Le campane di Cornaredo (MI) - Ave Maria di Fatima
Cornaredo (MI), Chiesa Parrocchiale dei Santi Giacomo e Filippo
Concerto di 5 campane in Si2 (Fratelli Barigozzi 1901; Mi3 1933; Si2 1957)
Ave Maria di Fatima per il S. Rosario meditato del mese di maggio
La fondazione della chiesa parrocchiale risale ai primi anni del X secolo, essendo compresa nel famoso manoscritto Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis di Goffredo da Bussero (1289) come sottoposta alla pieve nervianese. L'antica chiesa parrocchiale era dedicata al vescovo sant'Ambrogio, per via della donazione dei terreni cornaredesi all'omonima basilica, per mano di re Berengario I. Il tempio venne consacrato in forma solenne il 10 ottobre 1533 e dedicato ai santi Ambrogio, Angelo e Giacomo; questi ultimi erano presenti su due dei quattro altari laterali. Il parroco don Agostino Magni ospitò l'arcivescovo san Carlo Borromeo il 28 aprile 1570, giorno della sua visita pastorale alla ormai già avviata parrocchia. Quattro anni dopo la visita del Borromeo l'antica chiesa dei Santi Giacomo e Filippo fu demolita e il materiale recuperato venne poi utilizzato per un piccolo restauro della parrocchiale di Sant'Ambrogio. Nel 1602 la parrocchia e il suo territorio passarono sotto la giurisdizione della neonata sede plebana di Rho, staccatasi in via del tutto definitiva dalla prepositura di Nerviano. Le prime notizie dettagliate riguardo alla dotazione di un concerto di campane per la chiesa risalgono all'anno 1659, quando ne vennero comprate tre. Nel 1799 la campana minore si crepò e venne rifusa dal fonditore milanese Luigi Bozzi; per l’occasione la ditta milanese dei Bozzi procedette alla fusione di due campane più grandi, portando il concerto da tre a cinque elementi. Poco dopo la metà del XIX secolo la chiesa cominciò a presentare gravi danni strutturali; lo stesso campanile subì alcuni interventi urgenti perché minacciava rovina. Lo stato aveva promesso alcuni fondi per poter edificare una nuova chiesa, ma le Guerre d'Indipendenza avevano fatto si che il denaro venisse bloccato in attesa della cessazione delle ostilità. A causa di alcuni cedimenti strutturali la vecchia chiesa di Sant'Ambrogio venne demolita dalla popolazione locale, sfruttando alcune vicende marginali inerenti la Battaglia di Magenta, che videro l'esercito austriaco ripararsi all'interno della chiesa già malconcia, ricostruita a partire dal 1862. Il nuovo tempio venne aperto al culto il 4 ottobre 1863, festa della Madonna del Rosario, e benedetto dall'allora abate e prevosto della basilica di Sant'Ambrogio, mons. Francesco Maria Rossi. All'interno della chiesa un altare laterale venne dedicato alla figura di san Mauro, patrono dei muratori, per ringraziare i lavoratori cornaredesi che avevano prestato le loro braccia per l'edificazione di una nuova chiesa. Col rifacimento per intero della chiesa nel 1863 le cinque campane vennero trasferite sul nuovo campanile, che appena qualche anno più tardi dovette essere puntellato perché decisamente instabile. Nel 1870 la chiesa venne impreziosita dal maestoso organo in controfacciata della ditta Carlo Aletti di Monza, montato in una cassa armonica molto elegante che perfettamente si intona con l'interno del tempio. Pochi anni più tardi i bronzi vennero asportati dal campanile, dato che le due maggiori erano ormai inservibili a causa di diverse screpolature. Nel 1901 si decise per la fusione un concerto di cinque campane, ben più grave del precedente: l'intera fusione avvenne nella nota ditta dei fratelli Barigozzi di Milano. La chiesa venne interamente affrescata all'inizio del XX secolo grazie alla sapiente mano del pittore Davide Beghè, che aveva già lavorato nella zona del rhodense. Una volta terminato l'addobbo interno venne il cardinale arcivescovo Andrea Carlo Ferrari a consacrare solennemente la chiesa, il 9 novembre 1906, intitolandola ai santi Giacomo e Filippo, dedicazione curiosa e insolita anche per quanto riguarda l'attribuzione al santo Giacomo (la precedente chiesa infatti era dedicata al Maggiore e non a Giacomo di Alfeo, che spesso si trova in coppia con san Filippo). La chiesa ospita al suo interno una bellissima statua dorata della Madonna con il Bambino, donata a metà del secolo in sostituzione di una piccola statua, conservata nella chiesa di Cascina Croce. Sul finire del 1932 la seconda campana venne asportata dalla torre, in seguito ad una crepa formatasi sul punto di battuta, e rifusa l'anno seguente dai fratelli Barigozzi. Nel 1952 la torre venne provvista di un orologio elettrico e cinque anni più tardi venne rifuso anche il campanone, a seguito di una crepa. Il concerto di campane, rifusioni comprese, pesa 5721 kg. Le campane rimasero completamente manuali fino al 1957.
