L'arrivo del mammuth al Museo Paleontologico di Montevarchi
Il video della sistemazione del fossile all'interno del museo
Comune di Montevarchi
Una notte al Museo Paleontologico di Montevarchi a cura del Liceo Artistico di Montevarchi
L'inaugurazione del museo paleontologico e dell'accademia
Notiziario di TV1 in collaborazione con il Comune di Montevarchi
Il Museo Paleontologico a un anno dalla sua riapertura
Notiziario di incomune in collaborazione con Valdarno Channel del 1° febbraio
trailer S O S Mammuthus
Qualche notizia era già trapelata ma adesso è il momento di uscire allo scoperto: l'elefante esiste ed è stato effettivamente ritrovato in Valdarno e l'Accademia Valdarnese del Poggio e il Museo Paleontologico partecipano al progetto di scavo e recupero.
Seguiteci, non è che l'inizio!
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Montevarchi
LA COLLEGIATA
La chiesa, intitolata a San Lorenzo patrono della città, esisteva già alla fine del XII secolo ma il rifacimento operato nel Settecento le donerà uno stile tardo-barocco tra i più belli della Toscana. Ne realizzò il progetto architettonico e decorativo Massimo Soldani Benzi, architetto montevarchino che progetterà anche il fastoso e scenografico altare maggiore, realizzato da Giovanni Baratta. Molti artisti curarono l'apparato pittorico della Collegiata, tra cui Matteo Bonechi con l'affresco nel cielo della cupola raffigurante Maria Assunta in gloria e Matteo Rosselli con l'Adorazione dei Magi.
MUSEO DI ARTE SACRA
È ospitato in locali contigui alla Collegiata e espone oggetti donati, alla chiesa, dalla Fraternita del Sacro Latte. Nella prima sala troviamo oggetti di arredo liturgico, tra i quali emerge la Croce processionale in argento sbalzato e cesellato, realizzata da Pietro di M. Spigliati nel XVI secolo. La seconda sala può essere a buon titolo definita sala delle robbiane poiché ospita il Tempietto Robbiano, capolavoro della fine del XV secolo, interamente decorato dalle ceramiche invetriate di Andrea Della Robbia.
IL CASSERO
Montevarchi nel 1328 venne fortificata con mura e torri difensive. La più imponente di esse era il Cassero, tutt'oggi conservato e trasformato nel museo Il Cassero per la scultura la cui finalità primaria è la ricerca e la documentazione della plastica italiana dell'Ottocento e del Novecento. La collezione permanente, interamente restaurata, è costituita da più di cinquecento opere tra bronzi, marmi, gessi, terrecotte e disegni, di artisti toscani e italiani. Vi sono confluite anche le sculture dei montevarchini Pietro Guerri, Elio Galassi e Ernesto Galeffi.
LA GINESTRA FABBRICA DELLA CONOSCENZA
Il complesso La Ginestra, ex convento benedettino del Cinquecento, per secoli hospitale per pellegrini e trasformato poi in filanda agli inizi del Novecento, è divenuto negli ultimi anni uno spazio multidisciplinare per la produzione di arte e cultura contemporanea, con spazi adibiti a ospitare laboratori, workshop, eventi, esposizioni, multimedialità e seminari: una fabbrica della conoscenza.
MUSEO PALEONTOLOGICO (in restauro)
Il Museo Paleontologico di Montevarchi fa parte, insieme alla prestigiosa Biblioteca Poggiana, del patrimonio dell'Accademia Valdarnese del Poggio, ed è situato nei locali dell'ex convento di San Lodovico, oggetto di restauro. Nel museo sono raccolti circa 1600 reperti. Fra essi si distinguono fossili vegetali e una ricca collezione di fossili animali provenienti quasi esclusivamente dal Valdarno superiore e di età compresa fra il Pliocene superiore e il Pleistocene inferiore. Ricordiamo parte di un gigantesco scheletro di elefante con enormi zanne della lunghezza di 320 cm., e il cranio della Tigre dai denti a sciabola.
VILLA MASINI
Si tratta di uno degli esempi più belli e significativi dello stile Liberty che contraddistingue non pochi edifici della città. Il trionfo decorativo che adorna il bellissimo giardino prosegue all'interno con le opere plastiche di Elio Galassi e di Pietro Guerri, pittoriche di Emilio Vasarri e lignee della ditta Tassini di Montevarchi. Villa Masini è stata anche il set di alcune scene del film vincitore del premio oscar La vita è bella di Roberto Benigni.
