Bolzano S. Giovanni in Villa
Chiesa romana - gotica con affreschi giotteschi
2m²: Giotto a Bolzano? (Puntata Nr.11)
Circa 1330 dopo Cristo. La famiglia Rossi, originaria di Firenze, che a Bolzano si fa chiamare Botsch, s'incarica di far affrescare la cappella S. Giovanni della chiesa dei Domenicani a Bolzano.
Arrivano in città quattro o cinque pittori veneti con i loro aiutanti. La cappella S. Giovanni è completamente libera, eccetto una Madonna con bambini sulla parete orientale. Vengono costruite impalcature fino al soffitto delle volte gotiche. S'inizia ad applicare vari strati di intonaco, prima più spessi, poi più fini. In seguito si decide di lavorare a giornate. Ogni giorno si applica solo l'intonaco che si può dipingere in quella giornata. Sull'intonaco fresco si applica il cartone preparatorio che viene spolverato con un tampone intriso di finissima polvere di carbone per avere la traccia da seguire per la stesura col pennello. In questo modo il colore penetra l'intonaco. Questa tecnica permette di restaurare ancora oggi gli affreschi antichi per far riaffiorare i loro colori vivaci.
Nel suo film Decamerone, Pier Paolo Pasolini interpreta un allievo di Giotto che lavora ad un affresco. Queste belle scene sono ovviamente un'interpretazione cinematografica, si avvicinano però molto al modo reale di lavorare a quei tempi. Le scene madri di questo film sono state girate a Castel Roncolo, nella città di Bolzano e nell'Abbazia di Novacella a Bressanone. Pasolini aveva già fatto le sue esperienze in Alto Adige quando nel 1955 collaborò alla sceneggiatura del film di Luis Trenker Il prigioniero della montagna.
In breve tempo la cappella S. Giovanni appare splendidamente dipinta: cielo stellato, i simboli degli evangelisti, profeti, Giovanni battista, Giovanni Evangelista, la vita della Madonna, S. Nicolò, il martirio di S. Bartolomeo e soprattutto la rappresentazione del Trionfo della Morte. Tutto eseguito nello stile giottesco della cappella degli Scrovegni di Padova. Il 25 gennaio 1348 un forte terremoto in Friuli procura seri danni anche a Bolzano e nella cappella S. Giovanni. In alcune parti l'intonaco si stacca e ben presto si comincia a restaurare e a rinnovare il tutto con nuovi dipinti.
Non si sa se Giotto stesso ha lavorato nella cappella S. Giovanni, inconfondibile però è il suo stile pittorico assolutamente nuovo e rivoluzionario. Qui ovviamente non abbiamo il tempo per onorare a dovere una personalità così eminente della storia dell'arte europea e vogliamo perciò ricordare soltanto che la sonda spaziale che 1958 è stata spedita in orbita per studiare la cometa Halley, porta il nome Giotto.
La cappella S. Giovanni è un gioiello della storia dell'arte altoatesina.
Una visita ad essa, nel pieno centro di Bolzano, dovrebbe essere d'obbligo per locali e per turisti. Si rispetti però il luogo sacro!
Link e bibliografia aggiuntivi:
Su Giotto si trovano tantissime notizie sul motori di ricerca del web.
Silvia Spada Pintarelli/Helmut Stampfer (curatori):Domenicani a Bolzano. Catalogo della mostra(Quaderni di storia cittadina, 2), Bolzano, Archivio Storico della Città di Bolzano, 2010
Helmut Stampfer, Bolzano: Chiesa dei Domenicani(Kleine Kunstführer, 2786), Ratisbona, Schnell & Steiner, 2011. ISBN 978-3-7954-6916-0
Come arrivare e visite guidate:
Azienda di Soggiorno e TurismoBolzano: telefono +39 0471 307 000
Villa San Giovanni in Tuscia (Viterbo) - Borghi d'Italia (Tv2000)
La settima serie di Borghi d’Italia (stagione 2015-16) parte da Villa San Giovanni in Tuscia (Viterbo).Nel corso dell’itinerario incontreremo il primo cittadino, il parroco ed i simpatici abitanti. Visiteremo il centro storico, le chiese, la casa del passato e ...
