Il Lapis Pollae ♥ L'Elogium di Polla ♥ Via Annia Capua-Rhegium (Impero Romano)
È un'epigrafe in lingua latina incisa su una lastra in marmo di 70 cm di altezza per 74 cm di larghezza che dà notizia della costruzione della Via Annia, la quale collegava Reggio a Capua., il cui nome deriva dal luogo del rinvenimento, avvenuto nella località di San Pietro di Polla (Salerno). Il reperto è la più importante testimonianza scritta sulla strada romana che univa Capua a Reggio Calabria, comunemente nota come Via Capua-Rhegium (o Via Annia Popilia). Uno studio del contenuto e della sua rilevanza storica, accanto all'annalisi paleografica ed epigrafica la collocano con certezza nella prima metà del II sec. a.C. E' di grande importanza storica, ma l'iscrizione riflette anche la vita del tempo: queste zone erano popolate da pastori che proprio in quegli anni cominciavano a cedere il campo agli agricoltori, i quali dalla coltivazione delle terre potevano trarre un sostentamento più congruo alle necessità della famiglia.
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Feci la via da Reggio a Capua e in quella via posi tutti i ponti, i milliari e i tabellarii.
Da questo punto a Nocera 51 miglia, a Capua 84, a Morano 74, a Cosenza 123, a Vibo Valentia 180, allo Stretto presso la Statua 231, a Reggio 237.
da Capua a Reggio in totale 321 miglia.
E io stesso, pretore in Sicilia, catturai e riconsegnai gli schiavi fuggitivi degli Italici, per un totale di 917 uomini, e parimenti per primo feci in modo che sull'agro pubblico i pastori cedessero agli agricoltori.
In questo luogo eressi un foro e un tempio pubblici.
Il PARCO DELLA MOLA - Sorgente di Vita: video documentario di Franco's Artist
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Al PARCO DELLA MOLA di ORIOLO, la nuova avventura di Naturalia Bike Adventure.
Il Parco prende il nome dal vecchio molino, costruito nel 1573 dal feudatario Giorgio Santacroce. Il manufatto serviva per la molitura del grano da farina, sfruttando le acque del fiume Mignone e del fosso Biscione. La Mola, detta del Biscione, è immersa nel verde a pochi chilometri dal paese e del vecchio molino sono ancora visibili le opere di canalizzazione, la chiusa e i resti delle mura perimetrali in tufo. Il fiume, conosciuto da Enea secondo il poeta Virgilio, allorché l’eroe andò a cercare alleati tra gli Etruschi di Cerveteri e Tarquinia, rappresenta ancora oggi una risorsa ricca di potenzialità idriche. Anche qui come in tanti altri luoghi della Tuscia è presente una Polla in continua ebollizione, spettacolare, che alimenta una piscina dove è possibile immergersi e con le dovute attenzioni anche nel laghetto sotto la cascata. Veramente un luogo da visitare e viverlo, dove è possibile trascorrerci qualche ora in armonia con la natura.
L'accensione dell'albero di Natale de I ragazzi del Ponte
L'accensione dell'albero di Natale de I ragazzi del Ponte
10/12/2014
Salerno, Cilento - Castelcivita e Fiume Calore.
Drone Luca nel Cilento. lukito87@yahoo.com | droneluca.it
Meraviglioso paese sul letto del Fiume Calore.
Castelcivita immersa nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. (A Castellùccë in dialetto cilentano) è un comune italiano di 1 678 abitanti della provincia di Salerno in Campania.
Situato alle pendici meridionali degli Alburni ed a nord-est del territorio cilentano, sorge su uno sperone naturale, con case a cascata, a 587 m sul livello del mare. Castelcivita è un nome recente: infatti, come molti paesi della Campania costruiti sull'alto di qualche montagna e poi distrutti, ha subito varie denominazioni.
Parlando della storia...
Il paese, conosciuto nell'antichità con il nome di oppido Alburno, presenta un impianto urbanistico minoico-miceneo, databile al XV-XIV sec. a. C., ma le sue origini sembrano ancora più antiche e risalire al periodo protourbano sumerico (seconda metà del IV millennio a. C.): il portus Alburnus, invece, va individuato nei ruderi del mulino grande che circondano l'omonima torre sul fiume Calore, al di sotto del complesso speleologico delle Grotte e del Ponte Pestano. Ha la sua rocca nel succorpo della chiesa parrocchiale di S. Cono v. e m. intorno alla quale gravitano quattro quartieri disposti in modo ortogonale con due assi stradali principali. Il succorpo, presunta sede del vescovo pestano nel V-VI secolo, è il risultato della rilettura, in chiave cristiana, del complesso architettonico del foro della Civitas.
