Sante Marie, L'Aquila, Abruzzo, Italy
Il suo territorio confina con i comuni di Carsoli, Tagliacozzo, Magliano dei Marsi, con la provincia di Rieti e conseguentemente con il Lazio. È quasi completamente circondato da rilievi dell'Appennino centrale: monte Bove (1340 metri slm), monte Sant'Angelo (1100 m. slm) e monte Faito (1485 m. slm), appartenenti alla catena dei monti Carseolani. Il centro, la zona di Casteglio, si trova a 850 metri di altitudine. Il territorio circostante si presta molto bene all'escursionismo a piedi e a cavallo grazie ai caratteristici boschi di castagno e a dei sentieri che permettono di raggiungere le frazioni di Castelvecchio, San Giovanni, Santo Stefano, Scanzano ed altre località situate sui rilievi circostanti. Di interesse per gli speleologi è l'inghiottitoio di Luppa da dove si dipartono una serie di caverne che si addentrano nelle viscere della Terra. Dista circa 82 km da Roma, oltre 60 km dal capoluogo abruzzese e circa 23 da Avezzano.
Alcuni sono propensi a sostenere che l'abitato sia stato fondato prima dell'anno 1000 in seguito alla distruzione operata dai saraceni nella contrada di Varri. Ma la più antica testimonianza dell'esistenza del centro è del 1187 e si trova nel cosiddetto Catalogo de Baroni, straordinaria forza militare arruolata dall'imperatore normanno Guglielmo II detto il Buono per una crociata in terrasanta a Gerusalemme. La seconda testimonianza ci arriva da una bolla di Papa Clemente III del 1188 in cui venivano elencate le chiese marse di giurisdizione vescovile tra cui:
Sancti Quirici, Sancti Marcelli, Sanctae Mariae, Sancti Nicolai, Sancti Andreae, Sanctae Justae, Sancti Veri, S. Joannis in Alto (Castro) Sanctae Mariae[6].
Feudalesimo (1187 ca. - 1806).
Le prime testimonianze riguardo al feudo di Sante Marie ci arrivano dal sopracitato catalogo dove viene elencato il numero di militi da prestare all'imperatore, in base alla consistenza demografica dei vari feudi, e i feudatari dell'epoca. Sante Marie era nelle mani dei figli di Oderisio De Pontibus; Rainaldo signore di Tagliacozzo e Teodino signore di Tremonti. All'indomani della Battaglia di Tagliacozzo, risulta investito come feudatario di Sante Marie, Scanzano e Saluro, Francesco De Pontibus e nel 1279 risulta essere il Conte di Albe, Oddo di Toucy.
Dal 1294 al 1497 feudataria di Tagliacozzo e dintorni fu la famiglia degli Orsini a cui seguirono i Colonna quando a Ferdinando II di Napoli successe Federico I di Napoli. I Colonna rimasero al potere fino al 1806 quando il re di Napoli Giuseppe Bonaparte abolì i feudi. Nel periodo della dominazione colonnese, le terre di Sante Marie furono sotto il dominio spagnolo. Nel 1743, quando gli austriaci penetrano nel regno di Napoli, viene registrata la loro presenta anche a Sante Marie. Negli anni a seguire ci fu una carestia (1764) e un enorme siccità (1779).
Con l'Editto di Saint Cloud (1804 Napoleone stabilì che le sepolture venissero effettuate fuori dalle mura cittadine) Sante Marie si adeguò cessando di seppellire i propri morti nell'ossario della chiesa di San Nicola e aprendo un nuovo cimitero (ora andato perduto) alle porte del paese.
Con il ritorno dei Borboni nel 1815 cominciarono ad esser migliorate le vie di comunicazione con il Lazio e il resto dell'Abruzzo. La situazione resta tuttavia ancora critica perché agli itinerari che passano per Sante Marie vengono preferiti quelli suggeriti da Avezzano. Nel 1861 Sante Marie si aggrega al Regno d'Italia in seguito ai plebisciti popolari indetti in quello stesso anno nel sud d'Italia.
Nel luglio del 1888 venne inaugurata la tuttora esistente ferrovia Roma-Pescara passante per Sante Marie. Questa fu una delle opere previste dai governi post-unitari per rammodernare il paese. Tra Colli di Monte Bove e Sante Marie venne scavata la galleria di Monte Bove (è lunga quasi 6 km) e durante le fasi di scavo si estrasse talmente tanta terra che servì per costruire il terrapieno su cui passa la ferrovia tra Sante Marie e Poggetello, frazione di Tagliacozzo.
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