FAMIGLIA PERUGINA-DOMENICA 27 NOVEMBRE Gita a Città di Castello
LA CITTA' - La Torre Civica, chiamata dai tifernati Torre del Vescovo, oggi pendente, aveva una gemella, posizionata a pochi metri di distanza, demolita da tempo.
Il Palazzo dei Priori o Palazzo del Comune, è il municipio cittadino; venne costruito dal 1322 al 1338, opera di Angelo da Orvieto.
Palazzo Vitelli alla Cannoniera, così chiamato perché sul luogo sorgeva un deposito (o una fonderia) di cannoni, è uno dei cinque palazzi che la famiglia Vitelli eresse a Città di Castello tra la fine del quattrocento e la seconda metà del cinquecento. È sede della Pinacoteca che conserva lavori, tra l'altro, di Luca Signorelli e Raffaello.
Palazzo Vitelli a Sant'Egidio, testimonianza della grandezza rinascimentale della città e della potenza della dinastia tifernate dei Vitelli all'epoca delle Signorie.
Palazzo Albizzini: esempio di architettura rinascimentale di derivazione toscana, dal 1981 Palazzo Albizzini è sede della prestigiosa Collezione delle opere che Alberto Burri ha donato alla città.
Duomo, dal caratteristico campanile rotondo.
Chiesa di San Francesco, chiesa trecentesca, modificata internamente in stile barocco; qui viene conservata una copia dello Sposalizio della Vergine, che Raffaello dipinse nel 1500-
BURRI
La mostra a cura di Bruno Corà è ospitata presso gli ex seccatoi del tabacco.
In questa importante esposizione al nucleo di circa venti opere di Burri - che comprende catrami, muffe, sacchi gobbi, legni, combustioni, ferri, plastiche, cretti, cellotex fino al “nero e oro” - si affiancano opere di maestri protagonisti del XX e XXI secolo.
UMBRIA - CITTA' DI CASTELLO - Full HD
© CLAUDIO MORTINI -
L'Umbria è un territorio ricco di bellezze naturali, di storia e di cultura. I suoi monumenti, gli edifici civili, le chiese gotiche, i conventi e i borghi medievali raccontano storie senza tempo, stagliandosi tra il verde delle colline e l'azzurro del cielo.
Città di Castello, adagiata sul corso superiore del Tevere, a 20 km a nord di Umbertide e 17 km a sud est di San Sepolcro, è una delle città più rappresentative. Con circa 40 mila abitanti è anche una delle città maggiori della provincia di Perugia (la distanza con il capoluogo regionale è di circa 56 km).
Legata alla Toscana e alle Marche, sospesa tra la cultura umbra ed etrusca, la città si cela dietro le colline dell'Appennino.
La città attuale occupa il sito dell'antica Tifernum Tiberinum (dal nome datogli dagli antichi Romani), che nel VI secolo venne devastata da Totila re degli Ostrogoti e anche rex Italiae, cioè della penisola italica (dal 541 al 552).
Venne ricostruita dal vescovo Florido, divenuto poi santo e attuale patrono della città. Longobardi, Franchi e Stato Pontificio, si susseguirono tutti al governo del piccolo borgo, che trovò il suo maggiore splendore da prima come libero Comune (con il nome di Civitas Castelli), quindi qualche secolo dopo, sotto l'oligarchia delle famiglie dei Vitelli, dei Fucci e dei Tartarini. I primi guadagnarono successivamente il potere assoluto della città. Con la Congiura di Senigallia, Cesare Borgia (detto il Valentino) si impadronì della città autoproclamandosi duca.
Le mura medievali di Città di Castello per lunghi tratti sono rimaste ancora intatte e circondano l'antico centro. La città si suddivide in tre quartieri (o rioni): Mattonata-Santa Maria, Prato (il più antico) e San Giacomo.
La presenza spiccata di musei nel centro della città fa capire immediatamente quanto, a Città di Castello, sia considerato importante il passato del borgo, con il ricco repertorio di tradizioni, ricordi e reperti che include. Alle esposizioni tematiche, dedicata a particolari vicende storiche o sociali, si possono visitare numerose gallerie tutte incentrate sull'arte, coi capolavori di maestri quali Raffaello, Luca Signorelli o Alberto Burri.
