Parco Archeologico delle terme romane
Il Parco Archeologico delle Terme Romane, tornato in luce in seguito ad estesi scavi archeologici e lavori di valorizzazione completati nel 1998, conserva alcuni dei mosaici più importanti ed estesi sinora rinvenuti lungo l'intera costa medio adriatica, con una superficie complessiva di circa 250 mq., oltre ad una serie di ambienti di servizio con resti di pavimentazione termale, vasche, cisterne, ed una grande sala pavimentata con marmi pregiati.
I mosaici del Nettuno, molto estesi, sono caratterizzati da una decorazione molto articolata, basata su un raffinato intreccio di elementi vegetali stilizzati, che definiscono un campo centrale a forma di quadrifoglio, all'interno del quale campeggia la possente figura del dio marino con il tridente. La divinità è rappresentata con grande abilità nella resa dei particolari anatomici e con straordinaria ricerca degli effetti tridimensionali. Su tutti i lati ci sono altri otto riquadri, all'interno dei quali sono raffigurate quattro Nereidi, due in sella a cavalli, una ad un drago, e una ad un cavallo marino. La composizione è inserita in un complesso di altri quadrifogli e rosette decorati con raffinati motivi vegetali. La grande maestria nella resa del chiaroscuro è evidente nella realizzazione dei particolari anatomici delle figure e conferma la presenza, nella Histonium della prima metà del II secolo d.C., di raffinate maestranze in possesso di grande abilità e capacità tecnica.
The Archaeological park of the Roman Thermal Baths, brought back to light after some extended archaeological excavations and enhancement works completed in 1998, keeps some of the most important and most extensive mosaics discovered so far along the entire middle-Adriatic coast, with a total surface of about 250 square meters, besides a series of rooms with remains of thermal paving, basins, tanks and a big hall paved with valuable marbles.
The wide Neptune mosaics are characterized by a very intricate decoration, based on a delicate intertwining of styled vegetable elements, which define a central area in the shape of a four-leaf clover, highlighting in the center the mighty figure of the Sea God with his pitchfork. The divinity is represented with great ability in the rendering of the anatomic details and with an extraordinary research of tridimensional effects. On each side there are other eight panels, inside which four Nereids are represented, two on horseback, one on a dragon, and one on a seahorse. The composition is inserted in a complex of other four-leaf clovers and rosettes decorated with delicate vegetable patterns. The great craftsmanship in rendering light and shade is evident in the realization of the anatomic details of the figures and it confirms the presence, in the Histonium of the first half of the 2nd century A.D., of refined workers possessing great ability and technical skill.
VASTO (CH) - PASSEGGIATA ARCHEOLOGICA -VIA ADRIATICA
Breve documentario sui lavori di consolidamento del margine del centro storico di Vasto in corrispondenza del Parco delle Lame, condotti fra 2005 e2008 da Comune di Vasto e Ministero per i Beni e le Attività Culturali-Soprintendenza per i Beni Archeologici dell'Abruzzo, grazie ad un finanziamento della Regione Abruzzo-Servizio Difesa del Suolo.
A seguito di questi lavori è stata riaperta al pubblico venerdì 25 luglio 2008 via Adriatica, vera passeggiata panoramica del centro storico di Vasto, estesa con le sue importanti testimonianze della città romana di Histonium racchiuse nel Percorso Archeologico, da Palazzo d'Avalos, sede dei Musei Civici fra cui il Museo Archeologico, sino all'area archeologica delle Terme Romane, presso la chiesa di S.Antonio, con i suoi preziosi mosaici.
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Trigno Sinello Arte
La forza del territorio Vastese sta soprattutto nel misurato equilibrio tra la natura, che ancora domina il paesaggio, e la presenza stratificata dell'uomo, tanto da presentarsi al viaggiatore come vero e proprio museo diffuso, mostra permanente all'aperto.
