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Torrice (Fr)
Il nome di Torrice deriva verosimilmente dalle torri che la cinta muraria medioevale presentava quando nel secolo X il centro ciociaro venne fortificato.Ma resti archeologici fanno ritenere che nell’epoca romana, forse a causa della sua vicinanza con Frusino e con la via Latina, il territorio torriciano fosse popolato da gente abitante in un pagus o attorno a qualche piccola villa rustica.Le prime testimonianze storiche risalgono all’inizio del millennio quando Torrice viene menzionata prima come località e poi come castrum appartenente alla circoscrizione religiosa verolana e soggetto politicamente allo stesso vescovo.Questi era in lotta con la potente famiglia feudale dei Girinidi, arroccata a Monte San Giovanni Campano e padrona di molti castelli della zona.I vescovi erano soliti definire le controversie sistemando il territorio con vasti possedimenti a contratto livellare, garantendosi poi la presenza dì un gruppo di milites fedeli. Da questì milites, venne probabilmente quel gruppo di condomini che controllò Torrice nei secoli XI-XII e fino ai primi decenni del Duecento.I condomini ebbero il potere giudiziale, riscuotendo decime e servizi, come detentori di ogni potere sul piccolo castello. Nei secoli del Medioevo Torrice venne più volte attaccato e incendiato: nel 1129 dal le truppe pontificie di Onorio Il durante il tentativo papale di riconquista della Campagna, nel 1165 dalle milizie tedesche di Federico I il Barbarossa guidate da Diopoldo il quale fece devastare e depredare le contrade.Se in questi secoli Torrice sembra già una piccola comunità autonoma per aver portato a compimento il suo processo di affrancamento da Veroli e dai castelli vicini in realtà era ancora sottoposta a signori feudali consorziati in condominio. Dal 1224, il borgo fu tuttavia concesso dal papato ai de Ceccano mentre al vescovo di Veroli rimasero i diritti signorili.Durante il Trecento Torrice fu sottoposto a continue scorrerie provocate dalle lotte contro i Caetani. I suoi abitanti parteciparono all’assalto della rocca di Ferentino, allorché i campanini insorsero contro il cardinale Egidio d’Albornoz e l’estensione delle sue costituzioni alla provincia di Campagna e Marittima. Malgrado la presenza dei de Ceccano fosse forte, Torrice tornò sotto la giurisdizione del vescovo verolano e della Chiesa romana. Per questi motivi venne attaccato e occupato da Onorato Caetani nel 1399 durante i fatti dello scisma d’Occidente in cui Torrice fu coinvolto riuscendo infine a tornare all’obbedienza del papa legittimo.Dopo questi avvenimenti Torrice fu occupato da Ladìslao di Durazzo re dì Napoli a cui i torriciani si ribellarono di struggendogli le fortificazioni che erano state erette.Agli inizi del Quattrocento esisteva l’universitas, il comune rurale che nel Cinquecento appariva dotato di propri statuti.La comunità venne poi nuovamente sottoposta a un’ultima signoria dei ceccanesi per passare nel 1484 sotto Deifobo dell’Anguillara e poi da un signore all’altro, fra i quali, il cardinale Francesco Mendoza causa di una certa influenza spagnola sul castello. Seguì per Torrice un periodo di spopolamento, ma la ripresa demografica si ebbe subitanea e vigorosa. Nel Seicento Torrice fu al centro di gravissimi problemi economici a cui si tentò di far fronte mediante un vasto disboscamento del territorio, da destinare all’allevamento e all’agricoltura.Nei secoli dell’età moderna, dopo la guerra di Campagna, l’ultima combattuta nel Lazio meridionale fino all’invasione francese del 1798 si ebbero i problemi provocati dal brigantaggio, resi più virulenti dalla focosa personalità degli abitanti. Qualche torriciano partecipò alle ribellioni antigiacobine venendo però condannato al patibolo.I segni della ripresa demografica ed economica del Settecento furono la progettazione e la realizzazione del rinnovamento del patrimonio edilizio, sia sacro, con la ricostruzione secondo criteri barocchi delle principali chiese, che profano, con la riedificazione di molte abitazioni e la costruzione di nuovi palazzi.All’inizio dell’Ottocento poche erano le famiglie benestanti e grandissimo il numero delle famiglie contadine e nullatenenti. Nei primi decenni, malgrado la forte presenza ecclesiastica, a Torrice si diffondevano sentimenti anticlericali e carbonari: un torriciano, Nicola Fabrizi, fu l’organizzatore di una vendita carbonara che si ramificò e si collegò con altre vendite della provincia, segnale dei cambiamenti radicali in corso anche nelle province più arretrate dello stato papale. Questa fiammata antiecclesiastica non diventò progetto politico accolto da tutti i torriciani: non si ebbero nel Risorgimento fatti rilevanti né i paesani mostrarono di avere un ruolo attivo nei fatti storici del secolo XIX.Torrice è stato colpito diverse volte dai terremoti: si ricordano ancora i danni prodotti da quello del 1915.
Driving around the streets of Frosinone, Italy the day after Christmas
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