Nell'VIII-IX secolo rinacque intorno al monastero greco-bizantino di S. Cono (rione La Terra), come testimonia la toponomastica longobarda dei rioni Case La Terra, Casale e Le Casaline.
È indicato già in un documento del 1171, come in quelli angioini e aragonesi, con il nome di Castelluccia, ad indicare l'originario Castella, piccola piazzaforte, del periodo romano.
Si pensa che la recinzione totale di Castelcivita sia opera di Pandolfo di Fasanella, gran feudatario, il quale la fece costruire per ordine di Carlo I d'Angiò. Il centro storico presenta l'antica struttura di fortezze e infatti è caratterizzato da vie e viuzze che si intersecano tra di loro e da innumerevoli scalini interrotti di tanto in tanto da qualche spiazzo seguendo l'andamento toponomastico del territorio. Interessanti sono i portali con architravi in pietra calcarea locale e piperno sui quali si possono ancora ammirare gli stemmi di nobili famiglie e pregevoli giochi geometrici.
Nel corso del 1799 Castelcivita fu teatro di alcuni importanti eventi che segnarono la breve esistenza della Repubblica Napoletana. In seguito alla Campagna d'Italia combattuta dalla Francia rivoluzionaria contro le potenze monarchiche europee dell'Antico regime, sorsero sul territorio italiano, numerose repubbliche filofrancesi e giacobine quali la Repubblica Ligure e la Repubblica Cisalpina nel 1797, la Repubblica Romana nel 1798 e la Repubblica Napoletana nel 1799. La vita della Repubblica Napoletana fu però particolarmente travagliata, mancò sin dall'inizio l'adesione popolare alla rivoluzione la quale coinvolse soltanto le personalità di maggiore cultura del napoletano che non riuscirono a trasmettere alla gente comune il senso della rivoluzione. Di conseguenza, nelle province non occupate dall'esercito francese, il Governo provvisorio, al fine di contenere i movimenti controrivoluzionari, fedeli al re Ferdinando IV di Borbone, diede luogo ad una dura repressione contro gli oppositori della neonata Repubblica. In tale contesto, il Governo repubblicano inviò vari contingenti armati nelle province, e tra questi vi era la colonna armata guidata dal Generale Giuseppe Schipani che aveva lo scopo di giungere in Calabria attraversando il salernitano. Le truppe del Generale Schipani, dopo aver attraversato i territori amici di Salerno, Eboli ed Albanella, giunsero nei territori dei monti Alburni che erano rimasti fedeli ai Borboni. Il Generale Schipani, dopo aver liberato dai filo-borbonici la vicina Roccadaspide si diresse verso Castelcivita dove però incontrò la tenace resistenza della popolazione capeggiata da Gerardo Curcio di Polla detto Sciarpa, che riuscì a respingere l'avanzata delle truppe franco-napoletane. Nelle settimane successive, abbandonata dai francesi, la Repubblica Napoletana. capitolerà di fronte all'avanzata da Sud del Cardinale Fabrizio Ruffo fedele al re Ferdinando IV di Borbone
Dal 1811 al 1860 ha fatto parte del circondario di Roccadaspide, appartenente al Distretto di Campagna del Regno delle Due Sicilie.
Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia ha fatto parte del mandamento di Roccadaspide, appartenente al Circondario di Campagna.
Lapis Pollae: L'antica epigrafe romana in latino incisa su lastra di marmo
Ricerche storiche nel Vallo di Diano
Lapis Pollae: L'Epigrafe romana datata 153 a.C. ricorda la costruzione della strada da Reggio Calabria a Capua.
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il grande Pietro cattura carassio a Ponzano Romano
cattura carassio a Ponzano Romano sul tevere
Polla: Due Sicilie e bugie risorgimentali
Stralcio conferenza del prof. Vincenzo Gulì al comune di Polla (SA) : Le Due Sicilie tra falsi luoghi comuni e verità di archivio.
Benvenuti a Polla ♥ Alla scoperta del Convento di Sant'Antonio a Polla (Una Domenica al Museo)
In questo video vi portiamo alla scoperta di uno dei Conventi più suggestivi d'Italia. Siamo a Polla, la città romana del Vallo Di Diano. Qui, si trova il Convento di Sant'Antonio. Le ragazze permettono ai turisti, la prima domenica del mese, di visitare questa meraviglia, davvero complimenti.
