Falcone riposa ora nella Chiesa di San Domenico a Palermo
Roma, (askanews) - Giovanni Falcone da oggi riposa nella chiesa di San Domenico, il pantheon dei siciliani illustri nel cuore di Palermo. La salma del magistrato, ucciso nella strage di Capaci il 23 maggio 1992, è stata traslata dal cimitero di Sant'Orsola, e sistemata nella chiesa alla presenza di centinaia di persone, tra semplici cittadini e autorità.
Ad assistere alla cerimonia, officiata dal cardinale Paolo Romeo, c'erano tra gli altri la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi, il sindaco di Palermo Leoluca Orlando, il procuratore del capoluogo siciliano Francesco Lo Voi. Presenti anche le sorelle del giudice, Anna e Maria Falcone. Quest'ultima, a margine della cerimonia, ha spento le polemiche sorte intorno alla decisione di trasferire la salma del fratello nella chiesa di San Domenico, separandolo dalla moglie che continuerà a riposare al cimitero di Sant'Orsola: E' una giornata di grande commozione. Ritrovarmi 23 anni dopo con la tomba di Giovanni qua - ha detto Maria Falcone - Purtroppo c'è sempre qualcuno che la pensa diversamente. I Borsellino non hanno voluto portare qui Paolo, privilegiando la dimensione privata. Noi invece abbiamo privilegiato quella pubblica, perché Giovanni non è solo mio, ma è di tutti gli italiani.
Corleone storica on board Kawasaki...
Giretto in moto per le vie del centro storico Corleonese, nella zona più antica posta a monte del centro abitato, strade interessate San Domenico, P/zza Superiore, Via Cammarata, Via Candelora, Via Lombardia, ex convento S.S. Salvatore, cascata delle Due Rocche, Via San Giuliano, Via voltata Santi, via San Michele, torre Saracena, Malopasso. . .
COSA NOSTRA CICO66 CHANNEL VISITA RIINA PROVENZANO NAVARRA AL CIMITERO DI CORLEONE
CICO66 CHANNEL IN VISITA A CORLEONE E CIMITERO, DEI BOSS DI COSA NOSTRA RIINA-PROVENZANO E MICHELE NAVARRA............MAFIA, INFORMAZIONI,CURIOSITA',PERSONAGGI DI MAFIA
Mafia, sigilli al bar di fronte la tomba di Falcone [TgMed 29/04/2016]
Apparterebbe a un boss il bar che si trova vicino
alla Chiesa di San Domenico dove è sepolto
Giovanni Falcone. E' tra i beni, per 15 milioni di
euro, sequestrati oggi al capomafia Francesco
Paolo Maniscalco appartenente alla
famiglia mafiosa di Corso dei Mille. SERVIZIO DI
AMBRA DRAGO
La cupola si riunisce a Corleone, al cimitero
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Ruoppolo Teleacras - Falcone e Morvillo si separano
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( ) Teleacras Agrigento del 19 aprile 2017.
La madre e il fratello di Francesca Morvillo fuoriescono dalla Fondazione “Giovanni Falcone e Francesca Morvillo”. Gli interventi di Maria Falcone e Alfredo Morvillo.