I CAPPUCCINI
Sui ruderi dell'antico castello di Monte Guarchi , sorse nel 1540 il Convento dei Cappuccini. Nel piazzale oltre la chiesa intitolata a San Lorenzo, troviamo un vero monumento naturale: un meraviglioso leccio con un'età stimata tra i 500 e i 600 anni, alto 15 metri e con una circonferenza alla base di 6 metri. Anche se osservato da vicino comincia a tradire tutta la sua veneranda età, ne rimane comunque intatta la bellezza e possenza.
MUSEO DELLE MINIERE A CAVRIGLIA (AREZZO, TOSCANA, ITALY)
MUSEO DELLE MINIERE E DEL TERRITORIO / MINE AND TERRITORY MUSEUM OF CASTELNUOVO DEI SABBIONI, CAVRIGLIA, AREZZO.
Il museo sorge nel vecchio centro storico di Castelnuovo dei Sabbioni, prima espropriato anni fa dall'ENEL e recentemente riacquistato dal comune di Cavriglia, che ne ha ristrutturato alcune parti. Agli inizi del '900 la zona era caratterizzata da una forte presenza del movimento anarchico e marxista tra i minatori, sfruttati al massimo nel nome degli avvoltoi dello sfruttamento capitalista. Durante la prima guerra mondiale prigionieri di guerra austroungarici furono impiegati per il lavoro nelle miniere. In seguito questa località divenne tristemente famosa nel luglio del 1944 a causa degli eccidi compiuti dai nazifascisti (divisione Hermann Goering e collaborazionisti repubblichini di Salò in divisa tedesca) che costarono la vita a 191 civili (incluse le frazioni di San Martino, Meleto Valdarno e dintorni). Nessun responsabile è mai stato estradato, processato e condannato a causa della diretta responsabilità dei governi democristiani succedutisi nel dopoguerra con le prove nascoste e poi rinvenute nell'armadio della vergogna della Procura Militare di Roma. Non lontano dal museo sorgono le rovine del castello di Montedomenichi, base operativa partigiana durante la Resistenza antifascista. Anche nel dopoguerra la zona vide imponenti lotte sociali e scioperi con il sostegno di tutta la popolazione del Valdarno, fino al successivo esaurimento dei giacimenti di lignite. Gli scavi hanno inoltre riportato alla luce parecchi fossili oggi visibili al Museo Paleontologico di Montevarchi. Nel corso del filmato è possibile ascoltare la voce di Priamo Bigiandi (1900-1961), minatore, sindaco di Cavriglia (1946-1951), deputato al Parlamento italiano, Presidente dell'ANPI e assessore provinciale. Il museo ha il fine di mantenere la memoria dell'area mineraria di Castelnuovo dei Sabbioni raccogliendo i reperti e i documenti della locale miniera. Sono esposti materiali per lo scavo e minerali di diversa natura tra i quali un grosso blocco di lignite. Conserva inoltre documenti cartacei e su supporti informatici consultabili al pubblico ed è caratterizzato da un percorso multimediale attraverso il quale il visitatore può conoscere la vita del minatore e il lavoro in miniera. Questo video è dedicato alla memoria del minatore anarchico di Cavriglia Innocenti Granacci Corso detto Antonio (1861-1947) e di Nicolai Bujanov, partigiano sovietico di 19 anni, caduto in combattimento nel luglio del 1944 nella zona di Cavriglia. Galleria di immagini di archivio e fotografie scattate sabato 12 luglio 2014.
minecavriglia.it
Il restauro del Mammuthus
Alcune delle tante pratiche di restauro adottate sull'elefante: la pulizia, il consolidamento per tenere unito il fossile e il leggero inumidimento per una rimozione più facile dei residui.
La presentazione della nuova Giunta Comunale di Montevarchi
Comune di Montevarchi
Benvenuti nel Valdarno
Al centro dell’Italia
nel cuore della Toscana
c’è il Valdarno Superiore
un territorio tutto da scoprire
con paesaggi spettacolari
dove si trovano le Balze del Valdarno
un fenomeno naturale
ammirato anche da Leonardo da Vinci
…e non solo…
ma Valdarno vuol dire anche…
Strada dei Setteponti
Pieve di Gropina
Pieve di Cascia R
San Giovanni Valdarno: la città del Masaccio
Loro Ciuffenna: uno dei borghi più belli d’Italia
Pratomagno
Vallombrosa
Oasi di Bandella
Ponte a Buriano
Il Borro
Torre di Galatrona
Museo Paleontologico di Montevarchi
Museo Masaccio
prodotti tipici come il fagiolo zolfino
outlet di alta moda
ampi spazi verdi da esplorare
tipici casali toscani
…e molto altro ancora…
aall’alba…
…al tramonto
benvenuti nel Valdarno.