Novena della Madonna delle Grazie 30 giugno 2017
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Presepe in Chiesa Natale 2011
Presepe in Chiesa parrocchiale 2011
La campana di S. Rocco a Cornaredo (MI)
Cornaredo (MI), Cascina Favaglie, Oratorio di San Rocco
1 campana a corda in Do5 (Fratelli Barigozzi 1899)
Distesa per l'Angelus nella memoria di san Rocco
La chiesa di a San Rocco venne edificata nel corso del XV secolo, come cappella di campagna aggregata alla cascina Favaglie. La chiesetta non presenta particolari aspetti architettonici, ma è di notevole interesse per le sue proporzioni e per il ciclo di affreschi che adornano tre delle sue pareti interne. Il piccolo oratorio viene più volte menzionato in alcuni documenti cinquecenteschi, anche se purtroppo nessuno di loro ci fornisce dati sicuri sul periodo di edificazione della chiesa. Le varie considerazioni storiche, fanno si che il periodo di edificazione oscilli tra il 1451 e il 1524. Il tempio fu da sempre collegato alla natura agreste del luogo, in special modo ai signori che si sono alternati nella conduzione della cascina. La proprietà privata della chiesa cesso nel 2002, quando venne ceduta al comune di Cornaredo, che affidò a sua volta l'intera cascina alla sezione locale di Italia Nostra. La chiesetta venne utilizzata per la celebrazione della messa fino al 1960. Il degrado dell’edificio sacro risale a tempi recenti; vista la mancanza di manutenzione e date le condizioni della copertura del tetto, la piccola chiesetta non venne più utilizzata per le funzioni religiose. Il ciclo di affreschi che ospita il piccolo oratorio, in restauro dal 1986 grazie alla sezione locale di Italia Nostra, è posto su tre lati. Sulla parete di sinistra si trova un raro affresco della SS. Trinità, secondo una particolare iconografia raffigurante tre figure uguali a rappresentare il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Sulla parete frontale, rimangono visibili una bella Crocifissione circondata dai santi Rocco e Sebastiano. Sulla parete di destra, troviamo san Girolamo, una seconda Crocifissione con Maria, san Rocco e san Benedetto, la cui immagine è andata irrimediabilmente perduta. Il campanile che domina la facciata ospita una piccola campana, fusa sul finire del 1899 dalla fonderia Barigozzi di Milano in sostituzione di un precedente bronzo del quale non si ha alcuna notizia.
Le campane di Cornaredo (MI) - Distesa completa 2
Cornaredo (MI), Chiesa Parrocchiale dei Santi Giacomo e Filippo
Concerto di 5 campane in Si2 (Fratelli Barigozzi 1901; Mi3 1933; Si2 1957)
Distesa a 5 campane per la S. Messa nella festa di santo Stefano
La fondazione della chiesa parrocchiale risale ai primi anni del X secolo, essendo compresa nel famoso manoscritto Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis di Goffredo da Bussero (1289) come sottoposta alla pieve nervianese. L'antica chiesa parrocchiale era dedicata al vescovo sant'Ambrogio, per via della donazione dei terreni cornaredesi all'omonima basilica, per mano di re Berengario I. Il tempio venne consacrato in forma solenne il 10 ottobre 1533 e dedicato ai santi Ambrogio, Angelo e Giacomo; questi ultimi erano presenti su due dei quattro altari laterali. Il parroco don Agostino Magni ospitò l'arcivescovo san Carlo Borromeo il 28 aprile 1570, giorno della sua visita pastorale alla ormai già avviata parrocchia. Quattro anni dopo la visita del Borromeo l'antica chiesa dei Santi Giacomo e Filippo fu demolita e il materiale recuperato venne poi utilizzato per un piccolo restauro della parrocchiale di Sant'Ambrogio. Nel 1602 la parrocchia e il suo territorio passarono sotto la giurisdizione della neonata sede plebana di Rho, staccatasi in via del tutto definitiva dalla prepositura di Nerviano. Le prime notizie dettagliate riguardo alla dotazione di un concerto di campane per la chiesa risalgono all'anno 1659, quando ne vennero comprate tre. Nel 1799 la campana minore si crepò e venne rifusa dal fonditore milanese Luigi Bozzi; per l’occasione la ditta milanese dei Bozzi procedette alla fusione di due campane più grandi, portando il concerto da tre a cinque elementi. Poco dopo la metà del XIX secolo la chiesa cominciò a presentare gravi danni strutturali; lo stesso campanile