La befana scende dalla torre dell'Angelo
Anche quest'anno la befana è arrivata a Vercelli con la sua scopa per poter donare ai bambini gioia e tante caramelle. Si è giunti all'ottava edizione di Arriva la Befana grazie alla collaborazione del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco Comando provinciale di Vercelli, il Comune di Vercelli e Melarido che hanno regalato momenti speciali ai bambini e non solo. Prima dell'arrivo della Befana ad intrattenere con la loro travolgente musica la Brassato Drum Band. Un grande pubblico si è recato in piazza per vedere la befana ma anche per fare beneficenza. Infatti grazie alla Pro Loco di Albano sono stati distribuiti, con un'offerta, the e cioccolata calda e palloncini clorati per i bambini. I Proventi della raccolta andranno in beneficenza all'Associazione Italiana contro la Leucemia, Linfomi e Mieloma. Quest'anno però non è stato come tutti gli anni, la befana ha avuto un problema tecnico con la sua scopa mentre stava scendendo dalla torre ed è stata costretta a chiamare i vigili del fuoco che prontamente sono riusciti ad aiutarla e farla atterrare sana e salva così una volta a terra è riuscita a distribuire, insieme ai vigili del fuoco, le caramelle ai bambini che l'hanno aspetta con ansia e accolta con grande euforia. Un grande successo, quindi per la befana, che è riuscita a riempire la piazza di tanta allegria.
Vercelli Palace Hotel **** Hotel Review 2017 HD, Vercelli, Italy
Save money booking hotel Vercelli Palace Hotel in Vercelli, Italy
Book now
...
Property Location
Located in Vercelli, Vercelli Palace Hotel is in the suburbs and convenient to Chiesa di San Cristoforo and Torre dell'Angelo. This 4-star hotel is within close proximity of Torre di Citta and Arca.
Rooms
Make yourself at home in one of the 80 air-conditioned rooms featuring minibars and LCD televisions. Complimentary wireless Internet access keeps you connected, and satellite programming is available for your entertainment. Private bathrooms with showers feature compliment...
2 Giugno Vercelli Festa della Repubblica
Vercelli, 2 Giugno 2012 Piazza Cavour Torre dell' Angelo
VERCELLI sorpresa medievale
Per le vie della città dalla solida tradizione artistica, Vercelli riserva sorprese interessanti agli amanti dell'arte e della pittura. Una passeggiata nel centro storico della città non può che cominciare dal suo cuore. Siamo in piazza Cavour, sorta sull'antico foro romano ma che si mostra nel suo aspetto medievale con la pavimentazione in ciottoli, i portici che la incorniciano e la Torre dell'Angelo (secc. XIV-XV; una delle numerosi torri che tratteggiano lo skyline cittadino) che la domina.
Video Shooting by
Pino Meola
Video Editing by
pinomeola
Music :
YouTube Audio Library Free
Wendding _ Fun. mp3
Vanity _ Reprise .mp3
The Framework .mp3
Pedro _ Versus _ The _ World.mp3
Lost _ In _Prayer.mp3
Journeyman . mp3
Back _ to _ Vik . mp3
Tesori della storia d'Abruzzo: CITTA' SANT'ANGELO (PE)
Città Sant’Angelo è un delizioso e suggestivo borgo abruzzese incastonato in una cornice di colline ondulate, di vigneti e uliveti che arrivano fino a un lembo di territorio bagnato dalle acque dell’Adriatico. Meta turistica prescelta per il clima gradevole, la ricchezza di risorse naturali e per la possibilità di rilassarsi, Città Sant’Angelo ha meritato a pieno titolo di entrare nella lista dei Borghi più belli d’Italia. E non è certo l’unico riconoscimento che la cittadina ha ottenuto. Essa è anche Città del Vino e dell’Olio, Città Slow e Bandiera Verde Agricoltura, prestigioso riconoscimento nazionale per quei comuni che si sono distinti in ambito agricolo e ambientale.
Il delizioso borgo è ricchissimo di opere architettoniche e culturali di un certo prestigio. Basti pensare alla maestosa e spettacolare mole della Collegiata dedicata a San Michele Arcangelo, di cui conserva un’importante statua lignea, o alla Chiesa di San Francesco, dalla caratteristica torre campanaria quadrata, costruita nel 1300 e inserita in un edificio conventuale che oggi ospita alcuni uffici del Comune. L’architettura religiosa è una peculiarità del borgo: oltre agli edifici sacri già citati, abbiamo, ugualmente di grande valenza, la Chiesa di Santa Chiara, con una singolare pianta a forma di triangolo equilatero inserito in un cerchio su cui poggia la cupola, la chiesa di Sant’Agostino, di impronta medievale e attualmente adibita ad auditorium, la Chiesa di San Bernardo, costruita nel XIV secolo e soggetta, nel corso degli anni, a modifiche radicali, la Chiesa del Salvatore, dove la torre campanaria, sebbene quasi completamente distrutta, mostra ancora i tratti della scuola del Borromini, e la Chiesa di Sant’Antonio da Padova del XIII secolo. Spiccano in questo meraviglioso borgo anche i palazzi gentilizi e baronali (come i palazzi di Giampietro, Colamico, Sozj, Ursini e Coppa Zuccari) e alcuni importanti siti culturali come ad esempio il Museo e Laboratorio d’arte contemporanea che sorge nel complesso ex manifatturiero dei tabacchi e che oggi è uno dei centri culturali più vivaci e stimolanti nel panorama contemporaneo. Città Sant’Angelo accoglie anche l'importante centro di Educazione Ambientale Butterflyfarm, una piccola oasi di verde dove imparare a conoscere l’ecosistema nel quale vive la farfalla, le diverse specie e contemplare le varie collezioni scientifiche e didattiche. Il percorso del centro prevede anche una tappa al museo ornitologico dove è possibile ammirare molte specie di uccelli. Natura e biodiversità a Città Sant’Angelo, dunque, anche grazie alla presenza dell’Orto Botanico, un’area protetta istituita nel 1990. Dieci ettari in prossimità del fiume Fino, che accolgono una foresta ricca di pioppi bianchi e neri, roverelle, robinie, olmi, salici bianchi e arbusti (sambuco, biancospino, nocciolo). Conclude la carrellata di attrazioni naturalistiche Colle del Moro, uno dei punti panoramici più suggestivi, che offre la vista di tutto il litorale pescarese.
VERCELLI - Cerimonia per la festa della Repubblica - L' intervento del Prefetto e del Sindaco
(r.p.) - Il 2 giugno del 1946 dopo venti anni di fascismo, gli italiani vennero chiamati a votare per un referendum a suffragio universale. Per la prima volta quindi anche le donne furono chiamate a votare. Gli Italiani scelsero la Repubblica decretando la fine della monarchia. Un evento quindi importante per la storia del nostro paese che merita di essere ricordata e celebrata. Anche Vercelli ha voluto festeggiare la festa della repubblica. Per celebrare la ricorrenza del 67° anniversario della proclamazione della Repubblica Italiana, nella mattinata di domenica 2 giugno 2013, sulla piazza principale si è svolta una significativa cerimonia organizzata dalla Prefettura, in collaborazione con il Comune, la Provincia di Vercelli e l'Ufficio Scolastico Provinciale. La cerimonia è stata organizzata con la partecipazione dei giovani in quanto testimoni di speranza per il futuro della nostra Nazione, e per questo si è dato alla manifestazione un titolo simbolico Dalla Repubblica e i giovani alla Repubblica dei giovani. In Piazza Cavour, sotto la statua di Camillo Benso Conte di Cavour, uno dei simboli più eloquenti dell'Unità d'Italia, alla presenza delle Autorità civili, militari e religiose, si è schierato un picchetto armato del 52° Reggimento Artiglieria Terrestre Torino, presente anche una rappresentanza delle Forze di Polizia, dei Vigili del Fuoco, della Polizia Municipale, delle Infermiere volontarie della Croce Rossa Italiana e della Protezione Civile; sono poi entrati i Labari delle Associazioni combattentistiche e d'arma, i gonfaloni della Città e della Provincia di Vercelli, nonché di altri Comuni della provincia. Alle 10:30 si è assistito al momento molto toccante e simbolico dell'alzabandiera. Sulla Piazza, sotto la Torre dell'Angelo, sono stati calati due veli con i colori della bandiera italiana e, insieme ad essi è giunta nella piazza anche la Bandiera tricolore, in un casco dei Vigili del Fuoco. Condotta dai Vigili del Fuoco, la Bandiera italiana è stata consegnata, sotto il monumento di Cavour, nelle mani del Prefetto che l'ha consegnata ai due portabandiera per essere issata sul pennone. Ad accompagnare il momento solenne dell'Alzabandiera L'Inno di Mameli cantato dai bambini della scuola primaria dell'Istituto Comprensivo Ferrari. Presenti all'evento le carice istituzionali tra cui: il Sindaco Andrea Corsaro, il Prefetto di Vercelli, Salvatore Malfi , l'onorevole Luigi Bobba, il Presidente della Provincia Carlo Riva Vercellotti, il Questore Gaetano