Bolzano Chiesa e Convento dei Francescani - Altare ligneo della Natività di Hans Klocker - slideshow
La Chiesa dei Francescani, il chiostro ed il convento si trovano lungo la via dei Francescani proseguendo verso nord da piazza Erbe e risalgono alla prima metà del 1300.
La Chiesa dei Francescani di Bolzano annessa al convento è una delle poche superstiti che testimonia tuttora la tensione dello slancio verso l'alto, propria del gotico originario. Lo scenario è dominato dal celebre altare ligneo a scrigno e portelle intagliate gotico con al centro la natività, opera di Hans Klocker, una delle opere d'arte gotica più insigni conservate nelle chiese di Bolzano.
Top 13 Things To Do In Catanzaro, Italy
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1. Ponte Bisantis - mRGB / shutterstock
2. La Chiesa di San Giovanni -
3. Villa Trieste -
4. Scolacium Archaeological Park - Davide D'Amico / shutterstock
5. Parco della Biodiversita Mediterranea -
6. Lambretta Museum -
7. Pietragrande Beach -
8. Catanzaro Lido -
9. Enjoy a meal at the Corto Maltese restaurant -
10. Piazza Matteotti -
11. Orme nel Parco -
12. Basilica of the Immaculate -
13. Lago Arvo - cosca / shutterstock
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Campane della Parrocchia di Sant'Ulrico e dell'Epifania del Signore in Ortisei (BZ) v.234
Rintocchi dei 4 quarti, rintocchi delle 12:00 e distesa delle 3^ campana per l'Angelus feriale/festivo
Concerto di 6 campane fusa da Achille Mazzola di Valduggia nel 1934 ed elettrificate a slancio tirolese.
Dopo i due video del primo giorno di vacanza in montagna (due video precedenti) ci siamo spinti nel Trentino - Alto Adige in altri luoghi molto belli e caratteristici.
Era la prima volta che andavo a Ortisei e posso dire di averla trovata davvero molto bella.
Una volta arrivato nei pressi della Parrocchiale dopo un bel viaggio da San Vito di Cadore, ho deciso di organizzarmi per riprendere l'Angelus feriale che già visto in altri video composto prima dai rintocchi dei 4 quarti, poi con i rintocchi delle 12 ed infine la distesa della campana 3^.
Davvero molto particolare e da notare il fatto che vengano fatti i rintocchi per ricordare i 4 quarti dell'ora piena.
Per il momento da Ortisei è tutto, ma in Trentino - Alto Adige torneremo in uno dei prossimi video girati in montagna.
Ora vi lascio al prossimo video che, secondo me, sarà il botto della vacanza.
1^: Si2;
2^: Do#3;
3^: Re#3;
4^: Fa#3;
5^: Sol#3;
6^: Si3.
Video 234
Rocca San Giovanni: rapina in centro commerciale (video)
rete8.it
Il Cammino di San Romedio - 11a tappa (Senale-Romeno)
Durata: ore 6.30 – Lunghezza: km 16 – Disl. in salita m 300 – Disl. in discesa m 700
Su una stradina asfaltata oltrepassiamo l’albergo Gasthof zur Sonne e subito dopo l’ultimo edificio imbocchiamo un sentiero nel bosco che sfocia infine sulla strada asfaltata nei pressi della chiesa di San Cristoforo. Davanti alla chiesetta svoltare a sinistra, seguire per un breve tratto la strada asfaltata, quindi imboccare a destra il sentiero che conduce al centro di San Felice.