Un itinerario particolarmente suggestivo, da rintracciare nel cuore della città, è quello che segue le orme del Rinascimento. Si può dire che tutta la zona più antica assomigli a un museo all' aperto, dove si incontrano le dimore patrizie del Cinquecento, il campanile cilindrico dell'XI e XII secolo, la Torre Civica del Trecento o il Palazzo del Podestà, con una facciata barocca del 1686 che guarda verso la piazza.
Il Palazzo Comunale o Palazzo dei Priori, edificio gotico concepito da Angelo da Orvieto, è un altro colosso da non farsi scappare, ma vale la pena anche solo di passeggiare per le stradicciole, godendosi gli angoli più semplici e segreti, apprezzando scorci nuovi e inaspettati.
Particolarmente interessanti si riveleranno la Piazza Matteotti e la Piazza Gabriotti,
soprannominate rispettivamente Piazza de' Sopra e Piazza de' Sotto.
Non mancano poi le chiese, eccezionali testimoni della fede d'un tempo, erette a Città di
Castello in periodi differenti. L'elenco è davvero ricco: non si possono non citare lo splendido Duomo, la chiesa di San Francesco, quella della Madonna delle Grazie o di Santa Maria Maggiore
Trento -- Gli affreschi della Torre dell'Aquila nel Castello del Buonconsiglio
La Torre dell'Aquila risale al XIII secolo, ed in origine era una torre aperta le cui merlature sono ancora visibili nelle mura settentrionali e meridionali.
Tra il XIV secolo ed il XV secolo il principe vescovo Giorgio I di Lichtenstein la fece ricostruire e sopraelevare per ospitare la guarnigione a difesa delle mura della città.
All'inizio del XVI secolo, con la costruzione da parte del principe vescovo Bernardo Clesio del Castello del Buonconsiglio, ne divenne di fatto parte integrante.Verso la fine dello stesso secolo fu trasformata in prigione.
Le pareti interne presentano il Ciclo dei Dodici Mesi, commissionate dal principe vescovo Liechtenstein al pittore boemo Venceslao (1390-1400 circa).
Questi affreschi descrivono la situazione economica, sociale e politica del Trentino tra il 1300 e l'inizio del secolo successivo. Il mese di Marzo è andato, purtroppo, perduto perché un incendio ha distrutto la colonna di legno sulla quale era dipinto.
Gli affreschi del Ciclo dei Mesi raffigurano, secondo l'alternarsi delle stagioni, sia la vita e i passatempi dei nobili che il lavoro dei contadini nei campi.
Viene prestata molta attenzione al succedersi delle stagioni: il paesaggio invernale innevato diventa rigoglioso di vegetazione in primavera, i raccolti estivi segnano l'apice dell'attività agricola, mentre, nel mese di novembre, gli alberi sono circondati dalle foglie secche cadute sul terreno.
La cura dei particolari ritorna nella minuziosa descrizione delle vesti. Per i nobili gli abiti sono ricchi di colori, molto più semplici e pratici sono invece quelli delle classi umili, rappresentate sempre durante il lavoro.
Castello Del Buonconsiglio – Torre Aquila – Trento – Audioguida – MyWoWo Travel App
L'attuale struttura architettonica della Torre Aquila risale alla fine del '300 ed è frutto del rimaneggiamento di una precedente torre a opera del principe vescovo Giorgio di Liechtenstein.
A rendere la visita alla Torre Aquila imperdibile non è tuttavia la sua architettura, ma gli affreschi raffiguranti il Ciclo dei Mesi che si trovano nella sala principale della torre, al secondo piano.
Opera di un artista straniero, da molti identificato nella figura del Maestro Venceslao di Boemia, il Ciclo dei Mesi risale alla fine del '300 o forse ai primi anni del '400. Ti trovi, senza ombra di dubbio, davanti a una delle massime espressioni pittoriche del periodo Tardo Gotico, sia per la ricchezza di ogni singolo dipinto, sia per l'efficace e coinvolgente senso di continuità che si ha spostando lo sguardo da una scena all'altra. Ogni mese dell'anno è incorniciato da colonnine dipinte che ricreano l'illusione di un loggiato, attraverso il quale noi spettatori assistiamo al sorprendete miracolo del susseguirsi delle stagioni...
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Castello di Buonconsiglio: Da fortezza imperiale a residenza dei principi vescovi
Il Castello del Buonconsiglio è uno dei più vasti complessi monumentali della nostra Euregio Tirolo-Alto Adige-Trentino. Fu fondato come presidio imperiale nella prima metà del ‘200 e divenne poi residenza dei principi vescovi di Trento che lo trasformarono nel corso dei secoli in una magnifica residenza. Si tratta di un insieme di corpi di fabbrica di diversa epoca racchiusi entro una cinta muraria in una posizione leggermente elevata rispetto al centro città di Trento.
