Biennale Democrazia 2011 - Dialoghi - La Cina che (ci) cambia
Torino - Sala congressi Intesa Sanpaolo
16 aprile 2011
Partecipanti: Giovanni Andornino, Federico Rampini, Francesca Sforza
Lo sviluppo economico della Cina è uno dei fenomeni-chiave del nostro tempo, in grado di segnare un'intera epoca storica. Giovanni Andornino e Federico Rampini lo prendono in esame mettendone in luce le diverse sfaccettature, anche sul versante politico-sociale, riflettendo sulle molteplici ripercussioni che ha sulla vita delle società occidentali.
Italiano del NORD vs italiano del SUD: Quali sono le Differenze? Qual è il Migliore? SFIDA FINALE ????
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Nella lezione di oggi parleremo di un argomento un po’ delicato, ma che interessa a molti, ovvero le differenze tra l’Italiano del Nord e l’italiano del Sud, indicandovi le maggiori differenze tra le due “forme” parlate. Restate con noi per scoprire tutte le sfaccettature della lingua Italiana!
Le differenze nella lingua tra Nord e Sud Italia
Iniziamo con la prima differenza:
1) l’uso o meno dell’articolo determinativo prima dei nomi propri
Nel Nord Italia, in città come Bologna, Milano, Torino, ecc., si tende ad anteporre l’articolo determinativo ai nomi propri di persona.
Esempio: “Mi ha chiamato la Francesca e mi ha detto che la Michela non vuole uscire”.
Nel Sud Italia, invece, non si usa mai l’articolo determinativo prima dei nomi propri di persona, che è anche la forma corretta da utilizzare, nell’Italiano standard.
Esempio: “Mi ha chiamato Francesca e mi ha detto che Michela non vuole uscire” (nessun articolo)
2) l’uso del passato remoto e il passato prossimo
Nell’Italia del Nord si tende a usare principalmente il passato prossimo, tranne in Toscana dove il passato remoto è ancora molto usato.
Esempio: “Ieri sono andato al cinema con Luca e ho visto Joker”.
Nell’italiano del Sud, invece, si tende ad usare molto di più il passato remoto, anche per parlare, per esempio, di eventi relativamente recenti.
Esempio:“ieri andai al cinema con Luca e vidi Joker”.
Entrambe le forme sono corrette, però è consigliato riservare l’uso del “passato remoto” per eventi molto lontani e conclusi e il “passato prossimo” per quelli più recenti che hanno ripercussioni sul presente.
3) l’uso o meno della preposizione “A” dopo alcuni verbi transitivi
Nel Sud, alcuni verbi transitivi, ovvero che reggono il complemento oggetto/diretto, vengono usati, erroneamente, con la preposizione “A”.
Esempi: “Chiama a Giancarlo più tardi“/“Ieri ho incontrato a Paolo”/“Ho visto a Massimiliano”…
Nel Nord la gente rispetta la forma standard e non usa la preposizione “A” con i verbi transitivi.
4) l’uso dei verbi ESSERE e STARE
Nel Nord Italia, per esprimere la posizione di qualcosa o qualcuno, si tende a usare principalmente il verbo essere
Esempio: “il cucchiaio è nel cassetto”
Nel Sud, invece, per esprimere la posizione di qualcuno o qualcosa, si tende ad alternare essere e stare;
Esempio: “il cucchiaio è nel cassetto”/ “il cucchiaio sta nel cassetto”.
Entrambe sarebbero grammaticalmente accettabili, ma, secondo alcune grammatiche, il verbo essere si userebbe per la posizione temporanea, mentre il verbo stare per la posizione abituale. Ma nel parlato questa considerazione non viene fatta nella maggior parte delle volte.
Dubbi su come usare correttamente questi due verbi? Non perderti la nostra video-lezione esclusivamente dedicata a ESSERE e STARE: ????????
5) pronuncia delle consonanti
Nel Sud Italia, soprattutto in certe zone, si manifesta con molta frequenza una sorta di raddoppiamento delle consonanti.
Esempi: “impossibbile”/ “libbero”/“abbitudine”
Questa caratteristica, che si discosta dall’italiano standard, non si manifesta invece nell’italiano del Nord dove la pronuncia è: “Impossibile”, “libero”, “abitudine”
Vuoi migliore la tua pronuncia? Allora, guarda anche la nostra video-lezione per migliorare la pronuncia: ????????
