Messa suffragio Francesco V d'Austria-Este, duca di Modena, Reggio e Massa Carrara - 20.11.2016
Il servizio di Claudio Maria Goldoni, in onda sugli schermi di TeleStudio Modena mercoledì 23 novembre 2016, è stato realizzato nella chiesa di Santa Maria delle Assi di Modena, venerdì 20 novembre 2016, in occasione della celebrazione del 140° anniversario della scomparsa di Francesco V d'Austria-Este, ultimo duca di Modena, Reggio e Massa Carrara, morto in esilio a Vienna il 20 novembre 1875. La cerimonia religiosa è stata officiata da Don Giorgio Bellei, parroco della Chiesa dello Spirito Santo.
Messa suffragio Francesco V d'Austria-Este, duca di Modena, Reggio e Massa Carrara - 20.11.2015
Il servizio di Claudio Maria Goldoni, in onda sugli schermi di TeleStudio Modena mercoledì 25 novembre 2015, è stato realizzato nella chiesa di Santa Maria delle Assi di Modena, venerdì 20 novembre 2015, in occasione della celebrazione del 140° anniversario della scomparsa di Francesco V d'Austria-Este, ultimo duca di Modena, Reggio e Massa Carrara, morto in esilio a Vienna il 20 novembre 1875. La cerimonia religiosa è stata officiata da Don Giorgio Bellei, parroco della Chiesa dello Spirito Santo.
La donna è mobile
L'organo è immobile, ma la donna è mobile...
Chiesa di S. Maria delle Asse, Modena; organo Cipri/Traeri/Verati.
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La Chiesa Madre, dedicata a San Nicola di Bari, Patrono di Trecastagni, si eleva su un colle di straordinaria panoramicità, dal quale l'occhio può spaziare dall'Etna a Taormina, dalla Calabria ad Augusta, dalla piana di Catania ai monti Iblei e verso ponente si scorgono le terre di Enna. Alla chiesa si accede dal lato est attraverso una scalea monumentale, corrispondente all’antico asse viario (oggi via Vittorio Emanuele) con l'emiciclo alla base eccentrico rispetto all'asse della chiesa, in forte pendenza; dal lato ovest attraverso una ripida ma agevole salita (l’attuale via Arciprete Torrisi, già via Collegiata).
L’Arcipretura Parrocchiale del titolo di “San Nicolò di Bari” è una delle più antiche chiese del cosiddetto Bosco Etneo o di Catania, sorse sopra l'area dell'antica chiesa di S. Maria della Misericordia e risale al 1400. Ne abbiamo la prima memoria storica nella Bolla di Papa Eugenio IV del 31 marzo 1446 con la quale il Pontefice elevava a dignità di Collegiata la chiesa di S. Maria dell'Elemosina di Catania, aggregando ad essa varie chiese della Diocesi, tra le quali la chiesa di “S. Niccolò” di Trecastagni.
Successivamente, il Vescovo Bonadies dietro istanza del Principe Scipione II Di Giovanni, del Capitano, dei Giurati e del popolo la elevava al privilegio di Arcipretura e Parrocchia il 15 novembre 1667.
Duomo di Modena La MADONNA DELLA PAPPA di Guido Mazzoni (1480-1485)
La Madonna della Pappa
Guido Mazzoni, 1480 – 1485 ca
Il gruppo in terracotta policroma presenta al centro della calibrata costruzione prospettica la figura seduta ed elegantemente allungata della Vergine che tiene in braccio in atteggiamento di grande tenerezza il Bambino. Alla sua destra vi è una figura femminile, detta “Suor Papina”, che soffia sul cucchiaio la minestra prima di porgerla al Bambino che stringe in mano una ciambelletta, gesto che contribuisce a rafforzare l’intimità domestica della scena. Vi assistono in atteggiamento adorante i due personaggi genuflessi tradizionalmente ritenuti san Giuseppe o san Gioacchino e sant’Anna.
La provenienza di questo gruppo scultoreo dalla cappella della famiglia Porrini situata nella distrutta chiesa di Santa Cecilia o dell’Osservanza situata fuori porta Saliceto in direzione di Bologna, ha indotto tuttavia a individuare nelle due figure genuflesse. In primo piano i committenti dell’opera, Francesco Porcini e la moglie Polissena, fatto non inusuale nella prassi dell’epoca.