Trento - La città dipinta - Trentino Alto Adige - Italia.it
Trento è sempre stata considerata come una città-cerniera fra la cultura tedesca e quella latina.
Nel centro storico, che presenta una forte impronta rinascimentale, si apre la storica Piazza del Duomo con la settecentesca Fontana del Nettuno, il Palazzo Pretorio, le Case Rella e il Duomo o Cattedrale di San Vigilio, sede del Concilio di Trento.
La storia della città è profondamente legata alla figura del Principe Vescovo Bernardo Clesio. Il Castello del Buonconsiglio, sua dimora abituale, si presenta agli occhi del visitatore come un magnifico insieme scenografico. Al suo interno è possibile osservare i magnifici affreschi realizzati dai più abili artisti dell'epoca e la suggestiva Torre dell'Aquila, capolavoro assoluto dello stile gotico internazionale.
Città e Borghi????Gradara e il suo Castello
Gradara ( Pesaro-Urbino ) Regione Marche Italia.
Il bellissimo borgo medievale di Gradara è un luogo incantato assai noto per la tragica storia di Paolo Malatesta e Francesca da Polenta, resa immortale nella Divina Commedia di Dante, Inferno V canto.
Oltrepassiamo la porta d'Ingresso al borgo e ci troviamo immersi all'istante in un’atmosfera d’altri tempi.
Il più importante monumento di Gradara è il suo imponente Castello, ma notevoli sono le sue mura fortificate, e la struttura medievale perfettamente conservata.
Si accede al Castello attraverso il ponte levatoio e si arriva nel cortile, ecco ergersi di fronte a noi il Mastio (la torre più possente del castello).
Attraversato il cortile si entra nelle sale, tra le più interessanti ricordiamo la Camera di Francesca, la Camera del Vescovo e la Cappella Gentilizia con la Pala di Andrea della Robbia in terracotta invetriata (1480).
Musica: Kona_Sun. Dalla galleria di You Tube.
Trento - Castello del Buonconsiglio
Il Castello del Buonconsiglio è uno degli edifici più conosciuti di Trento e uno tra i maggiori complessi monumentali del Trentino-Alto Adige. Dal secolo XIII fino alla fine del XVIII residenza dei principi vescovi di Trento, è composto da una serie di edifici di epoca diversa, racchiusi entro una cinta di mura in una posizione leggermente elevata rispetto alla città. Castelvecchio è il nucleo più antico, dominato da una possente torre cilindrica; all’estremità meridionale del complesso si trova Torre Aquila, che conserva all’interno il celebre Ciclo dei Mesi, uno dei più notevoli cicli pittorici di tema profano del tardo Medioevo italiano. Il Magno Palazzo è l’ampliamento cinquecentesco nelle forme del Rinascimento italiano, voluto dal principe vescovo e cardinale Bernardo Cles (1485-1539); conserva un importante ciclo pittorico manierista in eccellente stato di conservazione. Alla fine del Seicento risale invece la barocca Giunta Albertina.
Drone Castello e Borgo di Pianetto a Galeata FC 09-08-2016
Il drone DJI Phantom 4 ci porta a visitare il Castello ed il Borgo di Pianetto vicino a Galeata in Provincia di Forlì-Cesena nella Valle del Bidente.
Fondato dagli abati di S.Ellero in epoca medievale come avamposto difensivo, dopo alterne vicende e passaggi di proprietà, il castello fu usato principalmente come dogana per i traffici tra Galeata e S.Sofia. Attualmente l'intera cinta muraria di configurazione quadrangolare irregolare e con un perimetro di oltre 300 metri è ancora ben solida, ma coperta dalla vegetazione rigogliosa. La torre del maschio, con la sua mole quadrata, domina dal centro tutto il fortilizio con un simbolico albero cresciuto all'interno della struttura.
L'antico e piccolo borgo medievale ai piedi del Castello è raccolto attorno alla chiesa di Santa Maria dei Miracoli, piccolo gioiello del Rinascimento toscano e al suo convento di Francescani che dopo il restauro, è diventato la sede del museo Mambrini. Il museo ospita alcuni resti del sito archeologico vicino a Pianetto della città di epoca romana di Mevaniola (II secolo a.c.).
