Discover the heart of Italy - Marche
Le Marche, a region whose name is not by chance in the plural form, boasts an extreme variety of landscapes and territories: sinuous and harmonious hills, cliffs and caves alternate with unforgettable beaches, cities and villages, offering a heritage of history, traditions, art and tasty cuisine.
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Ascoli Piceno - Regione Marche - Italy
Ascoli Piceno è una città e Comune nel Marche regione Italia, Capitale della provincia con lo stesso nome. La sua popolazione è c. 51.400.
Geografia
La città si trova alla confluenza del Tronto Fiume e il piccolo fiume Castellano ed è circondata su tre lati da montagne. Due confine naturale dei parchi della città, una sul fianco nord-occidentale (Parco Nazionale dei Monti Sibillini) E l'altro sul versante meridionale (Parco Nazionale dei Monti della Laga).
Ascoli ha ottimi collegamenti ferroviari per il Adriatico costa e la città di San Benedetto del Tronto, In autostrada a Porto d'Ascoli e dalla Strada Nazionale Italiana 4 Salaria a Roma.
[Modifica] Storia
Ascoli è stata fondata da una popolazione italica (Piceni), Diversi secoli prima della fondazione di Roma su importanti Via Salaria, Il sale stradale che collegava Lazio con aree di produzione del sale sulla costa adriatica. Nel 268 aC divenne civitas foederata, Una città federate con l'indipendenza nominale da Roma. Nel 91 aC, insieme ad altre città del centro Italia, si rivoltò contro Roma, ma nel 89 aC fu riconquistata e distrutta da Pompeo Strabone. I suoi abitanti acquisito la cittadinanza romana, in seguito gli sviluppi e l'eventuale caduta del Romano Impero.
Durante l' Medioevo Ascoli è stato devastato dalla Ostrogoti e poi dal Longobardi di re Faroald (578). Dopo quasi due secoli come parte del Lombard Ducato di Spoleto (593-789), Ascoli fu governata dai Franchi attraverso i loro vicari, ma alla fine è stata la vescovi che ha guadagnato influenza e potere sulla città.
Nel 1189 un libero repubblicano comune è stato istituito ma dissidi interni hanno portato drammaticamente alla scomparsa dei valori civici e di libertà ed avventura sfortunata contro i nemici vicini. Questa situazione instabile aperto la strada alle dittature straniere, come quelle di Galeotto I Malatesta (14 ° secolo), inizialmente assunto come mercenario (condottiero) Nella guerra contro FermoE Francesco Sforza. Sforza è stato estromesso nel 1482, ma Ascoli è stato nuovamente costretto a presentare al Papale sovranità. Nel 1860 fu annessa, insieme con Marche e Umbria, Nella nuova Regno d'Italia. FONTE:WIKIPEDIA
MARCHE - OFFIDA Uno dei Borghi più Belli d'Italia [full HD]
© CLAUDIO MORTINI °°
Centro del subappennino marchigiano (AP), il cui territorio è posto interamente tra le valli del fiume Tesino (a nord) e del fiume Tronto (a sud). Il centro abitato deve la sua pianta irregolare allo sperone roccioso sul quale sorge, ritagliato dai due rami sorgentizi del torrente Lama, affluente di sinistra del Tronto.
Le origini di Offida sono certamente antichissime, ma è tuttora controverso se siano da far risalire al periodo della dominazione Longobarda nel Piceno (VI sec. d.C.) o se, come vuole la tradizione, siano da ricollegare ai Pelasgi, un popolo originario dell'Asia Minore, venuto dal mare.
Questi raffiguravano il loro Dio con le sembianze di un serpente ed è probabile che il nome della città derivi proprio da questo (serpente = ophis).
Ai Pelasgi seguirono quasi sicuramente gli Etruschi e, tra il IX e il XI sec. a.C., i Piceni. Offida, che oggi rappresenta un vero e proprio gioiello
nel panorama dei piccoli centri storici dell'Italia centrale può considerarsi a ragione, uno dei luoghi più significativi dell'intera civiltà Picena.
Il centro storico è racchiuso all'interno delle Mura Castellane risalenti al secolo XII. Altro importante monumento della cittadina è rappresentato dal Palazzo Comunale, costruzione risalente al XI-XII, all'interno del quale si trova il Teatro Serpente Aureo.
Il principale monumento è rappresentato dalla chiesa di Santa Maria della Rocca, ricostruita nel 1330 su una chiesina del XI.
