Guida Storica di Reggio Emilia – PALAZZO DEL MONTE DI PIETÀ
Situato nella zona più antica della città, subì nel corso dei secoli numerosi rifacimenti e trasformazioni. L'area venne scelta, per la sua posizione centrale, come sede del comune nel 1188. Nel corso del 1200, il palazzo venne ampliato su via Emilia con la costruzione del portico al piano terra e sala degli Anziani al primo piano. Nel 1216 venne eretta la torre con l'orologio e successivamente, con la costruzione del palazzo del Capitano del Popolo nel 1280, la parte del palazzo comunale su via Emilia venne unita a quello, tramite un cavalcavia. Dalla fine del 1300 alla metà del 1400, l'edificio divenne la sede dei signori di turno, i Visconti e poi gli Este. Dal 1494, con lo spostamento della sede comunale sul fronte opposto della piazza, divenne sede del Monte di Pietà, ma vi era anche una sala per il gioco del pallone ed una sala per gli spettacoli teatrali, che fu il primo teatro reggiano.
Tra le vicende urbane dei secoli successivi, si segnala nel 1763, l'abbattimento del cavalcavia verso la via Emilia ed il rifacimento del palazzo che, nel corso del 1800, vede la trasformazione definitiva da Monte di Pietà ad istituto bancario, nel 1852. Davanti alla facciata antistante la piazza, venne sistemata, ai primi dell'800, la statua del fiume Crostolo, originario della residenza ducale di Rivalta.
Questa è guerra! - Palazzo del Monte di Pietà, Padova 2015
Palazzo del Monte di Pietà, Padova - fino al 31 maggio 2015. Una grande rassegna fotografica raccoglie gli scatti dedicati agli scontri mondiali dell’ultimo secolo, a cent’anni dal primo conflitto planetario. Per raccontare la guerra attraverso un mezzo foriero di assoluta verità e di sottile menzogna. Qui trovate l'intervista al curatore, Walter Guadagnini.
Guida Storica di Reggio Emilia - PALAZZO del CAPITANO del POPOLO
Il palazzo venne realizzato tra il 1279 e il 1281, nell'area più centrale e importante della città, in posizione baricentrica rispetto all'insediamento romano e nel fulcro della cittadella medioevale. A questo periodo risale la costruzione di una volta con una loggia sovrastante di collegamento con il palazzo comunale. Durante il 1400 e il 1500, secoli di ripresa economica, il palazzo del Capitano del Popolo, come gran parte della città, è stato oggetto di importanti trasformazioni. Il palazzo venne ampliato nel 1425 verso la piazza, con un portico al piano terra, successivamente destinato a mercato delle biade. Agli inizi del'500 venne trasformato in un albergo, dettolocanda del cappello rosso, che successivamente divenne albergo della Posta. Fu ristrutturato nel 1910 con la demolizione della volta di collegamento con l'ex palazzo comunale e con il rifacimento del prospetto, che venne reinterpretato, in parte in stile neoromanico e in parte in stile neorinascimentale.
Guita Storica di Reggio Emilia - PALAZZO DA MOSTO
L'isolato in cui sorge il palazzo era situato ai margini dell'insediamento romano e nell'epoca medioevale in una zona suburbana, caratterizzata da orti e monasteri, tra i quali S. Domenico e Santa Maria Nuova. Fino al 1400 - 1500 l'area edificata dell'isolato è più che altro caratterizzata da edilizia modesta, da casette realizzate per i poveri. Il palazzo fu costruito, probabilmente nel 1480, da Francesco da Mosto, massaro duca di Reggio, su disegno del ferrarese Biagio Rossetti. Si tratta del palazzo tra i più belli dell'architettura quattrocentesca reggiana. Anche nei secoli successivi il palazzo rimane l'elemento emergente di questo isolato. Nel 1780, viene scelto come sede del Governatore di Reggio, Giambattista de Mari, da cui il nome della strada via Mari. Nel 1857 il palazzo venne acquistato da Pietro Manodori e divenne la sede di una scuola d'infanzia fino agli anni '90 del secolo scorso. Recentemente restaurato, è attualmente adibito a edificio polivalente con spazi destinati a diverse attività culturali.
