CALABRIA, ABBANDONO PARCO ARCHEOLOGICO DI MILETO (VIBO VALENTIA)
Mileto vecchia, antica capitale normanna, fu costruita per volere di Ruggero il Normanno nell'XI secolo. Nel 1783 un roviso terremoto pose fine alla vita del centro che si trasferì in un altro luogo. Oggi sono visibili i resti della cattedrale e dell'abbazia tridentina, per il quale vennero reipiegati i marmi e le colonne di epoca classica provenienti dagli antichi edifici di Vibo Valentia. Allo stato attuale il parco archeologico è in completo abbandono, è assente un custode ed è tutto ricoperto di erbaccia, certe volte entrano delle pecore. Poco distante dai ruderi della cattedrale c'è una carcassa di automobile. Gli enti locali devono intervenire al più presto per tutelare e valorizzare il sito.
Il carcere fantasma
di Angelo De Luca
A Mileto, in provincia di Vibo Valentia, un monumento allo spreco costato ben 16 miliardi di vecchie lire. Un'area di 10mila metri quadrati al cui interno sarebbe dovuto esserci un carcere mandamentale da 80 posti e che oggi è ridotto ad un ecomostro di cemento armato.
Il Demanio investe a Mileto
A Mileto, l’ex sede dell’Agenzia delle Entrate diventerà un centro di accoglienza. Il protocollo firmato da Demanio e Regione.
Mileto
Mileto,raduno cavalli
La vecchia Monteleone - parte 1/2
Giro per Vibo Valentia realizzato il 7 settembre 2015 con una action cam della Yi
vecchia vibo
vecchia vibo
Piazza vescovato a Caserta vecchia , Caserta CE
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Vibo e le Mura Greche, una storia Sepolta?
La vecchia Monteleone - parte 2/2
Giro per Vibo Valentia e scesa per Stefanaconi realizzato il 7 settembre 2015 con una action cam della Yi
Il Castello Normanno ad Arena, provincia di Vibo Valentia
#ComuneDiArena #CastelloDiArena #ViboValentia
Il castello di Arena, costruito da Ruggero a difesa di Mileto, in luogo strategico e inespugnabile, è posto su un possente sperone di roccia a metà strada fra Monteleone (così era chiamata un tempo l'attuale Vibo Valentia) e Stilo, a difesa del passo Berra, che, aprendo un varco fra le montagne delle Serre meridionali, metteva in collegamento i due mari.
Il pensiero di Ruggero era quello di difendere la capitale da un improvviso attacco alle spalle proveniente da quella costa orientale dove il vecchio Impero d’Oriente, con le sue importanti posizioni, poteva ostacolare la penetrazione normanna in questa parte della Calabria Ultra. Per assolvere a questo importante compito fu insediato quale primo conte d’Arena un figlio naturale del Normanno, anch’egli di nome Ruggero, più spesso indicato con il cognome della madre, ossia Ruggero Conclubet. I discendenti di quest’ultimo per ben 600 anni continueranno a dominare in Arena, vivendo in prima persona i più importanti eventi storici: dalla transizione normanno-sveva all’avvento degli Angioini, dalla congiura dei baroni alla rivoluzione di Tommaso Campanella. Testimone di questi importi fatti di storia fu il castello, che, già ricostruito in seguito al terremoto del 1753, non sopportò la violenta forza devastatrice del sisma del 1783, lo stesso che rase al suolo Mileto.
Dell’età di Ruggero il castello conserva l’impostazione architettonica propria di tutti i castelli normanni. Il corpo di fabbrica ricalca un quadrilatero perfettamente adattato alla natura del luogo, con mura perimetrali robuste e possenti. L’accesso al castello e permesso dalla sola facciata orientale mentre le altre tre sono circondate da dirupi imprendibili e vertiginosi.
Il castello non assolse solo un ruolo difensivo, ma era anche il luogo in cui si amministrava la giustizia, dove il marchese aveva la sua dimora e dove si svolgevano le attività economiche più importanti. Ad esempio, sono ancora visibili i sotterranei dove erano ospitate le carceri; e, nella gola sottostante in cui scorre il Petrace, sono stati recentemente recuperati dall’abbandono, i resti del frantoio e del mulini su cui il marchese vantava, come su tutte le altre macchine ad acqua del feudo, i suoi numerosi “iura proibendi”. Occorre, poi, un riferimento ai resti dell’acquedotto normanno, che con le sue condotte garantiva acqua corrente alle numerose fontane del castello.
Il castello con tutte le sue numerose pertinenze formava una struttura funzionale alle diverse esigenze: non solo del suo signore ma dell’intero feudo, svolgendo soprattutto un ruolo di rappresentanza per l’intera corte. A tal fine erano adibiti i due piani alti della costruzione, in cui oltre agli alloggi e alle stanze di servizio, numerosi erano i saloni riccamente arredati per il fasto del feudatario. Di tutto ciò nulla ci è pervenuto, se non la memoria conservata nei polverosi tomi dell’archivio marchesale ormai testimoni indiretti di un grande passato.
