Don Gregorio , un sorriso per tutti
Questo video è stato fatto da me, Giuseppe Campa, nell'Abbazia di San Pietro a Modena. Si vede don Gregorio, abate benedettino di questa Abbazia. Ora è il mio parroco. Son passato da Don Gregorio del mio paese ad un altro Don Gregorio.Due magnifici uomini di Dio, in grado di unire la gente e non di dividerla!! Io sono l'organista sostituto nell'Abbazia, ovvero intervengo quando il titolare è assente o indisponibile. L'Organo è grandioso, è del '600, fra i più grandi dell'Emilia Romagna. Purtroppo il 40% delle canne a dovuto essere sostituito. Ultimamente ha avuto quialche danno a causa del terremoto di due anni fa. Anche l'Abbazia ha avuto notevoli danni , ma ora è quasi rimessa a posto.
La basilica di Sant'Abbondio a Como - AAUR-031_085
La tradizione vuole che la basilica di Sant’Abbondio, sorga su una preesistente chiesa paleocristiana nei pressi di un’area cimiteriale intitolata, da Amanzio terzo vescovo di Como, ai Santi Pietro e Paolo che aveva portato da un viaggio a Roma alcune reliquie dei Santi. Abbondio, quarto vescovo di Como, alla sua morte fu sepolto nelle adiacenze della Basilica divenendo, per grandezza del suo ministero, Patrono della diocesi. Nel 450 infatti era stato scelto da papa Leone Magno per una missione a Costantinopoli grazie alla quale i vescovi dell'Oriente, nel Concilio di Calcedonia respingendo le opposte eresie di Nestorio e di Eutiche, si aprirono alla dottrina in difesa della divinità e umanità di Cristo. Le prime notizie risalgono all'anno 818 in cui si nomina per la prima volta la chiesa con la sua attuale dedicazione, ma è possibile che avesse assunto questo titolo già dalla seconda metà del V secolo, quando vi venne sepolto il vescovo Abbondio. Nel 1010 il vescovo Alberico donò la chiesa ai monaci benedettini che, a seguito di ricche donazioni con relative rendite, decisero di ricostruire l’edificio nelle attuali forme romaniche. Nel 1095 Papa Urbano II diretto a Clemond Ferrand per indire la prima crociata, consacrò la basilica permettendo ai monaci benedettini di realizzare il primo nucleo del monastero. Nel 1458, dopo la morte dell'abate, il monastero ormai in decadenza per mancanza di monaci, fu assegnato in commenda a diversi prelati che ne amministrarono il patrimonio. Tra il 1586 e il 1590 il cardinale Tolomeo Gallio fece molti interventi sull'edificio, allo scopo di uniformare la basilica alle prescrizioni del Concilio di Trento, realizzò un nuovo altare maggiore, fece abbassare il soffitto delle navate con la costruzione di volte e modificò la facciata aprendovi una grande finestra. Nel 1616 l'abbazia fu affidata alle monache agostiniane che vi rimasero fino al 1797 quando il monastero fu soppresso con i nuovi ordinamenti della Repubblica Cisalpina. Nel 1834 il vescovo Carlo Romanò fece realizzare il seminario minore negli spazi del chiostro cinquecentesco che rimarrà fino al 1966. Tra il 1863 e il 1874 si realizzarono radicali interventi di restauro ad opera del canonico Serafino Balestra; ulteriori restauri si realizzarono tra il 1928 e il 1936. La basilica presenta cinque navate slanciate e due campanili gemelli posti nella zona presbiteriale, soluzione molto rara in Italia ma comune nella zona renana, il campanile a sud è originale, mentre quella a nord fu ricostruita nel 1868 dopo il crollo del 1784. La copertura in legno della navata centrale è stata ripristinata con restauri del 1929 dopo la demolizione delle volte cinquecentesche in muratura che alteravano la struttura e la luminosità della basilica. Nel 1933, il vescovo Alessandro Macchi consacrò la nuova mensa dell'altare maggiore sotto la quale fece collocare le teche di cristallo con le reliquie dei santi vescovi Abbondio, Console ed Esuperanzio. Il ciclo di affreschi di sant'Abbondio è attribuibile a diverse maestranze, tra queste, importante l'opera di un pittore ignoto che operò tra il 1315 e il 1324 durante l'episcopato del vescovo Leone Lambertenghi, committente dell'opera. Accanto alla basilica, l’antico monastero medioevale, poi seminario, recentemente restaurato nel 2006 che ora è sede della facoltà di Giurisprudenza dell'Università degli Studi dell'Insubria.
Coordinate Geografiche :
45° 48’ 09”
09° 04’ 51”
h = 232 m./s.l.m.