Ecco il testo:
Francesca Morvillo e Giovanni Falcone sono stati uniti nella vita e nella morte. A 25 anni dal 23 maggio 1992, il giorno della strage di Capaci, le famiglie Morvillo e Falcone si separano. La madre di Francesca Morvillo, e il fratello, il magistrato Alfredo Morvillo, appena designato Procuratore a Trapani, sono fuoriusciti dalla Fondazione “Giovanni Falcone e Francesca Morvillo”, ritirando il nome della congiunta morta. Maria Falcone, sorella di Giovanniè la presidente della Fondazione. Alfredo Morvillo ne è stato il vicepresidente. Prima, sotto traccia, tra le due famiglie vi sarebbero state delle incomprensioni, e poi, più di recente, il contrasto si sarebbe reso insanabile in occasione, due anni addietro, il 23 maggio 2015, della traslazione della bara di Giovanni Falcone dal cimitero di Sant’Orsola, dove ha riposato per 23 anni insieme alla moglie, alla basilica di San Domenico, il Pantheon dei siciliani illustri, dove sono sepolti, tra gli altri, Francesco Crispi e Ruggero Settimo. Giovanni è stato così separato da Francesca, e ciò avrebbe addolorato i familiari di lei. Oggi, a seguito delle dimissioni dei Morvillo dalla Fondazione, Maria Falcone commenta: “A noi spiace quanto è successo. E' da due anni che abbiamo cercato una mediazione per evitare la decisione della famiglia Morvillo, ratificata dal consiglio, di uscire dalla Fondazione. Per noi è stato doloroso spostare Giovanni dalla tomba di Sant'Orsola al Pantheon, ma lo abbiamo fatto per non fare dimenticare le stragi del 1992. Alla scopertura della targa c'erano anche i figli del giudice Paolo Borsellino. La decisione di portare Giovanni a San Domenico non è stata una nostra decisione, ma di tutto il consiglio, compreso Alfredo Morvillo che non ha detto nulla quando abbiamo portato la proposta. Poi la madre di Francesca ha saputo lo spostamento dai giornali e da allora la famiglia ha deciso l'uscita dalla Fondazione. Ribadisco che per noi tutto ciò è doloroso e spero che ci sia un ripensamento. Abbiamo sempre considerato un tutt'uno Giovanni e Francesca. E il nome della moglie di mio fratello campeggia nella targa del Pantheon con quelli dei caduti a Capaci e in via D'Amelio.” A Maria Falcone risponde a distanza e con toni pacati, perché – sottolinea – “non intendo affatto alimentare polemiche”, Alfredo Morvillo, che afferma: “Due persone unite nella vita e nella morte si sono ritrovate divise nella memoria. Ma la nostra decisione non nasce solo dalla traslazione, non condivisa, della salma di Falcone nella chiesa di san Domenico. Il disagio viene da lontano, già dal 23 maggio 2011, quando nel corso degli interventi nell’aula bunker a Palermo il ruolo di Francesca accanto a Giovanni, soprattutto la condivisione di vita e di impegno civile, rimasero in secondo piano, e non solo in quella occasione. E non mi fu consentito di intervenire sul palco. Mi dimisi già nel 2011 ritenendo che l'obiettivo per il quale la Fondazione era nata non era stato raggiunto. Le dimissioni non sono state discusse per l’opera di mediazione di amici magistrati. Nel 2015 le ho ripresentate, dopo la traslazione della salma di Falcone che è stata la classica goccia che fa traboccare il vaso.”
Morte Riina, l'arrivo della salma del boss al cimitero di Corleone presenti la moglie e i figli
la fine .La mafia e lo Stato sono la stessa cosa????! Infatti, Borsellino e Falcone l'avevano scoperto, e questo, fa pensare che sia la vera causa della loro morte!!! Tante innocenti vittime di menti nascosti e non!
20120524 La7 A Corleone alla presenza di Napolitano i funerali di Placido Rizzotto
Ruoppolo Teleacras - Provenzano, le ceneri al cimitero
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( ) Teleacras Agrigento del 19 luglio 2016.
Un breve e privato rito funebre saluta le ceneri di Bernardo Provenzano prima della sepoltura nel cimitero di Corleone blindato dalle forze dell' ordine.
Ecco il testo :
Ecco la tomba della famiglia Provenzano nel cimitero a Corleone, dove adesso è custodita l’ urna con dentro le ceneri del boss, che ha viaggiato da Milano a Corleone sabato scorso 16 luglio, a bordo dell’ automobile, adagiata sul sedile, con i figli di Bernardo, Angelo e Francesco Paolo. Al mattino, prima della sepoltura, l’ urna è stata trasportata da casa Provenzano fino al cimitero, scortata da Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, insieme ai figli, la madre e moglie, Saveria Palazzolo, e una trentina di parenti. Il cimitero è stato circondato dalle forze dell’ ordine e l’ ingresso vietato. Ecco il cordone della Guardia di Finanza schierato fuori al camposanto… I Provenzano si sono radunati innanzi alla chiesa del cimitero, l’ urna con le ceneri è stata posta ai piedi dell’altare, e uno dei frati minori che dimorano sulla rocca a ridosso di Corleone, in un ex carcere borbonico poi monastero francescano, ha officiato il rito funebre. Si tratta di padre Francesco Pio, che, tra l’altro, ha letto una pagina del Vangelo di Giovanni : “Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me; ciò che viene a me non lo respingerò”. E poi, nel corso di una breve omelia, le parole del frate sono state : “Dobbiamo pregare il Signore perché aiuti chi sta sulla terra a fare la sua volontà”. E poi l’urna è stata deposta nella tomba, a fianco delle tante altre, dove riposano, ad esempio, altri boss mafiosi come Luciano Liggio e Michele Navarra, e vittime della mafia, come il sindacalista Placido Rizzotto. Sulla tomba di Provenzano non è stato scritto il suo nome, e nemmeno vi è la sua fotografia, e vi sono soltanto le foto dei genitori e del fratello Simone. Dopo il rito funebre, il gruppo, ancora scortato dalle forze dell’ ordine, è rientrato a casa. E il frate minore Francesco Pio è stato accompagnato sulla rocca su un’ automobile della Polizia, e, salutando i presenti, altre sue parole sono state : “Dio vuole che tutti gli uomini si salvino. E’ il messaggio di speranza nell’anno della misericordia voluto da Papa Francesco”.