Guida Storica di Reggio Emilia - PALAZZO DUCALE PREFETTURA
L’isolato originario, esterno all’insediamento romano, sorse in epoca tardo medioevale verso via Berta, lontano dal Crostolo per evitare inondazioni. L’edificazione vera e propria inizia dopo la costruzione delle mura e l’allontanamento del torrente.
Sorsero nel 1200 il monastero di S. Pietro Martire, nella parte a sud dell’isolato e l’oratorio di S. Liberata a nord, uniti da modesti fabbricati residenziali.
Alla fine del 1700, con la rivoluzione francese e la conseguente soppressione di Enti ed Ordini religiosi, l’oratorio di S. Liberata e parte del monastero divennero il Palazzo del Governatore. Con la restaurazione del Ducato Estense, il palazzo venne donato agli Estensi come residenza ducale, nel 1814. In questo secolo viene definita la forma e l’assetto del palazzo, con l’apertura di via S. Liberata ed il rifacimento unitario delle facciate, così come le vediamo attualmente. Ad oggi il palazzo è sede della Prefettura.
Guida Storica di Reggio Emilia - PALAZZO COMUNALE
L'area dove sorge il palazzo era esterna al castrum vescovile del X e XI sec. La demolizione delle mura vescovili permise una prima sistemazione della piazza antistante la cattedrale. I lavori per la costruzione di un nuovo palazzo comunale più ampio del precedente, che fu chiamato palazzo vecchio, iniziarono nel 1414. Pochi anni dopo, nel 1434, si cominciò a costruire la parte retrostante sull'attuale piazza Casotti, l'edificio delle carceri. Il nuovo palazzo comunale fu terminato nel 1489. Allo stesso anno risale la costruzione della torre del bordello, destinata ad archivio comunale, probabilmente su un torre precedente, facente parte della struttura difensiva del castrum vescovile, (chiamata così perché vicina al famoso castelletto, edificio dove le prostitute svolgevano la loro attività sotto il controllo del comune). Nella prima metà del'600 venne costruito il palazzo della Frumentaria, tra via S. Pietro Martire e via del Consorzio, sede dei granai comunali. Alla fine del'700, precisamente nel 1774, venne rifatta la facciata secondo lo stile dell'epoca, cancellando la configurazione medioevale del palazzo. L'ultima trasformazione urbana si ebbe agli inizi del XX sec. con la demolizione delle carceri e la creazione, al posto del vicolo preesistente, di piazza Casotti.
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Al Monte di Pietà: i Cavalieri della Stella
La IV Edizione della Cavalcata Storica dei Cavalieri della Stella” si è svolta Mercoledì 6 Gennaio 2016, promosso dall’Associazione Storico Culturale “Compagnia d’Armi Rinascimentale della Stella” di Messina, con il patrocinio del C.E.R.S. - Consorzio Europeo Rievocazione Storica, per rinnovare l’antica tradizione che vedeva nel giorno dell’Epifania la festa dell’antico ed illustre Ordine Militare della Stella, prestigioso sodalizio fondato a Messina nel 1595 e sciolto nel 1678, dopo la ben nota rivolta antispagnola. La manifestazione, che non gode di nessun contributo pubblico ma solo di alcune sponsorizzazioni private, vuole essere un regalo ed omaggio alla cittadinanza messinese che, con la consapevolezza e la riscoperta della sua grande storia, può guardare al futuro con maggiore speranza ed entusiasmo. Il corteo storico del 6 Gennaio sarà arricchito da una serie di iniziative che si svolgeranno fino al 10 Gennaio presso il Monte di Pietà, gentilmente concesso dalla Città Metropolitana di Messina, presieduta dal Dott. Filippo Romano, in sinergia con l’Assessore alla Cultura del Comune di Messina Antonio Maria Perna. Il corteo si svolgerà Mercoledì 6 Gennaio 2016 con partenza alle ore 11.30 da Piazza Palazzo Reale (Dogana) con lo sfilamento di circa 50 figuranti in abiti ed armature rinascimentali che ripercorrerà l'antico tracciato che un tempo vedeva la cavalcata dei Cavalieri della Stella nelle festività più solenni della Città e, in modo particolare, nella Solennità dell'Epifania del Signore, festività molto legata