Il gruppo è opera di Guido Mazzoni, artista modenese autore di numerosi gruppi in terracotta policroma tutti caratterizzati da forte drammaticità e da un icastico realismo, chiamato a lavorare per gli Aragonesi a Napoli verso la fine del Quattrocento e in seguito per le corti francese e inglese, dove contribuì alla diffusione del Rinascimento italiano.
Interno della Basilica di San Marco
La pianta della basilica è a croce greca con cinque cupole distribuite al centro e lungo gli assi della croce e raccordate da arconi (come nella chiesa dei Santi Apostoli dell'epoca di Giustiniano, modello evidente per la basilica veneziana). Le navate, tre per braccio, sono divise da colonnati che confluiscono verso i massicci pilastri che sostengono le cupole; non sono realizzati come blocco unico di muratura ma articolati a loro volta come il modulo principale: quattro supporti ai vertici di un quadrato, settori di raccordo voltati e parte centrale con cupoletta.
Le pareti esterne e interne sono invece sottili, per alleggerire il peso dell'edificio sul delicato suolo veneziano, e sembrano quasi diaframmi tesi tra pilastro e pilastro, a reggere la balaustra dei matronei; non hanno una funzione di sostegno, solo di tamponamento. Pareti e pilastri sono completamente rivestiti, nel registro inferiore, con lastre di marmi policromi. Il pavimento ha un rivestimento marmoreo disegnato con moduli geometrici e figure di animali mediante le tecniche dell'opus sectile e dell'opus tessellatum; sebbene continuamente restaurato, conserva alcune parti originali del XII secolo.
Abbazia di Borzone
Filmato realizzato nell'ambito del progetto integrato di promozione e valorizzazione “Terre di castelli e dimore difensive delle famiglie Fieschi e Spinola nelle valli del Genovesato
POR - FESR 2007 - 2013 Asse 4.1 Promozione del patrimonio culturale e naturale Terre di Castelli
Cofinanziato dal Comune di Cogorno, Regione Liguria ed Unione Europea
terredicastellifieschiespinola.it
Progetto realizzato da Simona Caleca e Carla Monica Risso
per I.I.A.S. (Istituto Italiano per l'Archeologia Sperimentale).
Realizzazione Video StarVideo Multimedia s.a.s.
Testi Bruno Repetto, Simona Caleca e Carla Monica Risso
Follia!
S. Maria delle Assi Church (Modena) - Cipri/ Traeri/ Verati organ (1585 - 1765 - 1859)
tabernacolo della Pusterla di Sant'Ambrogio
I libri su cui si basa questa videopasseggiata sono
Il Naviglio di Milano
Di Empio Malara
e
Il Naviglio della Martesana
Di Francesco Ogliari, Angelo Cremonesi
PIAZZA DEI MARTIRI, Carpi
Con i suoi oltre sedicimila metri quadrati di superficie, la rinascimentale piazza dei Martiri è una delle più estese piazze d’Italia. Definita nelle attuali forme a inizio Cinquecento, da cinque secoli rappresenta il centro politico, religioso e amministrativo di Carpi. La piazza è definita a ovest dal quattrocentesco Portico Lungo, a est dal complesso del Palazzo dei Pio, a nord è chiusa dal Duomo, fondato nel 1515. A sud l’imbocco sull’antica Strada Maestra (ora corso Alberto Pio) è definito dal Portico del Grano, posto in leggera diagonale rispetto all’asse della piazza, e dal settecentesco palazzo Scacchetti, sede del Municipio. Integrazione ottocentesca (1859-1861) è il Teatro comunale, di impostazione neoclassica.
Abbazia di Sant'Antimo (Montalcino - SI) - Slide show
L'abbazia di Sant'Antimo è un complesso monastico premostratense situato presso Castelnuovo dell'Abate, all'interno del comune di Montalcino, in provincia di Siena. Si tratta di una delle architetture più importanti del romanico toscano.