Giampietro, con il Comandante dei Carabinieri, Colonnello Angelo Megna, il Capitano Daniele Marra della Guardia di Finanza e il Comandante dei Vigili del Fuoco Michele Mazzaro. Presenti all' appuntamento il Dirigente dell'Ufficio Scolastico,Antonio Catania, la professoressa Cinzia Ordine, Sabrina Micillo di Viva Vercelli Ascom e la Delegata provinciale del Coni prof.ssa Laura Musazzo, i sindaci dei paesi limitrofi tra cui il Sindaco di Santhià Angelo Cappuccio, Anche i militari della Caserma Scalise hanno partecipo all'evento. . Dopo gli interventi è giunto il momento delle onorificenze al Merito della Repubblica Italiana. Hanno ricevuto la Medaglia d'Onore: il Cav. Pierangelo Renato ad Oldenico nel 1955, imprenditore agricolo e Presidente dell'Associazione Culturale Al Nos Pais di Albano Vercellese; il Cav. Armando Alciato, nato a Strambino nel 1920, residente a Borgosesia. Partecipò alla campagna di Tunisia nel 92° Reggimento di Fanteria della Divisione Superga. Partecipa alla vita del suo territorio ed è socio del Rotary Club Valsesia, oltre che Presidente dell'Associazione Combattenti e reduci di Borgosesia. Ha scritto molti libri e saggi. A chiudere la cerimonia è stata la bravissima Banda musicale Città di Santhià . Il festeggiamenti continuano al pomeriggio: Alle 16.45 al Teatro Civico si svolgerà un evento aperto ai giovani con musiche, coreografie, narrazioni che ha proprio aventi per tema Io e la Repubblica del 2 giugno: desideri e speranze dei giovani nel 2013. Parteciperà l'Orchestra dell'Istituto Superiore Lagrangia, quella del Liceo Scientifico, la Società Pro Vercelli Ginnastica artistica, la Scuola di danza Dagis e la Danzarte con la Pro Vercelli Scherma. Alle ore 19, in Piazza Cavour si conclude con l'Ammainabandiera.
Buronzo (Vercelli, Piemonte) il Castello o Castellone - videomix
Il castello di Buronzo si erge su una piccola altura in mezzo alla piana dell'alto vercellese, al centro della Baraggia. Si tratta in realtà di una raro esempio di castello consortile o di ricetto signorile formato da quanto resta di un complesso di fortificazioni e di caseforti fatte costruire dai diversi rami della famiglia signorile dei Buronzo che occupa interamente il centro storico dell'omonimo comune.
La prima citazione documentale del castello compare in un atto del 1039 in cui l'imperatore Corrado II investe il feudatario Guala di Casalvolone confermandogli la pertinenza dei possessi signorili. Più di un secolo dopo, nel 1152, Federico Barbarossa conferma a Gualone di Casalvolone i vecchi possedimenti e gli concede il diritto di esigere tributi per la manutenzione e l'ampliamento delle fortificazioni del borgo.
Nel XII secolo i Casalvolone si dividono in tre rami, tra i quali assume rilievo quello dei Buronzo. Nel XIII secolo tale famiglia nobiliare assume sempre maggior forza patrimoniale, e nel secolo successivo si divide in sette colonnellati, corrispondenti a distinti ceppi familiari, che non si separano, ma decidono di convivere nel castello adottando regole di organizzazione comuni e statuti atti a favorire la conservazione unitaria del patrimonio a loro tramandato. Di qui la struttura consortile o di ricetto signorile assunta dal borgo, dove le varie caseforti concorrono a strutturare le fortificazioni verso l’esterno.
Nel corso del XIV secolo e sino alle prime decadi del XV secolo, stante la rilevanza strategica assunta dal borgo, i Buronzo si trovano al centro di sanguinose guerre tra i Visconti, i Savoia ed i marchesi del Monferrato. Solo nel 1427 con il definitivo passaggio di Vercelli e del suo distretto ai Savoia, Buronzo conosce un periodo di pace e di nuova prosperità.
Nello sviluppo delle strutture del castello si possono individuare tre fasi. La prima struttura architettonica si colloca, tra il XII ed il XIII secolo, come testimonia la torre che i recenti restauri hanno riportato in evidenza.
Tra il XIV ed il XV secolo si assiste allo sviluppo della struttura del ricetto signorile, con la costruzione di una seconda linea difensiva risalgono a tale periodo la massiccia rocca in laterizio - in parte superstite – che si caratterizza per le eleganti bifore impreziosite da bacini in maiolica di provenienza iberica. Allo stesso periodo risale la torre-porta che ha mantenuto parzialmente l'aspetto di quel tempo.
Dopo il passaggio di Buronzo sotto il dominio dei Savoia e del conseguente lungo periodo di prosperità, si assiste all'ammodernamento ed all'ampliamento delle edificazioni presenti sull'altura sino ad assumere quella fisionomia che si è poi mantenuta nel tempo. I Buronzo si dimostrano attenti alle novità artistiche e culturali che segnano il Rinascimento, e poi il Barocco. Nel XVII secolo si assiste a ristrutturazioni di un'ampia parte del castello: prendono vita saloni abbelliti da eleganti soffitti a cassettone, ornati da fasce ad affresco contenenti imprese che manifestano una raffinata cultura letteraria.