all'ordine equestre messinese in quanto consideravano come protettori i Re Magi. Il corteo sarà aperto da chiarine e tamburi imperiali dell’Associazione Culturale Marduk di Rometta, seguiti da alabardieri ed archibugieri in abiti del Tercio Viejo de Sicilia, formazione militare presente in Sicilia tra XVI e XVII secolo, che faranno strada e scorteranno il corteo di nobili e dame messinesi e da una formazione d'onore di cavalli e cavalieri dell'Ordine della Stella. Quest’anno i cavalli verranno forniti, oltre che dalla Famiglia Molonia, dalla SIEC - Scuola Italiana di Equitazione Classica, grazie all’interessamento di Nicola Calabria e di Fabrizio Marisca. Verranno fatti sfilare anche due repliche di antichi cannoni, realizzati dallo scenografo Domenico Previte. Alle ore 12.00 ci sarà l’ingresso trionfale a Piazza Duomo, sosta e sparo dei cannoni. Conclusione al Monte di Pietà ed inaugurazione della mostra “Usi e Costumi del Rinascimento”. Il corteo storico percorrerà il seguente itinerario: Piazza Palazzo Reale, Via I Settembre, Piazza Duomo, Corso Cavour, Piazza Antonello, Corso Cavour, Via Pozzoleone, Via Garibaldi, Via Cavalieri della Stella, Via San Cristofaro, Via Romagnosi, Via della Munizione, Monte di Pietà. Nel pomeriggio sempre al Monte di Pietà si terrà alle ore 17,00 l’incontro dedicato ai più piccoli dal titolo “Tra fiaba e storia” a cura di Giovanni Lauritano, alle ore 18,00 la conferenza “La Stella dei Cavalieri” del Dott. Marco Grassi, Dottore di Ricerca in Storia dell’Europa Mediterranea, alle ore 19,00 concerto per arpe del Duo Gemelle Palazzolo Sabrina e Simona ed al termine “Danze Rinascimentali” a cura della Compagnia della Stella. Il programma delle iniziative collaterali prevede: Giovedì 7 Gennaio: Apertura della Mostra dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Ore 19,00 Concerto della Corale Polifonica “Giovanni Pierluigi da Palestrina”. Venerdì 8 Gennaio: Apertura della Mostra dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Ore 18.00 Conferenza “Il Corteo del Carlo V a Messina del 1989” del Prof. Vincenzo Pugliatti, già Presidente del Comitato “Pelorias”. Sabato 9 Gennaio: Apertura della Mostra dalle 10.00 alle 13.00 e dalle 16.00 alle 20.00. Ore 18.00 Conferenza “La Messina dell’Ordine Equestre della Stella” di Alessandro Fumia, Associazione Amici del Museo di Messina. Ore 19.00 Concerto rinascimentale “fiati e timpani” a cura del Maestro Andrea Grioli. Domenica 10 Gennaio: Apertura Mostra dalle 10.00 alle 13.00. Servizio di Onda Tv andato in onda nel tg dell'8 Gennaio 2016.
Reggio Emilia, l'antico Crostolo riemerge dagli scavi di piazza Roversi
REGGIO EMILIA. Scavando sotto piazza Roversi si è trovata a tre metri di profondità la ghiaia del torrente Crostolo, che fino allinizio del tredicesimo secolo scorreva lungo un tracciato serpeggiante nel centro storico. L'architetto Magnani: Verrà ricoperto dai lavori. LEGGI L'ARTICOLO
Guida Storica di Reggio Emilia - BASILICA DELLA BEATA VERGINE DELLA GHIARA
L’alveo del Crostolo, dopo lo spostamento, rimase per molto tempo un grande fossato pieno di ghiaia, definitivamente coperto nel 1542, da cui il nome “ghiara” della Basilica costruita nel corso del 1600.
Da allora è sempre stato il percorso di processioni religiose e numerose manifestazioni (il Palio di S. Prospero, la Quintana), delle quali la più famosa è la Fiera della Ghiara, detta la “Giareda”, rimasta fino ai nostri giorni. La Basilica che sorge sull’area della chiesa e del convento di S. Maria dei Servi, venne eretta a seguito del miracolo avvenuto nel 1596, dove un sordomuto, di nome Marchino, riacquistò la parola, pregando davanti ad una immagine della Madonna, dipinta sul muro del convento dei Servi di Maria. Tale immagine, oggetto di devozione, venne da quell’anno custodita in una piccola cappella che nel 1619 fu demolita e la sacra immagine trasferita all’interno della Basilica. Attualmente rimane al suo posto un cippo commemorativo all’angolo con via dei Servi.