English version: DJI Phantom 4 brings you to Pianetto: an old ruined castle and a town near Galeata in the province of Forlì-Cesena, Emilia-Romagna, Italy. The castle of Pianetto is almost wrecked but it was huge with 300 meters of perimeter in medieval age. The town under the ruins of the castle is still alive and has a beautiful church called Santa Maria dei Miracoli and a museum within an old convent where you can find some remains of the nearby archaeological site of the roman city of Mevaniola (2nd century b.c.).
Music: Cassandra
Composer: Thomas Bergersen
Disclaimer: The drone was always in a security distance from ground and houses. I do not and will not profit from making and uploading these recordings, they are for fun purposes only.
Ghostly Fog-Torre di Buccione-Lago D'Orta
-ISCRIVETEVI AL NOSTRO CANALE GHOSTLY FOG SU YOU TUBE-
Il castello di Buccione noto anche come torre di Buccione sorge alla sommità di un colle, al confine fra i territori di Orta San Giulio e di Gozzano, all'estremità sud orientale del lago d'Orta. La fortezza, come il colle sul quale sorge, prende il nome da Buccione, la vicina frazione di Gozzano, situata all'estremità meridionale del lago.
Il castello, simbolo della fiera indipendenza della Riviera di San Giulio, sorge in una posizione molto forte, che permette di dominare il lago e tutta la pianura novarese (è visibile la chiesa di San Gaudenzio della stessa Novara). La sommità della collina era già occupata nell'età del ferro, come indicano i frammenti ceramici attribuibili alle prime fasi della Cultura di Golasecca.
La torre di Buccione
Comunemente noto col nome di torre di Buccione, dal suo elemento maggiormente visibile, era in origine un vero e proprio castrum e come tale è citato in vari documenti a partire dal Duecento. Si tratta di una torre centrale (mastio) alta 23,20 m, realizzata in conci squadrati di varie dimensioni, circondata da una cortina muraria a pianta rettangolare. Alla fortificazione si accede tramite una spianata che il Cotta descrive come una piazza muragliata, capace di cinquecento uomini.
La fortificazione era stata attribuita all'epoca longobarda e ritenuta costruita su resti romani più antichi, di cui tuttavia non è emerso alcun elemento concreto. Nella sua veste attuale il complesso fu probabilmente costruito nel terzo quarto del XII secolo, secondo una datazione avanzata sulla base di confronti tipologici. L'ipotesi che attualmente gode di maggior credito è quella che vuole il castello edificato dai conti Da Castello. Non è probabilmente casuale, infatti, che il primo documento in cui il castello è citato (1200) sia relativo proprio ad un accordo tra i Da Castello e il Comune di Novara. In quell'occasione era presente anche il vescovo della città, che dal 1235 appare saldamente in possesso della fortezza, usata in seguito principalmente, con funzione di segnalazione.
Gli statuti della comunità della Riviera di San Giulio ordinavano che tutti gli uomini validi accorressero in armi al suono della campana della torre. Essa venne comunque aggiunta in un secondo momento, forse poco dopo la costruzione del tetto (che dovette avvenire nel XIV-XV secolo). Essa, benché rotta, tornò a suonare con gioia il 4 novembre 1918 per annunciare la fine della prima guerra mondiale. Da allora venne fatta suonare ogni anno, in occasione della ricorrenza, fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale, quando venne spostata nel giardino di villa Bossi, municipio di Orta, per timore di eventuali furti. La campana è stata riposizionata sulla torre nel 2005, al termine di importanti lavori di restauro.
Contatti ed info:
Jimmy NeuroRock
Ghostly Fog (Entità-Paranomal)
In collaborazione con:
Emilie Floge (negozio Dark-Gothic-Pin Up-Vampire and Medieval)
Assemblea ecclesiale diocesana Città di Castello
Il cammino della chiesa di Città di Castello tra presente e futuro.