L’ultima differenza rilevante è:
6) l’uso di “tu” e “te”
Nel Nord Italia, ad esempio nelle città di Bologna e Milano, molto spesso, si usa “te” al posto di “tu”.
Esempio: “Io sto bene! E te, te come stai?”/ “Te che hai fatto ieri?”
Questo uso di “te” al posto di “tu” è lontano dalla forma standard, che è, invece, rispettata nel Sud Italia…
Bene, con questa differenza si conclude la nostra lista, però, se vi va di rilassarvi un po’, date un’occhiata al nostro video sulle più belle località italiane che, purtroppo, nessuno conosce: ????????
Inter Mailand - GAK 1:0 - 2. UEFA Cup Runde 1996/97
Inter Dienstag, 15. Oktober 1996 Grazer AK
Inter
1:0
Grazer AK
Tore
1 : 0 Jocelyn Angloma 81.
1 Gianluca Pagliuca
3 Alessandro Pistone gelb 58'
4 Javier Zanetti
7 Salvatore Fresi
19 Massimo Paganin
20 Jocelyn Angloma 84'
6 Youri Djorkaeff
8 Paul Ince
14 Aron Winter
9 Iván Zamorano 52'
27 Marco Branca
Reservespieler
13 Gianluca Festa 84'
21 Ciriaco Sforza gelb 58'
23 Maurizio Ganz 52'
Alexander Manninger
3 Stojadin Rajković
14 Michael Zisser gelb
20 Željko Vuković
6 Dieter Ramusch
7 Aleš Čeh gelb
9 Boban Dmitrović
17 Damir Mužek
10 Herfried Sabitzer
17 Gerald Strafner
18 Erwin Dampfhofer 77'
Reservespieler
12 Thomas Silberberger 77'
Trainer: Roy Hodgson Trainer: August Starek
Stadion Giuseppe Meazza (Milano / Italien)
Zuschauerzahl 8.145
Schiedsrichter Dick Jol (Niederlande)
Whirlwind through the Heart of Italy
Great cuisine, shopping and more sites per square inch than anywhere else -- that's Italy! Whether you want to relax at a villa, enjoy the landscape or see the sites, you know you want to go at least once. Driving through Tuscany and Umbria I loved the museums of Florence and climbing Brunelleschi's dome; the hill towns of Lucca, Sienna and San Gimignano; the leaning tower in Pisa; Etruscan tombs and ruins in Volterra, Chuisi and Orvieto; St. Francis's Basilica in Assisi; the university town of Perugia; Cortona, made famous by the movie Under the Tuscan Sun; Urbino, once home of Duke Federico da Montefeltro; the quaintness of Gubbio and the energy of Bologna. I couldn't pass up the opportunity to climb every medieval tower and visit every palace and palazzo before enjoying a good glass of wine followed by a fantastic dinner.
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Dozza Castle, Dozza, Emilia-Romagna, Italy, Europe
The Rocca Malvezzi-Campeggi, also known as the Rocca Sforzesca di Dozza, or just Rocca di Dozza, is a medieval castle in the town of Dozza, in the region of Emilia Romagna, Italy. The general layout of present structure was likely built in the 13th century atop more ancient foundations. However, after numerous wars, it was rebuilt over the years. The main outline we see in 2015 dates the end of the 15th-century, when Caterina Sforza, daughter of the Duke of Milan and wife of Girolamo Riario, commissioned refurbishment from the architect Giorgio Marchesi. Riario was the grandson of Pope Sixtus IV. Marchesi, with the help of some of the military engineers working for the Sforza, helped design the defensive towers, moat, and merlons. In the 1500s, the castle was granted by Pope Clement VII to the Cardinal Lorenzo Campeggi. He converted the castle into a residence, roofing the courtyard and creating open loggias. In 1728, the passing of Lorenzo Campeggi, the last male heir of the Campeggi, the castle passed to the Francesca Maria Capeggi, married to Matteo Malvezzi. Their son, carried forth the name of Malvezzi-Campeggi. In 1798, the Napoleonic occupation of the region abolished the feudal domains, but the castle remained in the hands of the family until 1960. In 1960, the castle-palace was acquired by the Comune. The main hall still has portraits Malvezzi and tapestries with the family coat of arms. The castle has a portrait of the Campeggi family by Lorenzo Pasinelli. The castle is now used by the commune for exhibitions, including their collection donated by Norma Mascellani and some of the artists who have participated in the town's biennial festival of the Muro Dipinto. The cellars sponsor a regional Enoteca for Emilia-Romagna.
Umanesimo lombardo (Franco Vedovello e Piero Lamperti, anni ‘50) | Archivio storico
Documentario, realizzato con il contributo dalla Cariplo, dedicato ad alcune delle maggiori espressioni artistiche dell’Umanesimo in Lombardia. Alcuni tra i più significativi edifici, opere d'arte e artisti del periodo - il Castello Sforzesco, l'Ospedale Maggiore e la Cappella Portinari a Milano, la Certosa di Pavia, la Cappella Colleoni a Bergamo - sono analizzati e messi in relazione con l'opera di scultori e architetti quali Giovanni Antonio Amadeo, Cristoforo Mantegazza, Agostino Fonduli, Vincenzo Foppa, Ambrogio da Fossano detto il Bergognone, Carlo Braccesco e i miniaturisti Cristoforo de Predis ed Elio Donato.
Produzione: Cariplo/Centro Produzione Diffusione Documentari
Sezione multimediale Intesa Sanpaolo: materiale audio e audiovisivo eterogeneo per tipologia, storia e qualità, prodotto dagli istituti confluiti nel Gruppo dagli anni Cinquanta in avanti, con qualche rarità risalente alla prima metà del Novecento. Consultabile su appuntamento presso l’Archivio storico.
archivio.storico@intesasanpaolo.com
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Da molti anni Intesa Sanpaolo contribuisce attivamente alla vita culturale del Paese. La nostra Banca interpreta da sempre il proprio impegno nel campo dell’arte e della cultura quale vera e propria assunzione di “responsabilità sociale”, ritenendo che un istituto di credito di rilevanza nazionale debba concorrere alla crescita del proprio Paese non solo da un punto di vista economico, ma anche – e inscindibilmente – sotto l’aspetto culturale e civile.
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Enoteca Regionale Emilia Romagna: Attenti al fantasma
250 Produttori di vino in Emilia Romagna associati dalla Enoteca Regionale con sede nel Castello di Dozza alle porte di Imola dove ancora si aggira il fantasma di Caterina Sforza
La trasmissione della cultura tra migrazioni e tradizioni | Eugenio Bortolini | TEDxSchio
Eugenio Bortolini è ricercatore presso il Dipartimento di Beni Culturali dell'Università di Bologna. Si occupa principalmente di processi di trasmissione e diffusione culturale, di coevoluzione di geni e cultura, e di metodi quantitativi in ambito archeologico e antropologico. Ha diretto ricerche archeologiche nella Penisola Araba (Oman), ha fatto ricerca in Inghilterra (UCL) e Spagna (IMF-CSIC Barcellona) ed è parte del progetto ‘Success’ incentrato sull’interazione tra noi e i Neandertal in Italia ( Nel suo talk parlerà dei processi di trasmissione della cultura anche in riferimento alla diffusione delle fiabe nel mondo.
Acknowledgements:
Silde4: Drawing by Antonino Vazzana
Silde5: Photo by Marco Peresani
Slide6: Photo by Roberto Costa
Slide8: courtesy of Francesco Cavalli-Sforza and Marcus W. Feldman
Slide13: Photo by Marco Sazzini
Slide16: Enrico Mazzanti, Le avventure di Pinocchio (1883);
Slide18: Route map of the world's scheduled commercial airline traffic, 2009. Author: Jpatokal;
References:
Ammerman, A.J. and Cavalli-Sforza, L.L. Measuring the rate of spread of early farming in Europe, Man New Series 6(4):674-688
Boyd, R. and Richerson, P.J. 1985. Culture and the Evolutionary Process, The University of Chicago Press, Chicago
Brown, S. et al. 2014. Correlations in the population structure of music, genes and language, Proc. R. Soc. B 281
Cavalli-Sforza, L.L. and Feldman, M.W. 1981. Cultural Transmission and Evolution. A quantitative approach, Princeton University Press, Princeton (NJ)
Creanza, N. et al. 2015. A comparison of worldwide phonemic and genetic variation in human populations, PNAS 112(5):1265-1272
Savage, P.E. 2019. Cultural Evolution of Music, Palgrave Communications5 article 16, 5:16 | | nature.com/palcomms
Ross. R. M. et al. 2013. Population structure and cultural geography of a folktale in Europe, Proc. R. Soc. B 280, Eugenio Bortolini è ricercatore di Metodologie della Ricerca Archeologica presso l'Università di Bologna. Si è laureato a Bologna e specializzato all’Institute of Archaeology, UCL (UK), dove ha iniziato a studiare i meccanismi di trasmissione della cultura da un punto di vista evolutivo. Si occupa principalmente di processi di trasmissione e diffusione culturale, di coevoluzione di geni e cultura, e di metodi quantitativi in ambito archeologico e antropologico. Ha diretto ricerche archeologiche nella Penisola Araba (Oman), ha lavorato presso centri di ricerca internazionali in Inghilterra (UCL) e Spagna (IMF-CSIC Barcellona) ed è parte del progetto ‘Success’ incentrato sull’interazione tra noi e i Neandertal nel nostro paese. Suoi lavori recenti sono stati pubblicati in riviste internazionali (PNAS, The American Journal of Physical Anthropology, Scientific Reports, PLOS ONE), riviste di divulgazione scientifica (Le Scienze) e in manuali e volumi editi (Oxford University Press). This talk was given at a TEDx event using the TED conference format but independently organized by a local community. Learn more at
PART 1 - I Tarocchi Del Mantegna, c 1450s (Il Meneghello, 2017) Not Tarot Not Mantegna
PART 2
**The authorship of Mantegna is disputed, but proposed here. This is the E Series variety (not the S). The categorization of this deck as tarocchi is also disputed.** If you are interested in art history, classical studies, iconography, symbology, Greek mythology, and the history of playing cards, this is likely for you. If not. This might, or might not :) At least, the book is not likely to be :) The handbook approach is one of art historical analysis. The whole package is beautifully done. I do wish the card stock is thicker, and the book cover quality better :)
My own impression is that this is the first production from Il Meneghello where Christina Dorsini is at the helm completely in her own right, without Osvaldo Menegazzi, her father, by her side.
Pardon in advance for any mispronunciations :)
NOTE 1
Piero della Francesca
School of Ferrara
Mantegna Tarrochi
NOTE 2
What I forgot to mention here when talking of these 50 cards as similar to 50 majors, is that there is actually a theory which suggests that the 22 majors in the deck of 78 cards that we understand today as tarot, was initially created as its own deck. That the 56 minors was originally created as an entirely different game. A separate deck. The theory further suggests that the two merged somewhere along the way. I will look for when I saw this and get back to you.
NOTE 3
The progression from 1 to 50 appears to have started with an existence entirely focused on the most basic and physical needs, akin to that of an infant, moved along an increasingly more internal maturation, and ended with The Prime Cause, the source and cause of all things.
MOZART RITRATTO DI UN GENIO Giuseppe Cederna Pt.1
MOZART RITRATTO DI UN GENIO Giuseppe Cederna
di e con Giuseppe Cederna
liberamente ispirato alla biografia “Mozart” di Wolfgang Hildesheimer
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live 19 marzo 2017 - Auditorium RSI Lugano
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Regia Ruggero Cara ‐ Elisabeth Boeke
Scene Francesca Sforza
Costumi Alexandra Toesca
Luci Paolo Latini
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Personaggi ed interpreti:
un attore ‐ Giuseppe Cederna
un pianista – M° Sandro D’Onofrio
un genio – Wolfgang Amadè Mozart
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Genere: Monologo brillante con musica dal vivo
Durata: 80 min
Non tutte le IMMAGINI sono ARTE - #BOBOOK
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Oggi su #BOBOOK usiamo il libro visual grammar, un'introduzione base alla semiotica per parlare della poca importanza che il nostro sistema scolastico da all'interpretazione e comprensione dell'immagine a discapito del testo. Una società fortemente visiva come la nostra non insegna ai suoi ragazzi a relazionarsi con le immagini a meno che queste non rientrino nella ristretta cerchia delle opere d'arte.
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Officina di Poesia (Coop Zanichelli, Bo)
Incontri di Officina di Poesia tenuti da Alberto Bertoni e Pier Damiano Ori, presso la libreria Coop Zanichelli a Bologna.
Giancarlo Sissa presenta le voci della poesia femminile di Bologna. Leggono: Chiara Bernini, Martina Campi, Cinzia Demi, Serena Dibiase, Barbara Herzog, Eva Laudace, Ivonne Mussoni, Francesca Serragnoli, Veronica Tinniriello.
ps.
Mi scuso con chi è rimasto fuori dal filmato ma purtroppo la batteria era poca!!!
Precisazioni di Alessandra Bordoni e Daniele Del Rio
Non sempre l'alimento considerato più antiossidante rispetto gli altri è davvero il più protettivo all'interno del nostro organismo. Dobbiamo capire se e come funzionino queste molecole antiossidanti e le prime conclusioni sono sicuramente positive, ma bisogna cercare di evitare i confronti poco reali dei poteri antiossidanti degli alimenti, perchè sono difficilmente spiegabili sperimentalmente.
La prostituzione a Milano dilaga in pieno giorno
Valeria Castellano ha intervistato una donna che esercita la prostituzione in pieno centro a Milano, e reclama i propri diritti.
LA BELLA GIULIA // Il cortometraggio storico sulla ceramica di Faenza
La bella Giulia è un mediometraggio in costume ambientato nel 1400, diretto nel 2007 da un'allora diciottenne Matteo Tondini. Un'interpretazione fiabesca che racconta la nascita di una delle più rappresentative opere ceramiche mai prodotte a Faenza, il famoso piatto della Julia Bela conservato al MIC (Museo Internazionale delle Ceramiche).
Il mediometraggio interamente girato a Faenza in 6 giorni, vanta costumi originali creati dal costumista Steve Almerighi e un mix di abiti provenienti dai vari rioni della città. La fotografia è opera di Luca Nervegna, mentre la colonna sonora e la sceneggiatura sono di Marco Tondini.
La Bella Giulia ha riscosso grande successo di pubblico nelle proiezioni cinematografiche organizzate nel corso del 2007. Questa versione da 30 minuti è la short version che è stata usata per le proiezioni nei festival italiani.
Gli Illustrissimi Signori Sacchetti Padroni 2 Elisabetta Mori
“Gli Illustrissimi Signori Sacchetti Padroni” Il mecenatismo della famiglia Sacchetti e Pietro da Cortona
21 ottobre 2015
La collezione Sacchetti inizia a formarsi, per quanto è possibile ricostruire, negli anni venti del Seicento, per opera dei figli di Giovanni Battista Sacchetti, un banchiere fiorentino che si era trasferito già nel XVI secolo a Roma fondando il ramo “romano” della famiglia dopo il matrimonio con Francesca Altoviti, a sua volta discendente da un’altra celebre famiglia fiorentina di banchieri e mecenati. I cinque figli maschi superstiti – Marcello, Giulio, Giovanni Francesco, Alessandro e Matteo – consolidarono
l’ascesa sociale della famiglia grazie allo stretto legame con la famiglia Barberini, di comuni origini toscane. Con l’avvento al trono pontificio di Maffeo Barberini (papa Urbano VIII, 162391644) Marcello divenne Tesoriere Segreto e Depositario dello Stato della Chiesa – in pratica, il banchiere del papa – e Giulio ottenne il rango di cardinale, svolgendo importanti incarichi diplomatici e politici. Marcello,celebre mecenate e amico di artisti quali Pietro da Cortona e Simon Vouet, iniziò così la raccolta pittorica, che dopo la sua morte precoce nel 1629 venne proseguita dai fratelli e incrementata da Giulio durante le legazioni a Ferrara e a Bologna. Il più antico inventario Sacchetti, stilato nel 1639, registra circa settecento dipinti. A questa data, i Sacchetti avevano già ottenuto il titolo nobiliare di marchese.
Nel 1649 avvenne il trasferimento nel palazzo di via Giulia a Roma, un edificio cinquecentesco che presto prese il nome dei nuovi proprietari. Il palazzo, già decorato nel corso del secolo XVI da
Francesco Salviati, venne nuovamente adornato con una serie di opere d’arte – da quadri “sovraporta”a oggetti d’arredo fatti realizzare dai Sacchetti all’indomani del trasferimento. Un ultimo episodio di mecenatismo avvenne negli anni ottanta del Seicento, quando il giovane Gaspar Van Wittel venne ospitato per qualche anno nel palazzo. Se l’inventario del 1744 registra quasi novecento dipinti, sono proprio gli anni quaranta a vedere una decisiva svolta nella storia della raccolta: pressato dai debiti, nel 1748 il marchese Sacchetti cedette a papa Benedetto XIV oltre 180 dipinti della collezione, che formarono il nucleo iniziale della Pinacoteca Capitolina. Tutti i quadri migliori (con rare eccezioni, quale il Ritratto del cardinale Giulio Sacchetti di Pietro da Cortona, tuttora proprietà della famiglia) vennero in pratica ceduti al papa e molti altri andarono dispersi nei decenni successivi. Nel corso della prima metà del XIX secolo alcuni dipinti già Sacchetti della Pinacoteca Capitolina vennero trasferiti nella Pinacoteca
Vaticana e presso l’Accademia di San Luca. Gli inventari della collezione Sacchetti sono conservati a Roma, divisi tra l’Archivio di Stato di Roma e l’Archivio Sacchetti, a sua volta depositato nel 2014 presso l’Archivio Storico Capitolino.