Maggiori informazioni sul blog: lamiabellatoscana.it
Il Mercato in Via Roma
Ai ragazzi che stanno svolgendo il Servizio Civile Regionale, e a quelli che stanno svolgendo il Servizio Civile Nazionale, abbiamo chiesto di fotografare ciò che per loro è bello della nostra città. Dalle loro passeggiate attraverso le vie e i luoghi di Montevarchi è nato questo album per il quale ognuno ha dato il suo contributo cogliendo con le proprie foto scorci del nostro paese.
C'è chi ha fotografato la mostra di Jodice Canova, chi il Parco dei Cappuccini, chi la Ginestra, chi il museo Paleontologico.
Ognuno insomma ha immortalato una parte di Montevarchi che ritiene bella e significativa. Raccogliamo tutte le foto in questo album in modo tale che ognuno di voi possa vedere la nostra città attraverso gli occhi e le foto di questi ragazzi!
Video realizzato da Gian Lorenzo Miniati
***** MONTEVARCHI: Museo di Arte Sacra nella Collegiata di S. Lorenzo: TEMPIETTO ROBBIANO
TEMPIETTO ROBBIANO.
LA CONSEGNA DELLA RELIQUIA.
RELIQUIARIO DEL SACRO LATTE.
CROCE PROCESSIONALE.
MADONNA IN TRONO CON BAMBINO E SANTI.
Dal 1973, anno della sua fondazione, il Museo raccoglie e conserva opere di rara bellezza quali sculture, affreschi, oggetti di finissima oreficeria, arredi sacri, reliquari e codici miniati. Tra questi spiccano, oltre che per importanza storica e artistica anche per unicità di reperto, oggetti liturgici e opere commissionati dalla locale Fraternità del Sacro Latte costituitasi nel XV secolo in seguito al dono della reliquia, appartenuta all’imperatore di Costantinopoli e poi al re di Francia Luigi IX, da parte del conte Guido Guerra.
Numerose le opere degne di nota:
TEMPIETTO ROBBIANO. Il Tempietto decorato con terrecotte invetriate realizzate dall’attivissima bottega fiorentina dei della Robbia, tra la fine del sec. XV e gli inizi del XVI.
LA CONSEGNA DELLA RELIQUIA. Il grande bassorilievo con la consegna della reliquia e due stemmi di Montevarchi, ora esposti nella sala con il Tempietto, erano in origine collocati nel fronte e sui lati del terrazzino delle benedizioni, sulla facciata della chiesa.
Al centro del pannello, il conte Guido Guerra, feudatario di Montevarchi, dona al priore di San Lorenzo la sacra reliquia del Latte della Madonna, ottenuta da Carlo d’Angiò, fratello del re Luigi IX, riconoscente per l’appoggio datogli nella battaglia di Benevento (1266) e presente virtualmente, inginocchiato, con abito a fiordalisi di Francia. Sulla sinistra, il seguito di nobili e soldati, con lance e cavalcature, avanza tra la folla, mentre sulla destra una processione di ecclesiastici si avvia verso la chiesa. Sullo sfondo, mura con merli guelfi, una torre, un campanile e una cupola con lanterna, si stagliano contro un cielo blu intenso.
RELIQUIARIO DEL SACRO LATTE. Il reliquiario, a forma di tempietto, in legno di ebano intagliato, con decorazioni d’argento e rame dorato, è opera di Michele Genovini (not. 1626-1669), orafo fiorentino con bottega a Ponte Vecchio, che lo eseguì nel 1630, su commissione del duca Jacopo Salviati e della moglie Veronica Cybo. Fu in seguito modificato nel 1709 per mano di Massimiliano Soldani Benzi (1658-1740), architetto e scultore di origine montevarchina, celebre medaglista alla corte granducale, nonché autore del progetto di ristrutturazione barocca della stessa Collegiata.
Il prezioso contenitore, affiancato da due colonne che reggono una trabeazione, rappresenta, nella facciata frontale, la Madonna con il bambino e, in quella tergale, il martire S. Lorenzo, a cui è dedicata la chiesa. Sormontato da un putto con gigli, poggia su una sorta di vaso decorato, sul quale spicca evidente lo stemma dei duchi Salviati.
