Chiese di SAN MINIATO (Pisa) (1/5): DUOMO - Cattedrale di Santa Maria Assunta e di San Genesio
Interno.
L'interno ha uno sviluppo architettonico neorinascimentale, frutto soprattutto dei lavori ottocenteschi di Pietro Bernardini, con decorazioni in stile barocco. La pianta è a croce latina, con l'aula divisa in tre navate delle quali le laterali di pari dimensioni. Il paramento interno in cotto e i pilastri ottagonali originali furono coperti da nuove decorazioni nei secoli XVIII-XIX.
Le tre navate sono separate da due serie di archi a tutto sesto poggianti su colonne ioniche in finti marmi policromi e sono coperte con soffitto a cassettoni riccamente intagliato e dorato, originario del XVII secolo. La navata centrale, al di sopra delle arcate, presenta, tra oculi, affreschi ottocenteschi.
Sculture.
A metà della navata centrale, a destra, si trova il pulpito marmoreo di Amalia Dupré che presenta, sopra il parapetto, dei bassorilievi. Alla stessa artista sono da riferire alcuni monumenti funebri nelle navate, progettati da suo padre Giovanni Duprè e legati ad alcuni sanminiatesi illustri: Jacopo Buonaparte, il vescovo Giovan Francesco Maria Poggi, il chimico Gioacchino Taddei e il poeta Pietro Bagnoli.
L'antico pulpito, firmato Giroldo da Como e datato 1274, è oggi nel Museo diocesano.
La fonte battesimale marmorea, all'inizio della navata, è a forma di vaso, scolpita da Giovan Battista Sandrini nel 1639. Nel braccio destro del transetto un'acquasantiera duecentesca.
Il presbiterio, che occupa la crociera, è delimitato da una balaustra in marmi policromi e presenta, sotto l'arco absidale, l'altare maggiore baroccoin marmi policromi sormontato da un pregevole Crocifisso ligneo di scuola pisana del XVIII secolo e situato alle spalle della cattedra episcopale in legno dipinto. Nell'abside, si trovano gli stalli lignei del coro.
Pitture.
Tra le pale d'altare spiccano la Deposizione di Francesco d'Agnolo detto lo Spillo, fratello di Andrea del Sarto (nella cappella a sinistra del transetto, 1528), l'Adorazione dei pastori di Aurelio Lomi (prima cappella a destra), la Reserrezione di Lazzaro di Cosimo Gamberucci (prima cappella sinistra), il Battesimo di Cristo di Ottavio Vannini con la collaborazione di Orazio Samminiati (cappella del fonte battesimale).
Le cappelle del Suffragio, di San Filippo Benizi (prima a destra) e di San Francesco di Paola (prima a sinistra) furono affrescate da Anton Domenico Bamberini sotto il vescovato di Giovan Francesco Maria Poggi tra Sei e Settecento con affreschi a monocromo e storie della vita dei rispettivi santi titolari. La cappella di San Rocco (prima a destra) ha una cupoletta con decori in stucco e affreschi di Giovan Camillo Sagrestani, che dipinse anche le tele sull'altare e sulle pareti laterali (Storie di san Rocco).
Oltre la crociera, coperta con volta a vela affrescata con, nei pennacchi, Angeli e, al centro, l'Assunzione di Maria, in corrispondenza della navata centrale, si trova l'abside rettangolare, inserita all'interno della Torre di Matilde e coperta con volta a botte affrescata da Annibale Gatti.
Cavalieri di Matilde al Borgo.
Il Nobile Ordine dei Cavalieri della Contessa Matilde di Piersimoncione da Montedoglio si esibisce in Piazza Torre di Berta a Sansepolcro (Ar) in occasione del Mercato di S. Egidio. 6 Settembre 2008.
cavalieridimatilde.org
Inaugurazione 45°Mostra Nazionale del Tartufo Bianco di San Miniato
Si è aperta Sabato 14 Novembre la 45°Mostra Mercato Nazionale del Tartufo Bianco di San Miniato alla presenza del Sindaco Vittoria Gabbanini e nomi importanti a livello regione come il consigliere Eugenio Giani, Nardini e Pieroni.