Guida Storica di Reggio Emilia - Isolato San Rocco
Isolato edificato originariamente già in epoca romana. In epoca medioevale l’area venne occupata dalla chiesa di S. Matteo, poi dedicata a S. Rocco e dall’Oratorio della SS. Trinità. Durante il 1800 l’isolato venne valorizzato dalla costruzione del portico della trinità, che si affacciava sulla piazza. Con la soppressione degli enti religiosi a seguito della Rivoluzione Francese, l’isolato perdette la sua importanza, e sarà successivamente demolito nei primi anni’50 del XX sec., per realizzare il fabbricato attuale. Discusso intervento edilizio del dopoguerra del 1953 dell' Arch. Viotto di Milano, che sostituì in chiave modernista e imponente i vecchi portici della Trinità, tanto amati dai reggiani.
Places to see in ( Imola - Italy )
Places to see in ( Imola - Italy )
Imola is a town and comune in the Metropolitan City of Bologna, located on the river Santerno, in the Emilia-Romagna region of northern Italy. The town is traditionally considered the western entrance to the historical region Romagna. The city is most noted as the home of the Autodromo Enzo e Dino Ferrari which formerly hosted the Formula One San Marino Grand Prix (the race was named after the nearby independent republic of San Marino, as Monza already hosted the Italian Grand Prix), and the deaths of Formula One drivers Ayrton Senna (Brazilian) and Roland Ratzenberger (Austrian) at the circuit during the 1994 San Marino Grand Prix. The death of Senna (three-times world champion) was an event that shocked the sporting world and led to heightened Formula One safety standards.
The city was anciently called Forum Cornelii, after the Roman dictator L. Cornelius Sulla, who founded it about 82 BC. The town was an agricultural and trading centre, famous for its ceramics. The name Imola was first used in the 7th century by the Lombards, who applied it to the fortress (the present Castellaccio, the construction of which is attributed to the Lombard Clefi), whence the name passed to the city itself. According to Paul the Deacon, Imola was in 412 the scene of the marriage of Ataulf, King of the Visigoths, to Galla Placidia, daughter of Emperor Theodosius the Great. In the Gothic War (535–552), and after the Lombard invasion, it was held alternately by the Byzantines and barbarians.
Alot to see in Imola such as :
Rocca Sforzesca (Sforza Castle), built under the reign of Girolamo Riario and Caterina Sforza. Now houses a Cinema d'Estate which shows films in July and August. It also is the location of the world-famous International Piano Academy Incontri col Maestro, founded in 1989 by Franco Scala.
Palazzo Tozzoni (Tozzoni's Mansion), built between 1726 and 1738 by the architect Domenico Trifogli, civic art museum since 1981.
Duomo (cathedral), dedicated to San Cassiano. Erected from 1187 to 1271, it was repeatedly restored in the following centuries, until a large renovation was held in 1765–1781. The façade dates to 1850.
Convento dell'Osservanza, including the church of San Michele from 1472, to which later a convent with two cloisters was added. It houses a sarcophagus of Lucrezia Landriani (1496), mother of Caterina Sforza. The interior has a nave and an aisles, finished in 1942; it houses a fresco attributed to Guidaccio da Imola (1472). In the apse is a Byzantine-style crucifix from the 15th century. The first cloister, dating to 1590, had originally 35 frescoes of stories of St. Francis, 15 of which went lost. In the garden annexed to the church is a precious Pietà in terracotta of late-15th century Bolognese or Faenza school.
The Acque Minerali Park, located next to Santerno river, on the hills of the city. The park was created in the beginning of the 20th century; the discovery of the mineral water occurred in 1830
The Tozzoni Park, located on a big hilly area on the side of the city; it became a public area in 1978. The Tozzoni family bought the park in 1882 and used it as a hunting reserve, naming it Parco del Monte (Italian: Park of the Mountain).
Other buildings include the Farsetti and the Communal palaces. In the latter is a fresco representing Clement VII and Charles V (1535) passing through the city. The public library was established in 1747 by the Conventual Padre Setti. In the 16th century, the Accademia degli Industriosi flourished.