ABBAZIA DI SAN PIETRO - ASSISI (2 PARTE)
DESCRIZIONE DELL'ABBAZIA DI SAN PIETRO IN ASSISI
Abbazia di Praglia-Monastero Benedettino
Antonio Begarelli - Modena - 1500 - Terracotte
il Vasari riporta questa affermazione di Michelangelo:
« Passando da Modena vedde di mano di maestro Antonio Bigarino modanese scultore, che aveva fatto molte figure belle di terra cotta e colorite di colore di marmo, le quali gli parsono una eccellente cosa, e perché quello scultore non sapeva lavorare di marmo, disse: se questa terra diventassi marmo, guai alle statue antiche. »
Antonio Begarelli (Modena, 1499 - 1565)
La sua prima opera è la Madonna della piazza, oggi al Museo Civico di Modena, che sembra egli avesse già realizzato prima del 1522 così che, quando il Comune emise un bando per la fornitura di una statua della Madonna, poté presentarsi subito con la statua già pronta.
Il successo ottenuto lo pose subito fra i primi artisti della terracotta in città essendo morto nel frattempo, precisamente nel 1518, il grande Guido Mazzoni, e numerose furono le commissioni affidategli. È netta la differenza stilistica fra il Mazzoni e Begarelli, il primo verista e popolaresco e il secondo adotta un linguaggio artistico più aulico, ispirato all'antichità classica.
Prima che morisse i monaci benedettini del monastero di San Pietro a Modena stipularono con Begarelli un contratto per la costruzione di un altare per la chiesa abbaziale , che lo scultore iniziò ma non potè terminare . L'opera divenne il mausoleo funebre Begarelli morto appunto nel 1565 e qui sepolto.
Antonio Begarelli godette ai suoi tempi di grande stima.
Opere a Modena città:
- Chiesa di S.Agostino: Compianto sul Cristo morto, detto anche gruppo della Pietà
- Duomo, in una nicchia della navata destra: Presepio con la grotta, otto pastori, la Madonna, San Giuseppe, il bambino Gesù e il bue e l'asinello.
- Galleria Estense: Testa di putto e la Testa di un angelo ed il Busto di Lionello Belleardi facenti parte del monumento funebre di Belleardi stesso; successivi , del 1534, la Madonna col Bambino, il Battesimo di Cristo, Gesù morto compianto dagli angeli, facenti parte di un gruppo detto di San Salvatore, e la Madonna che allatta il Bambino, la grande Madonna col Bambino e un Busto di Cristo.
- Chiesa di San Francesco: Il grande gruppo di tredici figure di grandezza al vero della Deposizione dalla croce del 1530/1. Quest'opera è considerata il capolavoro del Begarelli.
- Abbazia di San Pietro: le statue della Madonna col Bambino, San Pietro Cristo, testa di angelo dal monumento funebre Belleardi, Santa Giustina, San Benedetto, San Francesco e San Bonaventura, Cristo morto sorretto da Giuseppe d'Arimatea con la Vergine e San Giovanni.
- Chiesa di San Domenico: Gruppo, composto da sette figure, che raffigura Cristo in visita a Marta e Maria.
- Museo Civico d'Arte: Madonna della piazza
Opere in provincia:
- Chiesa parrocchiale San Cesario: Monumento funebre di Gian Galeazzo Boschetti.
- Chiesa parrocchiale di Medolla: Cristo in croce con quattro angeli
- Chiesa parrocchiale di Bomporto: Gruppo di Cristo in Croce, con la Madonna, San Giovanni e i santi Bonaventura e Pellegrino.
- Chiesa parrocchiale di Monteorsello di Guiglia: Madonna con il Bambino e cherubini.
- Chiesa del Crocifisso di Carpi:.Madonna che allatta; c'è chi la considera solo un bozzetto per la Madonna che allatta conservata alla Galleria Estense, mentre altri ne contestano l'attribuzione al Begarelli preferendo attribuirla al nipote Ludovico. .
- Cattedrale di Carpi:Statua di Cristo risorto.
Monastero Benedettino
Scuola secondaria primo grado Pietramelara. Classe I sez.A.
HVFM. La Mostra Mercato VII ed. all'interno degli Open Days La Scienza incontra l'Arte
La settimana edizione di Herbae Volant Fructus Manent. La Mostra Mercato si è tenuta il 26 e 27 settembre 2015 presso l'Abbazia di San Pietro di Perugia all'interno degli Open Days La Scienza incontra l'Arte organizzati dal Dipartimento di Scienze Agrarie Alimentari ed Ambientali dell’Università degli Studi di Perugia, in collaborazione con la Fondazione per l’Istruzione Agraria, il Centro di Ateneo per i Musei Scientifici, i Monaci Benedettini dell’Abbazia di San Pietro e il GAL Media Valle del Tevere, con il patrocinio di “Le Università per Expo 2015”.