Attualmente la comunità conta otto monaci, di diverse nazionalità, perlopiù italiana e francese. La comunità è molto attiva e vivace, e porta avanti da diversi anni, oltre alla tradizionale vita monastica, un'intensa attività pastorale rivolta soprattutto alle famiglie e ai giovani. La comunità è impegnata nell'attività pastorale delle vicine comunità parrocchiali. Non solo vi è tra esse e l'abbazia un'intensa collaborazione, ma alcuni monaci sono anche parroci di alcune parrocchie vicine.
Ogni giorno la comunità si riunisce nella chiesa per celebrare le funzioni dettate dalla regola monastica. Tutte le funzioni vengono cantate in gregoriano e in originale lingua latina.
Negli ultimi anni la comunità di Sant'Antimo ha anche registrato vari cd di canto gregoriano, che accompagna le liturgie.
Il 25 maggio 2015, durante un incontro organizzato nella Chiesa di Sant’Egidio, i frati della Comunità annunciano ai fedeli e alla cittadinanza che a fine anno lasceranno definitivamente l'abbazia di Sant'Antimo e si trasferiranno nell'Abbazia di Saint Michel de Frigolet, vicino ad Avignone[3]. Tale decisione, su indicazione dell’Abate Generale dell’Ordine, è dettata da una parte dal numero esiguo di frati presso l'abbazia francese, dall'altra dall'impossibilità di far crescere la comunità negli spazi di Sant'Antimo.
L'edificio più importante e meglio conservato di tutto il complesso è la grande chiesa abbaziale di Sant'Antimo. Essa, completamente in stile romanico, sorge lungo il lato nord del chiostro ed è orientata sull'asse est-ovest, con l'altare ad oriente.
Fotografie e montaggio: Salvatore Clemente (htpp://toticlemente.it)
Brano musicale tratto da: Lulù degli Evita Cidni (
Interactive mapping by Deltaprocess in Carpi, Modena 25/07/2012
Multimedia arts collective Deltaprocess performs an interactive mapping on the front of the Pieve di Santa Maria in Castello church in Carpi, Modena (Italy) on 25 July 2012, during a charity concert devoted to the hospitals and birth assistance centers in the province of Modena struck by the earthquakes of 20 and 29 May 2012. These guys are awesome!
Bellissimo appartamento per massimo 4 persone di fronte alla Galleria della Accademia
Appartamento “Accademia”
DESCRIZIONE: 75 mq, 2 Camere da letto, 1 soppalco, 1 Bagno, max 4 persone.
Via Ricasoli 45 blu, Firenze, Italia.
Spazioso, luminoso e completamente attrezzato, questo appartamento in stile classico fiorentino può accogliere fino a 4 persone, si trova al 1° piano con ascensore di un elegante ed antico palazzo signorile situato di fronte alla Galleria dell'Accademia.
Dall'ingresso dell'appartamento, in cui si nota un bellissimo appendiabiti in legno, si accede alle stanze e all'appartamento adiacente (“San Marco”, tramite porta con chiave).
La sala da pranzo, con tavolo per 4 persone e TV LCD, è comunicante con la cucina, completamente moderna e attrezzata con tutto il necessario per cucinare e gustare i vostri piatti.
La camera singola dispone di un letto singolo e un comò; la camera matrimoniale ha due letti singoli convertibili in un letto matrimoniale, due comodini, comò e ampio armadio; il soppalco aerato dispone di un letto singolo e un ampio armadio.
Il bagno è completamente rinnovato e moderno, ha lavandino, wc, bidet, box doccia, phon a muro, sistema di ventilazione.
POSIZIONE:
L' appartamento è situato nel cuore del centro storico, e come indica il suo nome si trova di fronte alla Galleria dell'Accademia in Via Ricasoli e quindi a pochi passi dalla Cattedrale di Santa Maria del Fiore (il Duomo).
Si trova nel quartiere di San Marco, nel centro di Firenze, che è popolare con giovani artisti e modaioli, e ospita la vivace Piazza Santissima Annunziata, una delle più belle piazze della città.
