Latteria Turnaria di Campolessi
Trailer del film documentario Latte Nostro. La Latteria Turnaria di Campolessi di Michele Trentini, prodotto da Trotzdem Film in collaborazione con Ecomuseo delle Acque, Ecomuseo della Val di Peio Piccolo Mondo Alpino, CAI Gruppo Terre Alte, Slow Food Italia (© Trotzdem 2018).
Il cofanetto con doppio dvd e booklet è pubblicato da Cierre edizioni:
Le latterie e i caseifici turnari rappresentano una delle più antiche forme di cooperazione agro-alimentare in Italia, adottando una consuetudine di gestione collettiva del latte per trasformarlo in prodotti caseari. Il sistema turnario, abbandonato progressivamente con la diffusione dei grandi allevamenti e del modello industriale di lavorazione del latte si dimostra particolarmente adatto alle esigenze dei piccoli allevatori che ancora oggi lo adottano. “Latte Nostro” mette in primo piano animali, allevatori, pastori e casari che contribuiscono alla realizzazione di straordinari formaggi a latte crudo, senza utilizzo di fermenti industriali, il Latteria Turnaria della Latteria Turnaria di Campolessi (Friuli) e il Casolét del Caseificio Turnario di Peio (Trentino), entrambi Presìdi Slow Food.
Aqua in bocca - Latterie Friulane
Paolo Zoppolatti e Francesca Spangaro cucinano con i prodotti a marchio Aqua di Latterie Friulane.
Cividale del Friuli (Paesi della bella Italia)
Cividale Del Friuli Provincia di Udine in Friuli Venezia Giulia
Aqua in bocca - Salumificio Vida
Paolo Zoppolatti e Francesca Spangaro cucinano con i prodotti a marchio Aqua del salumificio Vida di Torreano di Cividale
Latteria Sociale Valtellina - Az.Ag. Passerini Matteo e Serena - Morbegno
Agricoltura Conservativa in Friuli Venezia Giulia. Applicazioni in zootecnia
Video realizzato dalla Regione Friuli Venezia Giulia nell'ambito del progetto LIFE HelpSoil di cui è partner. Il video presenta l'azienda dimostrativa del progetto Life HelpSoil Zanone di Cividale del Friuli:
I Blumarji di Čarni Varh (Montefosca)
Slovely è andato in Benečija, in provincia di Udine, dove la minoranza slovena locale ha mantenuto un'antichissima tradizione per il carnevale, quella dei Blumarji (o Blumari), ragazzi vestiti di bianco con un grande cappello colorato che scacciano l'inverno per far spazio alla primavera!
Aqua in bocca - Il Buono di... San Pietro al Natisone (seconda puntata)
Paolo Zoppolatti e Francesca Spangaro cucinano con i prodotti a marchio Aqua abbinati alle tipicità delle Valli del Natisone, in occasione dell'evento Il Buono di... a San Pietro al Natisone
22 feb buongiorno friuli cividale
Linea verde - Friuli Venezia Giulia 17/04/2016
Linea verde - Friuli Venezia Giulia -
le terre del vino del 17/04/2016
Servizio su Gemona del Friuli (Ud) e La latteria turnaria
FORMADI FRANT
Il Formadi Frant è il risultato della mescolanza di diversi formaggi tipo “latteria”, di varia stagionatura, sminuzzati a fettine, cubetti e scaglie con aggiunta di sale, pepe e latte. Il tutto viene poi impastato a mano con aggiunta di panna per dare morbidezza al prodotto.
Il territorio interessato alla produzione è l’area della Carnia.
Il frico con il Montasio di Latterie Visinale
La tradizione friulana nel piatto.
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Edizione 2012
Il Campanile a Cividale - Il truc - 15 Aprile 2017
Bettina in cucina Al Dolcenero
Bettina in cucina prodotto e presentato da Bettina Carniato
Puntata registrata presso il ristorante Al Dolcenero di San Daniele del Friuli (UD)
Realizzazione:
Saluti e Bici Zoncolan Bike Park
Alla scoperta del Friuli Venezia Giulia in bicicletta.
In questa puntata Telefriuli vi porta sullo Zoncolan.
Formadi Frant, formaggio friulano di “recupero”
Il formadi frant, formaggio tipico friulano, nasce da un procedimento adottato per salvare le forme di formaggio di malga difettose o che semplicemente non potevano essere avviate alla stagionatura, perché magari gonfiate o con la crosta spaccata
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Осень в горах - Фриули, Оваро/Ovaro VLOG
Всем привет!
Сегодня показываю красоты гор региона Фриули, почти на границе Австрии.