Foto Gruppo
Foto di gruppo alla fine del Corso monastico 2007 a Finalpia
A pranzo con... l'Abate di Montevergine Riccardo Luca Guariglia
Nuovo appuntamento con la trasmissione di Sport Channel 214 curata da Titti Festa
Abbazia di Sant'Antimo
Il paesaggio Toscano d'autunno ci accompagna alla scoperta dell'Abbazia di Sant'Antimo nel comune di Montalcino in Val d'Orcia dove leggenda, storia e realtà trovano una mirabile armonia.
La presenza di Carlo Magno e la motivazione che lo spinse all'edificazione dell'abbazia, fa parte della leggenda, mentre gli artisti che vi succedettero nel tempo per l'edificazione ed i restauri successivi del XII secolo, fanno parte della realtà. Fra essi cito il maestro di Cabestany quale artista attivo in diversi siti europei assieme a maestranze provenienti da Tolosa ed altre lombarde. Che altro suggerire per stuzzicare la Vostra curiosità? Seguitemi e
vedrete.
Protesta chiusura posta Finalpia
Palazzo Beneventano visto con gli occhi della Progettista Artistica Culturale Margherita Bucello
Palazzo Beneventano, edificato tra la fine dell’800 e gli inizi del 900, è sicuramente l’edificio fra i più importanti della città di Lentini.
Il carattere severo dell’edificio, è sottolineato dalla presenza, finestre con alti davanzali, rispetto al piano stradale.
L’edificio si sviluppa lungo la strada principale (Via S.Francesco d’Assisi), soluzione scelta per indicare il prestigio della famiglia proprietaria.
Il Palazzo Beneventano riveste per Lentini, una notevole importanza, non solo per la bellezza del palazzo in sé, ma principalmente per il grande spessore umano del Barone Peppino Beneventano.
Dall’ingresso, si accede al cortile dai cui lati ci si immette ai locali di servizio quali: magazzini, stalle, alloggi per la servitù ed allo “scalone”, elemento che mette in comunicazione il piano terra con
il piano nobile tipico dei palazzo dell’epoca.
Nel piano nobile troviamo una serie di stanze del tipo “en enfilade” cioè una dietro l’altra, tutte le stanze di rappresentanza con volte decorate in colori smaglianti.
La sala più grande è la sala blu o sala degli specchi, dove si svolgevano serate di gala.
Sullo stesso piano si apre come per incanto, un grande terrazzo dalla vista mozzafiato.
La residenza è situata al centro di un ricco giardino mediterraneo.
Essa è composta da un bel portale d’ingresso arcuato, e dai bei balconi sorretti da pregevoli mensoloni decorati, con fini bassorilievi.
L’architetto che seguì il rifacimento del palazzo fu Carlo Sada, che modifico ed ingrandì l’edificio a sontuosa villa baronale.
La tipologia dell’impianto edilizio deriva dagli edifici turriti.
Il Palazzo è stato restaurato in due step successivi.
La parte nobiliare a sinistra dell’ingresso finanziata con i fondi post terremoto del 1990, la parte relativa della servitù a destra dell’ingresso è stata finanziata con fondi FERS della Regione Sicilia.
Il Palazzo viene consegnato alla città, dopo anni di restauro, nel suo massimo splendore.
Video
Turismo Arte e Cultura
Luogo: Palazzo Beneventano - Lentini SR
Durata: 05.51
Giugno 2016
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イタリア・モデナ 世界遺産の古都 美しい教会巡り
ボローニャから列車で約30分の街モデナへ行きました。
先史時代からさかのぼる街には美しい教会も多くあります。
Intervista a padre Matteo Ferrari - Incontro spiritualità Acli - Camaldoli 2014
Intervista a padre Matteo Ferrari - monaco camaldolese - che illustra una possibile spiritualità laicale a partire da una prospettiva nuova: l'umanità di Gesù
Monaci in Liguria 1
Vi sono due tipi di monaci: eremiti (quelli che vivono da soli) e cenobiti (quelli che vivono in un monastero, inseriti in una comunità).
In Liguria vi sono stati entrambi i tipi.
Uno sguardo da lontano a S. Lorenzo di Varigotti: l'antica chiesa di monaci bizantini che domina la Baia dei saraceni a Varigotti.
Un veloce sguardo da lontano all'isola del Tino (vicino a La Spezia), alle isole di Bergeggi e di Gallinara.
Qualche flash sul Corso per giovani monaci e aspiranti monaci fatto nell'Abbazia di Finalpia nel novembre del 2007.
Una puntata all'Abbazia di Lèrin, vicino a Cannes.
C'è in progetto è di ritornare con calma a S. Lorenzo di Varigotti e le isole del Tino, di Bergeggi, di Gallinara e di Lèrin.