Nell'itinerario turistico non possono essere dimenticate: la Chiesa della Collegiata, la Chiesa dell'Addolorata dove è custodita la Bara del Cristo Morto, la Chiesa di S. Agostino, con l'annessa Cappella del Miracolo Eucaristico.
Storia del merletto a tombolo offidano
Fattori diversi contribuiscono a creare la storia, la civiltà, l'orientamento artistico di una città, tra essi sono da annoverare, in Offida, la lavorazione e il commercio del merletto a tombolo. I merletti offidani più antichi che si conoscono sono quelli risalenti al '400 che erano i camici di S. Giovanni da Capistrano e di S. Giacomo della Marca, conservati dai monaci di Monteprandone (A.P.) Il tombolo si inserì, facilmente, su una produzione locale di passamaneria, nel 1400 circa, ad opera di dame o nobildonne.
Agli inizi del 1600 la lavorazione e produzione locale del merletto erano rinomate per qualità e raffinatezza, tanto che il manufatto era ricercato ed esportato dai mercanti col nome di provenienza, come appare in un contratto di compravendita del 24/06/1612, ove sono indicati
25 merletti di Ofida, valutati 30 bolognini e 80 zagari di Ofida .
Nel 1728, con una petizione al papa Benedetto XIII, la comunità locale chiedeva protezione e provvedimenti contro i mercanti che commerciavano i merletti di Chioggia. Con l'incremento turistico della riviera adriatica, verificatosi dopo la fine degli eventi bellici '39 - '45, si determinò una notevole richiesta che portò a miglioramenti
tecnici e ad aumenti di introiti. Ancora oggi l'arte del merletto a tombolo si trasmette da madre in figlia e la tradizione continua perché essa è viva nell'animo delle offidane che sono fiere di sentirsi artiste.
A Ufid s' spènn puóch e s' magn' bè Con questo detto si cercava di ironizzare, da parte dei cittadini dei paesi limitrofi, sul fatto che, anticamente, gli offidani usavano consumare con una certa frequenza carne di pecora. Tale detto, però, possiamo dire che calza bene, per quanto riguarda la gastronomia offidana perchè realmente in Offida si spende poco e si mangia bene. Le specialità sono quelle della genuina cucina marchigiana che vanno dai maccheroncini con fegatini alle lasagne, dai fagioli con le cotiche agli arrosti misti, al baccalà con patate, allo stoccafisso con salsa piccante. Specialità locale è il CHICHIRIPIENO . Fra i dolci troviamo il FUNGHETTO .
Oltre alle specialità gastronomiche Offida è anche la culla di buoni vini con diversi D.O.C
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Itinerari Piceni nelle Marche
Il rapporto tra campagna e città, nelle Marche, è uno dei più fortunati e fruttuosi.
Le città sono a misura d'uomo e non invadono mai con la loro presenza, il dolce paesaggio collinare su cui sono solitamente edificate.
L'itinerario attraversa Ascoli Piceno, Offida, Montalto, Ripatransone, Moresco, Monterubbiano, Montelparo, Santa Vittoria in Matenano, Servigliano, Amandola,
città ospitali e culture raffinate che hanno preservato e curato il territorio e la storia come la maggiore ricchezza di cui disporre.
Info:
Video promozionale tratto dal Doc. Fertili terre e nobili città di Adrio Testaguzza.
Archivi MdM/FMCM
edit:dm
Ascoli Piceno, AIG - YH An Hostelling surrounded by five medieval Towers (manortiz)
Solo ad Ascoli Piceno nelle Marchè è possibile trovare in via dei Longobardi un Ostello internazionale per la Gioventù circondato da ben cinque Torri medievali
LONGOBARDI YH (ASCOLI PICENO, MARCHE)
The Youth Hostel de 'Longobardi will be happy to give you hospitality. At the Youth hostel you will have the opportunity to enjoy the charm of the Middle Ages, as the hostel is located in a medieval tower dating back from the eleventh century.
It will be also possible to climb to the top of the tower and admire the wonderful panorama of this historic city. (The Tower is one of the most important cultural attractions of the city.)
60 YEARS OF HISTORY IN THE HOSTEL GUEST-BOOK
The Hostel de 'Longobardi has turned its 60ies, and its story is written in the 50 guest books where visitors have left their impressions on the city and on this quaint hostel.
These valuable books are available for guests who want to read them.