subì alcuni interventi urgenti perché minacciava rovina. Lo stato aveva promesso alcuni fondi per poter edificare una nuova chiesa, ma le Guerre d'Indipendenza avevano fatto si che il denaro venisse bloccato in attesa della cessazione delle ostilità. A causa di alcuni cedimenti strutturali la vecchia chiesa di Sant'Ambrogio venne demolita dalla popolazione locale, sfruttando alcune vicende marginali inerenti la Battaglia di Magenta, che videro l'esercito austriaco ripararsi all'interno della chiesa già malconcia, ricostruita a partire dal 1862. Il nuovo tempio venne aperto al culto il 4 ottobre 1863, festa della Madonna del Rosario, e benedetto dall'allora abate e prevosto della basilica di Sant'Ambrogio, mons. Francesco Maria Rossi. All'interno della chiesa un altare laterale venne dedicato alla figura di san Mauro, patrono dei muratori, per ringraziare i lavoratori cornaredesi che avevano prestato le loro braccia per l'edificazione di una nuova chiesa. Col rifacimento per intero della chiesa nel 1863 le cinque campane vennero trasferite sul nuovo campanile, che appena qualche anno più tardi dovette essere puntellato perché decisamente instabile. Nel 1870 la chiesa venne impreziosita dal maestoso organo in controfacciata della ditta Carlo Aletti di Monza, montato in una cassa armonica molto elegante che perfettamente si intona con l'interno del tempio. Pochi anni più tardi i bronzi vennero asportati dal campanile, dato che le due maggiori erano ormai inservibili a causa di diverse screpolature. Nel 1901 si decise per la fusione un concerto di cinque campane, ben più grave del precedente: l'intera fusione avvenne nella nota ditta dei fratelli Barigozzi di Milano. La chiesa venne interamente affrescata all'inizio del XX secolo grazie alla sapiente mano del pittore Davide Beghè, che aveva già lavorato nella zona del rhodense. Una volta terminato l'addobbo interno venne il cardinale arcivescovo Andrea Carlo Ferrari a consacrare solennemente la chiesa, il 9 novembre 1906, intitolandola ai santi Giacomo e Filippo, dedicazione curiosa e insolita anche per quanto riguarda l'attribuzione al santo Giacomo (la precedente chiesa infatti era dedicata al Maggiore e non a Giacomo di Alfeo, che spesso si trova in coppia con san Filippo). La chiesa ospita al suo interno una bellissima statua dorata della Madonna con il Bambino, donata a metà del secolo in sostituzione di una piccola statua, conservata nella chiesa di Cascina Croce. Sul finire del 1932 la seconda campana venne asportata dalla torre, in seguito ad una crepa formatasi sul punto di battuta, e rifusa l'anno seguente dai fratelli Barigozzi. Nel 1952 la torre venne provvista di un orologio elettrico e cinque anni più tardi venne rifuso anche il campanone, a seguito di una crepa. Il concerto di campane, rifusioni comprese, pesa 5721 kg. Le campane rimasero completamente manuali fino al 1957.
Le campane di Cornaredo (MI) - Ave Maria di Lourdes & Concerto
Cornaredo (MI), Chiesa Parrocchiale dei Santi Giacomo e Filippo
Concerto di 5 campane in Si2 (Fratelli Barigozzi 1901; Mi3 1933; Si2 1957)
Ave Maria di Lourdes per il S. Rosario meditato e concerto solenne a 5 campane per i Secondi Vespri nella solennità di Pentecoste
La fondazione della chiesa parrocchiale risale ai primi anni del X secolo, essendo compresa nel famoso manoscritto Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis di Goffredo da Bussero (1289) come sottoposta alla pieve nervianese. L'antica chiesa parrocchiale era dedicata al vescovo sant'Ambrogio, per via della donazione dei terreni cornaredesi all'omonima basilica, per mano di re Berengario I. Il tempio venne consacrato in forma solenne il 10 ottobre 1533 e dedicato ai santi Ambrogio, Angelo e Giacomo; questi ultimi erano presenti su due dei quattro altari laterali. Il parroco don Agostino Magni ospitò l'arcivescovo san Carlo Borromeo il 28 aprile 1570, giorno della sua visita pastorale alla ormai già avviata parrocchia. Quattro anni dopo la visita del Borromeo l'antica chiesa dei Santi Giacomo e Filippo fu demolita e il materiale recuperato venne poi utilizzato per un piccolo restauro della parrocchiale di Sant'Ambrogio. Nel 1602 la parrocchia e il suo territorio passarono sotto la giurisdizione della neonata