Sarà questo il tema dell' assemblea ecclesiale diocesana che avrà luogo nei
prossimi giorni presso la chiesa tifernate della Madonna del Latte. Il
servizio
TRENTO - IL CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO
IL CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO È UNO DEI PIÙ IMPORTANTI MONUMENTI DELLA PROVINCIA DI TRENTO, E UNO DEI PIÙ GRANDI CASTELLI FORTIFICATI IN ITALIA. FU RESIDENZA DEI PRINCIPI VESCOVI FINO AL 1803, ED È COMPOSTO DA UNA SERIE DI EDIFICI DI EPOCHE DIVERSE, PROTETTI DA UNA CINTA MURARIA. CASTELVECCHIO È LA PARTE PIÙ ANTICA, COSTRUITA NEL XII SECOLO. IL MAGNO PALAZZO È L’EDIFICIO CINQUECENTESCO FATTO ERIGERE DAL PRINCIPE VESCOVO E CARDINALE BERNARDO CLES, MENTRE LA GIUNTA ALBERTINA RISALE ALLA FINE DEL SEICENTO. IL CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO SI CONTRADDISTINGUE PER I NUMEROSI STUCCHI E AFFRESCHI, TRA I QUALI RISALTANO QUELLI DELLA LOGGIA DEL CORTILE DEI LEONI, UN CAPOLAVORO DEL RINASCIMENTO REALIZZATO DAL PITTORE BRESCIANO GIROLAMO ROMANINO, DOVE IL CARRO DEL SOLE È CIRCONDATO DA ILLUSTRAZIONI DELLE ALLEGORIE DELLE STAGIONI, SCENE BIBLICHE, MITOLOGICHE E DELLA STORIA ROMANA.
TORRE DELL’AQUILA:
DALLA LOGGIA DEL ROMANINO SI PERCORRE IL CAMMINAMENTO DI RONDA LUNGO LE MURA DEL CASTELLO E SI ACCEDE ALLA TORRE DELL’AQUILA E AL CELEBERRIMO “CICLO DEI MESI”, UNA DELLE MAGGIORI OPERE DI STILE GOTICO A LIVELLO INTERNAZIONALE. IN UNDICI DIVERSI RIQUADRI SEPARATI DA PICCOLE COLONNE SONO EGREGIAMENTE RAPPRESENTATI LA VITA ECONOMICA E SOCIALE MA ANCHE LE MODE E I COSTUMI DELLA POPOLAZIONE TRA LA FINE DEL ’300 E L’INIZIO DEL SECOLO SUCCESSIVO. SECONDO L’ALTERNARSI DELLE STAGIONI E CON PARTICOLARE ATTENZIONE AI DETTAGLI DEL PAESAGGIO SONO RAPPRESENTATI GLI SVAGHI DEL CETO NOBILIARE COSÌ COME IL LAVORO DEI CONTADINI.
MA IL CASTELLO DEL BUONCONSIGLIO È STATO ANCHE TESTIMONE DI IMPORTANTI AVVENIMENTI STORICI, COME SI NOTA DAI RITRATTI DEI DIVERSI VESCOVI SUCCEDUTOSI FINO ALLA FINE DEL ‘700, E ANCOR DI PIÙ DOPO L’ANNESSIONE DEL PRINCIPATO VESCOVILE DI TRENTO ALLA CONTEA DEL TIROLO, QUANDO IL BUONCONSIGLIO VENNE CONVERTITO IN UNA CASERMA MILITARE AUSTRIACA. È QUI CHE DURANTE LA PRIMA GUERRA MONDIALE SI TENNE IL PROCESSO AGLI IRREDENTISTI CESARE BATTISTI, FABIO FILZI E DAMIANO CHIESA, CHE VENNERO GIUSTIZIATI PER ALTO TRADIMENTO NEL FOSSATO DEL CASTELLO, OGGI DENOMINATO FOSSA DEI MARTIRI, IN QUANTO CITTADINI AUSTRIACI CHE COMBATTERONO COME VOLONTARI NELL'ESERCITO ITALIANO.
Citta' di Castello omicidio cenciarini aggiornamento
L’omicidio Cenciarini a Città di castello: ancora in piedi tutte le ipotesi per la tragica morte della donna, avvenuta ieri in località Varesina
Castello Del Buonconsiglio – Castelvecchio Sala Dei Vescovi – Trento – Audioguida – MyWoWo Travel Ap
La Sala dei Vescovi è l'ambiente principale del Castelvecchio e le sue pareti sono decorate dai ritratti dei principi-vescovi. Qui troverai le immagini di tutti coloro che si sono succeduti alla guida di Trento dalla sua trasformazione a principato vescovile, poco dopo l'anno Mille, fino alla sua fine a inizio Ottocento, in epoca napoleonica.
A chiudere il ciclo di affreschi è infatti l'ultimo principe-vescovo di Trento, Pietro Vigilio Thun.