Nel Vallo di Diano nel comune di Polla è possibile ammirare un luogo affascinante. Il convento di Sant'Antonio suscita nell'animo dei visitatori una profonda emozione e allo stesso tempo infonde in essi quella serenità che accompagna lo spirito tipicamente francescano. Adagiato in alto su una collina, domina la comunità di Polla e il Vallo di Diano. Fondato nel 1541, costituisce da ben 5 secoli l'elemento vitale della comunità di Polla, a cui i pollesi sono particolarmente legati. La struttura architettonica si presenta con un aspetto di severa bellezza e di sobria eleganza. Una volta entrati, la meraviglia abbaglia la vista del turista. Troppo affascinanti le 40 tele dipinte nel 1666 dal siciliano Michele Ragolìa per il soffitto raffiguranti l'Immacolata al centro e tutt'intorno scene bibliche. Dal soffitto poi lo sguardo corre alle pareti con gli affreschi di Anselmo Palmieri che raccontano episodi della vita di Gesù e di Maria, per posarsi sul Crocifisso ligneo. Meravigliosa l'alta cupola affrescata da Domenico Sorrentino con la Gloria del Paradiso, il presbiterio, la lunga mensa in stile barocco, il coro, il leggiò e la sagrestia. Adiacente al chiostro è il bellissimo refettorio settecentesco. Insomma, un luogo affascinante che vale la pena visitare. Vi aspettiamo.
Padula, il sindaco Imparato festeggia sulla A3 SA/RC con il cartellone turistico della Certosa
Padula, il sindaco Imparato festeggia sulla A3 SA/RC con il cartellone turistico della Certosa. 06/06/2016
Marco Romano è Beadle Bemford in Sweeney Todd
Roma teatro sala uno,26 ottobre 2008,pomeridiana dello spettacolo Sweneey Todd,in scena: Federica Ugolini, Marco Romano e Andrea Croci... con la regia di Marco Simeoli.
I Ponti lungo la Via Annia
I Ponti lungo la Via Annia
Regione del Veneto - Direzione Beni Culturali.
Video promozionale realizzato nell'ambito del progetto La Via Annia.
- realizzazione video e ricostruzione 3D: Pietro Salerno
- Direzione di produzione: Francesca Romana Conti
- Coordinamento: Irene Ollargiu
- Direzione scientifica e redazione testi: Guido Rosada - Dipartimento di Archeologia, Università degli studi di Padova
- Grafica e fotoritocco: Lara Bartoletti, Marco Di Sandro
- Voce narrante: Marina Leoni
- Musica: Fabrizio Fusi
SPARISCE LA VIA CONSOLARE PUTEOLI-CAPUAM
La via Annia Popilia in Calabria - Frammenti di viaggio
MARGHERITA | Torrente Carapelle, il rischio corre sul Ponte di Rivoli
Ferri scoperti e strada traballa al passaggio dei mezzi
Spoleto: la città del festival dei due mondi
Spoleto, che sorge a ridosso del Monteluco lungo le pendici del colle Sant'Elia, vanta antichissime origini (fine dell'età del bronzo) come dimostrato da materiale archeologico e resti di necropoli rinvenuti entro il perimetro della città. Nel V-IV secolo a.C. fu storicamente occupata dalla popolazione italica degli Umbri e divenne presumibilmente un vero e proprio centro fortificato con un'imponente cinta muraria in opera poligonale, come testimoniano i resti delle cosiddette mura ciclopiche.
Nel 241 a.C. divenne una colonia romana e nel 90 circa, dopo la concessione della cittadinanza fu municipio; la città si dotò allora di una struttura urbana regolare a schema romano, attraversata dalla diramazione della via consolare Flaminia e cinta da mura munite di porte.
La fama della città nell'epoca romana è legata ad un celebre episodio della II guerra punica: nel 217 a.C. Spoleto dimostrò infatti una ferrea resistenza all'aggressione dell'esercito cartaginese guidato dal condottiero Annibale ( che avanzava verso Roma dopo aver sconfitto i romani nella battaglia del Trasimeno), infliggendogli perdite tali da convincere Annibale a desistere dal proposito di occupare Roma e a deviare verso Sud. Questo famoso episodio storico ha trovato eco nell'immaginario cittadino che conserva nel nome di una torre la memoria di quel passato: la Torre dell'Olio, infatti, prende il nome da questo pregiatissimo prodotto locale che si dice sia stato gettato bollente sull'esercito cartaginese, mettendolo in fuga (l'evento è ricordato in un'iscrizione posta sulla porta romana, denominata dal fatto Porta Fuga).