Madrina d’eccezione con Matilde di Canossa, da cui il nome della torre attigua al Duomodi San Miniato. A lei sarà dedicato il weekend del 28 e 29 novembre con ospiti le città matildiane e i loro prodotti tipici. Il legame con la storia è forte, dai 750 anni dalla nascita di Dante Alighieri, che cantò il Pier delle Vigne morto nella Rocca, fino al decennale dalla morte di un altro famoso poeta, Mario Luzi.
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Canossa Castello di Matilde di Canossa e castello di Rossena - Appennino Emiliano
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La Storia dei Vicoli Carbonai e di San Miniato - Dipinta da Sauro Mori
La Storia dei Vicoli Carbonai e di San Miniato - Dipinta da Sauro Mori;
16 Tappe, raffigurate da 16 Tavole in cui Sauro Mori, pittore Sanminiatese (Pi) rappresenta la storia dei Vicoli Carbonai a San Miniato, dalla loro nascita al loro mutamento nel tempo.
1 – LA FONDAZIONE DELLA CHIESA DI SAN MINIATO
2 – LA NASCITA DEL BORGO E DEL CASTELLO
3 – L'ARRIVO DELL'AMMINISTRAZIONE IMPERIALE
4 – LA DISTRUZIONE DI SAN GENESIO
5 – IL PERIODO DI FEDERICO II E IL SUICIDIO DI PIER DELLE VIGNE
6 – VITA SANMINIATESE IN EPOCA COMUNALE
7 – UTILIZZO DEI VICOLI COME ELEMENTO DI CONNESSIONE
8 – IL DOMINIO DI SAN MINIATO NEL MEDIO VALDARNO INFERIORE
9 – SAN MINIATO E LE CONTESE FRA PISANI E FIORENTINI
10 – LA CONQUISTA DI SAN MINIATO DA PARTE DI FIRENZE
11 – MARIA MADDALENA D'AUSTRIA E LA NASCITA DELLA DIOCESI
12 – I RIVOLUZIONARI E LA DISTRUZIONE DEGLI STEMMI
13 – LA RESTAURAZIONE E LEOPOLDO II
14 – LA GUERRA A SAN MINIATO
15 – IL BOOM ECONOMICO E L'ABBANDONO DEI VICOLI
16– LA NASCITA DELL'ASSOCIAZIONE “MOTI CARBONARI” E IL RECUPERO DEI VICOLI
Progetto:
“Associazione Moti Carbonari,
Ritrovare la Strada”
Sostenuto da:
Città di San Miniato
Assessorato al Turismo
Fondazione San Miniato Promozione
Realizzazione video e grafica:
Mattia Nannetti
Con la collaborazione di:
Manuela Parentini
Anna Braschi
Voce narrante:Andrea Mancini
La Conchiglia di Santiago
Musiche di:
Marzio Matteoli
Abbazia di San Benedetto in Polirone (MN)
L'abbazia fu fondata nel 1007 dal conte Tebaldo di Canossa (nonno paterno di Matilde) attraverso una donazione ai monaci benedettini di metà dei terreni che si trovavano tra i fiumi Po e Lirone, sito importante per garantire il controllo della navigazione fluviale. Del precedente insediamento romano abbiamo poche tracce.
Si trattava di un significativo centro spirituale, formato inizialmente da un piccolo nucleo di 7 monaci. Verso la metà dell'XI secolo Bonifacio di Canossa, signore del territorio, riedificò la chiesa, di cui rimangono pochi resti, e costruì l'oratorio di Santa Maria, tuttora esistente.
Tra il 1077 ed il 1130 il monastero di Polirone diventò in quel periodo un importante centro culturale, dotato di un celebre scriptorium, dove si trascrivevano i manoscritti sia per uso liturgico sia per studio.
Tra il 1115 e il 1632 ospitò la tomba di Matilde di Canossa, il cui corpo fu poi traslato nella basilica di San Pietro a Roma.
Visse poi almeno due secoli, XIII e XIV, di continua decadenza spirituale ed economica, aggravata dalle lotte contadine (dei contadini non pagati o sottopagati) contro il monastero, mentre molte famiglie mantovane cominciarono ad impadronirsi dei beni monastici.
Nel 1419 i Gonzaga, con Guido Gonzaga, divennero abati commendatari, cioè amministratori del monastero. Polirone ospitò anche autorevoli protagonisti della devotio moderna, fu ospite anche Martin Lutero durante il suo viaggio a Roma nel 1510. Giulio Romano nel 1540 trasformò quasi completamente il complesso nella veste attuale, chiamando a lavorarvi i migliori artisti attivi fra Mantova e Verona, tra i quali il Correggio, il pittore veronese Girolamo Bonsignori e lo scultore Antonio Begarelli.