sede plebana di Rho, staccatasi in via del tutto definitiva dalla prepositura di Nerviano. Le prime notizie dettagliate riguardo alla dotazione di un concerto di campane per la chiesa risalgono all'anno 1659, quando ne vennero comprate tre. Nel 1799 la campana minore si crepò e venne rifusa dal fonditore milanese Luigi Bozzi; per l’occasione la ditta milanese dei Bozzi procedette alla fusione di due campane più grandi, portando il concerto da tre a cinque elementi. Poco dopo la metà del XIX secolo la chiesa cominciò a presentare gravi danni strutturali; lo stesso campanile subì alcuni interventi urgenti perché minacciava rovina. Lo stato aveva promesso alcuni fondi per poter edificare una nuova chiesa, ma le Guerre d'Indipendenza avevano fatto si che il denaro venisse bloccato in attesa della cessazione delle ostilità. A causa di alcuni cedimenti strutturali la vecchia chiesa di Sant'Ambrogio venne demolita dalla popolazione locale, sfruttando alcune vicende marginali inerenti la Battaglia di Magenta, che videro l'esercito austriaco ripararsi all'interno della chiesa già malconcia, ricostruita a partire dal 1862. Il nuovo tempio venne aperto al culto il 4 ottobre 1863, festa della Madonna del Rosario, e benedetto dall'allora abate e prevosto della basilica di Sant'Ambrogio, mons. Francesco Maria Rossi. All'interno della chiesa un altare laterale venne dedicato alla figura di san Mauro, patrono dei muratori, per ringraziare i lavoratori cornaredesi che avevano prestato le loro braccia per l'edificazione di una nuova chiesa. Col rifacimento per intero della chiesa nel 1863 le cinque campane vennero trasferite sul nuovo campanile, che appena qualche anno più tardi dovette essere puntellato perché decisamente instabile. Nel 1870 la chiesa venne impreziosita dal maestoso organo in controfacciata della ditta Carlo Aletti di Monza, montato in una cassa armonica molto elegante che perfettamente si intona con l'interno del tempio. Pochi anni più tardi i bronzi vennero asportati dal campanile, dato che le due maggiori erano ormai inservibili a causa di diverse screpolature. Nel 1901 si decise per la fusione un concerto di cinque campane, ben più grave del precedente: l'intera fusione avvenne nella nota ditta dei fratelli Barigozzi di Milano. La chiesa venne interamente affrescata all'inizio del XX secolo grazie alla sapiente mano del pittore Davide Beghè, che aveva già lavorato nella zona del rhodense. Una volta terminato l'addobbo interno venne il cardinale arcivescovo Andrea Carlo Ferrari a consacrare solennemente la chiesa, il 9 novembre 1906, intitolandola ai santi Giacomo e Filippo, dedicazione curiosa e insolita anche per quanto riguarda l'attribuzione al santo Giacomo (la precedente chiesa infatti era dedicata al Maggiore e non a Giacomo di Alfeo, che spesso si trova in coppia con san Filippo). La chiesa ospita al suo interno una bellissima statua dorata della Madonna con il Bambino, donata a metà del secolo in sostituzione di una piccola statua, conservata nella chiesa di Cascina Croce. Sul finire del 1932 la seconda campana venne asportata dalla torre, in seguito ad una crepa formatasi sul punto di battuta, e rifusa l'anno seguente dai fratelli Barigozzi. Nel 1952 la torre venne provvista di un orologio elettrico e cinque anni più tardi venne rifuso anche il campanone, a seguito di una crepa. Il concerto di campane, rifusioni comprese, pesa 5721 kg. Le campane rimasero completamente manuali fino al 1957.
Fertilia 25 Aprile 2008
La banda cittadina di Alghero sosta davanti al bar della S.ra Sbisà, eseguendo la canzone Le Campane di San Giusto. Il 25 Aprile 2008, Festa di San Marco. Tre giorni di festeggiamenti.
PROCESSIONE SANTA MARIA DEL RIPOSO, BAIA, BACOLI, PACOSMART
PROCESSIONE
Le campane di Cornaredo (MI)
Cornaredo (MI), Chiesa Parrocchiale dei Santi Giacomo e Filippo
Concerto di 5 campane in Si2 (Fratelli Barigozzi 1901; Mi3 1933; Si2 1957)
Concerto solenne a 5 campane per la S. Messa nella festa del compatrono san Mauro abate