Video guide [English] - From Montefeltro to the adriatic sea
A travel through the historical and landscaped beauties of the Province of Pesaro and Urbino
Andrea Bayer: Court Portraiture in the Age of Isabella d'Este
During the early sixteenth century, rulers and courtiers across northern Italy commissioned portraits that not only captured their appearance but also subtly alluded to their status and accomplishments. By examining such portraits — in particular, those of the most fastidious of all patrons, Isabella d'Este — this lecture places Parmigianino's enigmatic Schiava Turca (the subject of the special exhibition) in a larger context. This lecture is made possible by the Robert H. Smith Family Foundation.
[previously hosted on Vimeo: 337 views]
★ ( M ♡ L ) ★ :: Wedding Cinema in Villa Tramonti // Rimini - Emilia Romagna // Tears Wedding Film
tearsweddingfilm.it
Gli Illustrissimi Signori Sacchetti Padroni 4 Sergio Guarino
“Gli Illustrissimi Signori Sacchetti Padroni” Il mecenatismo della famiglia Sacchetti e Pietro da Cortona
21 ottobre 2015
La collezione Sacchetti inizia a formarsi, per quanto è possibile ricostruire, negli anni venti del Seicento, per opera dei figli di Giovanni Battista Sacchetti, un banchiere fiorentino che si era trasferito già nel XVI secolo a Roma fondando il ramo “romano” della famiglia dopo il matrimonio con Francesca Altoviti, a sua volta discendente da un’altra celebre famiglia fiorentina di banchieri e mecenati. I cinque figli maschi superstiti – Marcello, Giulio, Giovanni Francesco, Alessandro e Matteo – consolidarono
l’ascesa sociale della famiglia grazie allo stretto legame con la famiglia Barberini, di comuni origini toscane. Con l’avvento al trono pontificio di Maffeo Barberini (papa Urbano VIII, 162391644) Marcello divenne Tesoriere Segreto e Depositario dello Stato della Chiesa – in pratica, il banchiere del papa – e Giulio ottenne il rango di cardinale, svolgendo importanti incarichi diplomatici e politici. Marcello,celebre mecenate e amico di artisti quali Pietro da Cortona e Simon Vouet, iniziò così la raccolta pittorica, che dopo la sua morte precoce nel 1629 venne proseguita dai fratelli e incrementata da Giulio durante le legazioni a Ferrara e a Bologna. Il più antico inventario Sacchetti, stilato nel 1639, registra circa settecento dipinti. A questa data, i Sacchetti avevano già ottenuto il titolo nobiliare di marchese.
Nel 1649 avvenne il trasferimento nel palazzo di via Giulia a Roma, un edificio cinquecentesco che presto prese il nome dei nuovi proprietari. Il palazzo, già decorato nel corso del secolo XVI da
Francesco Salviati, venne nuovamente adornato con una serie di opere d’arte – da quadri “sovraporta”a oggetti d’arredo fatti realizzare dai Sacchetti all’indomani del trasferimento. Un ultimo episodio di mecenatismo avvenne negli anni ottanta del Seicento, quando il giovane Gaspar Van Wittel venne ospitato per qualche anno nel palazzo. Se l’inventario del 1744 registra quasi novecento dipinti, sono proprio gli anni quaranta a vedere una decisiva svolta nella storia della raccolta: pressato dai debiti, nel 1748 il marchese Sacchetti cedette a papa Benedetto XIV oltre 180 dipinti della collezione, che formarono il nucleo iniziale della Pinacoteca Capitolina. Tutti i quadri migliori (con rare eccezioni, quale il Ritratto del cardinale Giulio Sacchetti di Pietro da Cortona, tuttora proprietà della famiglia) vennero in pratica ceduti al papa e molti altri andarono dispersi nei decenni successivi. Nel corso della prima metà del XIX secolo alcuni dipinti già Sacchetti della Pinacoteca Capitolina vennero trasferiti nella Pinacoteca
Vaticana e presso l’Accademia di San Luca. Gli inventari della collezione Sacchetti sono conservati a Roma, divisi tra l’Archivio di Stato di Roma e l’Archivio Sacchetti, a sua volta depositato nel 2014 presso l’Archivio Storico Capitolino.