CROCE PROCESSIONALE. Questa grande croce astile, ossia posizionabile su di un’asta per l’uso processionale, opera di Pietro di Martino Spigliati (1552) è in argento sbalzato e cesellato. E’ l’unica opera pervenuta dell’orafo fiorentino che fu aiuto di Benvenuto Cellini.
Sulle due facciate vi è rappresentato un ciclo iconografico che sintetizza, con notevole forza espressiva, il percorso umano dal peccato originale fino alla redenzione, con storie del Vecchio (verso) e del Nuovo Testamento (recto). In tutto vi sono dodici formelle quadrilobe, sei per facciata, di cui una raffigura lo stemma di Montevarchi (verso) e un’altra riporta l’iscrizione della committente Fraternita del Latte (recto).
Sulla facciata posteriore troviamo, in alto, la creazione di Adamo ed Eva, a sinistra la tentazione e il peccato originale, a destra Caino uccide Abele, al centro il lavoro umano e la stirpe di Adamo ed Eva, in basso il sacrificio di Isacco.
Sulla facciata con la crocifissione, invece, in basso è la Natività, a sinistra l’ultima cena, a destra l’orazione nell’orto, in alto la resurrezione, mentre nella formella centrale è raffigurato Dio padre che separa la luce dalle tenebre, di matrice michelangiolesca.
MADONNA IN TRONO CON BAMBINO E SANTI.
Affresco staccato da S. Andrea a Cennano e attribuito a Luberto da Montevarchi (1460-1522), il quale, formatosi nella cerchia del Perugino, fu suo collaboratore al Collegio del Cambio a Perugia e lavorò molto in Valdarno.
Come testimonia l’iscrizione, dipinta sull’elemento architettonico in pietra scolpita che sovrasta il trono, ne fu il committente un certo Bartolomeo di Giovanni da Levane.
La Madonna, ritratta in abito semplice ma elegante, dall’espressione distaccata e pensosa, tiene in grembo il Bambino, il quale volge lo sguardo a lato. Affiancati al trono, da sinistra verso destra, sono presenti: S. Francesco d’Assisi, S. Lucia, S. Andrea apostolo, S. Giovanni apostolo (quasi leggibile), un cavaliere (san Martino?) e S. Caterina d’Alessandria. Nella lunetta superiore è raffigurata l’adorazione dei pastori.
Montevarchi(Ar). Muore a 42 anni prima di un intervento, le sorelle chiedono giustizia
Montevarchi. Storia e Leggenda - Vittorio Papini
Documentario di Vittorio Papini. Da dove veniamo... Pro Spiritus Loci - Valdarno Superiore.
Museo Civico della Paleontologia e dell'Uomo di Lizzano: Sale Culture Locali
Sauroniops
Sauroniops is a genus of predatory basal carcharodontosaurid theropod dinosaur known from the Late Cretaceous of Morocco.
In the early twenty-first century a collector donated a dinosaur skull bone to the Italian Museo Paleontologico di Montevarchi. He had acquired the specimen from a Moroccan fossil dealer, who again had bought the piece from local fossil hunters near Taouz. Its exact provenance is therefore uncertain. Later research showed that it presented a new species that was in 2012 reported and described by Andrea Cau, Marco Dalla Vecchia and Matteo Fabbri.
The same year, 2012, the specimen was by the same authors formally named in a subsequent publication as the type species Sauroniops pachytholus. The generic name has the intended meaning of Eye of Sauron, a demonic entity from the Lord of the Rings fantasy trilogy by J.R.R. Tolkien, combining its name with a Classical Greek ὄψ, ops, eye. Like in the novels the corporeal presence of Sauron had largely been limited to a single searching eye, Sauroniops is only known from a single bone above the eye socket. The specific name is derived from Greek παχύς, pachys, thick, and θόλος, tholos, round building with conical roof, in reference to the thick vaulted skull roof.
The holotype, specimen MPM 2594, had probably been recovered from the Kem Kem Beds dating from the Cenomanian. It consists of a left frontal bone.