All’altezza della chiesa di San Felice girare a destra e percorrere il “Sentiero delle cascate” (segnaletica “Wasserfallweg”) mantenendosi sulla sinistra fino a Tret. Questo tratto regala una splendida vista sulla profonda gola scavata dal Rio Novella. Da Tret seguire il segnavia n. 542 per ca. 1 km lungo la strada asfaltata, superare una cappella mariana e continuare il cammino fino a una curva sinistrorsa: qui il segnavia 542 conduce a destra (indicazioni per “Orto Botanico di Fondo”) lungo una bella forestale pianeggiante che sbuca infine nuovamente sulla carrozzabile. Attraversare la strada e seguire il sentiero fino all'Orto Botanico. Poco prima di quest’ultimo scendere a destra su una stretta mulattiera fino all’Hotel Lago Smeraldo.
Possibilità di pernottamento a Fondo:
Albergo Lago Smeraldo, Via Lago Smeraldo 12, +39 0463 83 11 04,
info@hotellagosmeraldo.it
Dall’hotel dirigersi verso il lago e imboccare il sentiero che cala nel Canyon di Fondo, supera alcuni antichi mulini e costeggiando il torrente conduce fino al centro del paese. Qui giunti, attraversare la strada principale e seguire la segnaletica per Vasio. Da questo punto in poi l’itinerario percorre una pista ciclo-pedonale che attraversa la campagna. Nei pressi di un capitello votivo mariano tenersi a sinistra e superare un dosso, oltrepassare un bicigrill e proseguire sulla stradina ciclo-pedonale fino a incontrare sul lato destro un’azienda agricola. Qui prendiamo a sinistra leggermente in salita fino a raggiungere un parco giochi e infine Romeno (m 962). L’Hotel Villa Nuova in via Mario Zucali 37 (la titolare parla tedesco) si affaccia sulla strada principale nella parte settentrionale del paese, direttamente sull’itinerario del Cammino.
I PIÙ ANTICHI AFFRESCHI DELL'ALTO ADIGE: Naturno / Naturns - chiesa di S. Procolo / Prokuluskirche
Costruita nel VII secolo, in memoria del Santo Procolo, cela al suo piccolo interno straordinari affreschi del periodo precarolingio e tali da renderla uno dei più importanti tesori artistici d'Europa. Oltre agli affreschi del VIII secolo, sono custoditi anche affreschi gotici del XIV secolo. Sulle mure esterne rivolte verso sud si trovano affreschi che rappresentano la genesi. Gli affreschi gotici, che avevano coperto gli affreschi pre-carolinghi, sono stati staccati ed esposti all’interno del Museo di San Procolo.
Il patrocinio di San Procolo si diffuse a Naturno a partire dalle terre longobarde dell'Italia settentrionale. Numerose chiese sono dedicate a questo Santo, soprattutto nel Veronese, dove la tradizione vuole che Procolo sia stato vescovo nel IV secolo. La leggenda narra che egli, inviso ad un luogotenente pagano, dovette fuggire da Verona. Questo fatto è stato poi rappresentato nel più celebre degli affreschi, l'Uomo sull'altalena.
#CuriositàSottoIlCampanile: Appiano Gentile
Prima puntata del Format Curiosità sotto il campanile, in cui siamo andati a visitare il comune di Appiano Gentile.
Cimitero militare austro - ungarico e Chiesa di Santa Giuliana - Vigo di Fassa - Trentino Alto Adige
Il cimitero austro-ungarico si trova a Vigo di Fassa sulla strada statale che collega la val di Fassa a Bolzano per la val d'Ega, tramite il passo di Costalunga.
Il cimitero austro-ungarico di Vigo di Fassa si trova a pochi chilometri dalla linea che marcò il confine (ed il fronte) durante la Grande Guerra. A quel tempo il paese trentino era un centro di primaria importanza in quanto era utilizzato come sede di smistamento per le truppe che facevano ritorno o che dovevano dirigersi al fronte di Costabella. I numerosi caduti che si registrarono su questo difficile tratto di fronte (che andava oltre i 2500 metri di altitudine) imposero la costruzione di un cimitero militare.