Oltre a decorare l'ambiente, gli affreschi della sala dei Vescovi mettono in evidenza i forti vincoli che univano il principato al Sacro Romano Impero. Si spiega così la presenza delle effigi degli imperatori: al ritratto di ciascun vescovo corrisponde, nello spazio soprastante, quello dell'imperatore a lui contemporaneo. Al contempo la decorazione della sala rende esplicita la fedeltà dei principi-vescovi al papato. A coronamento delle pareti sono infatti elencati i nomi dei successori di Pietro a capo della Chiesa di Roma.
Ora metti in pausa e riavvia quando sarai alla Loggia Veneziana...
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Fortificazioni Pisane - Il Castello di Ripafratta
Il castello di Ripafratta, noto anche come Rocca di San Paolino o Rocca di Ripafratta, è un castello medievale situato sul colle Vergario, che sovrasta il paese di Ripafratta (PI).
Il borgo di Ripafratta, frazione del comune di San Giuliano Terme (PI), si trova al confine tra le città di Lucca e Pisa, e lungo la loro antica via di comunicazione, un tempo nota come via Æmilia Scauri, poi via Julia Augusta e Strada statale 12 dell'Abetone e del Brennero, oggi SRT12. Il castello si trova dunque a dominare, dall'alto del colle Vergario, le vie stradali e fluviali della valle del Serchio: tale posizione ha permesso a lungo il controllo sui traffici terrestri e fluviali fra le città rivali di Lucca e Pisa.
La rocca è caratterizzata da un recinto a pianta poligonale irregolare, occupato al centro da una torre quadrangolare, e da altre due torri adiacenti alle mura. Ulteriori tre torri di avvistamento e presidio dei sentieri di aggiramento sorgono sui colli circostanti: la Torre Centìno, la Torre Niccolai e la torre anonima, di cui restano pochi ruderi. Il sistema difensivo di confine della Repubblica Pisana nei confronti dei vicini lucchesi prevedeva altre torri e fortificazioni site nelle località vicine, come la Torre dell'Aquila (detta Torre Segata) presso Filettole o la Torre di Rosaiolo presso Avane.
Il colle Vergario è da sempre sede di attività umane, anche abitative, fin dall'Età del Ferro. Lo testimoniano alcuni dei riscontri archeologici di origine preistorica, etrusco-ligure e romana rinvenuti durante un'intensa campagna di scavi negli anni '80 del 1900. L'intera zona tra Lucca e Pisa, in particolare quello attualmente conosciuto come lungomonte sangiulianese, divenne in epoca alto-medievale un territorio ricco di strutture civili, militari e religiose di epoca e fattura romanica: pievi, torri di avvistamento e di controllo, piccoli villaggi, numerosi mulini ad acqua, eremi e monasteri situati sui monti sovrastanti. Un sistema feudale piuttosto regolamentato, nel quale le due città di Lucca e Pisa si contendevano la supremazia, con accordi o guerre, subendo e assecondando le influenze dei rispettivi vescovi e della sovranità imperiale.
In questo contesto è nata la Rocca di Ripafratta. L'antica torre originaria presente sul colle Vergario (tuttora al centro del castello) risale almeno al 970, ma la presenza di un edificio di quel tipo è probabilmente anteriore. La rocca propriamente detta, intitolata a San Paolino patrono di Lucca, è stato costruita dalla Consorteria dei Da Ripafratta, nobili locali, inizialmente feudatari del vescovo lucchese. Con l'edificazione di una vera e propria struttura castellana, la famiglia intendeva rafforzare ed estendere il proprio controllo sul territorio strategico di Ripa, piccolo villaggio dipendente ecclesiasticamente dalla pieve lucchese di Montuolo, situato in una zona favorevole per la riscossione dei pedaggi stradali e fluviali. Ma proprio tale imposizione di gabelle causò i primi scontri con i lucchesi, che nel 1104 mossero guerra ai Da Ripafratta e conquistarono la Rocca. I nobili, che non avevano certo la possibilità di opporsi, chiamarono in aiuto i pisani, tornati da poco dalla Sardegna, che mossero guerra a Lucca e recuperarono Ripafratta. I lucchesi si fecero di nuovo avanti un anno dopo, nel 1105, ma furono di nuovo sconfitti. Si arrivò ad una prima pace grazie all'intervento dell'autorità imperiale, la quale sentenziò anche la legittimità dei dazi imposti dai nobili di Ripafratta e che il luogo fosse sottoposto all'influenza pisana.