La città in epoca romana era munita di solide mura risalenti al VI e al V secolo ed era divenuto florido municipio romano: Cicerone lo qualificò in primis firma et inlustris e i ricchi romani lo consideravano nostra suburbanitas, perché possedevano numerose ville nei dintorni, in luoghi abbondanti di acque. Segni della presenza romana restano ancora a Spoleto l'Arco di Druso e Germanico (23 d.C.), il Teatro Romano (I sec. d.C.), una casa attribuita dalla tradizione a Vespasia Polla, madre di Vespasiano e altri resti.
Nel IV secolo, Spoleto divenne una importante sede episcopale: principale testimonianza di questo periodo è la basilica di San Salvatore, una delle più antiche chiese della cristianità. In seguito alla caduta dell'impero romano, la divenne uno dei ducati Longobardi più importanti. Alla fine dell'VIII secolo ai Longobardi succedettero i Franchi sotto il cui dominio il Ducato iniziò un progressivo declino culminato, nell'incendio, saccheggio e devastazione subiti dalla città nel 1155, ad opera dell'esercito di Federico Barbarossa.
Nel 1247 Spoleto, già costituitasi in Comune, fu definitivamente aggregata allo Stato pontificio; la citta fu urbanisticamente ridefinità, con una seconda e più ampia cinta muraria entro la quale si svilupparono i borghi medioevali, il che le diede quella fisionomia forte ed arroccata, che tuttora conserva.
Il cardinale Albornoz nel 1362 scelse Spoleto come nucleo strategico per la riconquista dello Stato Pontificio, dopo l'esilio avignonese, e ordinò a Gattaponi la costruzione della Rocca Albornoziana(sulla sommità del colle sant'Elia), che include anche l'acquedotto del Ponte delle Torri. Dalla fine del secolo XIV la Rocca divenne sede dei rettori del ducato: da ricordare i Borgia tra i quali la più famosa fu Lucrezia, governatrice nel 1499: fino alla fine del XVIII secolo, con alterne fortune, la città rimase sotto il controllo dello Stato della Chiesa e della nobiltà ad esso legata che affermò la propria posizione preminente con l'edificazione di lussuosi palazzi nobili.
Sottratta al Papato dai Francesi durante il periodo napoleonico, agli inizi del 1800 divenne capoluogo del Dipartimento del Trasimeno per tornare allo Stato pontificio dopo la Restaurazione. Una delle prime città dell'Umbria ad aderire ai moti risorgimentali, nel 1860, con l'ingresso in città delle truppe del generale Brignone, Spoleto entrò a far parte del regno d'Italia.
TGR Campania itinerante a Polla (Salerno) - sabato 23 giugno 2018 - piccolo comune & Vallo di Diano
TGR Campania itinerante a Polla (Salerno) - sabato 23 giugno 2018 - piccolo comune & Vallo di Diano
:wp-it: Polla
Polla è un comune italiano di 5 267 abitanti della provincia di Salerno in Campania.
== Geografia fisica ==
Polla si trova a nord del Vallo di Diano, a circa 10 km da Sala Consilina e a 80 da Salerno, sulle rive del fiume Tanagro ed a ridosso dei monti Alburni. Da Pertosa dista circa 7 km, mentre ne dista 5 dalle omonime grotte, il cui percorso si snoda nel sottosuolo dei comuni di Auletta e della stessa Polla, con un probabile sbocco, il cui percorso è coperta da sedimenti, alla cosiddetta Grotta di Polla; sul versante collinare. Il comune, che conta un quartiere distaccato (San Pietro) sulla strada statale 19, è il maggior centro dell'area in cui si trova, secondo per popolazione solo a Sala Consilina e sede di un Ospedale.
== Storia ==
Polla fu l'epicentro del disastroso terremoto del Vallo di Diano del 1561.
Dal 1811 al 1860 è stato capoluogo dell'omonimo circondario appartenente al Distretto di Sala del Regno delle Due Sicilie.
Dal 1860 al 1927, durante il Regno d'Italia è stato capoluogo dell'omonimo mandamento appartenente al Circondario di Sala Consilina.