Troverete tutti i musei, monumenti storici, edifici religiosi letteralmente a pochi minuti di distanza dalla porta di casa. Siete a pochi passi da Piazza della Signoria, la Galleria degli Uffizi, il Mercato Centrale di San Lorenzo, Piazza della Repubblica e il famoso Ponte Vecchio. Il centro storico è una zona prevalentemente pedonale e raggiungere tutti i punti di interesse a piedi è facile e veloce.
Il comfort e la funzionalità di questo bellissimo appartamento, oltre ad avere una posizione eccellente, lo rende la base ideale per il vostro soggiorno nel centro storico di Firenze. Il locale è tranquillo, ideale per rilassarsi dopo una giornata di visita a musei, chiese e monumenti.
Via Ricasoli: si trova a Firenze tra piazza del Duomo e piazza San Marco. Fa parte di quella serie di vie rettilinee di andamento più o meno perpendicolare all'Arno che furono tracciate da Arnolfo di Cambio in occasione dell'ampliamento urbanistico dell'ultima cerchia di mura, come via Cavour, via dei Servi, ecc.
La strada è dedicata alla famiglia Ricasoli, che sebbene avesse il palazzo più importante in piazza Goldoni, qui esisteva il palazzo di Bettino Ricasoli, importante politico fiorentino dell'Ottocento. Anticamente la via si chiamava del Cocomero e l'antico Teatro Niccolini, all'inizio della strada verso piazza del Duomo, si chiamava infatti Teatro del Cocomero.
All'angolo con via dei Pucci (qui si trova il nostro appartamento al numero 15) si trova il Tabernacolo delle cinque lampade, tra i più vistosi della città. Al numero 30 una targa ricorda l'architetto Pasquale Poccianti, che qui morì nel 1840. Un'altra targa ricorda l'ingegnere ferroviario e senatore Giovanni Morandini.
Più avanti si trova la parte posteriore del moderno Teatro della Compagnia. Ai numeri 40 e 42 si trova il grande Palazzo Gerini, nato dalla fusione di due palazzi nobiliari, uno opera di Bernardo Buontalenti e l'altro di Gherardo Silvani.
Con via degli Alfani la strada forma una specie di piazzetta sulla quale si affaccia il Conservatorio musicale Luigi Cherubini; oltre l'incrocio la strada ha un aspetto più anonimo, ma è sempre affollata per via dell'ingresso della Galleria dell'Accademia.
SERVIZI:
L’appartamento è fornito di riscaldamento autonomo con radiatori; aria condizionata (pinguino); cucina con fuochi a gas, frigo, forno ventilato, forno a microonde, lavatrice, piastra per toast, caffettiera grande e piccola, teiera, stoviglie e utensili per cucinare, tagliere, bollitore elettrico, frullatore, strumenti per la pulizia; ferro, asse da stiro e stendibiancheria; televisore LCD; bagno con bidet, doccia e phon a muro; biancheria per bagno e letto; Internet WiFi con utilizzo a tempo indeterminato e gratuito.
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Riapre la chiesa di S Bernardino a Carpi
Domenica prossima, con una solenne celebrazione presieduta dal Vescovo Monsignor Cavina, sarà riaperta al culto la chiesa di S. Bernardino da Siena di Carpi, la prima chiesa in centro storico della Diocesi carpigiana. La gioia di tutta la comunità e il grazie a tutti coloro che hanno aiutato.
Maggiori dettagli nel servizio di: Francesca Martini
Intervista a: PAOLO GIUBERTONI (Architetto) - Padre IPPOLITO TSHIBUABUA (Missionari Servi dei Poveri - Carpi) - Suor Maria Eletta (Monastero delle sorelle Cappuccine -- Carpi)
SLOW FVG | 3 giorni in Friuli Venezia Giulia | Turismo FVG
Tre giorni in Friuli venezia Giulia per scoprire Udine, Pordenone , San Vito al Tagliamento e Sacile. I nostri Blogger per caso Elisa e Alessio Girandolina ci portano alla scoperta dei tesori di queste 4 perle della regione.