( Imola - Italy ) is well know as a tourist destination because of the variety of places you can enjoy while you are visiting Imola . Through a series of videos we will try to show you recommended places to visit in Imola - Italy
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Guida Storica di Reggio Emilia - Cittadella Giardini Pubblici
Nel corso del XIV sec. con l'avvento delle signorie, il potere della città passa in successione agli Estensi, Fogliani, Gonzaga, Visconti e Terzi. Con il dominio dei Gonzaga nel 14386 venne costruita la “Cittadella”, sulla l'area del quartiere S.Nazario, con la funzione di bastione di difesa interna ed esterna, con poderose mura e profondi fossati. Ultima delle grandi opere pubbliche medioevali, comprendeva una vasta piazza, una casa per le milizie ed una chiesa dedicata a S. Nazario. Sarà demolita tra il 1848 e il 1867, nello stesso periodo in cui venne demolita la cinta di mura attorno al centro storico, per la realizzazione dei Giardini Pubblici e del Teatro Municipale. Il parco dei Giardini Pubblici realizzato a partire dal 1864, è ricco di numerose specie botaniche e di numerose sculture tra le quali si evidenzia, a testimonianza della preesistenza romana nel territorio reggiano, il “Monumento Sepolcro dei Concordi” del I sec. d.c. Ritrovato tra Boretto e Brescello.
Guita Storica di Reggio Emilia - OSPEDALE VECCHIO
Quest'area immediatamente esterna alla città romana, delimitata lungo l'attuale via Dante, rimase per lungo tempo inedificata. Solo nella prima metà del 1300 venne costruito un fabbricato ospedaliero, chiamato Ospedale di S. Maria Nuova, dall'omonima chiesa e annesso convento, che sorgeva di fronte all'attuale via Mari. In questo isolato, la chiesa di S. Maria Nuova era l'elemento divisorio tra il convento a occidente e l'ospedale ad oriente. Alla fine del'700 via Dante divenne la strada dell'ospedale. Nel 1769 venne decisa la demolizione della chiesa di S. Maria Nuova per ampliare l'ospedale nel 1775. Giunge funzionale fino al secondo dopoguerra, quando negli anni'60, si decise il suo trasferimento al di fuori del centro storico. Venne demolito nel 1973 e costruito al suo posto un complesso residenziale. L'area retrostante, un tempo occupata dagli orti, è rimasta a verde pubblico con il nome di Parco S. Maria.
Da Napoli un itinerario archeoculturale per scoprire Italia
Nella sala 65 del Museo di Capodimonte a Napoli ritorna il Trittico in alabastro con le storie della Passione che risale alla seconda metà del XV secolo. L'altare da campo di Ladislao Durazzo rinvenuto nella chiesa di San Giovanni a Carbonara ma acquisito tra il 1809 ed il 1813 dal Museo Nazionale è un polittico in tre ante di legno lungo tre metri e sul quale in alabastro sono incise le scene più salienti della Passione di Cristo, interventi del Laboratorio di Restauro di Capodimonte a cura di Bruno Tatafiore.. Il Trittico è una delle 250 opere restaurate grazie alla banca Intesa San Paolo per una spesa di oltre 1 milione di euro ed è parte della mostra che apre i battenti a Napoli in sei sedi espositive. Da oggi e sino al 9 luglio sono in mostra presso Museo di Capodimonte, Gallerie d'Italia- Palazzo Zevallos Stigliano, Museo Diocesano, Museo del Tesoro di San Gennaro , Cappella del Tesoro-Duomo di Napoli, Chiesa dei Santi Apostoli opere risalenti dall'VII secolo a.C. e sino al primo Ottocento e provenienti da Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Marche, Abruzzo, Puglia, Calabria, e dai poli museali di Venezia, Firenze, Napoli e Musei Vaticani.
E' la prima volta che Napoli diventa la protagonista della sedicesima edizione del programma di restauri di opere appartenenti al patrimonio artistico nazionale promosso e curato da Intesa San Paolo.
Tra i reperti in mostra a palazzo Zevallos Stigliano il Vaso dell'Amazzonomachia 330 a.C. cratere apulo di eccezionale rilevanza archeologica. Nei depositi del Museo Archeologico Nazionale nel 2004 si fratturò. Il restauro del Laboratorio di Conservazione e restauro del Museo Archeologico gli ha donato nuova vita.