Questo venne allestito nel 1916 nei pressi di un bosco di conifere non lontano dall'antica chiesa gotica di Santa Giuliana, fuori dal centro abitato. I lavori furono effettuati dalla 179 compagnia di fanteria (Jäger) e dai prigionieri russi che dal fronte orientale venivano trasferiti per essere impiegati nei lavori di manovalanza.
Situato in una chiaria tra le conifere, ospita 663 caduti austro-ungarici della guerra 1915 – 1918. I nominativi sono scritti su croci di legno.
Dopo pochi anni naturalmente questo tipo di tombe si deteriorarono e furono sostituite dalla Croce Nera Austriaca negli anni '90. Grazie al loro prezioso intervento, oggi il cimitero è visitabile ed è così possibile scoprire un'importante testimonianza della Grande Guerra sul fronte dolomitico. All'entrata l'attenzione è immediatamente catturata da un grande dipinto che raffigura un soldato mentre rende omaggio ad un proprio commilitone. Una volta all'interno del camposanto, si possono vedere le croci e le lapidi lungo il muro di cinta che segnalano la presenza di 663 soldati austro-ungarici.
Il vialetto interno, in leggera salita, porta alla cappella votiva dove si può vedere un secondo dipinto, questa volta dedicato ad un soldato di Vigo (a quel tempo facente parte dell'Impero austro-ungarico) morto in Ucraina nel 1914. Infine è presente anche un cippo che ricorda la tragica morte di sei soldati - guide alpine travolte da una valanga sul fronte di Costabella il 3 marzo 1917.
La Chiesa di Santa Giuliana, consacrata nel 1452 dal cardinale Nicolò Cusano, è la chiesa più antica e ricca di storia della Val di Fassa. Fu costruita nella metà del XV sec. in stile gotico. Scarse le notizie sulle sue origini della Santa, sostituite da tradizioni e leggende che la vedono protagonista coraggiosa nelle torture del martirio e nelle tentazioni del demonio.
All’interno della Chiesa un grande affresco, di autore ignoto e restaurato nel 1764 da Giovanni Battista Cudauner, raffigura le vicende della Santa. Da ricordare anche il pregevole trittico scolpito da Giorgio Artz nel 1517, con la statua della Madonna al centro, S. Giuliana a sinistra e S. Margherita a destra. Il soffitto del presbiterio è affrescato da figure di angeli, musicanti, profeti, evangelisti e santi, con al centro una rarissima rappresentazione della Trinità con una testa con tre volti. La grande devozione a S. Giuliana fu testimoniata dalla popolazione anche dopo il secondo conflitto mondiale, quando la gente di Fassa si recò al santuario per ringraziare la Santa dell'incolumità della valle, scampata miracolosamente alle stragi e agli orrori della guerra che avevano investito zone circostanti.
Music: Wolfang Amedeus Mozart - Lacrimosa
Mercatino di Natale in Villa? I cittadini protestano
L'idea di allestire il tradizionale mercatino di Natale nella Villa comunale era stata lanciata tempo fa. Pronta la reazione dei cittadini che ogni giorno trascorrono un po' di tempo nel cuore verde di Lecce. Avere bancarelle in quel luogo significa creare disordine, avere carenze igieniche ed rischiare di avere gravi danni alle strutture.
Sono state raccolte centinaia di firme per bloccare la proposta. Ora tocca all'Amministrazione fare il prossimo passo.
Parrocchia di Bertinoro (FC)
Parrocchia di Bertinoro (FC)
Villa samantha: la chiesa sconsacrata
Volo attorno ad una vecchia ed abbandonata chiesa dei colli bolognesi. Molto discussa e con un alone di mistero attorno sembra carica di emozioni. Sconsacrata ed abbandonata ma vissuta di notte. verso Sasso Marconi a pochissimo da Casalecchio di Reno
Best Attractions and Places to See in Viterbo, Italy
In this video our travel specialists have listed some of the best things to do in Viterbo. We have tried to do some extensive research before giving the listing of Things To Do in Viterbo .