Come alcuni di voi sapranno, dal 18 al 20 settembre eravamo in Friuli Venezia Giulia, grazie anche a Turisti per Caso che ci ha selezionato come suoi blogger per caso, con l’intento di conoscere le città di Pordenone e Udine, e di scoprire realtà urbane più piccole come Sacile e San Vito al Tagliamento. Proprio in quest’ ultima località avevamo il nostro alloggio, in un grazioso agriturismo di nome la Torre del Falco immerso nella campagna e con un piccolo mulino ad acqua ancora funzionante al confine del giardino.
Arriviamo in tarda mattinata al nostro agriturismo e, dopo aver conosciuto Denis, il videomaker che ci avrebbe seguito nei nostri spostamenti, siamo andati nel centro di San Vito, distante solo 1 km.
San Vito al Tagliamento è un piccolo paese di provincia, che vanta però una lunga storia dietro a sé: le sue origini già risalgono alla preistoria, come recenti scavi hanno confermato, ma il suo periodo d’oro è stato sotto la dominazione veneziana. I nobili veneziani, attirati dalle sue terre, vicino sia a Venezia che a Udine e Aquileia, hanno contribuito a crearne l’assetto urbano così come lo conosciamo oggi, arricchendolo con bei palazzi, giardini all'italiana e decori all'interno di ogni edificio.
Se avete occasione di arrivare a San Vito di venerdì mattina, potrete vedere il bel mercato settimanale, che con le sue bancarelle riempie tutta la cinquecentesca Piazza del Popolo (la piazza principale del paese). Non potete non notare il Campanile, che insieme all’Antica Loggia Comunale e l’Antico Teatro Sociale “Gian Giacomo Arrigoni” al suo interno, rappresentano il bene architettonico più antico della piazza.
Io mi sono letteralmente innamorata di questo piccolo teatro! Si parla del suo utilizzo già nel 1600 per rappresentazioni teatrali e musicali, ma la struttura è quella di un tipico teatro all’italiana di gusto veneziano. E’ veramente di fattura squisita: con un bel palcoscenico e circa 100 posti a sedere nella platea di fronte e due piani di palchetti privati in alto. Tra il 1800 e il 1900 divenne così famoso da diventare un vanto per la città di San Vito. Viene tuttora usato per eventi teatrali o musicali ed è visitabile tutti i giorni!
Potrete continuare la vostra passeggiata alla scoperta di questo bel paese andando a visitare il Castello di San Vito la cui costruzione ha notevolmente influenzato il centro storico. Nato come semplice rocca difensiva, il Castello fu poi sede del potente Patriarcato di Aquileia, che ne fece una delle sue dimore private e divenne successivamente anche dimora della nobile famiglia Altan, di cui infatti si nota ancora l’influenza nell’edificio come residenza nobiliare. Una bella struttura solida dotata di cinta murarie, fossa e basamento delle mura. Al suo interno è possibile vedere degli affreschi con stemmi nobiliari friulani, splendide scene e figure di sibille del 1500.
L’Antico Ospedale della Confraternita di Santa Maria dei Battuti era l’ antico ospedale di San Vito al Tagliamento: già operante a fine 1300, fu costruito lungo le mura cittadine, sulle vie di transito, per meglio accogliere e curare i pellegrini e i malati. Continuò il suo ruolo fino a fine 1800, quando l’ospedale si trasferì nell’odierno Ospedale Civile. Attualmente i suoi locali sono stati recuperati e nel suo cortile interno c’è un’antica Osteria dove ci siamo fermati a pranzare, e che consiglio vivamente. Innanzitutto per le pietanze tipiche friulane (qui ho mangiato il mitico Frico, ovvero patate tagliate a fettine, con cipolla e formaggi fusi aggiunti a fine cottura), e poi per la storia che le stesse pareti del locale emanano, in quanto fu per molto tempo la sala per i malati terminali dell’Ospedale, poi trasformato in falegnameria e ora in osteria!
Prima di lasciare San Vito, diamo uno sguardo alla Chiesa di Santa Maria dei Battuti, la chiesa annessa all'ospedale, che ospita un ciclo di affreschi bellissimi, dipinti dal famoso pittore Pordenone, che lascia la sua magia sulla cupola della chiesa con scene della storia della Vergine Maria.