In mostra ancora dal Museo Archeologico Nazionale alcuni Frammenti di affreschi con armi gladiatorie appartenuti al quadriportico annesso al Teatro Grande di Pompei e risalenti al I secolo d.C. sempre a cura del laboratorio del Nazionale che ha restaurato, inoltre, la Stele funeraria detta 'Stele Borgia' 480-470 a.C. ca. La stele fa parte della settecentesca collezione Borgia ed apre l'esposizione di palazzo Zavellos Stigliano.
Provenienti da altre città il grande mosaico romano con scena di lotta, prima metà del III secolo d.C. proveniente da Reggio Calabria, la Testa di Medusa, 1799-1800, di Antonio Canova, proveniente dal Museo Biblioteca Archivio di Bassano del Grappa. Straordinarie anche il Sarcofago antropoide di Me-Isis o figlio di Isis, XXII -- inizi XXV dinastia egiziana, proveniente da Museo Civico Archeologico di Bologna dal quale proviene, inoltre, il Cartonnage di mummia, epoca greco-romana, I secolo a.C. ca.
Guida Storica di Reggio Emila - CATTEDRALE
Dopo il declino dell'impero romano, il fulcro della nuova città medievale è rappresentato dalla cattedrale, assieme alla chiesa di S. Michele, al Battistero e successivamente alla Basilica di S. Prospero. Queste chiese, unitamente alla residenza del vescovo e dei canonici, facevano parte del cosiddetto castrum vescovile, un nucleo fortificato costruito a seguito dell'invasione degli Ungari del 899 d.c., che aveva un unico accesso corrispondente alla volta di via della croce bianca.
Tuttavia la costruzione del duomo risale probabilmente ai primi dell'anno 1000, per essere completata intorno alla fine del 1200, con la costruzione della torre ottagonale, posta sul tetto, al centro della facciata. Nel 1555, iniziò la costruzione della facciata in marmo, rimasta però incompiuta, mentre la cupola venne ricostruita nel 1620.
Franco Camellini Un gir per Castlaran zirudella -musica Pastel reflections Kevin Kern
Questa zirudella in dialetto di Castellarano, un borgo medievale della provincia di Reggio Emilia, propone una passeggiata nel centro storico del paese, seguendo i ricordi del narratore, che risalgono alla sua infanzia. Proprio per questo, gran parte del video è in bianco e nero e si avvale anche di vecchissime cartoline. Un tuffo nel passato che nel cuore di tanti è sempre vivo.
TRADUZIONE:
In giro per Castellarano
Esiste sul Secchia nella collina reggiana un paesino antico con gli abitanti più diversi e strani
simile a tutti gli altri, ma ai miei occhi molto speciale.
Tante delle sue bellezze per diversi motivi sono scomparse e soltanto qualcuno ne conosce le cause,come lo ricordo io quando ero bambino non riusciamo più a vederlo perché siamo diventati
troppo numerosi; infatti oggi non possiamo più vivere come un tempo e per ricordare un po' il passato provo a descriverlo.
La strada delle Radici che passa anche da Castellarano arriva da Veggia attraversando Ca' de Fii e Tressano più a monte, da una parte, la collina detta “Caffarello”, dall'altra parte un tempo c'erano alberi da frutto e viti.
Quando poi si arriva all'incrocio,un po' prima della cittadella a destra si può salire verso S. Valentino dalla località detta “Manganella”, mentre dall'altra parte della strada non ancora asfaltata, il podere delle Fiandre.
All'inizio del paese non si può dimenticare “Rovinella” su un lato del “Rio” dove scorreva l'acqua di sorgente; attorno all'aia c'erano alcune abitazioni vicine tra loro che formavano il portico, la stalla e la casa dei contadini; lungo il fossato si vedeva una fila di arnie per la produzione del miele .
Dall'altra parte del ruscello, c'era il campo sportivo, di calcio (oggi piazza XX luglio) dove, senza recinzioni, grandi e piccoli giocavano ogni giorno; e adiacente a questa piazza l'”Albergo Italia” della signora Aldina col gioco da bocce e i tavolini all'ombra di un pergolato.
Sul fondo della piazza, ci troviamo all'esterno del ponte (un tempo ponte levatoio) della Rocchetta: questa era la fortezza dove alloggiavano le guardie del Duca; se poi passavi davanti a questo maniero (oggi simbolo del paese) verso sinistra arrivavi al Mulino o al Forno lungo la via che costeggia il canale: l'acqua che muoveva la macina del mulino usciva limpida e pura per cui tutti potevano fare il bagno.