Nel Settecento ha luogo un ampio rifacimento della zona antistante la torre-porta, con l'edificazione di una nuova chiesa (1703) al posto della vecchia cappella castrense della quale si conserva la dedicazione a Sant'Abbondio.
Dopo un successivo lungo periodo di decadenza, il castello è stato oggetto di un primo accurato recupero per iniziativa del Comune di Buronzo e del Consorzio di bonifica della Baraggia, grazie fondi strutturali stanziati dall'Unione europea, che la Regione Piemonte ha destinato a tale progetto.
Ex manicomio di Vercelli - Episodio #8 - Le camere d'isolamento
Ricomincia da qui la seconda parte della serie di video ambientati all'interno dell'ex manicomio di Vercelli. In questa puntata visiteremo il reparto destinato ad i casi più gravi e violenti, l'area dove venivano imprigionati in stanze d'isolamento decine di persone. Incredibile la presenza di oggetti, come ad esempio un originale camicia di forza dell'epoca e molto altro.
PROGRAMMA SERIE:
28/12/2016 Episodio #9 - Padiglione Andrea Verga
06/01/2017 Episodio #10 - Il cuore del manicomio
15/01/2017 Episodio #11 - Sezione senza nome
24/01/2017 Episodio #12 - TBA
02/02/2017 Episodio #13 - TBA
(CONTINUA...?)
Music used: The Land Of The Wizard by Per Kiilstofte
Licensed under Creative Commons Attribution 4.0 International
(
Interference by Jens Kiilstofte
Licensed under Creative Commons Attribution 4.0 International
(
Haunted Places - Alex Lisi - Royalty Free Use -
DICHIARAZIONE:
Il suddetto video è stato realizzato con il solo scopo documentaristico, mi appello quindi al diritto di cronaca nel diffondere tali immagini, in quanto il complesso è privo di cartelli di divieto che ne limitino l'accesso a terzi.
Uno speciale ringraziamento per la realizzazione di questa puntata a:
SOUNDFILM:
Lukvisionfilm:
Paolo P.
LINK:
Disclaimer legale:
Per la realizzazione di questo video NON è stato infranta la legge 614 CP, in quanto il luogo NON è abitato, adibito ad attività ed utilizzato. NON è stata effettuata violenza su beni o cose per la realizzazione del video.
vercelli una sera
Vercelli ... una sera (video Andrea Cherchi)
Il Castello Clonato Rovasenda Vercelli Interno Parte Seconda
La storia inizia nel 1170, anno in cui Alberto di G. inizia la costruzione del castello (quello in centro). Inizialmente la struttura ha scopi difensivi (è circondato da un profondo fossato, e dalla torre si può sorvegliare l’intera piana circostante), ma tra il XV e il XVI secolo si trasforma in abitazione signorile. Nel 1459 Alberto (la dinastia intanto era stata costretta ad assoggettarsi a quella sabauda) fa erigere l’imponente torre, alta 48 metri. Squarciata da un fulmine nel 1721, fu restaurata soltanto nel 1927. I segni della riparazione sono visibili ancora oggi: in prossimità della fenditura, infatti, si vedono chiaramente l’innesto di un calcestruzzo differente e alcuni tiranti che evitano che la struttura si indebolisca.
Sul finire dell’ottocento, il conte Lancillotto (nome di fantasia) di G. (1850 – 1940), originario della zona di Ivrea ma imparentato coi conti di G., scoprì di non essere discendente diretto di Alberto. Di conseguenza, non sarebbe stato lui ad ereditare il castello, a vivere in quel lussuoso maniero. Alla irremovibile sentenza fecero seguito anni di violente liti familiari, in cui tuttavia Lancillotto non ottenne nulla. Il conte voleva il castello per ragioni d’onore e prestigio, ma anche per garantire alla sua sposa, Caroline Ashburner Nix (figlia di un potente, ricchissimo armatore inglese e il cui patrimonio era ben superiore a quello di Lancillotto), una vita lussuosa e agiata. La leggenda (spesso raccontata dagli abitanti del paese) secondo cui la Ashburner avrebbe minacciato di lasciare Lancillotto nel caso in cui non avesse ottenuto il castello, non ha invece fondamento storico, anche se molti la danno per veritiera. L’unica cosa certa, comunque, è che Lancillotto voleva assolutamente il castello. E fu così che venne alla luce una delle più bizzarre idee mai partorite dalla mente umana.