Scopri il resto del viaggio qui :
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GUARDATE CHE COLPO D’OCCHIO QUI A GUBBIO (PERUGIA), SPETTACOLARE!!! (18.09.2019)
Guardate che colpo d’occhio qui a Gubbio (Perugia), spettacolare!!!
Dai che andiamo a fare la storia anche qui in Umbria! #27ottobrevotoLega
P.s. Seguitemi a breve in diretta su questa pagina????
Alberto III Pio, Prince Of Carpi
'''Alberto The second I Pio''', Prince of Carpi ( 23 July 1475 – 1531 ) , was an Italian Renaissance prince. He cultivated interest in humanism and was an intimate of the Medici popes.
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(Philosophy: Renaissance humanists)
Celebrazione a Firenze nel Famedio Militare in memoria dei soldati morti in guerra
Annuale cerimonia, il 2 novembre 2018, del Presidio Militare di Firenze in memoria dei militari defunti celebrata al Sacrario Militare di Santa Croce a Firenze, detto anche Famedio, tenutasi alla presenza delle massime autorità militari e civili.
La cripta di Santa Croce, un lungo ambiente sotto al transetto della basilica, fu edificata a partire dal 1294, come prima fabbrica del complesso.
Nel tempo fu usata come luogo di sepoltura e come sede di numerose confraternite, fino a 17, le quali vennero soppresse dal granduca Pietro Leopoldo nel 1785.
Ridotta a deposito di materiali di scarto, anche per i danni inferti dall'alluvione del 1844, vi fu rimesso mano solo negli anni trenta del Novecento.
Nell'edificio simbolo dell'identita nazionale, pantheon delle glorie italiane, venne deciso di creare un sacrario per le vittime fiorentine della prima guerra mondiale, come ne sorgevano in ogni angolo d'Italia all'insegna di un culto dell'evento bellico e dei suoi martiri ed eroi per preparare la nazione ai nuovi venti di guerra.
Nel 1933, in concomitanza con l'elevazione della chiesa al rango di basilica, si decise di realizzare nei sotterranei della chiesa un Sacrario dei martiri fascisti, edificato a partire già dall'ottobre 1934 su progetto dell'architetto Alfredo Lensi, a cui si aggiunse un famedio per la celebrazione del primo conflitto mondiale.
Il cuore era la cappella, con 37 grandi arche in pietra serena in cui erano le spoglie dei Caduti per l'idea fascista, e la scritta Presente, che ricorreva come a simboleggiare la risposta del defunto all'appello del rito fascista.
Nel 1938 il sacrario fu ampliato per includervi le memorie di questi soldati fiorentini periti per l'Impero e per la Spagna: furono messe allora, al posto delle arche, delle lastre di marmo nero coi nomi dei defunti incisi in lettere dorate, in ordine alfabetico e corredati del grado militare.
Nel 1939 il Famedio fu visitato da Benito Mussolini e Adolf Hitler.
Alla fine della guerra, nel 1945, il sacrario fu profondamente trasformato, eliminandovi i riferimenti al fascismo, conservando però ancora struttura e arredi degli anni trenta.
L'ingresso della struttura si trova in largo Piero Bargellini.
Attraverso alcuni gradini si accede a un vestibolo con lastre di marmo che creano un gioco di linee verticali e orizzontali, accresciuto dalle aperture laterali che, sul lato sinistro, conducono a un camminamento dalle pareti scure.
Al termine di questo asse si trova la statua del Cristo deposto con un angelo di Baccio Bandinelli, parte di un gruppo scultoreo col Dio Padre che oggi torreggia su un piedistallo nel chiostro Grande. In questo posto d'onore si trovava la tomba di Giovanni Berta.
Da qui si accede a un lungo corridoio, scandito da lastre di pietra serena su cui sono incisi, a lettere d'oro, i nomi dei caduti fiorentini.
Alcuni stemmi in pietra, sul lato opposto, ricordano le sepolture tre e quattrocentesche che si trovavano nella cripta.
Si accede infine alla cappella, dalle basse volte, arricchita da specchiature in marmo nero pure vergate da nomi dei caduti.
Questo ambiente confina poi con alcuni chiostri dove si affacciano alcuni oratori un tempo usati da varie confraternite, situati al di sotto della basilica.
