Monterinaldo - La Cuma 1957-2017 Sessant'anni dai primi Scavi (manortiz)
Monterinaldo - La Cuma 1957-2067 Sessant'anni dai primi Scavi
mostra fotografica
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Comune di Monterinaldo
Monte Rinaldo Archaeological Site
The Archaeological Zone in the area called Cuma, is surrounded by beautiful agricultural landscape, is one of the more compelling reasons to visit Monte Rinaldo. Here stands a shrine that must be considered one of the most important monuments of the Hellenistic period in the region. It ignores, for now,the deity to whom it was devoted, both the city for which it depended. Some scholars have linked it with Novana, the only city of Piceno mentioned in the list is Pilini the old city, whose location has not been identified. What is sure, seeing the size of his remains is powerless, it must have been a place of worship of great importance, the destruction of which was favoured by this terrain. The beautiful environmental setting, characterised by fertile and gentle hills and the monumental character of the archaeological finds, Monte Rinaldo makes a welcome destination for excursions to cultural and tourist stop to discover the hinterland
Divinity and Religious Affairs
With regard to the deity or deities worshiped here and worship practiced in this sanctuary, we have no certain information and data, the water seems to be the natural icon which corresponds incorporation of this sacred complex. Water bind it to the rites of a sanctuary (healing) with claims typical of central Italy also on the Adriatic coast. The practice of such rites is documented in Monte Rinaldo by the discovery of votive terracotta, made aprox II-III BC, in which anatomical votive (hands and feet) also headed, draped statuettes and animals.
Note: A votive deposit or votive offering is one or more objects displayed or deposited, without the intention of recovery or use, in a sacred place for broadly religious purposes
La zona Archeologica in località Cuma, circondata da un’incantevole paesaggio agrario, è uno dei motivi più validi per visitare Monte Rinaldo. Qui sorge un Santuario che a buon ragione può ritenersi uno dei monumenti di età ellenistica più importante di tutta la regione. Si ignora, per ora, sia la divintà a cui era dedicato, sia la città da cui dipendeva. Acuni studiosi l’hanno messo in relazione con Novana, l’unico citta del Piceno citata nell’elenco di Pilinio il vecchio, di cui non è stata individuata l’ubicazione. Quello che è sicuro, vedendo le impotenti dimensioni dei suoi resti, è che doveva trattarsi di un luogo di culto di grande importanza, la cui distruzione fu favorita dal terreno estremamente franoso. La bella cornice ambientale, caratterizzata dalla presenza di dolci e fertili colline ed il carattere monumentale dei ritrovamenti archeologici, rendono Monte Rinaldo un gradita meta di escursione a carattere culturale e turistico, alla scoperto dell’entroterra fermano
In merito alla divinità o alle divinità ivi venerate e al culto praticato in questo santuario, non disponiamo di informazioni e dati certi, L’acqua sembra rapresentare l’elemento naturale costitutivo di questo complesso sacro. All’acqua si legano infatti i riti della sanatio (guarigioni) tipici dell’area centro’italica con attestazioni anche sul versante adriatico. La pratica di tali riti è documentata a Monte Rinaldo dal rinvenimento di terracotte votive, costituite da ex – voto di III-II a.C., in cui accanto a votivi anatomici (mani e piedi) compaiono anche teste, statuette panneggiate e bovini.
Soprintendenza Archeologia, Belle Arti, Paesaggio delle Marche
sant'Elpidio Morico Elpidiucciu (Marche, Italy) (manortiz)
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Sant'Elpidio Morico
Abitanti 75 (2001)
Sant'Elpidio Morico è un ex comune italiano della provincia di Fermo. Fu comune prima dell'Unità d'Italia e fino al 1860 appartenne alla delegazione pontificia di Fermo. Oggi è una frazione di 75 abitanti di Monsampietro Morico. È situata a circa 4 km dal capoluogo, in posizione leggermente più elevata (310 m s.l.m.).
Sant'Elpidio fu fondata, insieme a Monsampietro Morico e alla vicina Monte Rinaldo, da Maugero o Malugero Melo verso il 1061, figlio del nobile normanno Drogone d'Altavilla conte delle Puglie. L'attributo Morico deriverebbe, secondo la tradizione, dal nome della moglie del fondatore, una certa Morica. In realtà tale denominazione sembra essere affine al termine latino murex, forse in riferimento alla specie vegetale Medicago murex piuttosto che al genere di mollusco murex (murice).
Altra fonte di equivoci è il nome del paese, detto popolarmente San Lupidiucciu (San Lopidiuccio): pare infatti si tratti di due distinte località. L'originale Sant'Elpidio Morico sarebbe da collocare poco a nord, in contrada Portella. D'altronde, l'attuale Sant'Elpidio non ha pianta triangolare, bensì quadrilaterale.
Il comune di Sant'Elpidio Morico fu soppresso nel 1868 e aggregato dapprima a Monsampietro, poi (20 settembre 1870) a Monteleone di Fermo, per tornare definitivamente con Monsampietro il 1º maggio 1893.
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