Il conte chiamò a raccolta l’importante architetto torinese Carlo Nigra (fautore, tra le altre cose, del Borgo Medievale di Torino) e gli chiese di progettare un nuovo castello, identico all’altro ma se possibile ancora più sfarzoso. Insomma, un edificio che facesse rodere d’invidia i parenti litigiosi e, secondo Lancillotto, scorretti. La scelta del posto cadde quindi su una porzione di terreno di proprietà del solo conte, situata – guarda caso – ad appena duecento metri dal castello medievale.
“Non volete farmi vivere al castello? Benissimo, me ne costruisco uno identico ma più bello, ad appena duecento metri dal vostro”.
Leggenda urbana,edifici abbandonati,lasciati a se stessi,le indagini sono condotte senza asportare,imbrattare,provocare danni. Urban legend, abandoned buildings, left to themselves, the surveys are conducted without remove, deface, damage.
Nicholas Vincent a Vercelli Appuntamento al Dugentesco
Appuntamento questa sera, sabato 12 ottobre, ore 18, al Salone Dugentesco di Vercelli per ascoltare il Prof. Nicholas Vincent che parlerà della Magna Charta e dei trascorsi vercellesi e piemontesi del documento che, nel XIII Secolo, divenne la matrice delle Costituzioni del Mondo Occidentale –
Il Prof. Vincent è stato ricevuto stamane in Comune di Vercelli dall'Assessore alla Cultura Gianna Baucero: una mattina in cui Vercelli ha accolto anche il Coro Santa Cecilia di Grado, invitato dalla Associazione Vercelli Viva, presieduta dall'Avv. Antonino Ruffino –
Il coro si esibirà sempre al Dugentesco questa sera alle 21 e poi domattina, domenica, alle 10 in Basilica di S. Andrea –
Nell'Aula del Consiglio Comunale convergono così, con semplicità, in questa tiepida mattina d'ottobre, due espressioni della Cultura più autorevole e, tuttavia, non gelosa di sè e rinchiusa nella propria Torre d'avorio, ma aperta e offerta a tutti: perchè la Conoscenza deve diventare ed essere patrimonio del popolo, fondamentale per la crescita di una comunità –
Ecco il servizio e gallery su VercelliOggi.t e poi appuntamento alle 18 e 21 al Dugentesco e domani, domenica ore 10, in Basilica.
L' ABBAZIA DI SAN GUGLIELMO AL GOLETO ( Sant'Angelo dei Lombardi - Avellino Irpinia - Italy ) -
L'abbazia del Goleto è un complesso religioso, in parte ridotto in ruderi, situato a Sant'Angelo dei Lombardi: la sua costruzione risale al XII secolo e fu fondato da san Guglielmo da Vercelli.Con l'arrivo di Guglielmo da Vercelli nell'Irpinia, si assistette alla costruzione di diversi monasteri, tra cui quello di Montevergine nel 1114; il santo giunse nella zona del Goleto, situato in una piana di Sant'Angelo di Lombardi, nel 1133 e dopo aver vissuto in una fessura di un albero, iniziò ad edificare un monastero femminile; tuttavia fu anche costruito un piccolo convento maschile, dove i monaci aveva il compito di vegliare e gestire economicamente le monache, che vivevano in clausura. Con il passere degli anni l'abbazia diventò ricca e potente, arricchendosi sia dal punto di vista artistico che di possedimenti terrieri: le principali fautrici del successo del monastero furono le abbadesse Febronia, Marina I, Marina II, Agnese e Scolastica.Dopo due secoli di splendore, a partire dal 1348, a causa anche della peste, iniziò un lento declino, che si concluse con la decisione di papa Giulio II, presa il 24 gennaio 1506, di sopprimere il monastero, alla morte dell'ultima abbadessa: ciò avvenne nel 1515. In seguito, il monastero fu unito a quello di Montevergine e continuò ad esistere grazie alla presenza di alcuni monaci: iniziò quindi una lenta ripresa, che ebbe il suo culmine tra il XVII e XVIII secolo con il totale restauro del complesso e la costruzione di una chiesa, opera di Domenico Antonio Vaccaro. Con la soppressione degli ordini monastici voluta da Napoleone Bonaparte, anche l'abbazia del Goleto fu abbandonata nel 1807 e le spoglie di San Guglielmo spostate a Montevergine: negli anni fu depredata di tutti gli oggetti artistici e spartiti tra i vari paesi della zona, mentre le strutture si coprirono di rovi ed in parte crollarono; altri danni furono causati dal terremoto del 1980, che portò al cedimento degli archi della Chiesa Grande.Solo a partire dal 1973, con l'intervento del Ministero dei Beni Culturali e della Sovrintendenza della Belle Arti di Avellino e Salerno, l'intera struttura è stata completamente restaurata, con i lavori guidati dall'architetto Carmine Gambardella; viene