Nel 1109 l'avvicinamento con Pisa segnò un ulteriore passo, con l'atto di donazione da parte dei Da Ripafratta all'arcivescovo di Pisa di parte del castello. Con tale atto, i Da Ripafratta si obbligavano di fatto a riconoscere l'autorità della Chiesa pisana, a non nominare il castellano della Rocca senza l'approvazione dell'arcivescovo, e a non permutare il feudo con il Comune o la Chiesa di Lucca.
I frequenti conflitti tra le due città confinanti spinsero quindi il Comune pisano a fortificare ulteriormente la Rocca e il borgo, e costruire un più esteso sistema di difesa che si estendeva sui monti circostanti, con torri di avvistamento (le due superstiti sul versante di Ripafratta sono denominate Niccolai e Centino) e con una torre-porta a sbarramento della strada pedemontana (sopravvissuta fino alla seconda guerra mondiale). Negli anni 1162-1164, quindi, la fortificazione fu ingrandita e trasformata in una vera e propria Rocca castellana. A questo periodo risale anche l'ulteriore cerchia muraria concentrica che proteggeva il piccolo borgo a ridosso del castello, antico nucleo dell'odierna Ripafratta. Di questa cerchia muraria, rimangono oggi visibili solo pochi resti.
I conflitti tra le due città confinanti videro sempre più spesso Ripafratta al centro delle operazioni militari, di difesa o di conquista. Il castello fu spesso ceduto o occupato per patti, o preso come bottino di guerra.
San Gimignano_un Borgo Medioevale
25-03-2017:( Riprese effettuate con Videocamera Sony HDR-CX625 ). San Gimignano sorge su un luogo abitato sicuramente dagli etruschi, almeno dal III secolo a.C. Il colle era stato scelto per questioni strategiche, essendo dominante sull'alta Val d'Elsa.
Sulle pendici del Poggio del Comune sono presenti i ruderi di Castelvecchio, un villaggio di epoca longobarda.
La prima menzione risale al 929.
Nel Medioevo la città si trovava su una delle direttrici della via Francigena, che Sigerico, arcivescovo di Canterbury, percorse tra il 990 e il 994 e che per lui rappresentò la XIX tappa del suo itinerario di ritorno da Roma verso l'Inghilterra. Sigerico la nominò Sce Gemiane, segnalando il borgo anche come punto di intersezione con la strada fra Pisa e Siena.
Secondo la tradizione il nome derivò dal santo vescovo di Modena, che avrebbe difeso il villaggio dall'occupazione di Attila.
La prima cinta muraria risale al 998 e comprendeva il poggio di Montestaffoli, dove già esisteva una rocca sede di mercato di proprietà del vescovo di Volterra, e il poggio della Torre con il castello vescovile. Per la caratteristica architettura medievale del suo centro storico è stato dichiarato dall'UNESCO Patrimonio dell'umanità. Il sito di San Gimignano, nonostante alcuni ripristini otto-novecenteschi, è per lo più intatto nell'aspetto due-trecentesco ed è uno dei migliori esempi in Europa di organizzazione urbana dell'età comunale
Alla scoperta della Torre del Duomo di Cagliari, apre alle visite
La Cattedrale di Cagliari apre alle visite guidate con una grande novità: i visitatori potranno accedere alla torre campanaria medievale.
Lo ha annunciato l’Assessore alla cultura del Comune di Cagliari Paola Piroddi. Per l’occasione, Marcello Polastri ha intervistato i protagonisti dell’inaugurazione delle visite guidate alla torre: le guide della Cooperativa Orientare, il Parroco della Cattedrale Monsignor Alberto Pala, Maria Lucia Baire, curatrice dell’area espositiva Museo diocesano del Duomo.
Una importante novità per la città di Cagliari che, ad un mese dalle elezioni amministrative grazie al Comune, ha inaugurato un nuovo spazio culturale che, appunto, apre alle visite guidate. La torre campanaria panoramica posta in uno dei punti più alti del Castello, dopo le torri dell’Elefante e di San Pancrazio chiuse oramai al pubblico da anni.