== Monumenti e luoghi d'interesse ==
Elenco dei principali monumenti e luoghi di interesse del comune
== Architetture religiose ==
Chiesa di San Nicola dei Latini (1300)
Santuario di Sant'Antonio
Chiesa di San Pietro Apostolo
Cappella di Sant'Antonio Abate
== Architetture civili ==
Palazzi Manganelli-Barrese-Ripa
Palazzo Albirosa
Palazzo Comunale
Palazzo Galloppo
Palazzo Palmieri
Palazzo Parisi
Palazzo Rubertini
Taverna del Passo
== Architetture militari ==
Castello
== Altro ==
Lapis Pollae (150 a.C. circa)
Termine Graccano (131 a.C. circa)
Mausoleo di Caio Uziano Rufo (I secolo d.C.)
Ponte romano
Monumento ai Caduti
Parco della Rimembranza
== Società ==
Evoluzione demografica
Abitanti censiti
Religione
La maggioranza della popolazione è di religione cristiana appartenenti principalmente alla chiesa cattolica; il comune appartiene alla forania di Teggiano-Sala, della diocesi di Teggiano-Policastro, ed ha tre parrocchie.
== Istituzioni, enti e associazioni ==
Presidio Ospedaliero Luigi Curto
Unità territoriale distaccata della Croce Rossa Italiana
== Cultura ==
== Geografia antropica ==
== Economia ==
== Infrastrutture e trasporti ==
Strade
Uscita autostradale di Polla sull'A3 Salerno-Reggio Calabria.
Strada statale 19 delle Calabrie.
Strada Regionale 19 ter Innesto ex SS 407 (Bivio per Vietri di Potenza)-Innesto SS 19.
Strada Regionale 426 Polla-S.Arsenio-S.Pietro-Innesto SS 166(per S.Rufo).
Strada Provinciale 125 Petina-Polla.
Ferrovie
Stazione di Polla sulla Ferrovia Sicignano degli Alburni-Lagonegro (Servizio sostitutivo con bus).
== Amministrazione ==
== Gemellaggi ==
Germania Steinenbronn
== Altre informazioni amministrative ==
Il comune fa parte della Comunità montana Vallo di Diano.
Le competenze in materia di difesa del suolo sono delegate dalla Campania all'Autorità di bacino interregionale del fiume Sele.
§-
Ab regio ad Capuam: l'antica via Popilia torna a vivere. Calabria - South Cultural Routes
Ab Regio ad Capuam da Reggio Calabria a Capua, era questo il percorso dell'antica via consolare che attraversava il versante tirrenico dell'Italia meridionale.
Oggi la via Popilia torna a vivere grazie al lavoro di un'associazione di camminatori calabresi.
“Sud! Vostok100k lungo le South Cultural Routes” è stato un viaggio percorso a bordo del Vostok100k (vostok100k.com), il vecchio camper del 1982 di Lorenzo Scaraggi, giornalista, reporter.
Lorenzo Scaraggi ha attraversato Puglia, Molise, Campania, Basilicata e Calabria andando alla ricerca di storie di carattere antropologico, etnografico, storico, di tradizioni e di tutti quei beni culturali immateriali di cui il sud è ricco.
South Cultural Routes è un progetto d'eccellenza del MIBACT in collaborazione con Regione Puglia, Regione Molise, Regione Basilicata, Regione Calabria e Regione Campania.
I Guappi - Film Completo by Film&Clips
I Guappi - Film Completo by Film&Clips
Un film di Pasquale Squitieri. Con Fabio Testi, Claudia Cardinale, Franco Nero, Rita Forzano.
Drammatico, 130 min. - Italia 1974
Napoli, fine '800. Nicola esce dal riformatorio con l'intenzione di diventare avvocato. Grazie a don Gaetano, boss della camorra, si laurea e viene garantito a don Antonio come picciotto onorato. Si troverà a difendere l'innocente don Gaetano dalla falsa accusa di violenza carnale e omicidio.
In this period piece set in Italy, Nicola Bellizzi dreams of becoming a lawyer. However, when he seeks the reason that people are reluctant to help him in his goals, he discovers that some of his blood relations are high-ranking members of the Mafia. He tries to break away from his family obligations, but falls into a life of crime and violence.
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Spoleto - Cosa visitare in un giorno
Spoleto (Perugia) - Cosa vedere a Spoleto in un giorno, dalla Rocca al centro storico.