Ciascuna tipologia di monumenti, siano essi castelli o antichi borghi, chiese o monasteri, risulta non solo numerosa, varia e ben conservata, ma soprattutto ancora diffusamente inserita nel contesto in cui ebbe origine. Così vediamo: la chiesa campestre e il suo tratturo, il castello dominante e il territorio che controlla, la torre di guardia e il suo valico, il palazzo feudale e il suo borgo, e così via, in un gioco di lettura integrata del paesaggio di sconcertante quanto spettacolare evidenza. È dunque il Medioevo il periodo di formazione dell'Abruzzo giunto sino a noi. E delle continue, pressanti, mai estinte necessità difensive parlano le case di pietra nuda dei paesi, che appaiono rinserrate l'una all'altra a formare una grande muraglia protettiva e compatta, una sorta di fortezza abitata, e perciò dette anche case-mura. La struttura urbanistica è simile per tutti i borghi: in alto di solito si trova il castello, poi la piazza, nei pressi è la chiesa maggiore. Il paese, con il suo insieme di case e strette vie, diventava un tutt'uno con il castello in caso di attacco nemico.
Le aree collinari e montane sono decisamente più ricche di edifici militari e fortificati rispetto alla costa.
In molti casi, gli insediamenti fortificati furono il frutto dell'espansione territoriale operata dai grandi monasteri benedettini fin dall'Alto Medioevo. Le vie dello spirito hanno tracciato itinerari secolari percorsi ininterrottamente dai pellegrini abruzzesi e forestieri. E la storia dell'arte medioevale in Abruzzo coincide anche con quella dell'architettura religiosa monastica: chiese e abbazie medievali mostrano elementi gotici nei bei portali due-trecenteschi o nei rosoni delle facciate, spesso inseriti in edifici barocchi, magari rimaneggiati secondo il più recente gusto neoclassico.
Tra i siti archeologici che accoglie il territorio sicuramente il più maestoso è il Parco Archeologico delle Terme Romane di Vasto dove sono le tracce dell'antica Histonium, con i suoi preziosi mosaici con scene marine e mitologiche per una superficie complessiva di oltre 250 metri quadrati, i più importanti ed estesi della costa del Medio Adriatico. A Schiavi d'Abruzzo, nella zona superiore della vallata del Sente, si trova l'Area Sacra dei Templi Italici che conserva alcune tra le migliori testimonianze dell'architettura sannitica del I-II sec a.C..
Una sintesi efficace del patrimonio storico e artistico del territorio è offerta dalla sua ricca e variegata rete di musei. Dalle grandi raccolte dedicate all'archeologia, come i Musei Civici di Palazzo d'Avalos a Vasto, il Parco Archeologico del Quadrilatero a San Salvo, o il Museo per l'arte e l'archeologia del Vastese a San Buono, ai musei dedicati al folclore e alla vita dei contadini e dei pastori, fino agli spazi espositivi d'arte moderna e contemporanea.
Infine, il tratturo. Dalla valle del Trigno e del Sinello fino al tavoliere pugliese, tutta l'area naturale è stata segnata da una rete di tratturi ancora ben visibili e recentemente riconosciuti come beni culturali da preservare e tutelare per legge. Qui, le necessità e la fede dei pastori si sono espresse in fontanili ed abbeveratoi, in ovili di sosta e nella costruzione di tabernacoli, chiesette e santuari.
Musei Civici di Palazzo D'Avalos
I Musei Civici della Città del Vasto sono ospitati nelle ampie sale di Palazzo D'Avalos, dal cui settecentesco giardino napoletano è possibile ammirare il fantastico panorama del golfo di Vasto. Voluto da Luigi Marchesani nel 1849, il Museo Archeologico è il più antico museo pubblico d'Abruzzo, nonché uno dei più importanti. I materiali rappresentano un complesso di testimonianze omogenee e cronologicamente stratificate sulla storia dell'antica città di Histonium e del suo territorio dall'Età del Ferro sino all'Altomedioevo. Nel museo trovano posto sarcofagi, sculture, anfore, monili, armi, monete (coniate dal III sec. a.C. al V sec. d.C.), oltre ad un bellissimo pavimento a mosaico proveniente dall'area delle antiche terme istionesi, la cui datazione si fa risalire al I sec. d.C., dove sono raffigurati pesci, mostri marini e motivi floreali.