gestita dai Piccoli Fratelli di Gesù. Il complesso religioso del Goleto si divide in diverse zone che comprendono chiese, chiostri e torri. La torre Febronia, così chiamata dal nome dell'abbadessa che ne volle la costruzione nel 1152 per difendere il monastero, è in stile romanico e molti dei blocchi utilizzati per la sua costruzione, che tra l'altro presentano numerosi bassorilievi, provengono da un mausoleo di epoca romana dedicato a Paccio Marcello. La torre, a cui si accedeva tramite un ponte levatoio, è a due piani e sul piano superiore presenta alcune statue sempre in stile romanico.La chiesa inferiore, conosciuta anche come cappella funeraria, risale al 1200: è divisa in due navate le quali sono separate da colonne monolitiche con bassi capitelli; dalle colonne inoltre partono degli archi che reggono la crociera e terminano in altre colonne fissate nelle pareti laterali. Tutta la struttura è in chiaro stile romanico pugliese, anche se comunque differisce molto dall'impianto originario: mancano infatti le zone absidali. Al suo interno si conserva un sarcofago in pietra rossa, mentre da un accesso laterale si raggiunge l'area dove un tempo sorgeva la basilica del Salvatore, andata completamente perduta.Bassorilievo La chiesa superiore, o chiesa di San Luca, costruita nel 1255 è la principale opera del complesso del Goleto e si accede tramite una scala il cui corrimano raffigura un serpente con all'estremità la testa, con un pomo in bocca. La facciata presenta un portale ad arco a tutto sesto, sul quale sono riportate alcune scritte che ricordano la costruzione della chiesa per volere dell'abbadessa Marina II per ospitare le spoglie di san Luca, sormontato da un rosone a sei luci. All'interno la chiesa è divisa in due navate separate tramite due colonne, che sorreggono anche le coperture a crociera ogivale, le quali terminano in dieci colonne lungo le mura perimetrali; le colonne presentano basi ottagonali e capitelli decorati con foglie. Sono due gli altari presenti, di cui uno in marmo, sorretto da quattro colonnine, ognuna con capitello e basamento differente tra loro. Degli affreschi presenti rimangono solo poche tracce, come due medaglioni raffiguranti le abbadesse Scolastica e Marina e qualche tratto delle vita di San Guglielmo. All'esterno la chiesa si completa con due absidi con barbacani decorati con teste di animali e motivi ornamentali
Ho creato questo video con l'Editor video di YouTube (
VERCELLI - Una nuova realtà politica: Avanguardia Vercellese-Fratelli d'Italia
Avanguardia Vercellese si evolve: dal prossimo Consiglio Comunale diventerà Avanguardia Vercellese -- Fratelli d'Italia. A presentare la novità, venerdì 11 gennaio 2013, i Consiglieri Comunali Anna Rosso, Emanuele Pozzolo e Francesco Corradino. Questa è una scelta -- spiega Pozzolo- anche in vista delle prossime elezioni politiche abbiamo deciso di seguire, in supporto alla figura di Giorgia Meloni che può rappresentare un Centrodestra nuovo. È un sogno che può diventare realtà Emanuele Locci rappresenta per noi un punto di riferimento politico a livello regionale.
BIELLA E VERCELLI - Comune e Provincia scendono in piazza per la quinta provincia
Non si arrendono il Comune di Vercelli e la Provincia. In gioco ci sono più di mille posti di lavoro e la possibilità per la città di decidere del suo futuro. Senza parlare poi del fatto che le altre province hanno debiti ingenti che farebbero soccombere il territorio locale. Per questo, e per molte altre ragioni che sono riassunte in un opuscolo (in allegato pdf), questa mattina alcuni rappresentanti del Comune di Vercelli e della Provincia hanno organizzato uno stand in Piazza Cavour, durante il mercato, per fare volantinaggio e spiegare ai cittadini l'importanza della manifestazione che si terrà martedì 23 ottobre davanti al Consiglio Regionale
UNIONE NAZIONALE MUTILATI PER SERVIZIO - VERCELLI 16/11/2019 -CONVEGNO: IL DRAMMA DELL'URANIO
Il dramma dell'uranio impoverito dell'amianto nelle FORZE ARMATE.
Uranio impoverito: al convegno di Vercelli tutti in piedi per il colonnello Calcagni.
Vercelli – Sabato il Modo Hotel ha ospitato un evento che, di per sè, sarebbe già stato considerevole, visto che avvocati e medici legali impegnati da anni in materia dovevano parlare del dramma dell’uranio impoverito e dell’amianto nelle Forze armate, ma che poi ha assunto la dimensione dell’eccezionalità per l’ultimo relatore intervenuto.