Non è facile, tra le tante bellezze, decidere da dove iniziare a visitare Spoleto, vi consiglio di cominciare il vostro itinerario dalla maestosa Rocca Albornoziana, che domina la città. Illustre testimonianza della presenza dei papi e dei governatori a Spoleto la Rocca, delimitata da un alto sistema di mura perimetrali alternate da sei torri squadrate, è infatti il simbolo della città e si divide in due aree distinte: il Cortile d’onore, con il Museo nazionale del Ducato e uno spazio polivalente per mostre, concerti e convegni, e il Cortile delle armi, con un teatro all’aperto.
Giunto finalmente in Piazza del Duomo tra le cose da vedere a Spoleto c'è assolutamente la Cattedrale di Santa Maria Assunta, raro esempio di sintesi dell’architettura romanica, che ospita affreschi del Pinturicchio e di Filippo Lippi, e la bella Casa Romana attribuita alla madre dell'imperatore Vespasiano Polla.
◎ Caboblanco ◎ Film Completo 1980 ✯ Charles Bronson Avventura ▦ by ☠Hollywood Cinex™
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Titolo originale Caboblanco
Lingua originale inglese
Paese di produzione Stati Uniti d'America, Messico
Anno 1980
Durata 87 min
Rapporto 2,35 : 1
Genere avventura, drammatico, sentimentale
Regia J. Lee Thompson
Soggetto Víctor Andrés Catena, Jaime Comas Gil
Sceneggiatura Morton S. Fine, Milton S. Gelman, James Granby Hunter
Produttore Lance Hool, Paul Joseph
Produttore esecutivo Martin V. Smith
Casa di produzione Cabo Blanco Production, Arco Films, MVS Televisión
Fotografia Álex Phillips Jr. (accreditato come Alex Phillips Jr.)
Montaggio Michael F. Anderson
Effetti speciali Laurencio Cordero
Musiche Jerry Goldsmith
Scenografia José Rodríguez Granada
Costumi Travilla
Trucco Joe DiBella, Christine George
Charles Bronson: Gifford Hoyt
Jason Robards: Gunther Beckdorff
Dominique Sanda: Marie Claire Allesandri
Fernando Rey: capitano di polizia Terredo
Simon MacCorkindale: Lewis Clarkson
Camilla Sparv: Hera
Gilbert Roland: dottor Rudolfo Ramirez
Denny Miller: Horst
James Booth: John Baker
Jorge Russek: ministro provinciale
Clifton James: Lorrimer
Ernest Esparza III: Pepe
José Chávez: Bustamante
Carlos Romano: Miguel
Martin LaSalle: Aparicio
Aldo Sambrell: poliziotto
Carlos Bravo y Fernández: Sánchez
José Carlos Ruiz: Hernandez
Ana De Sade: Rosa
Pedro Damián: Eduardo
Gerardo Zepeda: Canero
Caboblanco è un film statunitense e messicano del 1980 diretto da J. Lee Thompson.
È un film d'avventura a sfondo drammatico e romantico con protagonisti Charles Bronson, Jason Robards e Dominique Sanda. È una versione di Casablanca ambientata nel secondo dopoguerra a Caboblanco, un villaggio sulla costa peruviana (Cabo Blanco è un villaggio di pescatori realmente esistente nella provincia di Talara) dove i protagonisti sono alla ricerca di un tesoro inabissatosi con un piroscafo britannico.
in Francia il 23 gennaio 1980 (Cabo Blanco)
in Portogallo il 28 febbraio 1980 (A Aventura Começa)
nei Paesi Bassi il 13 marzo 1980
in Finlandia il 14 marzo 1980 (Cabo Blanco o Verinen rannikko)
in Danimarca il 18 aprile 1980 (Højt spil i Cabo Blanco)
in Turchia il 22 settembre 1980
in Giappone il 24 gennaio 1981
in Norvegia il 20 febbraio 1981
in Australia il 19 novembre 1981
in Germania Ovest il 14 ottobre 1983
nel Regno Unito (Cabo blanco)
in Germania Ovest (Der Schatz von Caboblanco)
in Grecia (O skliros tou Cavo Blanco)
in Italia (Caboblanco)
Il film fu distribuito negli Stati Uniti nel 1980 dalla AVCO Embassy Pictures.
budget stimato in 10 milioni di dollari.$
Simone Zucca edit/release-
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