Bibliografia: Faga Rocco, Arena dall’XI al XVI secolo
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vibo antica di nazzareno congestri 20 07 2013
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Calabria VIBO VALENTIA, castello, chiese, palazzi, piazze, siti archeologici e panorami stupendi
sequenza di foto su Vibo Valentia( autore del video e delle foto: Manuel Zinnà)
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Appia Antica: il parco archeologico in degrado, rifiuti dati alle fiamme e abbandono
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Esplorando Bruzzano Vecchio (Bruzzano Zeffirio, RC) [mini-documentario]
In questo episodio di “Esplorando dietro casa” ci siamo recati nel comune di Bruzzano Zeffirio (RC) in visita a Bruzzano Vecchio…
BIBLIOGRAFIA
D. MINUTO, Catalogo dei monasteri e dei luoghi di culto tra Reggio e Locri, Roma 1977, passim
G. POLIMENI, Calabria bizantina: il territorio grecanico da Leucopetra a Capo Bruzzano, Soveria Mannelli, 1995
D. ANGILLETTA, Castelli, chiese, abbazie nel giustizierato di Calabria, Soveria Mannelli 2006
SITOGRAFIA
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Un Gran Tour moderno, lungo la sponda dello Ionio, tra l'azzurro e il verde, da intraprendere, a passo lento, senza vestire gli abiti del turista di massa, per visitare, in piccolo gruppo, quella Calabria che nessuno ti ha mai raccontato.
La stupefacente antica chiesa Incompiuta a Venosa PZ
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Una delle più straordinarie esperienze culturali che si possano fare in Italia, grazie a reperti di grande fascino immersi in una splendida Natura, fino all’apparizione di sconvolgente bellezza di un edificio mai completato che toglie il fiato: vi ci portiamo noi
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SIRACUSA IL TEMPIO DI APOLLO
In Siracusa prospicienti largo XXV luglio, nella parte Nord-Nord Ovest dell’isola di Ortigia, si trovano gli imponenti resti del tempio di Apollo.
Nel corso dei secoli il tempio subì molte trasformazioni. Fu prima chiesa bizantina, poi moschea araba (è possibile notare iscrizioni arabe sul muro della cella), quindi chiesa Normanna del Salvatore, su un livello più alto.
Fino al 1860 era inglobato all'interno della cinquecentesca caserma spagnola, nel Quartiere vecchio e fu portato definitivamente alla luce dagli scavi effettuati tra 1938 e il 1942.
La caserma e gli edifici spagnoli occupavano più dei due terzi dell'intera area del tempio come ampiamente documentato dalle foto d'epoca della fine dell'800.
Così oggi si presenta al visitatore e come si vede il basamento del tempio è diversi metri sotto il livello stradale attuale
Pietramontecorvino FG - Uno dei borghi più belli d'Italia.
Sorta a nord-ovest di Lucera a 456 metri sul livello del mare, Pietramontecorvino rientra tra i borghi più belli d’Italia ed è stata insignita della prestigiosa Bandiera Arancione, del Touring Club Italiano.
Il centro storico è denominato Terra Vecchia ed è costituito da un agglomerato di case in parte scavate nel tufo e in parte fondate su di esso, su cui emergono il palazzo ducale, edificio a tre piani con stemma angioino, la torre normanno-angioina, alta circa 30 metri, e la chiesa madre dedicata all’Assunta, della fine del XII secolo.
Il borgo di forma circolare era racchiuso da mura fortificate (oggi quasi completamente distrutte) con case-torri e tre porte di accesso: Porta Santa Caterina, la Portella e Porta Alta. Quest’ultima è l’unica ancora esistente. Oltre di essa si colgono gli aspetti più suggestivi del paese: case che emergono dalla roccia oggi adibite a cantine e depositi, strade tortuose con scalinate scoscese e archi di comunicazione tra le case.
Secondo la tradizione, la cittadina sorse dopo la parziale distruzione di Monte Corvino, compiuta nella prima metà del XII secolo da Ruggero il Normanno, quando la sua popolazione si rifugiò nelle grotte della Preta.
La torre normanno-angioina del Castello, un’opera maestosa con i suoi trenta metri di altezza. Ebbe senza dubbio funzioni militari e carcerarie, ma fu anche elegante abitazione nobiliare.
Oltre che per le sue opere monumentali Pietramontecorvino offre numerose bellezze naturalistiche: le aree verdi, regno incontaminato di cinghiali e ricco di vegetazione, con numerosi sentieri, adatti a passeggiate, sport ed escursioni. Inoltre, in località Celle, il sito archeologico di Sant’Onofrio, e le sorgenti “Pila del Ladro” e “Pila Sant’Onofrio”.
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Domenico Zagaria Reportage ©.