VISITA DEL PRESIDENTE NAPOLITANO A PALERMO 09 09 2011 Piazza San Domenico
Togliendo le decine e decine di rappresentanti delle forze dell'ordine, una Piazza quasi deserta ...................
Fermato il capo mafia di Corleone
1 Marzo 2010 San Leoluca di Corleone
Breve video su processione e luminiane del Patrono di Corleone
Chiesa del Santissimo Salvatore
Le vicende storiche della Chiesa del Santissimo Salvatore di Fresagrandinaria sono intimamente connesse a quelle del Castello e del borgo fortificato: l'impianto originario della chiesa risale al XIV secolo, ma venne in seguito trasformato nel XIX secolo, quando anche il prospiciente palazzo-castello dei signori locali fu ricostruito. Notizie di un progetto preliminare di ricostruzione della chiesa si fanno risalire al 1818 e al 1828, a cura dell'architetto Michelangelo Jaita. I lavori vennero affidati nel 1843 a Gabriele e Basilio Fagnani di Pescopennataro, e la chiesa venne riaperta al culto nel 1858.
La facciata ottocentesca presenta forme classiche. È divisa in tre parti da coppie di paraste e dal frontone. Il portale ed altri particolari sono in pietra scolpita. La torre campanaria ha base quadrata. L'interno è a navata unica, con volta a botte e lunette.
Al suo interno, la chiesa conserva un'acquasantiera in pietra del 1663, due tele settecentesche poste alle pareti laterali del presbiterio, un crocefisso ligneo del XVI secolo, le statue di San Biagio e di San Germano anch'esse antiche, una croce processionale d'argento del Settecento napoletano e una reliquia di San Sebastiano.
The historical events surrounding the Santissimo Salvatore church in Fresagrandinaria are strictly linked to those of the Castle and fortified village: the original structure of the church dates back to the XIV century, but it was changed later on in the XIX century, when also the adjacent palace-castle owned by the local lords was rebuilt. News of a preliminary reconstruction project for the church dates back to the years 1818 and 1828, by hand of the architect Michelangelo Jaita. The works were assigned in 1843 to Gabriele and Basilio Fagnani of Pescopennataro and the church was reopened to the public in 1858.
The nineteenth century façade shows classical shapes. It is split in three portions by double square pilasters and by the fronton. The portal and other details are in sculpted stone. The bell tower has a square base. The interior features a single nave, with barrel vault and lunettes.
In its interior, the church holds a stoup in stone dated 1663, two eighteenth century canvas located on the lateral walls of the presbytery, a wood cross of the XVI century, two ancient statues of St. Biagio and St. Germano, and a processional cross dating back to the Neapolitan eighteenth century, as well as a relic of St. Sebastian.
IL FRESCO PROFUMO
In questo componimento poetico, si è cercato di rendere ancora più attuali alcuni concetti espressi abilmente e con forza da Paolo Borsellino il 20 giugno 1992, durante la veglia per il trigesimo della Strage di Capaci, nella Chiesa di San Domenico a Palermo.