Venzone Festa della Zucca
Francesca Michielin - Nessun grado di separazione 03.09.2016 Festival Show di Cividale
L'ABBAZIA DI ROSAZZO (UD) commentata da PATRICK
17 febbraio 2018
L'Abbazia di Rosazzo si situa sui colli orientali del Friuli in località isolata sulle colline a nord-est di Manzano a una ventina di chilometri da Udine e a una decina dal confine con la Slovenia.
La millenaria Abbazia, le cui origini non sono ancora del tutto chiare, ha rappresentato in passato e rappresenta ancora oggi, soprattutto grazie alla sua posizione geografica, il punto di connessione fra occidente e oriente, ove culture diverse possono incontrarsi e dialogare.
CHIESA
Edificata attorno all'anno Mille, la chiesa abbaziale è in stile romanico ed è dedicata a San Pietro Apostolo;
essa porta i segni delle ristrutturazioni avvenute nel tempo e si possono trovare elementi architettonici risalenti a epoche diverse (di tipo altomedievali, cinquecenteschi e ottocenteschi).
Semplice nella struttura (pianta rettangolare e tre navate), la facciata presenta una bifora di probabile origine benedettina, come le altre due bifore visibili dal chiostro.
All'interno, recentemente restaurati, gli affreschi di Francesco India, risalenti tutti al 1535.
Di fattura più recente sono invece gli altari della seconda metà del Settecento, e le statue che adornano la chiesa.
ROSETI
Il percorso delle rose percorre il perimetro dell'Abbazia e si compone di rose antiche e moderne.
L'anno di impianto risale al 1998 e sono presenti tutte le più importanti famiglie di rose antiche oltre a diversi rosai moderni.
Dedicata a questo splendido fiore è la manifestazione annuale Rosazzo da Rosa.
FONDAZIONE
La Fondazione Abbazia di Rosazzo, organizza convegni, seminari, corsi di studio, manifestazioni artistiche.
L’abbazia è da sempre un fulcro nevralgico del Friuli Venezia Giulia grazie a proficui scambi di conoscenze.
LA VITE
I Monaci Benedettini provenienti dall'Abbazia di Milstatt in Carinzia portarono la cultura e la coltivazione della vite e dell'olivo presso l'Abbazia di Rosazzo, già alla fine del 1200, contribuendo alla crescita d'importanza del comprensorio.
da:
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a cura di
Da un documento dell'Abbazia di Rosazzo datato 1341 gennaio 20, si legge che Il Patriarca Bertrando minaccia la scomunica ad alcune persone, le quali, dopo aver occupato una selva dell'Abbazia di Rosazzo, non volevano piantare le viti. È una significativa testimonianza che attesta la vocazione per la coltura della vite a Rosazzo. Qui sono nate alcune tra le più grandi uve friulane quali la Ribolla gialla, il Picolit ed il Pignolo.
Nel 1500 la Ribolla gialla di Rosazzo era uno dei vini preferiti dal Doge di Venezia e la produzione di tale vino era a lui riservata.
Nel 1979 sono iniziati i lavori di sistemazione agraria, con il restauro delle caratteristiche terrazze vitate.
La conduzione degli storici vigneti è attualmente affidata all'azienda Livio Felluga che vi produce un Rosazzo, uvaggio bianco a base Friulano con Sauvignon, Pinot bianco, Malvasia e Ribolla gialla.
Situata nella parte meridionale dei Colli Orientali del Friuli, la collocazione dell'Abbazia, è affascinante; dall'altitudine dei sui 176 metri lo sguardo a sinistra spazia dalla valle di Caporetto passando attraverso il Collio, per poi abbracciare la pianura orientale friulana, la sagoma della basilica di Aquileia con alle spalle la laguna di Grado, la linea snella del campanile di Mortegliano che svetta sullo sfondo delle colline di Buttrio, per poi finire inebriato dalla compattezza ed eleganza del massiccio del Piancavallo.
Il terreno di Rosazzo è interamente formato da marne e arenarie di origine eocenica, che in dialetto friulano viene chiamato Ponca. Il clima è reso particolarmente mite dalla vicinanza al mare (25 Km in linea d'aria) e dall'esposizione a sud, con le prealpi Carniche e Giulie a proteggere la zona dai freddi venti di origine siberiana. Un microclima unico, ideale per la coltivazione della vite.
Il lavoro in vigna è svolto con meticolose attenzioni, le rese a ceppo sono molto basse, la qualità è spinta al massimo.
La cantina d'invecchiamento, visitabile su appuntamento, è la più antica del Friuli essendo risalente alla fine del 1200; fin d'allora i monaci Benedettini la usarono per l'affinamento dei propri vini e per la conservazione dell'olio.
Nella bella stagione è inoltre possibile vivere in prima persona le bellezze del Sentiero delle Rose che si snoda a fianco dei vigneti e che vede la presenza di numerosi esemplari di rose antiche.