OSTELLO DE'LONGOBARDI (ASCOLI PICENO)
L'Ostello per la Gioventù de' Longobardi sarà lieto di ospitarti. Soggiornare nell'Ostello per la Gioventù rappresenta la prima occasione per assaporare il fascino del Medioevo, anche perché la struttura è ubicata in un prezioso edificio Longobardo (e la sua la sua Torre Ercolani) risalente all'XI secolo. E' possibile salire in cima e ammirare il meraviglioso panorama di tutta la città storica. La Torre è anche una delle attrazioni monumentali più importanti della città.
60 ANNI DI STORIA NEI GUEST-BOOK DELL'OSTELLO
L'Ostello de' Longobardi ha compiuto 60 anni, e la sua storia è scritta nei 50 guest-books in cui gli ospiti hanno lasciato le loro impressioni sulla città e sull'ospitalità di questo pittoresco ostello. Questi preziosi libri sono a disposizione degli ospiti che vorranno leggerli.
OSTELLO DE'LONGOBARDI
Via dei Soderini 26
(presso Palazzetto Longobardo)
63100 ASCOLI PICENO
Tel. + 39 0736 259191 / + 39 333 3807683
e-Mail: longobardoascoli@libero.it
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Grottammare: si è concluso il Festivalistz 2013
GROTTAMMARE -- Dal 2003 è una manifestazione sempreverde nel panorama piceno, parliamo del festival Listz, che ogni estate e con grande passione, Grottammare offre al mondo culturale nazionale. Anche quest'anno, nonostante la crisi contestuale, è stata un'edizione di successo. L'epilogo del festival, è stato il 29 agosto con la conferenza sotto le logge del Teatro dell'Arancio, che ha visto la partecipazione di Marta Mancini, direttore della biblioteca del conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro e del giornalista Giovanni Desideri. La dottoressa Mancini ha fatto scoprire al pubblico tutte le amanti del compositore ungherese; il Desideri si è soffermato su un itinerario coinvolgente la letteratura e l'editoria di Listz e dei suoi seguaci, con un riferimento a Giovanni Bellucci, vincitore del premio Listz di quest'anno. Tra un discorso e l'altro, l'incontro è stato un occasione per assaporare sotto le logge, quella rilassatezza che solo la musica classica può trasmettere, nonché quell'emozione unica dell'arte documentaristica del Bizzarri, con la visione del documentario che il Maestro realizzò nel lontano 1961 su Béla Bartók, compositore ungherese morto nel 1945 dopo una brillante carriera sviluppatasi negli Stati Uniti. Un genio della cultura mondiale, che partendo da Listz e da un Ungheria travolta dalla crudele dittatura di Horty, è arrivato ad essere uno dei punti di riferimento della storia della musica classica del Novecento.
Dopo la degustazione dei Vini della Cantina Conte di Monteprandone e dell'olio dell'azienda Palmaroli di Grottammare, la serata ha avuto il suo seguito con il concerto di Pierre Réach, consulente scientifico del Festival e non solo famoso per il celeberrimo concerto sopra i 2800 metri del pirenaico Pic du Midi. Chi ha avuto modo di ascoltarlo presso la Chiesa di Santa Lucia (luogo di quasi tutti i concerti, tranne quello del Bellucci, svoltosi presso il teatro delle Energie, ndr.), ha potuto assistere non solo alle armonie poetiche e religiose Litziane, ma anche a quelle di Schubert, Debussy e Chopin. Ed ora ascoltiamo le parole di uno degli organizzatori, il maestro Federico Paci.
Abbiamo chiuso questa con un magnifico concerto tenuto da Pierre Réach, il nostro consulente scientifico, la più bella, a mio avviso, edizione del Festival Listz, che è stata nel segno dell'italianità che vince all'estero. Abbiamo proposto artisti ormai consacrati, alcuni di loro vivono ormai all'estero, per cui abbiamo ribaltato il concetto dell'internazionalità, non nel senso di ospitare artisti stranieri, ma di ospitare artisti italiani che stanno facendo carriera all'estero.
Concludiamo il nostro racconto con uno sguardo luminoso al futuro, captato dalle parole di Enrico Piergallini, sindaco di Grottammare e di Tiziana Capocasa, collega de il messaggero e Un futuro importante, in cui le 24 lettere del soggiorno del compositore a Grottammare, potrebbero essere esposte presso il foyer del teatro dell'arancio. Un omaggio e un gesto d'eterno amore di una città, nei confronti del suo forestiero più illustre, sintetizzato in questo dipinto di Tiziana Marchionni (che ha esposto le sue opere durante le serate, ndr. ).