Castello dei Conti D’Aquino volo con drone Dji Mavic 2 Pro Belcastro Cz Calabria
Il Castello di Belcastro sorge sulla parte più alta dell'omonimo paese, in posizione dominante rispetto all'intero centro abitato. La cittadina si sviluppa lungo le pendici della Sila Piccola, vicino al mare seguendo l'andamento della montagna, ai piedi della quale scorre il fiume Nasari. Ha origini lontanissime, probabilmente risalenti alla Magna Grecia, e fu feudo medioevale e vescovile. A difesa dell'autonomia vescovile, e più precisamente della cattedrale e del Palazzo vescovile, veniva utilizzata la Torre Mastra, una massiccia costruzione, ascrivibile ad un periodo compreso fra il secolo XI e XII, quando, in seguito all'insediamento dei Normanni, il vescovado bizantino fece posto al castrum. Alla sua base, posto al primo piano, si trovava l'ingresso, al quale si accedeva attraverso una ripida scala esterna che poteva essere convenientemente rimossa. Questa torre che occupava la posizione più elevata, era circondata da mura difensive, all'interno delle quali sorgevano gli edifici di servizio alla residenza del vescovo e la cattedrale. L'importanza strategica di Belcastro, però, era legata soprattutto al controllo della via che collegava le contee di Catanzaro e di Crotone. A tale scopo, verso fine del sec. XV, e per opera degli aragonesi, a seguito della minaccia turca, il castello fu fortificato. Nuove strutture vengono integrate alle mura preesistenti e, la torre Mastra, fu rinforzata alla base mediante la realizzazione di un barbacane, che aveva lo scopo di aumentare la resistenza della vecchia torre, fungendo da ulteriore perimetro difensivo. Inoltre, il castello fu dotato di un confine esterno con nuove torri poligonali scarpate, più adatte ad utilizzare le nuove armi da fuoco. Questi interventi sottolineano l'importanza militare del castello fino al XVI secolo. Successivamente a tale periodo, con l'evoluzione della tecnica bellica legata all'uso di armi da fuoco più progredite, il castello di Belcastro, perderà le sue funzioni militari, riducendosi a residenza dei feudatari del luogo. Questi modificheranno e amplieranno gli ambienti interni in relazione alle loro esigenze di soggiorno nella città. Ma Belcastro si ricorda anche per aver dato i natali a due illustri cittadini: San Tommaso d'Aquino e Giuseppe Poerio. Il Castello, detto anche Castello dei Conti d'Aquino, infatti, ospita la Cappella, costruita sulle rovine della camera dove sarebbe nato San Tommaso. Attualmente del maestoso maniero, rimane solo il poderoso Mastio quadrato a tre piani, resti di muraglie perimetrali con torrette quadrangolari, cilindriche e semicircolari (secc. XIII-XV), e ruderi di fattura aragonese. Fino a poco tempo fa vi era anche una magella di pozzo cinquecentina in pietra locale, con archetti e stemmi gentilizi scolpiti, collocata, poi, nella chiesa madre come fonte battesimale. Dal cortile del castello, recentemente restaurato, si può spaziare con lo sguardo su tutto il Golfo di Squillace: da Le Castella a Soverato, belvedere naturale da cui si domina tutto il territorio circostante.
Citta' di Castello aggiornamenti omicidio cenciarini
L’omicidio di Anna Maria Cenciarini sempre alla ribalta della cronaca: va a sparire l’ipotesi di suicidio. L’autopsia parla di almeno dieci colpi inferti
TREKKING - Riserva Naturale Berignone- Castello dei Vescovi La Torraccia - di Sergio Colombini
La meta di questo itinerario è il Castello dei Vescovi La Torraccia, o meglio le rovine del Fortilizio dove i Vescovi di Volterra si rifugiavano in occasione delle frequenti guerre che interessavano Volterra.
L'itinerario parte dal Podere Batazzone nei pressi di Mazzolla, in breve scendiamo nella valle dei torrenti Fosci e Sellate e con una comoda via forestale arriviamo al Capannone (edifici abbandonati con ampio spazio attrezzato con tavoli per picnik), da qui con una carrareccia costeggiando il torrente Sellate e lo si attraversa due volte su ponticelli in cemento, ci dirigiamo verso li Castello.
Dopo il secondo ponte di fronte a noi in alto già vediamo la torre del Castello tra la vegetazione.
Il percorso è interessante anche a livello geologico, perché vediamo formazioni di conglomerati (ghiaie cementate naturalmente) formatosi 7-9 milioni di anni fa. (Informazioni riportate nella cartellonistica installata sul percorso).
Arrivati alla base del Castello, prendiamo un sentiero ormai ricoperto dalla vegetazione e in poco tempo siamo sotto le mura del Fortilizio.
Entriamo dalla porta principale facendo molta attenzione, le pareti sono pericolanti.
Dopo la visita del Castello per lo stesso percorso ritorniamo al Podere Batazzone.