La storia dell'abbazia nel '600 e '700 è storia d'inondazioni, di guerre e di saccheggi. Il monastero era impoverito a tal punto che l'abate nel 1633 vendette al papa Urbano VIII il corpo della contessa Matilde, sepolta nella chiesetta di Santa Maria, in cambio di una considerevole somma di denaro. Matilde ora riposa in San Pietro in un ricco sepolcro del Bernini.
Fu soppressa durante l'epoca napoleonica (1797). Per fortuna i libri e i manoscritti furono portati alla biblioteca comunale di Mantova e in buona parte salvati.
Torre Matilde Viareggio
Un'immagine del degrado ambientale che circonda la monumentale Torre Matilde di Viareggio
Drone alla scoperta del Castello dei Vescovi
Un breve volo realizzato con un drone sulla Rocca di Berignone, conosciuto anche come Torraccia o Castello deiVescovi.
Prime tracce del castello risalgono all'896, quando venne ceduto dal marchese di Toscana, ad Alboino, vescovo di Volterra. Da allora fu roccaforte e residenza dei vescovi di Volterra (per questo il nome), usata per amministrare la giustizia, per coniare monete ma soprattutto come rifugio durante la loro lunga lotta contro il Comune. Più volte i vescovi vi si ritirarono per evitare rappresaglie, come nel 1266, dopo la vittoria guelfa di Benevento, per sfuggire dall'assalto dei ghibellini.
VIA FRANCIGENA: Da Radicofani a Acquapendente - di Sergio Colombini
Con la tappa di oggi oltre che ammirare dei bellissimi paesaggi, attraverseremo anche dei borghi:
Radicofani: Le prime notizie storiche mostrano che nel 1028 il Conte Ildebrando IV Aldobrandeschi vendette Contignano a Foscolo e Maiza e che essi nell'anno seguente lo donarono al Monastero del SS. Salvatore del Monte Amiata. Nel 1210 con una bolla l'imperatore Ottone IV confermava il possesso all'Abbazia. Nel 1293 per la prima volta viene attestata l'esistenza della Chiesa di Santa Maria in Campo, sempre come dipendenza del monastero. Nel luglio del 1300 Radicofani fu teatro di uno scontro tra l'esercito di Santa Fiora comandato da Guido di Santa Fiora e quelli di Siena e Orvieto comandati da Ghirardello da Todi nel quale morirono 400 uomini e quasi tutti i comandanti Senesi e Orvietani vennero uccisi.
Ponte a Rigo: Nel Medioevo sotto il nome di Borgo a Rigo [1] luogo conosciuto si trova 9,7 km a sud ovest della capitale di San Casciano dei Bagni e 65 chilometri a sud est della capitale provinciale di Siena . Il villaggio si trova sui fiumi Rigo e Paglia , il Rigo pochi metri ad est del paese raggiunge il Rigobrücke (Ponte a Rigo) e poi si svuota dopo 500 metri nel Paglia. Qui, il Paglia segna il confine con il Lazio , che con la comunità Proceno ( Viterbo ) a sud. Ponte a Rigo si caratterizza il punto più meridionale della Valdichiana (Valdichiana) e il luogo meridionale della Francigena in Toscana. Diverse varianti del pellegrinaggio si ritrovano insieme sul sentiero principale della via Cassia, come occidentale Amiata variante di Bagni San Filippo , Abbadia San Salvatore e Piancastagnaio e la variante orientale su Radicofani e Celle sul Rigo (anche il quartiere di San Casciano dei Bagni) , Il villaggio si trova a 299 metri sopra il livello del mare e conta circa 70 abitanti.
Acquapendente: Si ipotizza che nell'ambito territoriale dove è situato oggi il paese, esistesse un centro etrusco abitato poi dai romani, successivamente invaso e distrutto dai Longobardi.
Da un'analisi su documenti antichi invece sembra più probabile una nascita del nucleo urbano a partire da un borgo formatosi attorno alla pieve di Santa Vittoria, tra il IX e il X secolo, e posta lungo la Via Francigena, itinerario che fungeva da collegamento tra Roma e l'Europa centrale, in particolar modo la Francia.