Sauroniops was a large bipedal predator. The describers established several unique traits, differentiating Sauroniops from its relatives, such as Carcharodontosaurus which is found in the same layers. The nasal bone has an area of contact with the frontal bone over 40% of the latter's length. The frontal has in the left front corner a thick vaulted area. On the front upper rim the frontal has a trapezoid facet to contact the prefrontal, which is no part of the upper rim of the eye socket, and is separated from the facet for the lacrimal bone by a thin vertical ridge. The contact area with the lacrimal is D-shaped, extremely large and has four times the height of the facet with the postorbital bone. On the rear inner side of the frontal an elevated rim is present that is joint to the front vaulted area by a saddle-shaped depression and more towards the front midline of the skull continues in a series of rugosities.
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Luoghi Storici: Castello di Montebenichi - Bucine - Arezzo
Montebenichi è una frazione del comune di Bucine, in provincia di Arezzo. Si suppone che all'origine vi fosse un insediamento longobardo, come starebbe a dimostrare il rinvenimento in zona di un sarcofago di epoca longobarda ora conservato nel museo paleontologico di Montevarchi. La prima testimonianza documentaria risale all'VIII secolo e riguarda la pieve di Santa Maria in Altaserra che si incontra 500 metri prima del borgo di Montebenichi, sorta su un preesistente sito cimiteriale verosimilmente etrusco.
In origine Montebenichi era una fortezza costruita nella prima metà del XII secolo. Agli inizi del secolo successivo è segnalata la sua esistenza come punto fortificato nel lodo con cui il podestà di Poggibonsi il 4 giugno 1203 fissò i confini tra la repubblica di Siena e quella di Firenze. Montebenichi e la Valdambra rappresentarono per più secoli terra di scontro e di conquista con fasi alterne da parte di Firenze e Siena. Nel 1478 Giovanni della Rovere, prefetto di Roma e nipote del papa Sisto IV, in guerra contro Firenze cingeva d'assedio il castello di Brolio. Per la necessità di procurarsi vettovaglie mise a ferro e fuoco la fortezza di Montebenichi, che conquistò nonostante la coraggiosa resistenza dei suoi abitanti. Nel 1557 la Valdambra con Montebenichi entrò a far parte del Granducato di Toscana affidato ai Medici. In tale periodo signore di Montebenichi era Gregorio di Benedetto Stendardi, in seguito noto come Capitan Goro, condottiero di ventura al servizio del granduca. Oltre ad essersi distinto in numerose imprese guerresche, Capitan Goro è ricordato soprattutto per l'eroismo dimostrato nella battaglia di Gavinana nell'agosto 1530 quando fece scudo con il suo corpo a Francesco Ferrucci.
Nei secoli successivi la fortezza venne gradualmente trasformata in una serie di abitazioni ad uso di famiglie di contadini. Il patronato degli Stendardi, discendenti di capitan Goro, su Montebenichi rimase fino al 1860.
Museo paleontologico NAPOLI
Visita molto interessante al museo paleontologico di Napoli, che appartiene al polo universitario.
Scorci della Ginestra
Ai ragazzi che stanno svolgendo il Servizio Civile Regionale, e a quelli che stanno svolgendo il Servizio Civile Nazionale, abbiamo chiesto di fotografare ciò che per loro è bello della nostra città. Dalle loro passeggiate attraverso le vie e i luoghi di Montevarchi è nato questo album per il quale ognuno ha dato il suo contributo cogliendo con le proprie foto scorci del nostro paese.
C'è chi ha fotografato la mostra di Jodice Canova, chi il Parco dei Cappuccini, chi la Ginestra, chi il museo Paleontologico.
Ognuno insomma ha immortalato una parte di Montevarchi che ritiene bella e significativa. Raccogliamo tutte le foto in questo album in modo tale che ognuno di voi possa vedere la nostra città attraverso gli occhi e le foto di questi ragazzi!
Il video è stato realizzato da Eleonora Danesi
Il mercato
Ai ragazzi che stanno svolgendo il Servizio Civile Regionale, e a quelli che stanno svolgendo il Servizio Civile Nazionale, abbiamo chiesto di fotografare ciò che per loro è bello della nostra città. Dalle loro passeggiate attraverso le vie e i luoghi di Montevarchi è nato questo album per il quale ognuno ha dato il suo contributo cogliendo con le proprie foto scorci del nostro paese.
C'è chi ha fotografato la mostra di Jodice Canova, chi il Parco dei Cappuccini, chi la Ginestra, chi il museo Paleontologico.
Ognuno insomma ha immortalato una parte di Montevarchi che ritiene bella e significativa. Raccogliamo tutte le foto in questo album in modo tale che ognuno di voi possa vedere la nostra città attraverso gli occhi e le foto di questi ragazzi!
Video realizzato da Roberto Guerrini