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List of Best Things to do in Viterbo, Italy
Macchina di Santa Rosa
Quartiere San Pellegrino
Viterbo Historic Centre
Palazzo dei Papi
Villa Lante
Le Fontane di Viterbo
Chiesa di S.Giovanni Battista del Gonfalone
Abbazia di San Martino al Cimino
Palazzo dei Priori
Museo Nazionale Etrusco di Viterbo
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CAMPANOLOGIA BOLOGNA - performance di Emma Smith
Servizio del TGR Emilia-Romagna del 31 agosto 2013.
Immagini di Giovanni Mazzanti.
Campanologia Bologna è la prima performance in Italia di Emma Smith, tappa italiana di un progetto itinerante ideato nel 2011 dall'artista inglese per la città di Bourn, nei pressi di Cambridge.
Campanologia è un'interpretazione sonora del paesaggio urbano: attraverso un processo di trascrizione matematica e geografica delle partiture tradizionali per campane l'artista crea una mappa sonora della città ed una melodia che, durante la performance, viene eseguita dal vivo da quattro torri campanarie del centro storico.
Venerdì 30 agosto 2013 alle 19.45 le campane di S.S. Bartolomeo e Gaetano, San Giacomo Maggiore e S.S. Gregorio e Siro suoneranno insieme, invitando il pubblico ad ascoltarne il suono passeggiando per le strade del centro. Alle 21, a chiusura dell'evento, i rintocchi finali della Cattedrale di San Pietro. Il programma dettagliato dell'iniziativa verrà distribuito nei giorni che precedono la performance in prossimità delle Chiese coinvolte.
The idea of the work is to create a sonic map of the city - to play the mathematical shape of the streets through the numbers of traditional ringing methods. (L'idea che ispira il mio lavoro è quella di creare una mappa sonora della città -- suonare la forma matematica delle strade utilizzando spartiti tradizionali per campane) - Emma Smith.
Campanologia Bologna è un progetto a cura di Stella Bottai e Marta Papini, con la preziosa consulenza scientifica di Fabrizio Lollini, docente di Storia dell'Arte Medievale presso l'Università di Bologna, e dell'Unione Campanari Bolognesi; prodotto da Bottega Bologna con il gentile supporto del Comune di Bologna, del British Council e dell'Associazione Culturale Villa Paleotti-Isolani.
01 - Bianzone
Vacanze 2016 - Panorami dalla Valtellina
Campane di Tirano (SO) - Santuario della B. V. Maria
Plenum di 5 campane a slancio in do3, la prima di G. Pruneri del 1901, la seconda, terza e quarta di G. Soletti di Brescia del 1818, 1797 e 1797, la quinta di ignoto; cfr. e (è stata tagliata una parte per il passaggio del treno rosso del Bernina) - Se ami la musica barocca o liturgica, visita anche
inaugurazione restauro affresco San Paolo dei Serpenti a Vereto di Patù DSCF4314
Conferenza di presentazione del restauro dell'affresco all'interno della chiesa di Santa Maria di Vereto a Patù (Provincia di Lecce, Regione Puglia, Italia) di venerdì 29 giugno 2018 ore 19.
Intervento di:
1 Vincenzo Santoro (responsabile Cultura dell'Associazione Nazionale dei Comuni Italiani ANCI),
2 Ledo Prato (direttore Fondazione Città Italia),
3 Serena Strafella (funzionario archeologo Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le provincie di Brindisi, Lecce e Taranto),
4 Giovanni Giangreco (storico dell'arte),
5 Luigi De Luca (direttore sistema bibliomuseale della Provincia di Lecce).
Mancano gli interventi iniziali di Antonio De Marco (associazione Terra Archeorete del Mediterraneo) e di Gabriele Abaterusso (Sindaco di Patù).