Davanti al mulino c'era una scalinata che scendeva fino a lambire l'acqua del canale dove le donne risciacquavano il bucato: le vedevi in ginocchio sopra l'ultimo gradino con accanto i panni nella loro cesta e mentre sbattevano panni e lenzuola facevano le solite chiacchiere di paese come si fa tutt'oggi .
Proseguendo per la via Radici raggiungi la “Marianna”: punto d'incontro dei compaesani la domenica dopo la S. Messa alla fine di una settimana di lavoro i quali subito dopo l'incrocio a destra salendo i 5 o 6 gradini approfittavano per andare all'appalto a comprare le sigarette e altre cose varie. Il bivio all'ingresso di via Roma un tempo non esisteva infatti la borgata era percorsa dalla sola via Radici: quella che (oggi via Roma) gira verso la piazza del Municipio; e nel Palazzo del Municipio c'erano anche le scuole elementari; da lì si va nel “Borgo” e alla chiesa di S. Croce dedicata ai Caduti e superando l'artistica facciata della vecchia Cassa di Risparmio e la casa delle storiche e insostituibili maestre Chiavelli si raggiunge la “Grotta Verde” una balera all'aperto.
Se ritorni indietro fino ai “Voltoni” della Rocchetta ti trovi nel centro storico con il selciato di sassi che erano una risorsa del fiume Secchia ; entri in “Piazzale Cairoli” al centro del quale c'era il “Pozzo rasoio” dove venivano gettati i delinquenti. Il Castello si può raggiungere per tre diverse direzioni:quella a sinistra è detta “Ratta dei maroni”forse dal nome della pianta secolare che si trova la chiesa parrocchiale; al centro la “Ratta della Porta” la più comoda e quella a destra lungo la quale trovi il “Monte di Pietà”; in cima arrivi in “S. Prospero” un bellissimo angolo
dove ci sono i resti della casa e della chiesa del Cardinal Toschi. Più avanti una piazzetta dove i ragazzi dopo aver fatto i compiti giocavano.
Di fronte l'antica casa dei “Barbanti” cinta da un alto muro e alla sua destra, per una strada stretta arrivi al vecchio Asilo delle suore che era frequentato anche dalle ragazze per imparare il cucito e il ricamo; luogo che è stato trasformato in Casa della Carità
A sinistra si sbocca davanti alla porta principale della Chiesa parrocchiale; sotto al campanile c' è un piccolo parco “al Segrel” che domina la piazzetta “d'Este S. Martino” proprio all'incrocio del Cardo e il Decumano dove si trovava il centro della roccaforte romana.
Oltre, il muretto della riva che domina il borgo, il Secchia e la sua vallata; dall'altra parte, la Torre dell'Orologio con a fianco l' Aia del Mandorlo e infine il Castello Matildico. Per notizie più complete consiglio di rivolgersi al Centro studi storici Castellaranesi
Guida Storica di Reggio Emilia - Teatro Romolo Valli
Costruito negli anni 1852-1857 dall’architetto Cesare Costa in stile Neoclassico, a seguito della sentita necessità di un nuovo e più imponente teatro, dopo l’incendio del 1851 che devastò l’antico teatro denominato “della cittadella”. E' decorato con il contributo di numerosi artisti reggiani, tra i quali Domenico Pellizzi, Alfonso Chierici, Giovanni Fontanesi, Omar Galliani. La sala delle rappresentazioni, con pianta a ferro di cavallo, è circondata da quattro ordini di palchi e dal loggione. Molto ricco di decorazioni è il ridotto del teatro, composto da diverse sale, tra cui risalta la maggiore, così detta sala degli specchi.
1991 Poggio Renatico - Dalla torre del Castello Lambertini, di Renato Sgarzi
RICORDO DEL SISMA 1980
Alle 19.35 del 23 novembre 1980, due scosse sismiche
a distanza di pochi secondi una dall'altra sconvolsero per novanta secondi una vasta area dell'Appenino meridionale, a cavallo tra l'Irpinia e la Basilicata.
Scosse del 9° - 10° grado della scala Mercalli che causarono 2.998 morti e 8.245,la testimonianza del cittadino di Piano di Sorrento il Sig.Giuseppe Russo che davanti alle telecamere di penisolatv.net e campaniachannel.it, ci racconta la sera del 23 novembre del 1980.