La fondazione della chiesa parrocchiale risale ai primi anni del X secolo, essendo compresa nel famoso manoscritto Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis di Goffredo da Bussero (1289) come sottoposta alla pieve nervianese. L'antica chiesa parrocchiale era dedicata al vescovo sant'Ambrogio, per via della donazione dei terreni cornaredesi all'omonima basilica, per mano di re Berengario I. Il tempio venne consacrato in forma solenne il 10 ottobre 1533 e dedicato ai santi Ambrogio, Angelo e Giacomo; questi ultimi erano presenti su due dei quattro altari laterali. Il parroco don Agostino Magni ospitò l'arcivescovo san Carlo Borromeo il 28 aprile 1570, giorno della sua visita pastorale alla ormai già avviata parrocchia. Quattro anni dopo la visita del Borromeo l'antica chiesa dei Santi Giacomo e Filippo fu demolita e il materiale recuperato venne poi utilizzato per un piccolo restauro della parrocchiale di Sant'Ambrogio. Nel 1602 la parrocchia e il suo territorio passarono sotto la giurisdizione della neonata sede plebana di Rho, staccatasi in via del tutto definitiva dalla prepositura di Nerviano. Le prime notizie dettagliate riguardo alla dotazione di un concerto di campane per la chiesa risalgono all'anno 1659, quando ne vennero comprate tre. Nel 1799 la campana minore si crepò e venne rifusa dal fonditore milanese Luigi Bozzi; per l’occasione la ditta milanese dei Bozzi procedette alla fusione di due campane più grandi, portando il concerto da tre a cinque elementi. Poco dopo la metà del XIX secolo la chiesa cominciò a presentare gravi danni strutturali; lo stesso campanile subì alcuni interventi urgenti perché minacciava rovina. Lo stato aveva promesso alcuni fondi per poter edificare una nuova chiesa, ma le Guerre d'Indipendenza avevano fatto si che il denaro venisse bloccato in attesa della cessazione delle ostilità. A causa di alcuni cedimenti strutturali la vecchia chiesa di Sant'Ambrogio venne demolita dalla popolazione locale, sfruttando alcune vicende marginali inerenti la Battaglia di Magenta, che videro l'esercito austriaco ripararsi all'interno della chiesa già malconcia, ricostruita a partire dal 1862. Il nuovo tempio venne aperto al culto il 4 ottobre 1863, festa della Madonna del Rosario, e benedetto dall'allora abate e prevosto della basilica di Sant'Ambrogio, mons. Francesco Maria Rossi. All'interno della chiesa un altare laterale venne dedicato alla figura di san Mauro, patrono dei muratori, per ringraziare i lavoratori cornaredesi che avevano prestato le loro braccia per l'edificazione di una nuova chiesa. Col rifacimento per intero della chiesa nel 1863 le cinque campane vennero trasferite sul nuovo campanile, che appena qualche anno più tardi dovette essere puntellato perché decisamente instabile. Nel 1870 la chiesa venne impreziosita dal maestoso organo in controfacciata della ditta Carlo Aletti di Monza, montato in una cassa armonica molto elegante che perfettamente si intona con l'interno del tempio. Pochi anni più tardi i bronzi vennero asportati dal campanile, dato che le due maggiori erano ormai inservibili a causa di diverse screpolature. Nel 1901 si decise per la fusione un concerto di cinque campane, ben più grave del precedente: l'intera fusione avvenne nella nota ditta dei fratelli Barigozzi di Milano. La chiesa venne interamente affrescata all'inizio del XX secolo grazie alla sapiente mano del pittore Davide Beghè, che aveva già lavorato nella zona del rhodense. Una volta terminato l'addobbo interno venne il cardinale arcivescovo Andrea Carlo Ferrari a consacrare solennemente la chiesa, il 9 novembre 1906, intitolandola ai santi Giacomo e Filippo, dedicazione curiosa e insolita anche per quanto riguarda l'attribuzione al santo Giacomo (la precedente chiesa infatti era dedicata al Maggiore e non a Giacomo di Alfeo, che spesso si trova in coppia con san Filippo). La chiesa ospita al suo interno una bellissima statua dorata della Madonna con il Bambino, donata a metà del secolo in sostituzione di una piccola statua, conservata nella chiesa di Cascina Croce. Sul finire del 1932 la seconda campana venne asportata dalla torre, in seguito ad una crepa formatasi sul punto di battuta, e rifusa l'anno seguente dai fratelli Barigozzi. Nel 1952 la torre venne provvista di un orologio elettrico e cinque anni più tardi venne rifuso anche il campanone, a seguito di una crepa. Il concerto di campane, rifusioni comprese, pesa 5721 kg. Le campane rimasero completamente manuali fino al 1957.
Le campane di Cornaredo (MI) - Concerto in minore
Cornaredo (MI), Chiesa Parrocchiale dei Santi Giacomo e Filippo
Concerto di 5 campane in Si2 (Fratelli Barigozzi 1901; Mi3 1933; Si2 1957)
Concerto delle 4 campane minori per la S. Messa nella festa di santo Stefano
La fondazione della chiesa parrocchiale risale ai primi anni del X secolo, essendo compresa nel famoso manoscritto Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis di Goffredo da Bussero (1289) come sottoposta alla pieve nervianese. L'antica chiesa parrocchiale era dedicata al vescovo sant'Ambrogio, per via della donazione dei terreni cornaredesi all'omonima basilica, per mano di re Berengario I. Il tempio venne consacrato in forma solenne il 10 ottobre 1533 e dedicato ai santi Ambrogio, Angelo e Giacomo; questi ultimi erano presenti su due dei quattro altari laterali. Il parroco don Agostino Magni ospitò l'arcivescovo san Carlo Borromeo il 28 aprile 1570, giorno della sua visita pastorale alla ormai già avviata parrocchia. Quattro anni dopo la visita del Borromeo l'antica chiesa dei Santi Giacomo e Filippo fu demolita e il materiale recuperato venne poi utilizzato per un piccolo restauro della parrocchiale di Sant'Ambrogio. Nel 1602 la parrocchia e il suo territorio passarono sotto la giurisdizione della neonata sede plebana di Rho, staccatasi in via del tutto definitiva dalla prepositura di Nerviano. Le prime notizie dettagliate riguardo alla dotazione di un concerto di campane per la chiesa risalgono all'anno 1659, quando ne vennero comprate tre. Nel 1799 la campana minore si crepò e venne rifusa dal fonditore milanese Luigi Bozzi; per l’occasione la ditta milanese dei Bozzi procedette alla fusione di due campane più grandi, portando il concerto da tre a cinque elementi. Poco dopo la metà del XIX secolo la chiesa cominciò a presentare gravi danni strutturali; lo stesso campanile subì alcuni interventi urgenti perché minacciava rovina. Lo stato aveva promesso alcuni fondi per poter edificare una nuova chiesa, ma le Guerre d'Indipendenza avevano fatto si che il denaro venisse bloccato in attesa della cessazione delle ostilità. A causa di alcuni cedimenti strutturali la vecchia chiesa di Sant'Ambrogio venne demolita dalla popolazione locale, sfruttando alcune vicende marginali inerenti la Battaglia di Magenta, che videro l'esercito austriaco ripararsi all'interno della chiesa già malconcia, ricostruita a partire dal 1862. Il nuovo tempio venne aperto al culto il 4 ottobre 1863, festa della Madonna del Rosario, e benedetto dall'allora abate e prevosto della basilica di Sant'Ambrogio, mons. Francesco Maria Rossi. All'interno della chiesa un altare laterale venne dedicato alla figura di san Mauro, patrono dei muratori, per ringraziare i lavoratori cornaredesi che avevano prestato le loro braccia per l'edificazione di una nuova chiesa. Col rifacimento per intero della chiesa nel 1863 le cinque campane vennero trasferite sul nuovo campanile, che appena qualche anno più tardi dovette essere puntellato perché decisamente instabile. Nel 1870 la chiesa venne impreziosita dal maestoso organo in controfacciata della ditta Carlo Aletti di Monza, montato in una cassa armonica molto elegante che perfettamente si intona con l'interno del tempio. Pochi anni più tardi i bronzi vennero asportati dal campanile, dato che le due maggiori erano ormai inservibili a causa di diverse screpolature. Nel 1901 si decise per la fusione un concerto di cinque campane, ben più grave del precedente: l'intera fusione avvenne nella nota ditta dei fratelli Barigozzi di Milano. La chiesa venne interamente affrescata all'inizio del XX secolo grazie alla sapiente mano del pittore Davide Beghè, che aveva già lavorato nella zona del rhodense. Una volta terminato l'addobbo interno venne il cardinale arcivescovo Andrea Carlo Ferrari a consacrare solennemente la chiesa, il 9 novembre 1906, intitolandola ai santi Giacomo e Filippo, dedicazione curiosa e insolita anche per quanto riguarda l'attribuzione al santo Giacomo (la precedente chiesa infatti era dedicata al Maggiore e non a Giacomo di Alfeo, che spesso si trova in coppia con san Filippo). La chiesa ospita al suo interno una bellissima statua dorata della Madonna con il Bambino, donata a metà del secolo in sostituzione di una piccola statua, conservata nella chiesa di Cascina Croce. Sul finire del 1932 la seconda campana venne asportata dalla torre, in seguito ad una crepa formatasi sul punto di battuta, e rifusa l'anno seguente dai fratelli Barigozzi. Nel 1952 la torre venne provvista di un orologio elettrico e cinque anni più tardi venne rifuso anche il campanone, a seguito di una crepa. Il concerto di campane, rifusioni comprese, pesa 5721 kg. Le campane rimasero completamente manuali fino al 1957.
Letture dedicazione Altare Casatico Mantova
Letture dedicazione Altare Casatico Mantova
Le campane di Cornaredo (MI) - Concerto 2
Cornaredo (MI), Chiesa Parrocchiale dei Santi Giacomo e Filippo
Concerto di 5 campane in Si2 (Fratelli Barigozzi 1901; Mi3 1933; Si2 1957)
Concerto solenne a 5 campane per la S. Messa nella solennità dell'Assunta
La fondazione della chiesa parrocchiale risale ai primi anni del X secolo, essendo compresa nel famoso manoscritto Liber Notitiae Sanctorum Mediolanensis di Goffredo da Bussero (1289) come sottoposta alla pieve nervianese. L'antica chiesa parrocchiale era dedicata al vescovo sant'Ambrogio, per via della donazione dei terreni cornaredesi all'omonima basilica, per mano di re Berengario I. Il tempio venne consacrato in forma solenne il 10 ottobre 1533 e dedicato ai santi Ambrogio, Angelo e Giacomo; questi ultimi erano presenti su due dei quattro altari laterali. Il parroco don Agostino Magni ospitò l'arcivescovo san Carlo Borromeo il 28 aprile 1570, giorno della sua visita pastorale alla ormai già avviata parrocchia. Quattro anni dopo la visita del Borromeo l'antica chiesa dei Santi Giacomo e Filippo fu demolita e il materiale recuperato venne poi utilizzato per un piccolo restauro della parrocchiale di Sant'Ambrogio. Nel 1602 la parrocchia e il suo territorio passarono sotto la giurisdizione della neonata sede plebana di Rho, staccatasi in via del tutto definitiva dalla prepositura di Nerviano. Le prime notizie dettagliate riguardo alla dotazione di un concerto di campane per la chiesa risalgono all'anno 1659, quando ne vennero comprate tre. Nel 1799 la campana minore si crepò e venne rifusa dal fonditore milanese Luigi Bozzi; per l’occasione la ditta milanese dei Bozzi procedette alla fusione di due campane più grandi, portando il concerto da tre a cinque elementi. Poco dopo la metà del XIX secolo la chiesa cominciò a presentare gravi danni strutturali; lo stesso campanile subì alcuni interventi urgenti perché minacciava rovina. Lo stato aveva promesso alcuni fondi per poter edificare una nuova chiesa, ma le Guerre d'Indipendenza avevano fatto si che il denaro venisse bloccato in attesa della cessazione delle ostilità. A causa di alcuni cedimenti strutturali la vecchia chiesa di Sant'Ambrogio venne demolita dalla popolazione locale, sfruttando alcune vicende marginali inerenti la Battaglia di Magenta, che videro l'esercito austriaco ripararsi all'interno della chiesa già malconcia, ricostruita a partire dal 1862. Il nuovo tempio venne aperto al culto il 4 ottobre 1863, festa della Madonna del Rosario, e benedetto dall'allora abate e prevosto della basilica di Sant'Ambrogio, mons. Francesco Maria Rossi. All'interno della chiesa un altare laterale venne dedicato alla figura di san Mauro, patrono dei muratori, per ringraziare i lavoratori cornaredesi che avevano prestato le loro braccia per l'edificazione di una nuova chiesa. Col rifacimento per intero della chiesa nel 1863 le cinque campane vennero trasferite sul nuovo campanile, che appena qualche anno più tardi dovette essere puntellato perché decisamente instabile. Nel 1870 la chiesa venne impreziosita dal maestoso organo in controfacciata della ditta Carlo Aletti di Monza, montato in una cassa armonica molto elegante che perfettamente si intona con l'interno del tempio. Pochi anni più tardi i bronzi vennero asportati dal campanile, dato che le due maggiori erano ormai inservibili a causa di diverse screpolature. Nel 1901 si decise per la fusione un concerto di cinque campane, ben più grave del precedente: l'intera fusione avvenne nella nota ditta dei fratelli Barigozzi di Milano. La chiesa venne interamente affrescata all'inizio del XX secolo grazie alla sapiente mano del pittore Davide Beghè, che aveva già lavorato nella zona del rhodense. Una volta terminato l'addobbo interno venne il cardinale arcivescovo Andrea Carlo Ferrari a consacrare solennemente la chiesa, il 9 novembre 1906, intitolandola ai santi Giacomo e Filippo, dedicazione curiosa e insolita anche per quanto riguarda l'attribuzione al santo Giacomo (la precedente chiesa infatti era dedicata al Maggiore e non a Giacomo di Alfeo, che spesso si trova in coppia con san Filippo). La chiesa ospita al suo interno una bellissima statua dorata della Madonna con il Bambino, donata a metà del secolo in sostituzione di una piccola statua, conservata nella chiesa di Cascina Croce. Sul finire del 1932 la seconda campana venne asportata dalla torre, in seguito ad una crepa formatasi sul punto di battuta, e rifusa l'anno seguente dai fratelli Barigozzi. Nel 1952 la torre venne provvista di un orologio elettrico e cinque anni più tardi venne rifuso anche il campanone, a seguito di una crepa. Il concerto di campane, rifusioni comprese, pesa 5721 kg. Le campane rimasero completamente manuali fino al 1957.
Le campane di S. Rocco a Boretto (RE)
Boretto (RE), Chiesa di San Rocco
3 campane a corda (Lab4 Paolo Capanni 1966; Fa4, Reb4 Regolo Capanni 1949)
Distesa a 3 campane
La chiesa venne edificata dopo l’epidemia di peste del 1630, quella descritta da Alessandro Manzoni ne I Promessi Sposi. In quell'anno l'epidemia si portò via tante persone del comune di Boretto, il cui parroco non poté più registrarne da agosto in poi per via dell'elevato numero di decessi. La registrazione dei morti riprese nel 1631, anno in cui gli abitanti di Villa Bardello decisero la costruzione di una chiesa dedicata a san Rocco, invocato come patrono degli appestati. La chiesa venne costruita in due periodi diversi; la zona dell'abside e il campanile sono la parte più antica della chiesa, mentre le rimanenti parti vennero completate un secolo più tardi. La chiesa venne ristrutturata in seguito al rovinoso terremoto del 2012 e viene utilizzata per i concerti, essendo sede di un'associazione culturale di organisti. Il campanile ospita un concerto di tre campane, requisite durante la Seconda Guerra Mondiale. La campana minore, unica parte originale del vecchio concerto, venne rifusa nel 1966 in seguito a una crepa.
Un ringraziamento all'arciprete don Evandro.
Le campane di San Pietro all'Olmo, Cornaredo (MI) - Distesa completa
Cornaredo (MI), San Pietro all'Olmo, Chiesa Parrocchiale di San Pietro
Concerto di 5 campane in Re3 calante (Giulio Cesare Bizzozero 1884; La3 Angelo Bianchi 1911; Fa#3 Bianchi 1927; Mi3 Barigozzi 1955)
Distesa a 5 campane per la S. Messa festiva
La frazione di San Pietro all'Olmo ha origini antichissime, come testimoniano i resti di una domus romana del II secolo a.C., situata sotto l'ex abbazia. La gèsa vegia, risale all'epoca longobarda, in un periodo compreso tra il IX e l'XI secolo. La chiesa subì forti danni nel devastante terremoto del 1117, che distrusse completamente la struttura, di cui oggi rimane solamente un muro di cinta. Le attività di ricostruzione della chiesa ripresero quasi subito e si conclusero nel 1170, con l'edificazione della nuova chiesa, a cui venne legato un nuovo monastero dedicato all'apostolo Pietro. Il monastero fu aperto e benedetto dall'arcivescovo milanese Uberto Crivelli, eletto in seguito papa con il nome di Urbano III. Con il passare del tempo, il monastero acquistò sempre maggiore importanza, in particolare per la posizione strategica a ridosso della via consolare Vercellina, che collegava Milano a Torino. Nel monastero venne ospitato papa Innocenzo IV, mentre tornava dal concilio di Lione nel 1251. Nel 1542 il monastero venne soppresso e fu riconvertito ad abbazia commendataria, affidata a diversi prelati della chiesa milanese. Alla morte dell'abate Antonio Eugenio Visconti, avvenuta nel 1788, tutti i beni dell'abbazia vennero incamerati dallo stato, che nel 1794 procedette alla vendita della maggior parte dei fabbricati e dei terreni annessi al complesso religioso. Nel 1843, dopo secoli di pressione, la chiesa passò al ruolo di parrocchia del paese, mentre l'antica struttura canonicale presente venne smembrata e adibita ad abitazione privata. La facciata della chiesa venne rifatta sul finire del XIX secolo. Nel 1536 la più antica torre della chiesa misurava ben 18 metri d'altezza e possedeva una piccola campana. A questa ne venne aggiunta una seconda più grande nel 1581, per differenziare maggiormente i cenni e le suonate. Verso la fine del XVI secolo, il campanile fu innalzato di 12 metri circa, fino a raggiungere l'odierna altezza di 29 metri. Sulla torre si può ammirare lo stemma di mons. Francesco Sforza Speciano, abate commendatario che fece alzare la torre nel periodo in cui era sotto la sua custodia. Nel 1727, per volere dell'abate Visconti, venne installato il primissimo orologio da torre, con un unico quadrante rivolto a sud. Nel 1791 si decise per la rifusione delle due campane preesistenti sulla torre, in modo da formare un nuovo concerto di tre campane. Il campanile subì un urgente intervento di restauro nell'inverno del 1856 poiché i segni del tempo erano ben visibili sulla parete esterna, a causa dei moltissimi anni che erano passati dall'ultimo intervento di manutenzione. Nella primavera del 1884, si decise per la rifusione delle tre antiche campane in un nuovo e più grande concerto di cinque bronzi. La fusione avvenne per mano di Giulio Cesare Bizzozero di Varese. Già nel 1911, la fonderia di Angelo Bianchi dovette rifondere la campana minore, in seguito a un'incrinatura; per lo stesso motivo la stessa fonderia rifuse anche la terza campana nel 1927. Nel 1955 dovette essere rifusa anche la quarta campana, resa ormai inservibile a causa di una crepa; della fusione si occuparono i Barigozzi di Milano. La nuova parrocchiale, edificata nel 1929 a pochi metri dall'antica abbazia, prevedeva nel suo progetto l'edificazione di un nuovo campanile. Questa proposta fu accantonata e di fatto bocciata nel secondo dopoguerra, poiché i fondi non furono sufficientemente necessari al completamento del nuovo campanile di cui oggi si conserva unicamente la base. La chiesa parrocchiale di San Pietro utilizza le campane della chiesa vecchia, nel frattempo ridedicata alla Beata Vergine del Rosario compatrona, per annunciare le funzioni.