S. Andrea di Suasa
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Le origini del castello di Sant'Andrea di Suasa, situato lungo la vallata del fiume Cesano, risalgono a circa 1500 anni fa, dopo la distruzione di Suasa da parte di Alarico, re dei Visigoti . Castrum Sancti Andreae è il nome originario, ed è rinato grazie all'opera dei monaci benedettini che, dopo aver fondato il monastero dove si trova San Lorenzo in Campo, disboscarono e coltivarono l'intera valle del Cesano. Nell'alto medioevo il castello di Sant'Andrea di Suasa dipendeva dal monastero di San Lorenzo in Campo, ma intorno al 1150 ottenne una certa autonomia amministrativa. Aveva un Priore, un notaro, era, però, soggetto alla contea di Fano. Nel 1303 Pandolfo e Ferrantino Malatesti occuparono la città di Fano, il Vicariato di Mondavio e le zone limitrofe. Nel 1322 il pontefice Giovanni XXII assegnò al Rettore della Marca l'amministrazione diretta dei castelli posti nella vallata del Cesano, sottraendoli alla giurisdizione di Fano. Nel 1343 tutta la zona fu di nuovo occupata da Galeotto Malatesta e la dominazione malatestiana cessò solo nel 1463. Il castello di Sant'Andrea di Suasa legò le proprie sorti a quelle di Mondavio che, insieme a Senigallia, passarono nel 1474 sotto il dominio del duca Giovanni Della Rovere. I Della Rovere governarono il ducato di Urbino fino alla devoluzione alla Santa Sede, avvenuta nel 1631. Con la devoluzione del ducato, Sant'Andrea di Suasa entrò a far parte della Legazione di Urbino e Pesaro. Nel 1804 il comune passò, per pochi anni, a quello di Torre San Marco. Durante il Regno d'Italia napoleonico Sant'Andrea di Suasa apparteneva al Dipartimento del Metauro, distretto II di Pesaro, cantone III di Fossombrone. Con la distrettuazione definitiva del 1811, faceva parte del Dipartimento del Metauro, distretto IV di Urbino, cantone di Fossombrone. Con la Restaurazione pontificia il comune ritornò a Sant'Andrea di Suasa, appartenendo alla Delegazione di Urbino e Pesaro. Nell'assetto territoriale del 1817, il comune faceva parte della Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro, distretto di Urbino, dipendente da San Lorenzo in Campo, sede di un Governatore. In base all'assetto territoriale del 1835, il comune faceva parte del distretto di Senigallia, dipendeva da Mondavio, sede di un Governatore, all'interno della Delegazione apostolica di Urbino e Pesaro. Con l'Unità d'Italia entrò a far parte della provincia di Pesaro e Urbino, appartenendo al mandamento di Mondavio. Nel 1869 Sant'Andrea di Suasa venne soppresso e costituito frazione del comune di Mondavio. La sua soppressione era stata decretata dalla legge comunale e provinciale del 20 marzo 1865, che stabiliva le norme per la soppressione di quei comuni con una popolazione inferiore a 1500 abitanti. Sant'Andrea di Suasa ne contava poco più di 720. DESCRIZIONE: Il borgo si sviluppa lungo il crinale di un ampia collina alla sinistra del fiume Cesano, in provincia di Pesaro Ubino, in uno scenario davvero unico, infatti il paesaggio è dominato ad ovest dalle cime dei monti Catria e Acuto e da un susseguirsi di montagne (a nord le cime del Montefeltro e della gola del Furlo, a sud sono ben distinguibili il monte San Vicino, e nelle belle giornate il Monte Conero) e ad est verso il mare le colline. La struttura urbana tradisce la sua origine dovuta all'operosità dei monaci benedettini. Infatti se l'origine del primo insediamento (il Castrum) è collocabile nell'età tardo imperiale (dopo la distruzione di Suasa), il suo sviluppo urbanistico così come giunto a noi, si è avuto attorno all'anno 1000 d.C. (la prima traccia documentale risale al 1193 d.C). Ancora integro il possente circuito murario con l'unica porta d'accesso a torre, oggi raggiungibile tramite una arcata sormontata da una rampa, ma in passato servita da un ponte levatoio