Riprese di Franco Mariani.
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Trekking urbano a Gimigliano (CZ) - Club Alpino Catanzaro
Il trekking urbano del Cai Catanzaro a Gimigliano (Catanzaro)
Siamo circa 25 i soci partecipanti alla giornata dedicata al trekking urbano. Con noi due simpatici giovani tedeschi: Franzen e Bauer.
Il trekking urbano è un’attività che associa l’arte del camminare alla scoperta di angoli suggestivi, curiosi e nascosti di una città.
Tappa: GIMIGLIANO, città della provincia di Catanzaro, che conta circa 3.200 abitanti. Il toponimo ha diverse derivazioni: potrebbe derivare dal nome di persona Gemellius con l’aggiunta del suffisso “anus”, che indica possesso, dal greco Gimilon, stabilito con decreto dall’imperatore bizantino Niceforo Foca, con il significato di “abbondante di frutta”, o secondo lo storico Lamannis avrebbe origine da San Geminiano, Vescovo di Modena, in quanto veniva invocato dalle popolazioni contro il pericolo continuo delle invasioni.
E’ incastonato tra la splendida vallata del fiume Corace ed il versante meridionale della Sila catanzarese. E’ suddiviso in due nuclei posti quasi sullo stesso asse, ma ad altitudini diverse: Gimigliano inferiore a quota 509 mt e Gimigliano Superiore a quota 618 mt. Entrambi si trovano su costoni digradanti dell’omonimo monte Gimigliano (822mt).
Gimigliano nasce intorno all’anno mille, probabilmente da gruppi di profughi fuggiti dalle terrificanti invasioni saracene che si rifugiarono sui monti dando vita ai casali. Il nostro trekking, partito dalla stazione della città, si è snodato nell’interessante centro storico a pianta medievale tra caratteristici palazzi in pietra, il palazzo ducale, la chiesa madre del SS.Salvatore, sede del venerato quadro della Madonna di Costantinopoli (1626) e con interessanti dipinti, decori e pregevoli lavorazioni in marmo verde e rosa di Gimigliano. La “pietra verde” o “marmo verde” rappresenta uno dei segni distintivi della città, infatti Gimigliano è nota per i suoi marmi verdi utilizzati per la realizzazione della gradinata della Chiesa del Gesù di Napoli, per i pavimenti della Reggia di Caserta, per il coro d’inverno e le nicchie della Basilica di San Giovanni in Laterano, per il piazzale centrale di San Pietroburgo ed le tantissime chiese e fabbricati di Catanzaro e del circondario.
Interessante anche il museo dedicato al frantoio oleario, un pezzo di memoria e identità alla comunità.
A 5 km dal centro abitato, sulla riva destra del fiume Corace, è ubicata la Basilica dedicata alla Madonna di Porto che è anche tappa del Sentiero Italia 13 Tiriolo-Madonna di Porto e Sentiero Italia 14 Madonna di Porto – Villaggio Mancuso.
Lasciato il centro abitato, abbiamo percorso un caratteristico sentiero di montagna che, tra panorami incantevoli dai colori autunnali ci ha condotto al Monte Gimigliano. Quassù è ubicata una croce votiva realizzata in acciaio colorato bianco, alta sette metri e larga tre e mezzo, fatta erigere da un comitato spontaneo gimiglianese. Lo scenario è a dir poco magico, davanti a noi le montagne del Reventino, delle Serre, della Sila e l’azzurro intenso del mar Ionio.
Una mezz’ora di sosta per ristorarci e contemplare il magnifico paesaggio naturale che ci circonda e si rientra con ancora negli occhi i colori brillanti, vivi e accecanti della natura.
Accompagnatore: Marco Garcea (socio Cai Catanzaro) autore delle foto e del montaggio video
Si ringrazia la cittadinanza, il parroco, il primo cittadino per la calorosa accoglienza.
la Darsena di Milano ( i video di yesmilano.com 37 )
In questo video per yesmilano.com racconto la storia dalle origini ai giorni nostri della darsena di Milano, quello che è stato nei secoli passati uno dei più importanti porti d'Italia.
Un grazie al pianista Harry Völker per averci concesso la sua musica: