Urbino 4 passi in città Viaggio in auto nelle strade di Urbino 4 Parte
#piero #gentili #urbino #centro #storico #rinascimento #unescu
Urbino 4 passi in città Viaggio in automobile per le strade di Urbino
e Foto gallery
Urbino Città ideale del rinascimento. Quattro passi in città 4° Parte
Urbino (Urbìn in dialetto gallo-piceno, Urvinum Mataurense in latino) è un comune italiano di 14 468 abitanti, capoluogo con Pesaro della provincia di Pesaro e Urbino nelle Marche.
Uno dei centri più importanti del Rinascimento italiano, di cui conserva appieno l'eredità architettonica. Dal 1998 il suo centro storico è patrimonio dell'umanità UNESCO. Data la sua importanza, la città è ricordata nella serie di sculture del Vittoriano, dedicate alle quattordici città nobili dell'Italia unita.
Il territorio si estende in area collinare, sulle ultime propaggini dell'Appennino settentrionale, Appennino tosco-romagnolo, nella zona meridionale del Montefeltro. Il territorio comunale, il secondo più esteso della regione Marche dopo Fabriano. include anche un'exclave, identificabile nella Via Fosso del Razzo, compresa tra i comuni di Colbordolo, Monteciccardo, Montefelcino, Petriano e l'exclave di Montelabbate.
La città romana di Urvinum Metaurense[9] divenne un centro importante durante le Guerre gotiche nel VI secolo. Venne poi presa nel 538 dal bizantino Belisario, togliendola ai Goti, e venne frequentemente nominata dallo storico bizantino Procopio. Passò quindi nel dominio dei Longobardi e poi dei Franchi. Il re dei Franchi Pipino offrì Urbino allo Stato della Chiesa. Comunque, le tradizioni indipendenti e autonome si espressero nella forma di governo del Comune finché, intorno al 1200, cadde sotto il dominio dei nobili che combattevano tra loro nel vicino Montefeltro. Questi nobili non avevano diretta autorità sul comune, ma esercitavano pressioni per la loro elezione a podestà, titolo che Bonconte da Montefeltro riuscì a ottenere nel 1213, con il risultato che gli urbinati si ribellarono, formarono un'alleanza con il comune indipendente di Rimini (1228) e nel 1234 si rimpossessarono del controllo della loro città. Successivamente, però, i Montefeltro riuscirono a riprendere le redini della città che controllarono poi fino al 1508. Durante questo periodo, Urbino prese l'aspetto che in parte ancora oggi ha, con le cinta murarie. Nelle battaglie tra guelfi e ghibellini, i signori di Urbino del XIII e del XVI secolo erano capi dei ghibellini delle Marche e della Romagna, e si associavano con famiglie o città ghibelline. Il 24 dicembre 1375 il conte Antonio da Montefeltro, con le armi della lega fiorentino-viscontea rientrava in Urbino e n'era gridato signore. Ma, scrive Gino Franceschini (Documenti e Regesti, Urbino, 1982, pp. IV-V), non bastava essere 'gridato' signore, bisognava avere la capacità di divenirlo [...]. Nell'alleanza del febbraio 1376 le città di Urbino e di Cagli partecipavano al patto col Signore su piede di uguaglianza come compartecipi agli impegni ed agli oneri stipulati da lui, mentr'egli agiva a nome delle terre che gli ubbidivano quale 'dominus' e capo delle milizie. Era nato lo Stato di Urbino che registra una rilevante svolta politica a seguito del considerevole accrescimento territoriale generato dall'acquisizione di Gubbio del 1384.
L'esponente più famoso dei Montefeltro Federico, signore di Urbino dal 1444 al 1482, condottiero di successo, diplomatico abilissimo e patrono entusiasta di arti e letteratura. Nel 1444 prese il potere come figlio naturale di Guidantonio, dopo la congiura e l'assassinio del legittimo Oddantonio, inviso per la smodata lussuria e l'eccessivo fiscalismo esercitato durante i suoi diciassette mesi di governo.
Federico mise mano ai problemi politici impellenti ed iniziò una riorganizzazione dello Stato, che prevedeva anche una ristrutturazione della città secondo un'impronta moderna, confortevole, razionale e bella. Tutti i suoi sforzi, nei quasi quarant'anni di governo, furono tesi a questo scopo che, grazie alle straordinarie doti unite a una notevole fortuna, arrivò a un soffio dalla piena realizzazione.
Alla sua corte, Piero della Francesca scrisse sulla scienza della prospettiva, Francesco di Giorgio Martini scrisse il suo Trattato di architettura (concludendo i lavori di ristrutturazione del Palazzo Ducale avviati da Luciano Laurana), e il padre di Raffaello, Giovanni Santi, scrisse il suo resoconto poetico dei principali artisti del periodo. La corte brillante di Federico, attraverso le descrizioni di Baldassarre Castiglione ne Il Cortegiano, introdusse i caratteri del cosiddetto gentiluomo in Europa, che rimasero pienamente in voga fino al XX secolo.
Musiche inedite di Piero Gentili
Fine Quarta Parte
Piero Gentili
Seguimi su Telegram:
Seguimi su Facebook:
Fan Page facebook:
Instagram:
:::::::::::::::::
Se volete fare una donazione al Canale questo è il link: