati;
Pulizia e smaltimento controllati, in centri di raccolta specifici e autorizzati, di uffici, abitazioni, condomini, tramite contratti specifici con soggetti pubblici e privati;
Lavori di giardinaggio, di manutenzione di aree verdi e di disinfestazione;
Riparazione di infissi, della lucidatura di pavimenti, di lavori di tinteggiatura, del restauro di mobili e di piccoli restauri edili;
Commercializzazione di qualsiasi bene o prodotto, inerenti le attività sopra descritte;
Servizi di Colf, assistenza anziani e servizio mensa;
Riparazione di piccole macchine utensili;
Servizio di vigilanza;
Servizio trasporti generi alimentari per persone anziane o con abilità motorie ridotte.
I committenti possono essere privati, aziende ed enti pubblici. H-Earth è già attiva, se vuoi più informazioni scrivi a info@risparmiovirtuoso.com
Offagna, Ancona, Italia: Ricordi di mio altro paese - La Rocca
Offagna sorge sulle morbide e fertili colline dell' entroterra marchigiano, in una posizione panoramicamente e strategicamente dominante. Del suo castello si parla per la prima volta in una concessione fondiaria fatta dall'arcivescovo ravennate Onesto, rogata ante 978. Il Castellum venne eretto fra il 958 ed il 978 e il sito prescelto fu il monte Sentino (dal latino sentis spino, rovo), un blocco tufaceo a 306 mt sul livello del mare, uno dei punti più alti nel quadrilatero Osimo-Camerano-Gallignano-Polverigi: la stessa sommità attorno alla quale si abbarbica ancora oggi l'abitato di Offagna. Con buona probabilità la costruzione avvenne su preesistenti strutture: la pratica del riuso di vecchi materiali era assai diffusa nell'antichità. Il toponimo Ofania ha avuto varie interpretazioni, ma la più ricorrente lo fa discendere per corruzione lessicale dalla Massa Afraniana, un vasto latifondo costituito in epoca romana a favore della gens Afrania. Gli Afrani erano un'illustre famiglia che aveva possedimenti nel territorio offagnese. Il territorio marchigiano, nel corso dell'Alto Medioevo, non presenta generalmente castelli isolati concepiti solo per finalità strategiche e militari; le costruzioni servono quasi sempre a consolidare e proteggere gli insediamenti. E così anche il Castellum Ofanie, di forma semplice e dimensioni modeste, nasce vicino a questo centro economico-rurale, la Massa Afraniana. Dopo il Mille, passata la crisi, riprende la voglia di fare, cresce la produzione agricola e aumenta la popolazione. Il Castellum, sorto alla buona come luogo di protezione, migliora l'apparato difensivo: si completano le mura, si innalzano torrioni, nasce il corpo di guardia, si mette il ponte levatoio. Al contempo si registra al suo interno una confluenza di varie attività del vivere civile: sorge il mercato dei prodotti agricoli, prendono corpo le attività artigianali, si tengono le funzioni religiose, ora che la pieve da rurale si è fatta castellana. Le fonti tardo-medievali dimettono il termine Castellum a favore del termine Castrum Offanie , quasi a voler significare la più stabile struttura castellana e la più complessa articolazione del potere. Il salto qualitativo da Castrum a Comune si compie quando la Terra d'Offagna, fiaccate le pretese e le riottosità delle nobiltà locali e affrancatasi dagli osimani, riesce a darsi una propria legislazione. La promulgazione degli Statuti d'Offagna risale alla prima metà del XIV secolo; il paese inizia così a godere di uno stato di libertà, anche se vigilata. Ma questi non sono momenti di quieto vivere. Infuria la lotta tra guelfi e ghibellini. Le devastazioni e i saccheggi portano alla decadenza e rovina del castello. Nel corso del XV secolo è la grande signoria, prima i Malatesta poi gli Sforza, a volersi impadronire del territorio marchigiano. L'impresa non riesce e inevitabilmente riprendono le ostilità locali: Ancona e Osimo si contendono Offagna. Ancona vuole il paese perché dalle sue alture può controllare più agevolmente i movimenti degli osimani e la Chiesa non si dimostra contraria. Osimo però non vuole vicinati invadenti. Così quando il pontefice Eugenio IV concede ad Ancona la giurisdizione sul territorio offagnese , gli osimani si armano e riconquistano il paese. Ma i tempi erano ormai maturi perché Offagna divenisse anconetana: la minima occasio fu trovata. La Chiesa era in obbligo con il comune di Ancona per un prestito di 7000 fiorini: e siccome il Papa, Niccolò V, non aveva alcuna intenzione di depauperare la mensa vescovile, con un semplice foglio di carta cedeva Offagna ad Ancona. Era il 1454. L'attuale Rocca fu costruita dai solerti anconetani in soli 2 anni, dal 1454 al 1456 per evitare che, seguendo l'esempio di Castelfidardo, anche gli offagnesi si ribellassero. Funzionò da presidio armato per qualche decennio. Offagna diventava così uno dei 18 accampamenti del contado di Ancona: un nobile anconetano vi era mandato come castellano ed aveva l'obbligo di risiedere nella Rocca nei 6 mesi in cui ricopriva la sua carica. Dopo il 1477, anno della famosa battaglia del porco che vede il prode capitano di ventura osimano (ma di origini offagnesi) Boccolino da Guzzone vincere sulle truppe anconetane, la fortezza perde d'importanza. Le guerre paesane si esauriscono. Altri sono ora i nemici: peste, carestie, banditismo, terremoti. Da un inventario fatto nel 1652 dal nuovo castellano C. Nappi risulta che tutte le armi portatili erano state asportate e la Rocca veniva ormai utilizzata come magazzino. Un primo cenno della torre dell'orologio è presente nel verbale del 1654 dove si dice che l'appalto per la sua manutenzione fu dato per la corrisposta annua di tre scudi. Nel 1663 il comune l'affidò all'offagnese Giovanni Gentilone e l'orologio andò bene per oltre un secolo. Nel 1776, logoro e mal funzionante, si propose di rinnovarlo del tutto.
11° Scaglione Brigata Corazzata Ariete 1996 | Giuramento Militare Pordenone
Questa e' la storia del Servizio di Leva dell' Esercito Militare Italiano dell' 11° Scaglione della Brigata Corazzata Ariete, ma che accomuna tutti i soldati italiani. Un'avventura lunga un anno tra addestramento ed amicizie partendo dal primo giorno di leva il 13 novembre 1996 presso caserma Mario Fiore in Pordenone - 26° Battaglione Bersaglieri Castelfidardo. Il 30 novembre 1996 si e' svolto il Giuramento dell' esercito, nella citta' di Pordenone.
Il Giuramento dell' Esercito Militare Italiano è l'atto solenne con il quale il militare consacra tutte le sue energie alla difesa della Patria. Tale atto rappresenta per i soldati di tutte le forze armate, il momento più importante della loro vita militare.
La 132ª Brigata corazzata Ariete è una Grande Unità elementare dell'Esercito italiano e dipende dal 1º Comando Forze di Difesa di Vittorio Veneto. Stanziata con i suoi reparti prevalentemente in Friuli-Venezia Giulia, ha il suo quartier generale a Pordenone.
Il 26° Battaglione Bersaglieri fu costituito nell'agosto del 1859 con il nome di Battaglione Bersaglieri delle Romagne. Il 15 aprile 1860 assumeva la denominazione di XXVI ed entrava a far parte del Regio Esercito Sardo con le sue 4 compagnie: 101ª, 102ª, 103ª, 104ª.
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Conversazioni in Giardino a Villa Ferretti 2013
La serata conclusiva delle Conversazioni in giardino, serie di appuntamenti culturali organizzati da Fondazione Ferretti, Italia Nostra Onlus, Comune di Castelfidardo e Pro-loco locale in collaborazione con enti e associazioni cittadine einseriti quest'anno nel progetto giovanile RADIKART, è stata ospitata nella splendida cornice del giardino di Villa Ferretti.
Mercoledì 31 luglio ore 21.15 è andata in scena Hollywood Boulevard a cura della Civica Scuola di Musica Paolo Soprani: melodie immortali del cinema italiano e internazionale, con musiche di Piazzolla, Morricone, Piovani, Bacalov e celebri melodie tratte dai film d'animazione Disney, con il baritono M° Alessandro Battiato accompagnato alla fisarmonica dal M° Christian Riganelli.
Una fase della Camirosa dell'8 marzo a Castelfidardo
Coni, U.S. Acli Marche, Comune di Castelfidardo e Fondazione Ferretti insieme per la festa della donna.
Castelfidardo, l'omicidio di via C.Marx
Alle ore 14:45 di oggi pomeriggio, in una abitazione privata sita in Via Carlo Max nr. 9 del comune di Castelfidardo (AN), si è consumato un omicidio di una donna anziana di anni 83, Ada Vivani, ad opera del figlio convivente e malato mentale, Giovanni Occhiodoro
Juniores 2019 - Castelfidardo - 5 TROFEO GAROFOLI PORTE
ORDINE DI ARRIVO:
1° GAROFOLI GIANMARCO (TEAM LVF MARCHE)
2° PICCOLO ANDREA (TEAM LVF)
3° VERRE ALESSANDRO (CPS PROFESSIONAL TEAM BASILICATA) a 1'30
4° PERSICO DAVIDE (S. C. CENE A. S. D.) a 2'00
5° MERIS SERGIO (TEAM LVF)
6° LUCIANO FEDERICO (S. C. CENE A. S. D.) a 4'00
7° CROCIATI DAVIDE (ASD TEAM ALICE BIKE - MYGLASS)
8° VACEK MATHIAS (TEAM GIORGI A.S.D.)
9° GOZZI TOMMASO (SIDERMEC-F.LLI VITALI) a 8'00
10° CASADEI MATTIA (ASD TEAM ALICE BIKE - MYGLASS)
Campane della Parrocchia di S.Agostino in Castelfidardo (AN) v.645
- [15:01] 3-4-5-1 sulla IV per l’Angelus feriale/festivo;
- [15:39] Distesa delle 17:45 con le 3 campane minori (dura 1 minuto e mezzo) per la messa feriale delle 18:15, ripresa mercoledì 17 ottobre 2018 nel parcheggio di una casa privata;
- [18:21] 15 tocchi sulla IV alle 18:00 come ultimo richiamo;
- [18:52] Ipotetica distesa feriale delle 11:30 con le 2 campane mezzane (dura 3 minuti) per la messa domenicale delle ore 12:00, ripresa Domenica 30 Giugno 2019 da Via Isonzo. In realtà anche la campana minore oscilla, ma non riesce a suonare;
- [23:00] Distesa festiva delle 16:30 con le 3 campane minori (dura 3 minuti) per la messa domenicale vespertina delle 17:00, ripresa Domenica 30 Settembre 2018 dal chiostro;
- Plenum solenne:
[27:08] I° suonata (dura 3 minuti) alle 16:30 per la messa vespertina dell’Immacolata Concezione alle ore 17:00, Domenica 8 Dicembre 2019. È stata ripresa pressappoco dallo stesso angolo della distesa feriale;
[31:16] II° suonata alle 11:47 circa (dura 5 minuti) per la messa domenicale delle ore 12:00 nella festa della Madonna del Rosario, Domenica 7 Ottobre 2018. La distesa è stata fatta partire in elettrico-manuale dal parroco, che mi ha concesso di riprenderle da una delle finestre della canonica sopra al chiostro.
Concerto di 4 campane di diverse epoche e fusioni, di cui le 3 grandi a slancio e la piccola a battaglio cadente veloce:
I: Sib3, fusa da Lucio Broili di Udine nel Maggio del 1966 su donazione locale dei consorti Fioranelli. Su di essa sono raffigurati un pavone, un cervo, un santo non identificabile e l’Assunzione della B.V.M. Ha un diametro di 79 cm per un peso pari a 265 kg circa.
Iscrizioni: “CASTELFIDARDO MAGGIO 1966 | FIORANELLI GIULIO E CONSORTE DONANO”
Marchio del fonditore: “FUSE LUCIO BROILI UDINE”
II: Re4, fusa da anonimo nel Settembre del 1704. Su di essa sono raffigurati un santo non identificabile e la Madonna col Bambino, mentre nella parte superiore, a livello decorativo, sono rappresentati dei festoni a motivi vegetali. Ha un diametro di 63,5 cm e un peso di 145 kg circa.
Iscrizioni: “A FULGURE ET TEMPESTATE LIBERA NOS | DOMINE CHRISTUS NOBISCUM | STATE A ● D ● M ● D ● C ● C ● I ● I ● I ● I”
III: Solb4 leggermente crescente, fusa da anonimo nel 1581. Su di essa sono raffigurati animali e piante di vario genere. Ha un diametro di 47 cm e un peso di 60 kg circa.
Iscrizioni: “+ MENTEM ● SANTAM ● SPONTANEAM ● ONOREM | ● DEO ● ET ● PATRIE ● LIBERATIONEM ● M ● D ● LXXXI”
IV: Lab4 calante, rifusa dalla Pasqualini di Fermo nel 1948 col bronzo della precedente (incrinata), colato nel 1878 dai Baldini di Sassoferrato (AN) forse nello stesso periodo della III della vicina collegiata, e pesava circa 50 kg. Su di essa sono raffigurati la Madonna col Bambino, un Crocifisso, l’Agnello Mistico e lo stemma papale di Pio XII. Sulla parte superiore vi sono festoni a motivi di foglie d’olivo, mentre sotto al marchio della fonderia altri festoni a motivi vegetali. Ha un diametro di 41,2 cm e un peso di 40 kg circa.
Marchio della fonderia: “FONDERIA | PASQUALINI | FERMO”
Anno di fusione, riportato sulla bocca: “A.D. MCMXLVIII”
III e IV insieme
Per il censimento completo, vi rimando qui [
Il complesso campanario, originariamente manuale, è stato elettrificato intorno agli anni 80-90 dalla OES Brevetti Scarselli. A causa dello stato precario del campanile a vela, ordinariamente sollecitato dall’onda d’urto provocata dalle campane stesse (rischiava addirittura il crollo per via delle numerose crepe, scoperte in seguito al rimontaggio del battaglio della campana maggiore, nel frattempo staccatosi), nel 2012 fu oggetto di un robusto restauro e rinforzo. Nel corrente anno il comune, proprietario del bene, commissionò il rinnovamento dell’impianto campanario (fermato precauzionalmente diversi mesi, attorno al 2010) alla ditta signese per ridurre le spinte al minimo. La novità più evidente riguardò, infatti, la campana minore: originariamente a slancio, doveva andare piuttosto alta per battere regolarmente a causa del battaglio minuscolo, al punto da rischiare di andare a sbattere sul muro della finestra. Col contrappeso installato sopra, perciò, è stato possibile ridurre il raggio di oscillazione senza però alterarne la velocità: agli orecchi più allenati non risultano differenze rispetto al vecchio sistema.
Venne inoltre sostituito l’originale programmatore con un Seles nero, montato dalla De Santis-Corinaldi. Da allora l’impianto è stato quasi del tutto abbandonato (e potete vederne gli effetti durante il filmato).
Ringrazio la collaborazione del parroco Don Andrea, di Sauro Corinaldi e di Luca Paolini.