Il piccolo borgo si sviluppò velocemente per la collocazione sull'importante asse di comunicazione e nel 964 ospitò l'imperatore Ottone I il quale risiedette ad Acquapendente per un breve periodo. Con la donazione di tutti i beni di Matilde di Canossa alla Chiesa, Acquapendente entrò a far parte del Patrimonio di San Pietro e venne posta nella diocesi di Orvieto. In questo periodo ci furono le prime guerre tra Orvieto ed Acquapendente che voleva sottostarle, anche perché il borgo aveva ormai raggiunto una certa importanza dovuta alla sua posizione strategica tra Marchesato di Toscana e Stato della Chiesa (Patrimonio di San Pietro).
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PIAZZALE MICHELANGELO
La Versione di Valdo con Valdo Spini e Matilde Calamai.
Le campane di Monteveglio Alto (BO)
Monteveglio Alto (Valsamoggia - BO) - Abbazia di S.Maria Assunta
4 campane in Sib3 intonate in quarto maggiore:
Sib3 = Angelo Rasori, 1807
Do4 = Angelo Rasori, 1807
Re4 = Angelo Rasori, 1807
Fa4 = Serafino Golfieri di Spilamberto (MO), 1841
La chiesa attuale sorse su un edificio più antico, anteriore al IX secolo, e fu eretta fra l'XI e il XII secolo, ad eccezione di alcune parti più antiche, ancora oggi osservabili nella cripta e negli absidi. Quanto all'abbazia vera e propria, cioè al grande edifìcio monastico direttamente collegato alla chiesa, si tratta di complesso ugualmente antico, destinato ad uso monastico e fondato da Matilde di Canossa nell'XI secolo. Appena eretto, il monastero fu assegnato ai Canonici regolari di San Frediano di Lucca, antica congregazione monastica di regola agostiniana nata intorno al 556. L'arrivo a Monteveglio dei canonici avvenne in data compresa fra il 1092 e il 1100, e la loro permanenza all'abbazia durò trecentocinquant'anni. Nel 1455, i Canonici di S. Frediano furono sostituiti dai Canonici regolari lateranensi, ugualmente di regola agostiniana e sostanzialmente appartenenti allo stesso rodine. I lateranensi restarono a loro volta all'abbazia per circa trecentocinquant'anni e ne furono scacciati nel 1796 all'atto dell'invasione napoleonica. Pochi anni fa l'abbazia fu, per breve tempo, abitata dalla comunità di Don Giuseppe Dossetti. Ora è sede della Comunità dei Fratelli di San Francesco. La chiesa e l'abbazia di Monteveglio sono state restaurate nel Novecento dall'architetto Giuseppe Rivani. I lavori, durati dal 1925 al 1934, hanno interessato l'intero complesso monumentale, sbarazzandolo da strutture posticce e rimettendo allo scoperto l'architettura originale. Di recentissima data il restauro del bel crocefìsso in legno del '400, collocato sopra all'altare maggiore, all'interno della chiesa; ed altrettanto recente il restauro dell'organo del '600 posto a destra dell'altare. Sull'antica torre campanaria vi è posto un buon concerto di 4 campane di cui le 3 maggiori fuse dal bolognese Angelo Rasori nel 1807 e la piccola dello spilambertese Golfieri del 1841. La grossa di nota Sib3, pesa 3,30 q.li ca. ed ha un diametro di 82 cm. La mezzana di nota Do4, pesa 2,60 q.li ca. ed ha un diametro di 74 cm. La mezzanella di nota Re4, pesa 1,80 q.li ca. ed ha un diametro di 66 cm. La piccola di nota Fa4, pesa 1,00 q.li ca. ed ha un diametro di 58 cm.
Suonate:
-Doppio e Tirabasse: 6 Buttate in scala, 3 Fatte a Campanini e Mezze e 12 Martellate in scala
-Doppio: 24 di S.Bartolomeo in scala e calata in Organo (videofotografie)
23 Marzo 2019
Buona visione :-)
Giacomo (Bolocampanaro02):
Andrea Tescari:
Nicolò (CampanaroBolognese 2002):
Giorgio Chiletti:
Web tv: le finali provinciali Under 16
Le finali provinciali Under 16 di volley a Piacenza