Celebre il seguente passo: «La lotta alla mafia, il primo problema da risolvere nella nostra terra, bellissima e disgraziata, non doveva essere soltanto una distaccata opera di repressione, ma un movimento culturale e morale, che coinvolgesse tutti, e specialmente le giovani generazioni, le più adatte proprio perché meno appesantite dai condizionamenti e da ragionamenti utilitaristici che fanno accettare la convivenza col male, le più adatte cioè - queste giovani generazioni - a sentire subito la bellezza del fresco profumo di libertà che fa rifiutare il puzzo del compromesso morale, della indifferenza, della contiguità e, quindi, della complicità».
avvenimenti a corleone
OMELIA DI MONS CORRADO OREFICE VESCOVO DI PALERMO CHIESA SANTA ROSALIA CORLEONE GENNAIO 2017
Ruoppolo Teleacras - Processione e inchino a casa Riina
Il servizio di Angelo Ruoppolo ( ) Teleacras Agrigento del 4 giugno 2016.
La processione di San Giovanni Evangelista a Corleone in sosta innanzi casa di Riina e Ninetta Bagarella. L' intervento del Sacerdote e del Vescovo.
Ecco il testo :
Un’altra processione e ancora un presunto omaggio, un “inchino”, nel corso della marcia, poco opportuno, e che solleva un vespaio di polemiche. In provincia di Palermo, a Corleone, dove il 16 novembre 1930 è nato Salvatore Riina, al suono della campanella, impugnata da un componente della confraternita, la processione di San Giovanni Evangelista è stata in sosta innanzi al civico 24 in via Scorsone, la casa di Riina, dove abita la moglie, Ninetta Bagarella, che il 16 aprile 1974, nei giardini di Cinisi, ha sposato Totò Riina, all’epoca già latitante, rispondendo sì al sacerdote don Agostino Coppola. Innanzi all’ omaggio della processione, Ninetta Bagarella, al balcone, avrebbe rivolto lo sguardo alla vara di San Giovanni Evangelista e poi avrebbe sorriso alle sue sorelle, Matilde e Manuela, al suo fianco. Appena è accaduto ciò, il commissario di polizia e il maresciallo dei carabinieri, nei pressi della tappa in via Scorsone, si sono ritirati dalla processione e hanno scritto una relazione alla Procura distrettuale antimafia. I Riina sarebbero un riferimento in Cosa nostra, e recenti intercettazioni dei Carabinieri confermerebbero che mafiosi e non del paese avrebbero invocato la mediazione di Ninetta Bagarella per risolvere controversie. A seguito della relazione sono state intraprese le indagini, ed è subito emerso che uno dei componenti della confraternita di San Giovanni è Leoluca Grizzaffi, cugino di secondo grado di Ninetta Bagarella, incensurato. Poi, ecco le parole del parroco della chiesa di Santa Maria, don Domenico Mancuso : “Ho ribadito alle forze dell'ordine che non è mia usanza sostare davanti ai potenti o pseudo potenti. Quella non era una sosta prestabilita, è accaduto. Mi rendo conto che ci voleva più prudenza. Ho già convocato i confrati. Tutti insieme abbiamo stabilito che la processione di San Giovanni non passerà mai più da via Scorsone”. Più severo è il vescovo di Monreale, monsignor Michele Pennisi, e le sue parole sono : “Su episodi come questi non transigo. Ho già nominato una commissione d'inchiesta, sono in attesa di una relazione. Intanto, ho proposto al questore di Palermo di stilare un protocollo d'intesa, per prevenire altri episodi: propongo che d'ora in poi anche le soste delle processioni siano concordate con le forze dell'ordine, per evitare spiacevoli sorprese. Nei mesi scorsi ho anche imposto alle confraternite di inserire nello statuto una clausola : nessun pregiudicato per mafia può far parte delle nostre associazioni”.
L'intervista a Tommaso Buscetta (1^ parte) - M di Michele Santoro 24/05/2018
LA PUNTATA INTEGRALE SU RAIPLAY
TUTTI I VIDEO E LE PUNTATE - Michele Santoro intervista il boss pentito Tommaso Buscetta interpretato da Claudio Castrogiovanni
Borsellino inedito su Rai Uno“Dopo Capaci lo Stato si svegli”
Le leggi sembrano fatte apposta per difficultare i processi di mafia”. Inizia così la lunga intervista inedita del magistrato rilasciata nel giugno '92, poche settimane dopo l'assassinio di Falcone. Andrà in onda alle 23,25 a Speciale Tg1
Inchino al Boss San Michele di Ganzaria
La processione del Cristo Morto a San Michele di Ganzaria - Provincia di Catania. Video diffuso dal Comando Provinciale dell'Arma dei Carabinieri Catania