Fra i preziosi reperti esposti si ricordano i preziosi corredi delle numerose tombe scavate nel 1912-1914 nella necropoli lungo il Tratturo, databili fra VI e III secolo a.C. e le due lastrine in bronzo con iscrizioni in lingua osca, provenienti dal santuario frentano esistente nella vicina località di Punta Penna. Di particolare interesse è anche la ricchissima collezione epigrafica, contenente epigrafi funerarie, con testi a volte singolari e curiosi, adeguatamente spiegati, grandi epigrafi monumentali testimonianza di importanti opere pubbliche, il monumentale sarcofago a due posti di P. Paquio Sceva e della moglie Flavia ed un miliare tardoantico da Punta Penna, relativo al tracciato della strada romana che percorreva l'intero litorale adriatico.
La Pinacoteca contiene un settore dedicato alla pittura contemporanea ed in particolare a quella dell'800, in cui si possono ammirare opere di importanti artisti vastesi come i fratelli Palizzi, figure di primo piano della scuola napoletana ottocentesca, di Valerico Laccetti, Gabriele Smargiassi e Giulio Cesare de Litiis e di altri pittori abruzzesi come Francesco Paolo Michetti e Giulio Aristide Santoro.
La Galleria di Arte Moderna nasce invece come naturale continuazione della mostra dal titolo Mediterranea, che nel 2002 aprì al pubblico le opere donate al Comune di Vasto dai coniugi Paglione.
Il Museo del Costume comprende una raccolta di dipinti raffiguranti abiti tradizionali ed una collezione di preziosi abiti abruzzesi databili dagli inizi dell'800 ai primi del '900.
The Civic Museums of the City of Vasto are hosted in the wide halls of the d'Avalos Palace, the Neapolitan garden of which opens out to the view of the fantastic landscape of the Vasto gulf. As Luigi Marchesani so greatly wished, the Archaeological Museum opened in 1849. It is the Archaeological Museum is the oldest public Museum in Abruzzo, as well as one of the most important. The materials represent a complex of homogeneous and chronologically stratified evidences of the history of the old city of Histonium and its territory from the Iron Age to the early Middle Ages. There are also sarcophagi, sculptures, jewels, amphorae, coins (coined between the 3rd and 5th centuries A.C.), besides a wonderful mosaic floor coming from the ancient thermal baths of Histonium dating back to the 1st century A.D. portraying fish, sea monsters and floral patterns.
Among the precious artworks of note are the valuable funeral dowries of the several tombs excavated in 1912-1914 in the necropolis along the Tratturo, datable between the 6th and 3rd Centuries B.C., and the two little bronze plates with inscriptions in Oscan language, coming from the Frentani sanctuary in the nearby site of Punta Penna. Also particularly interesting are the very rich epigraphic collections containing funeral epigraphs, at times with peculiar and curious texts carefully explained, big monumental epigraphs testifying to important public works, a monumental double sarcophagus for P. Paquio Sceva and his wife Flavia, and a milestone of the late archaic period from Punta Penna, relating to the Roman road running tracing the Adriatic seashore.
The Art Gallery contains a sector dedicated to contemporary painting and in particular to that of the 19th century, where one can admire works of important Vasto artists such as the Palizzi brothers, leading figures of the 19th-century Neapolitan school, Valerico Laccetti, Gabriele Smargiassi and Giulio Cesare de Litiis, and other Abruzzo painters such as Francesco Paolo Michetti and Giulio Aristide Santoro.
The Gallery of Modern Art was created instead as the natural extension of the exhibition called Mediterranea, which in 2002 unveiled to the public the works given by the Paglione partners to the Municipality of Vasto.
The Costume Museum contains a collection of paintings portraying traditional costumes and precious Abruzzo clothes dating back from the beginning of the 19th century to the beginning of the 20th century.
Vasto. Amore a prima visita
Affacciàti sullo splendido golfo, dinanzi ad un panorama sul mare che sembra riportare indietro nel tempo, è facile lasciarsi incantare dalla storia di Vasto. Una storia avvincente, complessa, che sconfina nella leggenda secondo la quale la città venne fondata dal greco Diomede, uno dei mitici eroi dell'Iliade di Omero, di ritorno dalla guerra di Troia. Ma la storia di Vasto in realtà ha inizio con l'arrivo dei Frentani, una popolazione italica di stirpe sannitica, come dimostrano le iscrizioni osche ed i rinvenimenti di anfore nel golfo di Vasto che testimoniano l'esistenza di traffici marittimi, nonché la grande importanza politica e religiosa che aveva la città nel territorio frentano.