Si trattava del colonnello Carlo Calcagni, simbolo di questa battaglia ormai da diciassette anni, e cioè da quando gli fu diagnosticata la presenza di numerosi metalli pesanti nell’organismo, provocata dalla sua inesausta attività di addetto, come elicotterista, al recupero di feriti e morti durante la guerra in Bosnia nel 1996.
Calcagni, che deve sottoporsi ogni giorno a una terapia che avrebbe già stroncato (fisicamente e psicologicamente) chiunque altro – -300 compresse e sette iniezioni di immunoterapia al giorno, più almeno diciotto ore di ossigenoterapia, con ripetuti ricoveri periodici in un ospedale specializzato in Gran Bretagna – ha detto al Modo Hotel che, negli ultimi esami, gli è stata ribadita la presenza nell’organismo di 28 metalli pesanti, alcuni dei quali in percentuali addirittura 30 mila volte oltre il massimo che è stato tollerato.
Eppure questo ufficiale iscritto nel Ruolo d’Onore dell’Esercito, continua a combattere non solo per sopravvivere, ma anche per vivere, e fare sport (è un campione di ciclismo), soprattutto per i suoi due figli (“che non posso lasciare perché sono ancora giovani”).
E non perde occasione per prendere pare ad incontri, convegni, assemblee (soprattutto studentesche) quando si parla dell’argomento delle terribili conseguenze dell’uranio impoverito (usato nei proiettili e nei razzi) sui suo colleghi militari. Quando ha finito di parlare, tutto l’uditorio si è alzato in piedi, rapito e commosso, e gli ha tributato un interminabile applauso.
Il convegno era quello organizzato dalla sezione provinciale di Vercelli dell’Unione nazionali mutilati per il servizio presieduta da Emanuele Caradonna. Importante l’idea di riunire intorno ad un tavolo alcuni dei massimi esperti nazionali di questa problematica che, colpevolmente trascurata in tanti anni dal legislatore (nonostante ben quattro commissioni parlamentari di inchiesta che si sono succedute fin dal 2006), finisce con il dover essere discussa, ma solo caso per caso, nelle aule giudiziarie. E dunque tocca alla giurisprudenza – talvolta tra l’altro con esiti non favorevoli ai ricovviare all’increscioso vuoto legislativo.
Però, in tutti questi anni le cause discusse sono state poco più di una quarantina mentire pare ormai accertato che, a causa delle cosiddette missioni di pace compiute in Bosnia in Kosovo e in Iraq, i militari italiani colpiti da leucemie, l’indomani e tumori vari – appunto per la presenza di uranio impoverito nelle l’opro munizioni – siano circa 7500, ed i morti oltre i trecentosessanta
Durante il dibattito, gli avvocati Silvana Borelli, Gabriele de Gotzen e Andrea Bava (il legale di Calcagni) e il medico legale Damiano Donadello hanno fatto la cronistoria di un vuoto legislativo indegno del nostril Paese, in cui gran parte dei parlamentari – se non in periodo pre-elettorale – ignora il problema, mentre anche i pochi che lo affrontano lo fanno spesso senza cognizione di causa.
Al convegno, per i Mutilati per il servizio erano presenti, oltre a Caradonna, la presidente regionale Micaela Allodi e il membro della direzione nazionale generale Vittorio Ghiotto. Molte le delegazioni dal Piemonte. Il Comune di Vercelli era rappresentato dal vice sindaco Massimo Simion e dal vice presidente del Consiglio comunale Gianni Marino. C’era anche il sindaco uscente Maura Forte.
Nutrita la rappresentanza dal piccolo Comune di Rocca Canavese, con diversi paracadutisti (il colonnello Calcagni è anche paracadutista della Folgore) e il sindaco, Alessandro Lajolo.
Il Tg3 Piemonte ha dedicato un ampio servizio al convegno, moderato dal giornalista Enrico De Maria, definendolo tra i più importanti mai organizzati in Italia sull’argomento,
Emanuele Pozzolo sulla questione-inceneritore di Vercelli (19/09/2012)
Durante la seduta del Consiglio Comunale di Vercelli del 19 settembre 2012, il consigliere capogruppo di Avanguardia Vercellese Emanuele Pozzolo prende la parola e invita ad un compromesso al rialto: per conservare i posti di lavoro, l'inceneritore potrà continuare a bruciare per altri due anni a patto che, qui e subito, si decida per il futuro smaltimento dei rifiuti della città attraverso un impianto TMB (trattamento meccanico biologico) di ultima generazione. Non è più possibile rimandare!
L'Abbazia di San Guglielmo al Goleto - Cittadella monastica fortificata
L'Abbazia del Goleto, fondata da San Guglielmo da Vercelli, si trova in Irpinia, nel territorio di Sant'Angelo dei Lombardi. Oggi è retta dai Piccoli Fratelli della Comunità Jesus Caritas di Charles de Foucauld.
Dell'antico complesso medievale restano: la chiesa inferiore, di stile romanico-pugliese; la chiesa superiore (1255), dedicata a San Luca, di stile gotico; la Torre Febronia (1152), rivestita di bassorilievi provenienti da un mausoleo funerario romano.
Scende la Befana a Vercelli
Mercoledì 6 gennaio 2016 - Scende la Befana a Vercelli per la gioia dei bambini in una piazza Cavour gremita di gente (video di andrea cherchi per La Sesia On Line (
L'ABBAZIA DI SAN GUGLIELMO AL GOLETO - ( Sant'Angelo dei Lombardi - Avellino - Irpinia - Italy )
L’Abbazia di San Guglielmo al Goleto è considerata una delle più importanti opere architettoniche del Mezzogiorno. Il complesso monumentale sorge a pochi chilometri da Sant'Angelo dei Lombardi, nella valle Ofantina e con la sua mole grandiosa ne domina il paesaggio. Fu fondata intorno al 1133 da un santo vercellese, Guglielmo, che si spense ivi nel 1142.Originariamente era un monastero maschile e femminile che raggiunse il massimo del suo fulgore in epoca normanno-sveva ed all’inizio di quella angioina. La struttura primitiva comprendeva la chiesa, il monastero grande delle monache e quello più piccolo dei monaci. I monaci avevano il compito della guida spirituale e dell'assistenza economica delle monache, che vivevano in stretta clausura. Sotto la guida di celebri badesse, quali Febronia, Marina I e II, Agnese e Scolastica, la comunità crebbe e diventò famosa per la santità delle monache ed il monastero si arricchì di terreni e di opere d'arte. Il periodo d'oro abbraccia circa due secoli, poi dal 1348, vi fu una lenta inesorabile decadenza. Papa Giulio II, nel gennaio 1506, ne decretò la soppressione.Con la fine della comunità femminile goletana, il monastero fu unito a quello di Montevergine, che provvide ad assicurare la presenza di alcuni monaci. Iniziò così una lenta ripresa. Il periodo migliore fu tra la metà del Seicento e la metà del Settecento e culminò con il restauro completo del monastero e la costruzione della chiesa grande. Dal 1807 al 1973 il monastero restò abbandonato. In tale periodo chiunque potè trafugare portali e pietre. Inoltre, i tetti e le mura crollarono ed i rovi diventarono padroni dei luoghi.Nonostante l'usura del tempo, il vandalismo degli uomini ed il susseguirsi dei terremoti, ancora oggi possiamo ammirare alcuni tesori artistici che resero famoso il Goleto. Tutto ciò grazie all'intervento del Ministero dei Beni Culturali ed all'impegno della Sovrintendenza alle Belle Arti di Avellino–Salerno. Particolarmente importante è la Torre Febronia, vero capolavoro di arte romanica. Essa presenta incastonati numerosi blocchi con bassorilievi provenienti da un mausoleo romano. Inoltre, oggi al centro del complesso monastico, si conservano le due piccole chiese sovrapposte, che stanno a segnare il passaggio tra l'arte romanica (chiesa inferiore, 1200 circa) e quella gotica (chiesa superiore, terminata nel 1255).La cappella di San Luca è il gioiello dell’Abbazia. Il portale di accesso è sormontato da un arco a sesto acuto e da un piccolo rosone a sei luci. Dei numerosi affreschi cinquecenteschi che arricchivano la chiesa non restano che due medaglioni, raffiguranti le abbadesse Scolastica e Marina, e qualche episodio della vita di San Guglielmo.Infine, particolarmente suggestiva è la Chiesa grande o del Vaccaio, così chiamata dal nome del grande architetto napoletano Domenico Antonio Vaccaro, che la edificò tra il 1735 e il 1745. Pur priva, oggi, della copertura e di altre parti importanti, conserva tuttavia un fascino incredibile. La pianta è a croce greca, sormontata da una cupola centrale. All'interno si sono salvati solo alcuni stucchi, mentre si può ammirare in tutta la sua bellezza il disegno del pavimento, recentemente restaurato.Tutto il complesso architettonico è arricchito da numerose sculture decorative e pietre scolpite. L’Abbazia del Goleto è un luogo mistico, in cui il silenzio la pace e la tranquillità regnano sovrani. Passeggiare in questi luoghi, respirare l’aria della storia e farsi baciare dai raggi del sole rappresenta un’esperienza davvero indimenticabile.
Ho creato questo video con l'Editor video di YouTube (
12 novembre 2016 : In volo sul Campo di Cilavegna (PV)
Prova di volo per elicottero ed aereo in quel di Cilavegna (PV) in una limpidissima giornata di metà novembre!