Alleata di Roma, elevata a Municipio romano di Histonium, ne condivise gli eventi, divenendo una delle città più fiorenti della costa adriatica. Ne conserva ancora evidenti le tracce il tessuto urbano romano a trama viaria ortogonale della parte settentrionale del centro storico, tracce in parte inglobate dalla cinta muraria medioevale. Come ancora sono visibili le antiche Terme del II-III secolo d.C., lungo Via Adriatica, nell'area che costituiva la parte fortificata della città tardo-antica, dove sono stati rinvenuti preziosi pavimenti a mosaico. Tracce dell'anfiteatro romano sono celate invece sotto piazza Rossetti e ancora in parte visibili dai sotterranei del Castello Caldoresco.
In seguito, con la caduta dell'impero e l'invasione dei barbari, la città divenne residenza del Gastaldo, amministratore della giustizia, per cui prese nome Guasto, da cui derivò poi Vasto. Guasto fu feudo prima dei Caldora, quindi dei Guevara ed infine dei d'Avalos che vi trasferirono il fasto della corte iberica. Palazzo d'Avalos rimane uno dei più significativi esempi di architettura rinascimentale abruzzese. Accanto, sono visitabili gli stupendi giardini del palazzo, affacciati sul mare, e, all'interno, il Museo Archeologico, che può vantare una ricca collezione di reperti di grande valore.
Sulla passeggiata orientale che fiancheggia il borgo antico, si apre la Loggia Amblingh, una splendida balconata sospesa a picco tra i mattoni pregni di storia della città e le sottostanti campagne d'ulivi e aranceti digradanti verso il mare. Da qui, con un solo colpo d'occhio si può ammirare il bellissimo golfo d'oro, le colline del vicino Molise, le propaggini della Montagna Garganica e le incantevoli Isole Tremiti.
La passeggiata può continuare lungo via Adriatica, dove si trova, accanto alle terme romane, la facciata e il bel portale della chiesa di San Pietro, a memoria della grande frana del 1956 che dimezzò letteralmente il centro storico. Tra gli altri edifici religiosi spicca l'originale facciata trecentesca della Cattedrale di San Giuseppe, la Chiesa di Santa Maria Maggiore dove si trova la Cappella della Sacra Spina, la chiesa della Madonna del Carmine e infine la Chiesa di San Michele Arcangelo, patrono della città.
Oggi, Vasto è una città moderna, una delle più importanti realtà abruzzesi, sicuramente laeder del turismo balneare, che ha fatto crescere notevolmente la ricettività turistica. Il litorale vastese è il più esteso e vario della regione, con a sud una lunghissima spiaggia fine e dorata, mentre a nord del monumento alla Bagnante la costa è frastagliata, con scogliere, baie e calette rese ancora più suggestive dai trabocchi che si protendono nel mare, antiche macchine da pesca sospese, simbolo della cultura e della storia di questo territorio. Oltre le scogliere, la spiaggia di Punta Penna e la Riserva di Punta Aderci, col suo promontorio a picco sul mare, una meraviglia di natura selvaggia e incontaminata, regno delle dune e del fratino, una splendida oasi riservata agli amanti della flora, del parapendio, delle spiagge e dei fondali mediterranei.
Originale interpretazione della cultura di mare è la cucina di questa terra, dove la natura, qui particolarmente prodiga, e l'inventiva umana, che ha affinato l'uso di materiali e tecniche di cottura del tutto peculiari, hanno distribuito per stagioni le loro specialità. Il brodetto alla vastese, lu vrudatte come viene chiamato in dialetto, è uno dei piatti più semplici e più gustosi della cucina marinara abruzzese, orgoglio della gastronomia tipica vastese, perché impiega, nella caratteristica manipolazione, prodotti selezionati provenienti dal vicino mare e dagli orti della zona.